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A proposito delle OSELLE dei Dogi


Risposte migliori

E' noto che ogni Doge della Srenissima solesse donare nel mese di dicembre di ogni anno ai 500 del Maggior Consiglio e ai Patrizi Veneti una "Osella" di argento (ad alcuni di oro). Questa consuetudine iniziò nell'anno 1521 durante la sede vacante lasciata da Leonardo Loredano e risulta che ne fossero state coniate in tutto 275, tutte diverse tra loro .

Orbene chiedo a qualche esperto in materia QUANTE OSELLE di uno stesso tipo possano (in media) essere state coniate ogni anno.

Sbaglierei se ritenessi che non superavano il migliaio ciascun tipo e che pertanto dovrebbero considerarsi tutte "rare"?

Ringrazio per una gentile risposta. Adalberto

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Ciao,

non sono un esperto di oselle, però quello che ti posso dire è che gli storici sono in contrasto tra loro sul numero di oselle emesse ogni anno, si ritiene che esse oscillino tra un minimo di 2.000 e un massimo di 2.500.

In realtà tuttora le oselle girano sul mercato numismatico a prezzi alti, ma girano, poi forse, ma è una considerazione personale, non furono neanche poì così poche come si ritiene.

Mario

Modificato da dabbene
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Supporter

Buona serata Adalberto

non so se hai letto in rete cosa si dice dell'osella; non credo, visto che accenni a sede vacante, quindi ti allego il link dove potrai leggere i motivi per i quali si iniziò, sotto il doge Antonio Grimani, ad emetterle ed il loro valore nel tempo rispetto alla monetazione ordinaria.

http://it.wikipedia.org/wiki/Osella

Oltre a quanto ti ha scritto correttamente dabbene, aggiungo che le oselle erano, all'origine, rigorosamente in argento, ma - come scrive il Dr. Montenegro - dopo la battaglia di Lepanto, vennero coniate anche in oro.

Era ed è comunque a tutti gli effetti una moneta, visto che aveva un ragguaglio con la la monetazione ordinaria, e poteva essere benissimo usata e spesa. Salvo alcune rare o rarissime, altre si trovano in vendita, ma i prezzi non sono proprio popolari, a meno che non siano in cattive condizioni.

Malauguratamente non collezionandole, non posso dirti di più, comunque sappi che nessuno è indegno di ricevere risposte, salvo i maleducati, né manca la voglia di rispondere......è solo che alcune tematiche è bene che le affronti chi effettivamente le conosce e le può spiegare; poi, cosa vuoi, questo è un forum dove, spesso, le richieste (soprattutto quelle che riguardano argomenti particolari o seguiti da non molti collezionisti) vengono sommerse in brevissimo tempo da altre più "popolari" e si perdono.

Nel qual caso, basta riportarle in "superficie", senza adombrare cattiva volontà dei forumisti o sedicenti indegnità.....

Saluti

Luciano

Modificato da 417sonia
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ciao Adalberto,

mi intrometto da quasi profano in questa materia, sperando che qualcuno dei "venetofili" mi venga in soccorso. Intanto non so cosa intendi con "tutte diverse". Non mi risulta che ci fossero delle coniazioni differenziate o privilegiate, e per di più, paradossalmente, le varianti nelle oselle sono del tutto trascurabili rispetto a quelle per le monete veneziane di uso corrente tra '500 e '700. Di sicuro, peraltro, ci sono delle emissioni di oselle molto rare (specie le prime, dei primi decenni del '500 e quelle dei dogi meno longevi o più ricercati), e si sa che quelle d'oro sono molto più rare, direi emissioni di ostentazione. Si intende per monete / oselle di ostentazione -correggetemi se sbaglio- coniazioni eccezionali di oselle auree ma con gli stessi conii dell'argento, anche in pezzi di valore multiplo ( 2, 4, 6, 8 e perfino 12 zecchini) che avevano anche un valore nominale a differenza di quelle in argento, ma per il quale valore non credo siano mai state messe in circolazione. L'emissione di oselle auree è sempre stato un cruccio per gli studiosi di monetazione veneziana, così come quella dei multipli dello zecchino. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe di una mossa "mercantile" per rimettere in circolazione grandi quantità d'oro, una pratica comunque molto poco comune almeno fino al '700. Riguardo al numero dei pezzi, sono d'accordo con Dabbene. Essendo poi le oselle una sorta di via di mezzo tra moneta e medaglia, esse venivano perlopiù considerate e conservate come ricordo, senza venire poi utilizzate come moneta di conto, quindi non avrebbe avuto senso una coniazione eccessiva, ma nemmeno troppo esigua. Un po' come le emissioni celebrative di oggi (passami il paragone non ortodosso) che nessuno si sognerebbe mai di utilizzare per acquisti ma che ha piacere a mettere in collezione come "simbolo" di qualcosa. Nella fattispecie, l'appartenenza alla nobiltà veneziana.

ti consiglio comunque la lettura del Paolucci e del Manin, per avere un'idea almeno generale della questione.

ciao

Modificato da gigetto13
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come al solito Luciano mi ha preceduto! E lo quoto totalmente, tranne forse per il fatto che le oselle venissero effettivamente utilizzate come monete, pur avendone un ragguaglio (cambio) con la monetazione ordinaria, cosa di cui magari ho ricordi diversi. Potrebbero aver avuto semmai una circolazione "secondaria", ufficiosa, ma i regesti di zecca normalmente non registravano le emissioni delle oselle, mentre per la coniazione di monete abbiamo quintali di documentazione di massari e simili.

Luciano ha ragione, comunque. Essendo questo un forum, non sempre puoi ricevere immediatamente le risposte ai tuoi quesiti, per molti motivi ma certo non per disinteresse degli utenti. Però credimi, basta un niente che tante persone qui vengono coinvolte ed è un piacere leggerle. Ne ho molte prove!

saluti

L

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Per gli appassionati di oselle, consiglio comunque caldamente di leggere il libro " Il dono dei Dogi " la raccolta di oselle dogali della Banca Popolare di Vicenza di Alvise Zorzi, dove oltre la storia troverai tutte e 275 i pezzi, uno per anno.

Come forse saprai è l'unica collezione completa e visionabile quella della Banca Popolare di Vicenza, una impresa questa di riuscire ad averle ed esporle tutte che deve essere ricordata come iniziativa eccezionale e che vuole ripercorrere come in una cavalcata artististica e storica la Serenissima, una storia di 275 anni, dal grande interesse numismatico e artistico, perché l'osella è sicuramente anche arte,

Mario

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Poi tra l'altro se l'argomenta interessa, si può anche vederne qualcuna e commentarla qui sul forum, non mancano aste con oselle e credo anche qualche utente possa averne sicuramente, mi riprometto di tornarci, però c'è anche Verona che incombe e molti andremo a questa grande kermesse numismatica,

Mario

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I membri del Maggior Consiglio erano 2500 circa. Le oselle coniate sicuramente di più. E ha ragione 417Sonia sul fatto che circolavano. Le emissioni in oro, invece, erano fatte su richiesta di privati che per la coniazione pagavano un aggio. L'unica norma da seguire era che il peso in oro dovesse essere quello di un multiplo esatto di zecchino.

Arka

P.S. la collezione Banca Popolare di Vicenza è completa, ma non l'unica completa.

Modificato da Arka
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Pe Adalberto posto questa precedente discussione sulle oselle

http://www.lamoneta.it/topic/95502-losella-e-una-moneta/

E' noto che ogni Doge della Srenissima solesse donare nel mese di dicembre di ogni anno ai 500 del Maggior Consiglio e ai Patrizi Veneti una "Osella" di argento (ad alcuni di oro). Questa consuetudine iniziò nell'anno 1521 durante la sede vacante lasciata da Leonardo Loredano e risulta che ne fossero state coniate in tutto 275, tutte diverse tra loro .

Orbene chiedo a qualche esperto in materia QUANTE OSELLE di uno stesso tipo possano (in media) essere state coniate ogni anno.

Sbaglierei se ritenessi che non superavano il migliaio ciascun tipo e che pertanto dovrebbero considerarsi tutte "rare"?

Ringrazio per una gentile risposta. Adalberto

RINGRAZIO TUTTI, MA PROPRIO TUTTI, PER LE AUTOREVOLI NOTIZIE GENTILMENTE FORNITEMI SULLE OSELLE..

Ne possiedo solo 5, e le conservo gelosamente accanto ai Ducati e alle Santa Giustina. Constato che è alquanto difficile reperire Oselle in buono stato.La monetazione della Serenissima suscita sempre particolare interesse non solo storico perchè è ben degna di essere associata accanto alle prestigiose Piastre Papali

caratterizzate spesso da spettacolare iconografia. Ne colleziono da alcuni anni evitando i centesimali quand'anche di grosso modulo. La...passione per le monete ci suggerisce di segliere sempre "il meglio", il raro, il ricercato e da qualche tempo mi provvedo di talleri pregevoli commemorativi specie quelli emessi dalle città anseatiche quali Lubecca. Tornando ad hoc penso che non mi discosterò comunque dalla monetazione veneziana.

RINNOVO A TUTTI, PROPRIO A TUTTI IL MIO VIVO RINGRAZIAMENTO PER I LORO GENTILI INTERVENTI.

Adalberto , da la Spezia

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Ma poiché anche l'occhio vuole la sua parte, da mcsearch, una osella direi rappresentativa, 1736, anno II, doge Alvise Pisani, abbiamo il Simbolo, il Leone di San Marco e al rovescio la scritta in cinque righe racchiusa da corona d'alloro. ( Paolucci 219 )

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Ma poiché anche l'occhio vuole la sua parte, da mcsearch, una osella direi rappresentativa, 1736, anno II, doge Alvise Pisani, abbiamo il Simbolo, il Leone di San Marco e al rovescio la scritta in cinque righe racchiusa da corona d'alloro. ( Paolucci 219 )

Bellissima! Ho provato a grattare il pannello per impossessarmene!

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Ma poiché anche l'occhio vuole la sua parte, da mcsearch, una osella direi rappresentativa, 1736, anno II, doge Alvise Pisani, abbiamo il Simbolo, il Leone di San Marco e al rovescio la scritta in cinque righe racchiusa da corona d'alloro. ( Paolucci 219 )

Non solo l'occhio, ma anche la sua indimenticabike epopea !

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per me son di piu`

ci son conii diversi di una singola osella e non credo che avesse senso rifare i conii dopo solo 2500 pezzi prodotti

la mia idea e` anche supportata da quello che vedo nelle aste , dove le trovi tutte o quasi senza problemi

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I membri del Maggior Consiglio erano 2500 circa. Le oselle coniate sicuramente di più. E ha ragione 417Sonia sul fatto che circolavano. Le emissioni in oro, invece, erano fatte su richiesta di privati che per la coniazione pagavano un aggio. L'unica norma da seguire era che il peso in oro dovesse essere quello di un multiplo esatto di zecchino.

Arka

P.S. la collezione Banca Popolare di Vicenza è completa, ma non l'unica completa.

Per avere un'idea del numero orientativo di oselle coniate ogni anno, usualmente (quanto correttamente) si fa riferimento al numero dei membri del Maggior Consiglio (ciascuno di essi avente diritto a questo donativo) che, per i secoli XVII e XVIII è stato stimato essere variabile fra un minimo di circa 1800/2000 ed un massimo di circa 2500 membri.

E' tuttavia rilevante ricordare che un grandissimo numero di oselle è andato perso nel tempo, specialmente per ottenerne metallo prezioso!

Nello studio di Ludovico Brunetti Aspetti statistici della metanumismatica (Santamaria - Roma, 1963) è documentato, ad esempio, che nel secolo XIX due orafi muranesi ne destinarono a tale sorte un notevolissimo numero di esemplari, contenuto addirittura in due sacchi!!! Non ricordo il numero esatto di oselle coinvolto in questo solo episodio di fusione, ma credo che nello studio sia indicato: se ne avete l'opportunità, vi prego di controllare; piacerebbe saperlo di nuovo anche a me (a Napoli una copia di questo testo è presente alla Biblioteca BRAU, piazza Bellini).

Se quindi immaginiamo quanti altri episodi del genere si saranno verificati; quante oselle siano custodite in collezioni pubbliche (quindi inalienabili); nonchè, last but not least, il numero effettivo di oselle di uno stesso tipo effettivamente circolanti sul mercato... la loro rarità effettiva e conseguente reperibilità non può che apparirci abbastanza evidente.

Nelle aste infatti capita che vengano battute delle collezioni, spesso anche molto avanzate (in definitiva ricordo circa 5 collezioni di tal genere comparse sul mercato negli ultimi 10 anni...), ma in definitiva quanti esemplari di uno stesso tipo riusciamo ad incontrare mediamente ogni anno...? :D

Modificato da chassid-80
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Supporter

Per avere un'idea del numero orientativo di oselle coniate ogni anno, usualmente (quanto correttamente) si fa riferimento al numero dei membri del Maggior Consiglio (ciascuno di essi avente diritto a questo donativo) che, per i secoli XVII e XVIII è stato stimato essere variabile fra un minimo di circa 1800/2000 ed un massimo di circa 2500 membri.

E' tuttavia rilevante ricordare che un grandissimo numero di oselle è andato perso nel tempo, specialmente per ottenerne metallo prezioso!

Nello studio di Ludovico Brunetti Aspetti statistici della metanumismatica (Santamaria - Roma, 1963) è documentato, ad esempio, che nel secolo XIX due orafi muranesi ne destinarono a tale sorte un notevolissimo numero di esemplari, contenuto addirittura in due sacchi!!! Non ricordo il numero esatto di oselle coinvolto in questo solo episodio di fusione, ma credo che nello studio sia indicato: se ne avete l'opportunità, vi prego di controllare; piacerebbe saperlo di nuovo anche a me (a Napoli una copia di questo testo è presente alla Biblioteca BRAU, piazza Bellini).

Se quindi immaginiamo quanti altri episodi del genere si saranno verificati; quante oselle siano custodite in collezioni pubbliche (quindi inalienabili); nonchè, last but not least, il numero effettivo di oselle di uno stesso tipo effettivamente circolanti sul mercato... la loro rarità effettiva e conseguente reperibilità non può che apparirci abbastanza evidente.

Nelle aste infatti capita che vengano battute delle collezioni, spesso anche molto avanzate (in definitiva ricordo circa 5 collezioni di tal genere comparse sul mercato negli ultimi 10 anni...), ma in definitiva quanti esemplari di uno stesso tipo riusciamo ad incontrare mediamente ogni anno...? :D

Buona Domenica

Temo che la tua domanda resterà senza una risposta certa. Oggi non è possibile sapere quante oselle ci siano in circolazione, il totale cioè dei pezzi presenti nelle collezioni pubbliche o private.

L'unico dato certo è che l'osella era un donativo che veniva dato ad ognuno dei partecipanti del Maggior Consiglio; differente per numero, anno per anno. Certamente tantissime sono andate disperse (interessante il tuo accenno ai due orafi muranesi, che non conoscevo), ma tantissime sono state coniate in surplus.

Ho letto (non ricordo dove....devo ritrovare il riferimento) che molto spesso, l'osella donata, veniva riprodotta privatamente in più esemplari, semplicemente pagando il controvalore alla zecca, così che ciascun appartenente alla famiglia nobile, pur non facente parte del Maggior Consiglio (donne, ragazzi, parenti e collaterali non accreditati), potesse averne un esemplare, anche solo per ostentazione.

Lo stesso doge era solito usarle come suo privato donativo a visitatori ed ospiti. Se, d'altra parte, è certo che si facevano coniare quelle in oro, a maggior ragione si potevano far coniare quelle in argento.

Saluti

luciano

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  • 2 mesi dopo...
Supporter

Buona Domenica

Riprendo questa discussione, non per aggiornarvi sulla ricerca dello scritto a suo tempo letto (e che non ho ancora recuperato) :blum: ma per citarvi un'altro scritto che, come capita talvolta, ad una prima lettura non aveva destato in me alcuna curiosità.

Devo premettere che è un libro letto tanti anni fa e che ho ripreso in mano per la ricerca di cui sopra:

Mario Massironi, Giovanni Distefano, "L'Ultimo dei Dogi" Ed. Helvetia 1986.

Alla pag. 100, tratto dal Codice Cicogna: Dissertazione storica.....(Museo Correr Venezia), in merito ai soldi gettati dal pozzetto al popolo riunito in piazza S.Marco il giorno della sua presentazione, si legge:

."..lanciate a piene mani in mezzo al popolo monete venete in argento, coniate tutte nella notte antecedente col nome del nuovo doge, la più piccola delle quali fu il quarto di ducato. Il Serenissimo poi con ottimo portamento gettò sempre monete in oro e persino oselle. Splendidezza non più veduta."

Ma di quali oselle si parla? Certamente non quella a nome del Manin. Quella sarà coniata solamente verso la fine dell'anno, per riportare un evento peculiare del suo ducato, oppure una allegoria "generica" se non c'era nulla da enfatizzare. Il Manin fu eletto il 10 marzo 1789 quindi....un po' prestino per coniarla :pleasantry:

La prima osella a suo nome riporta in legenda "EFFVLSI ERGO EFFVLGEAT" (Ho brillato dunque brillo); nulla di particolare e riconducibile ad un evento...quindi?

Altro mistero; di chi erano quelle oselle? Erano a nome del doge precedente, il Renier, oppure l'altro ancora, l'Alvise Mocenigo IV? Io credo che fossero pezzi coniati in surplus sotto il dogato del Renier, rimasti al "palo" a causa dell'impoverimento del numero degli eletti nel Maggior Consiglio ai quali donarle.

Non va dimenticato, infatti, che già qualche tempo prima, nel governo, si era parlato di varare una nuova "aggregazione" al patriziato per censo; cosa peraltro accantonata per la netta opposizione della maggioranza dei nobili, gelosi del loro status.

Saluti

luciano

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E' molto interessante quello che riporti Luciano, il termine oselle non dovrebbe lasciare dubbi su cosa fu gettato quel giorno alla popolazione, quindi oselle, io propenderei per un surplus del precedente Doge.

In più discussioni abbiamo parlato di quante potessero essere state numericamente queste oselle, sui 2.500 come il numero dei Membri del Consiglio, ma io penso di più, quante, è più difficile a dirsi.

L'esame che abbiamo di conii diversi per la stessa osella farebbe pensare a un numero maggiore, c'è anche da dire, che queste dovevano, per il suo uso specifico e per il probabile tempo ridotto a disposizione, avere avuto un'accuratezza e una velocità di coniazione, probabilmente da ricorrere a più conii.

Altra riflessione, questa descrizione del lancio al popolo di monete, mi ricorda il non molto precedente lancio alla popolazione, esattamente nel 1741, delle lire e mezze lire del Giuramento, nel giorno dell'incoronazione a Milano di Maria Teresa.

In questo caso il numero riportato fu superiore in totale 8.000 pezzi, lo scopo era di festeggiare col popolo il momento, di fare un gesto generoso.

Anche in questo caso furono poi monete che vennero utilizzate e circolarono nel tempo, forse anche un po' tesaurizzate come ricordo e testimonianza.

L'analogia comunque col lancio alla popolazione e il suo successivo utilizzo come moneta comunque c'è e probabilmente l'incoronazione di Maria Teresa a Milano fu un evento che fu ricordato nel tempo e che lasciò il suo ricordo probabilmente anche a Venezia,

saluti,

Mario

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A Venezia era tradizione fin dal medioevo che il nuovo doge lanciasse monete al popolo. La cosa curiosa del discorso di Luciano è il lancio di oselle, normalmente escluse da questa festa.

Arka

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Supporter

Buona serata

E si, caro @@dabbene, la citazione delle oselle ha lasciato anche me letteralmente basito. Fosse stato un cronista "foresto", venuto da qualche altro paese, avrei potuto pensare ad un nome di moneta "buttata li"....oselle, giustine, va la che va bene.....ma da un Cicogna, proprio non posso pensare all'uso di un termine errato.

E' singolare che proprio il dogato del Manin ci riservi tante sorprese; tempo fa @@gigetto ci ha riferito degli scritti presenti nel diario del doge, compilato quando ormai era un privato cittadino. Scritti che ci raccontano che in zecca, pur sotto il governo austriaco, venivano coniati talleri per il levante con le impronte venete, oltre a zecchini; ora veniamo a sapere del lancio di oselle....

Cercando di approfondire l'argomento, ho spulciato altri libri e posso darvi qualche altra informazione, che possa inquadrare questo periodo, in verità molto confuso.

Spese del doge Manin

Sempre dal Codice Cignogna - Museo Correr - Storia dei funerali...... e Memoria intorno ai metodi...... possiamo sapere che la famiglia Manin, per i festeggiamenti sucessivi all'elezione a doge di Lodovico, spese lire 458.197; importo ingentissimo, mai raggiunto in precedenza, mentre le sovvenzioni dello Stato per l' "ingresso nel Dogato non superarono le lire 103.183,13".

Il Papadopoli, relativamente al denaro gettato dal doge dal pozzetto, si rifà a quanto scritto dal Lazzari "Memoria tratta dall'Archivio della Nobile Famiglia Manin. Questo denaro, come d'abitudine, era "fresco di zecca", essendo commissionato proprio per l'occasione; tra i vari tipi, nessun accenno di oselle.......

Doppie d'oro 10

1/2 Doppia 20

1/4 Doppia 16

Zecchini 100

1/2 Zecchino 40

1/4 Zecchino 80

Ducati 250

1/2 Ducati 200

1/4 Ducati 1200

Scudi 100

1/2 Scudo 100

1/4 Scudo 100

1/8 Scudo 60

Giustine 60

1/2 Giustina 80

1/4 Giustina 80

1/8 Giustina 72

Lirazze 745

più altre monete di vari tipi passate ai parenti, perchè venissero lanciate anche da loro; il tutto per un totale di ca. lire 25.748.

Altra informazione che da la misura della crisi, ci viene fornita nel libro che ho citato l'altro giorno: all'epoca del manin, le famiglie nobili erano 111, nel 1367 se ne contavano 204.

saluti

luciano

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Utilizziamo questo spazio aperto per le oselle per magari qualche osservazione ancora e magari la visione di qualche piccolo capolavoro, come sono le oselle.

Anche vedere qualche bell'esempio è divulgazione....., ne ho vista una superba su Nomisma 30, 20-21 settembre 2005, lotto 857.

E' di Marcantonio Giustinian ( 1684 -1688 ), anno I, 1684, gr. 9, 66, per Montenegro R/3.

D/ S. M . V M ANT IVSTINIANVS, S. Marco in trono consegna al Doge inginocchiato il vessillo, in esergo ANNO I

R/ DEO DVCTA DVCE, ( condotta sotto la guida di Dio ), veduta della Piazzetta di S. Marco col campanile e della riva del molo con navi ; un angelo vola verso casa Giustiniani

Rif. Montenegro 2092, Paolucci 167.

Penso sia tra le oselle più suggestive e rappresentative, siamo quasi più nel quadro, nell'affresco pittorico che nella moneta, vedendo queste immagini si può ben capire perché questa tipologia particolare abbia avuto appassionati e gradimento dovunque nel mondo,

saluti,

Mario

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"Questo Principe è obligato mandar ogn'anno alli zentilhomeni tutti sono a Venetia da Carlevar , cinque oselle per uno in segno d'amor, et anche uno pezzo di carne di porco per uno, chiamato zozolo, di alcuni porchi li vien donati del Friul per questo; et ha di danari delle nostra Signoria ducati 300 per le oselle, benché per la moltitudine el spenda assa' più del suo"

...questo fu scritto nel 1493, quando le "oselle" erano ancora le anatre "salvadeche dai pié rossi" delle paludi di Marano...

...ma poi ... il 25 giugno 1521 erano state celebrate le solenni esequie del doge Leonardo Loredan; il giorno dopo c'era stato un vivace dibattito in Maggior Consiglio sulla procedura elettorale, ed erano stati eletti i cinque Correttori della Promissione ducale. Il 28 giugno venivano discusse le proposte di modifica alla Promissione, la legge costituzionale che il doge eletto si impegnava solennemente ad osservare; e in questa ne veniva presentata una che val la pena di ricordare in modo del tutto particolare. La proposta diceva: "Occorrendo spesse fiate, che per la rason dei tempi non se po' haver tanta quantità di Oselle che satisfazi compitamente a la regalia che son soliti aver li zentilhomeni nostri", ciascun gentiluomo del Maggior Consiglio debba avere, al posto delle Oselle (le anatre selvatiche dalle zampette rosse), come dono del Serenissimo Principe "una moneta della forma parerà a la Signoria nostra, che sii de valuta de uno quarto de ducato". I Camerlenghi di Comun saranno tenuti a versare al magistrato delle Rason Vecchie (era una sorta di ragioneria generale dello Stato) la somma necessaria, prelevata dalla lista civile del doge, e il detto magistrato provvederà a distribuire la regalia secondo i modi e le forme che si osservavano per la distribuzione degli uccelli.
La proposta ricevette 1013 voti affermativi contro 15 no e 9 astenuti. Ecco dunque incominciata l'era delle monete, che saranno coniate d'ora in poi ogni anno. La dicitura "Principis munus", dono del doge, comparirà nelle oselle di Andrea Gritti e, salvo eccezioni motivate dal richiamo ad eventi particolari del dogato, rimarrà fino alla fine...

Le oselle venivano coniate, ovviamente, in centinaia di esemplari, dal momento che venivano distribuite, come s'è detto, a tutti i patrizi abili al Maggior Consiglio, cioè nati da matrimonio legittimo e approvato dall'Avogaria di Comun e di età superiore ai 25 anni (più quei pochi che cavavano balla d'oro, cioè venivano estratti a sorte alla Barbarella il giorno di Santa Barbara, ed entravano a 20 anni).

Per dare la sua parte all'occhio ...che la pretende ...vi faccio vedere l'Osella da 4 zecchini (che dovrebbe essere stata un'osella "a richiesta" e non quella donata dal doge che era d'argento) in due versioni: su sfondo blu battuta all'asta Bolaffi e su sfondo rosso la mia ...perchè, mi chiedevo, sono dello stesso conio?

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