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IGNORED

GIUDEA


Risposte migliori

Giudea circa 30 d.C.

Prutha

bronzo

1.9 gr.

15-16mm

Moneta circolante sotto Ponzio Pilato

dr. Lituo (lituus)

r. corona di foglie

É sicuramente un moneta con grande valore storico e religioso...per noi cristiani ci ricorda il periodo della vita e morte di Gesú...ed allo stesso tempo é un simbolo pagano.

il Lituo raffigurato avrá sicuramente radici molto piú antiche...per i Romani era uno

strumento di culto utilizzato dagli Auguri (gli indovini ufficiali dei Magistrati) per prevedere il futuro (attraverso l'interpretazione del volo degli uccelli) e consigliare poi chi, doveva prendere delle decisioni importanti.

Per quello che mi riguarda é un'emozione solo poterla tenere in mano...

Marco

(un grazie a daniele alberti)

Modificato da cori
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Ciao Marco,

moneta, questa, incredibilmente interessante e straordinaria dal punto di vista emozionale proprio perchè circolata al tempo di Gesù.

Posso davvero capire il tuo stato d'animo nel tenerla in mano, per me sarebbe la stessa cosa; anch'io sono alla ricerca di un bell'esemplare carico di tanto significato.

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E' tanto tempo che ne parlo... Sono monete "stuzzicanti" con tanta storia dietro. Mi avete "tirato a cimento" ed io non so resistere. Posto alcune monete di Ponzio Pilato e di Erode il Grande (le successive)!! Scusate, non è vanità, ma solo desiderio di rendere partecipi gli amici...

roth37

post-1738-1148333115_thumb.jpg

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Pezzi sicuramente interessanti,

Sergio, ti spiace dirci che nominali sono e che cosa rappresentano i tipi ??

E' utile ricordareche ai tempi di Gesù in Palestina circolavano anche molte monete romane, principalmente denari repubblicani, tra cui sicuramente molti denari legionari di Antonio. Tra loro il famoso "tribute penny", la moneta presa in mano da gesù quando pronunciò la frase contro la rivolta fiscale "date a Cesare... ecc ecc" , moneta una volta considerata il denario di Tiberio con Livia seduta al rovescio, ora il denario di Augusto con al rovescio Caio e Lucio con gli scudi.

Gli americani seguono più di noi il tema della monetazione biblica, ci sono testi specifici per chi volesse approfondire (vedere tra i libri in vendita su forumancientcoins).

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Pezzi sicuramente interessanti,

Sergio, ti spiace dirci che nominali sono e che cosa rappresentano i tipi ??

E' utile ricordareche ai tempi di Gesù in Palestina circolavano anche molte monete romane, principalmente denari repubblicani, tra cui sicuramente molti denari legionari di Antonio. Tra loro il famoso "tribute penny", la moneta presa in mano da gesù quando pronunciò la frase contro la rivolta fiscale "date a Cesare... ecc ecc" , moneta una volta  considerata il denario di Tiberio con Livia seduta al rovescio, ora il denario di Augusto con al rovescio Caio e Lucio con gli scudi.

Gli americani seguono più di noi il tema della monetazione biblica, ci sono testi specifici per chi volesse approfondire  (vedere tra i libri in vendita su forumancientcoins).

125614[/snapback]

ciao caiusplinius....

come dice roth....sono monete affascinanti...ed in questo caso..."chi ne sa più ne metta"....

non sono monete che si vedono spesso, e le domande sono molte...come ad esempio me ne viene una....

Perché, anche se terra di confine, i romani tolleravano monete del luogo?oppure...

Anche i romani usavano queste monete per le spese di tutti i giorni?

Quale era il cambio con la moneta romana?

non mi dispiacerebbe...saperne di più...

Marco

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Perché, anche se terra di confine, i romani tolleravano monete del luogo?oppure...

Anche i romani usavano queste monete per le spese di tutti i giorni?

Quale era il cambio con la moneta romana?

non mi dispiacerebbe...saperne di più...

Marco

125622[/snapback]

Al tempo di queste emissioni la Giudea non era ancora del tutto sottomessa. Ma anche dopo i romani lasciarono ampia autonomia amministrativa e permettevano di mantenere la moneta locale per i commerci locali.

Escludo invece che le monete delle provincie circolassero con successo a Roma, potevano arrivarci, ma poi finivano in un banchetto di cambiavalute (nummularii) per essere cambiati. I denari invece circolavano liberamente, come dimostrato dal passo del Vangelo. Anche perché i romani pretendevano che le tasse fossero loro pagate in moneta romana (cioè denari).

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Cerco di rispondere alle varie domande:

Anzittutto il libro migliore per queste cose è senz'altro quellodi David Hendin "Guide to Biblical Coins", AMPHORA ed. N.Y. 1966, il cui prezzo non ricordo, ma si avvicina ad uno di quelli del Sear sulla monetazione greca.

A Caiusplinius rispondo che le monete da me postate sono delle semplici prutah (prutot al pl.) - c.ca 1.8 g - e confermo quanto da lui detto riguardo i pagamenti ai Romani, soprattutto dopo la grande rivolta giudaica finita tragicamente (ma con magnifiche monete)

a Cori invio quest magnifico indirizzo:

http://www.menorahcoinproject.org/h648v.htm

alla prossima !

roth37

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  • 1 anno dopo...
Staff
É sicuramente un moneta con grande valore storico e religioso...per noi cristiani ci ricorda il periodo della vita e morte di Gesú...ed allo stesso tempo é un simbolo pagano.

125506[/snapback]

Ogni tanto riapro qualche vecchia discussione...

PILATO vs GIUDEI

“Se Pilato era impastato di sentimenti antigiudaici, i Giudei erano impastati di sentimenti antiromani”.

Questa è la prima frase del quarto capitolo della biografia di Pilato scritta da Ottorino Gurgo, e da questa lettura estiva ho ricavato un piccolo “frangente di storia” che non conoscevo e che riguarda la moneta oggetto di questa discussione.

L’ostilità tra Pilato ed i Giudei, meglio ancora tra Romani e Giudei, non è cosa nuova; quel che non sapevo è che la famosa prutah fatta coniare dal prefetto di Giudea fu una “componente attiva” di questo scontro.

I sentimenti “antisemiti” di Ponzio Pilato sono probabilmente da mettere in relazione al forte legame che questi aveva con Lucio Elio Seiano, astuto e potentissimo prefetto del pretorio. Quest’ultimo fu il portavoce del pensiero di molti cittadini di Roma che non vedevano di buon occhio sia i cultori di Iside che gli Ebrei. Seiano convinse Tiberio a prendere seri provvedimenti che portarono alla crocefissione dei sacerdoti di Iside e alla distruzione del loro tempio a Roma; agli Ebrei invece fu imposta l’abiura, pena l’espulsione da Roma, e quattromila di essi furono arruolati ed inviati in Sardegna a combattere i banditi.

Questa premessa è utile per capire il clima che vigeva in quel periodo e la posizione di Pilato, fedelissimo di Seiano, in quel contesto.

Primo round

Appena giunto a Cesarea Marittima, Pilato partì subito all’attacco, con lo scopo di far comprendere ai Giudei il vero potere dell’autorità di Roma e sfidò apertamente un comandamento del decalogo che vietava il culto delle immagini e l’esposizione delle effigi in Gerusalemme.

In precedenza tutti i procuratori avevano rispettato, pur non comprendendolo, questo costume giudaico.

Pilato invece fu di diverso avviso e fece introdurre in Gerusalemme nella notte le immagini di Cesare, le insegne militari, i signa ed i simboli del predominio di Roma.

Fattosi giorno la folla si trovò di fronte al fatto compiuto ed il racconto di Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche) è drammatico. L’affronto ed il sacrilegio fu considerato gravissimo ed una gran massa di gente implorante rimase per cinque giorni e cinque notti davanti al Pretorio di Cesarea. Il sesto giorno Pilato si decise ad ascoltare le richieste della folla, almeno in apparenza; ad un segnale convenuto infatti diede ordine ai soldati armati di circondare la folla ed a quel punto i Giudei si trovarono di fronte ad una scelta: accettare a Gerusalemme le insegne o venire massacrati sul posto. In breve tutti i colli si protesero verso le spade e ciò dimostrò al Prefetto la determinazione di quel popolo.

Onde evitare ripercussioni ancora peggiori Pilato tornò sui suoi passi e fece rimuovere le insegne da Gerusalemme (ed ovviamente l’odio ed il rancore crebbero ancora di più vista l’umiliazione subita).

Secondo round

Volendo rilanciare la sfida, non molto tempo dopo, decise si far posizionare degli scudi dorati dedicati a Tiberio nel palazzo del pretorio di Cesarea, fortezza di Erode. Vista la precedente reazione, Pilato ebbe la presunta accortezza di lasciare sgombri da profane effigi questi scudi visto che su di essi campeggiava la semplice scritta “all’imperatore”. Tuttavia i Giudei ben compresero il significato di quell’affissione e la rivincita che questi rappresentavano; sotto pressione dell’aristocrazia giudaica i quattro figli di Erode il Grande si recarono da Pilato per invocare la rimozione degli scudi. Il Prefetto era determinato a non cedere e rispose ai messaggeri con durezza ed insolenza. Questi ultimi, con la frase “Non fomentare ribellioni! Non far scoppiare una guerra! Non rompere la pace! La violazione delle antiche leggi non significa onorare l’imperatore. Non prendere Tiberio a pretesto per dileggiare il popolo! Egli non vuole certo che si cancelli una parte della nostra tradizione. E se tu sei convinto di ciò, mostraci un suo ordine, una lettera o qualcosa di analogo affinché non ti siamo più di fastidio, ma eleggiamo nostri rappresentanti e portiamo la nostra supplica al sovrano”.

Pilato capì che era loro intenzione puntare direttamente su Roma, ma essendo a conoscenza del ritiro in Capri di Tiberio e dell’ufficiosa reggenza di Seiano, non cedette al ricatto.

Purtroppo per lui i Giudei furono ricevuto dall’imperatore e furono così abili nella loro supplica che Tiberio non esitò ad intervenire con durezza nei confronti di Pilato, ordinando l’immediata rimozione degli scudi e rimproverando il Prefetto per la sua leggerezza e per aver turbato la pace.

In questo secondo caso la mortificazione di Pilato fu bruciante.

Terzo round

Visti i due precedenti tentativi, il rappresentante dell’autorità di Roma non prese più simili iniziative ma riuscì a togliersi ugualmente una soddisfazione. Fu il primo romano che, infrangendo i costumi e la volontà degli Ebrei, era riuscito a far coniare, in terra giudaica, monete raffiguranti simboli pagani. Era una piccola sfida che i Giudei non poterono raccogliere perché risultava eccessivo inviare delegazioni all’imperatore ad ogni piè sospinto.

Questa modesta vittoria aiutò probabilmente Pilato a superare la grande frustrazione che gli avevano procurato le due precedenti esperienze e che lo costrinsero a capitolare davanti ai Giudei e questo aspetto rende ancora più affascinante questo tipo di moneta.

La premessa è molto lunga e l’aspetto numismatico dell’intera discussione è molto limitato; ho trovato tuttavia interessante citare “i precedenti” al fine di far apprezzare il valore che quelle emissioni ebbero per l’uomo Ponzio Pilato.

Leggendo tutto il libro questa vittoria appare ancora più importante perché è l’unica che Pilato riuscì a conseguire… e non c’è bisogno di citare gli avvenimenti che seguirono.

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Proprio ora, di questo periodo, sto leggendo un libro molto interessante, sia pur romanzato, dal titolo "IO, GIUDA" - Autrice Taylor Caldwell, edito da Mondadori nel 1977. Qui Giuda agisce in prima persona venendo a conoscere Gesù e gli Apostoli ed ovviamente.. Pilato.

roth37

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Tempo fa anch'io fui affascinato da questa monetazione.

In particolar modo quella da Augusto a Nerone.

I tre pezzi che seguono, pur scarni nella loro rappresentazione, ci restituiscono tanta storia....

Mi scuso per le brutte foto....allora ero alle prime armi con la digitale...

post-42-1188945299_thumb.jpg

post-42-1188945329_thumb.jpg

post-42-1188945519_thumb.jpg

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É sicuramente un moneta con grande valore storico e religioso...per noi cristiani ci ricorda il periodo della vita e morte di Gesú...ed allo stesso tempo é un simbolo pagano.

125506[/snapback]

Ogni tanto riapro qualche vecchia discussione...

PILATO vs GIUDEI

“Se Pilato era impastato di sentimenti antigiudaici, i Giudei erano impastati di sentimenti antiromani”.

Questa è la prima frase del quarto capitolo della biografia di Pilato scritta da Ottorino Gurgo, e da questa lettura estiva ho ricavato un piccolo “frangente di storia” che non conoscevo e che riguarda la moneta oggetto di questa discussione.

L’ostilità tra Pilato ed i Giudei, meglio ancora tra Romani e Giudei, non è cosa nuova; quel che non sapevo è che la famosa prutah fatta coniare dal prefetto di Giudea fu una “componente attiva” di questo scontro.

I sentimenti “antisemiti” di Ponzio Pilato sono probabilmente da mettere in relazione al forte legame che questi aveva con Lucio Elio Seiano, astuto e potentissimo prefetto del pretorio. Quest’ultimo fu il portavoce del pensiero di molti cittadini di Roma che non vedevano di buon occhio sia i cultori di Iside che gli Ebrei. Seiano convinse Tiberio a prendere seri provvedimenti che portarono alla crocefissione dei sacerdoti di Iside e alla distruzione del loro tempio a Roma; agli Ebrei invece fu imposta l’abiura, pena l’espulsione da Roma, e quattromila di essi furono arruolati ed inviati in Sardegna a combattere i banditi.

Questa premessa è utile per capire il clima che vigeva in quel periodo e la posizione di Pilato, fedelissimo di Seiano, in quel contesto.

Primo round

Appena giunto a Cesarea Marittima, Pilato partì subito all’attacco, con lo scopo di far comprendere ai Giudei il vero potere dell’autorità di Roma e sfidò apertamente un comandamento del decalogo che vietava il culto delle immagini e l’esposizione delle effigi in Gerusalemme.

In precedenza tutti i procuratori avevano rispettato, pur non comprendendolo, questo costume giudaico.

Pilato invece fu di diverso avviso e fece introdurre in Gerusalemme nella notte le immagini di Cesare, le insegne militari, i signa ed i simboli del predominio di Roma.

Fattosi giorno la folla si trovò di fronte al fatto compiuto ed il racconto di Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche) è drammatico. L’affronto ed il sacrilegio fu considerato gravissimo ed una gran massa di gente implorante rimase per cinque giorni e cinque notti davanti al Pretorio di Cesarea. Il sesto giorno Pilato si decise ad ascoltare le richieste della folla, almeno in apparenza; ad un segnale convenuto infatti diede ordine ai soldati armati di circondare la folla ed a quel punto i Giudei si trovarono di fronte ad una scelta: accettare a Gerusalemme le insegne o venire massacrati sul posto. In breve tutti i colli si protesero verso le spade e ciò dimostrò al Prefetto la determinazione di quel popolo.

Onde evitare ripercussioni ancora peggiori Pilato tornò sui suoi passi e fece rimuovere le insegne da Gerusalemme (ed ovviamente l’odio ed il rancore crebbero ancora di più vista l’umiliazione subita).

Secondo round

Volendo rilanciare la sfida, non molto tempo dopo, decise si far posizionare degli scudi dorati dedicati a Tiberio nel palazzo del pretorio di Cesarea, fortezza di Erode. Vista la precedente reazione, Pilato ebbe la presunta accortezza di lasciare sgombri da profane effigi questi scudi visto che su di essi campeggiava la semplice scritta “all’imperatore”. Tuttavia i Giudei ben compresero il significato di quell’affissione e la rivincita che questi rappresentavano; sotto pressione dell’aristocrazia giudaica i quattro figli di Erode il Grande si recarono da Pilato per invocare la rimozione degli scudi. Il Prefetto era determinato a non cedere e rispose ai messaggeri con durezza ed insolenza. Questi ultimi, con la frase “Non fomentare ribellioni! Non far scoppiare una guerra! Non rompere la pace! La violazione delle antiche leggi non significa onorare l’imperatore. Non prendere Tiberio a pretesto per dileggiare il popolo! Egli non vuole certo che si cancelli una parte della nostra tradizione. E se tu sei convinto di ciò, mostraci un suo ordine, una lettera o qualcosa di analogo affinché non ti siamo più di fastidio, ma eleggiamo nostri rappresentanti e portiamo la nostra supplica al sovrano”.

Pilato capì che era loro intenzione puntare direttamente su Roma, ma essendo a conoscenza del ritiro in Capri di Tiberio e dell’ufficiosa reggenza di Seiano, non cedette al ricatto.

Purtroppo per lui i Giudei furono ricevuto dall’imperatore e furono così abili nella loro supplica che Tiberio non esitò ad intervenire con durezza nei confronti di Pilato, ordinando l’immediata rimozione degli scudi e rimproverando il Prefetto per la sua leggerezza e per aver turbato la pace.

In questo secondo caso la mortificazione di Pilato fu bruciante.

Terzo round

Visti i due precedenti tentativi, il rappresentante dell’autorità di Roma non prese più simili iniziative ma riuscì a togliersi ugualmente una soddisfazione. Fu il primo romano che, infrangendo i costumi e la volontà degli Ebrei, era riuscito a far coniare, in terra giudaica, monete raffiguranti simboli pagani. Era una piccola sfida che i Giudei non poterono raccogliere perché risultava eccessivo inviare delegazioni all’imperatore ad ogni piè sospinto.

Questa modesta vittoria aiutò probabilmente Pilato a superare la grande frustrazione che gli avevano procurato le due precedenti esperienze e che lo costrinsero a capitolare davanti ai Giudei e questo aspetto rende ancora più affascinante questo tipo di moneta.

La premessa è molto lunga e l’aspetto numismatico dell’intera discussione è molto limitato; ho trovato tuttavia interessante citare “i precedenti” al fine di far apprezzare il valore che quelle emissioni ebbero per l’uomo Ponzio Pilato.

Leggendo tutto il libro questa vittoria appare ancora più importante perché è l’unica che Pilato riuscì a conseguire… e non c’è bisogno di citare gli avvenimenti che seguirono.

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Grazie :) rapax, veramente interessante...

Marco

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