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IGNORED

riconoscere un aes rude?


Anto1989

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Si, madonna... hai ragione. Ma da un po' non so più scrivere. il mio prof di latino si rivolterà nella tomba ?

1 minuto fa, Gallienus dice:

Unico contributo che posso aggiungere: il plurale di aes rude è aera rudia, con la "i" :D 

 

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Nei miei tentativi di avvicinamento alla numismatica antica anch'io ho acquistato in asta qualche pezzo bronzeo catalogato come aes rude

Diciamo che abbastanza spontaneamente ho pensato al fatto che non avrei mai avuto certezza della valorizzazione monetaria (pre-monetale) di quell'ammasso di metallo. Ciononostante, visto il prezzo contenuto, ho fatto i miei acquisti, più per studio e possibilità di osservazione che non per altro.

Sono d'accordo sul fatto che le case d'asta dovrebbero stringere le maglie e smettere di catalogare come aes rude ogni "sasso" di metallo, tuttavia, rispondendo agli amici @Gallienus e @ARES III, che non riconoscono la ratio colligendi (??) di tali pezzi di metallo, disconoscerne il potenziale (e incertissimo) valore collezionistico a priori equivarrebbe a rinunciare a una certa forma di ricerca, se è vero - come tutti noi scriviamo - che il collezionismo è una forma di conoscenza.

Si colleziona di tutto, non si può collezionare qualche bronzo informe (scarto di fusione) che forse forse forse è stato scambiato anche solo per avere un sacchettino di ????

Buona domenica!

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2 ore fa, sdy82 dice:

Nei miei tentativi di avvicinamento alla numismatica antica anch'io ho acquistato in asta qualche pezzo bronzeo catalogato come aes rude

Diciamo che abbastanza spontaneamente ho pensato al fatto che non avrei mai avuto certezza della valorizzazione monetaria (pre-monetale) di quell'ammasso di metallo. Ciononostante, visto il prezzo contenuto, ho fatto i miei acquisti, più per studio e possibilità di osservazione che non per altro.

Sono d'accordo sul fatto che le case d'asta dovrebbero stringere le maglie e smettere di catalogare come aes rude ogni "sasso" di metallo, tuttavia, rispondendo agli amici @Gallienus e @ARES III, che non riconoscono la ratio colligendi (??) di tali pezzi di metallo, disconoscerne il potenziale (e incertissimo) valore collezionistico a priori equivarrebbe a rinunciare a una certa forma di ricerca, se è vero - come tutti noi scriviamo - che il collezionismo è una forma di conoscenza.

Si colleziona di tutto, non si può collezionare qualche bronzo informe (scarto di fusione) che forse forse forse è stato scambiato anche solo per avere un sacchettino di ????

Buona domenica!

Non è una questione di valore: io sono un numismatico accademico prima che un collezionista, tant'è vero che - come ben sa chi ha seguito i miei interventi passati - non mi interessa lo stato di conservazione dei pezzi.

MA non c'è ricerca che tenga: salvo poche rarissime circostanze, normalmente non c'è modo di sapere se un pezzo di metallo abbia avuto funzione monetale o no, quindi il collezionismo di aera rudia non può esistere su basi scientifiche. Certo, uno può "immaginare" che il pezzo di bronzo in suo possesso sia stato usato come forma premonetale, ma non c'è nulla di "scienza" in tutto ciò.

 

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  • 1 mese dopo...
Il 27/6/2021 alle 11:03, sdy82 dice:

non riconoscono la ratio colligendi (??) di tali pezzi di metallo, disconoscerne il potenziale (e incertissimo) valore collezionistico a priori equivarrebbe a rinunciare a una certa forma di ricerca, se è vero - come tutti noi scriviamo - che il collezionismo è una forma di conoscenza.

Non è che io vieti qualcosa a qualcuno, ma allora non possiamo parlare di numismatica o di collezione di monete, ma di collezione di reperti archeologici.

Basta cambiare il nome e le cose cambiano. Non posso spacciare le sorpresine Kinder per giochi antichi, semmai parliamo di modernariato (facendo ugualmente un po' di forzatura).

Un pezzo di bronzo, che seppur poteva essere usato nelle transazioni commerciali, non è stato realizzato per questo ma aveva scopi funzionali o decorativi. Quindi per correttezza e razionalità bisognerebbe considerarli reperti, che forse in alcuni casi possono anche aver svolto una funzione monetale, ma la maggior parte delle volte non abbiamo prove a riguardo.

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2 ore fa, Tinia Numismatica dice:

aes rude “vuol dire “pezzo di bronzo informe ”?…. Di cosa stiamo parlando? 

Si, ha rigore hai ragione, ma spesso nel calderone della categoria dell'aes rude troviamo tutto e di più, pure alcuni esemplari che potrebbero essere classificati come aes formatum.

Vecchi1979.jpg

Haeberlin1.jpg

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2 ore fa, ARES III dice:

 

Si, ha rigore hai ragione, ma spesso nel calderone della categoria dell'aes rude troviamo tutto e di più, pure alcuni esemplari che potrebbero essere classificati come aes formatum.

Vecchi1979.jpg

Haeberlin1.jpg

Infectum, …. E in ogni caso a parte la possibilità che ci sia una corrispondenza ponderale casuale , sono sempre pezzi di bronzo…. Sicuramente le “ panelle “ con pesi multipli o sottomultipli di forma definita , sono stati un oggetto premonetale( ma direi proprio “monetale “ a tutti gli effetti) ma la pletora di pezzi e pezzetti di bronzo che qualche classificatore disinvolto continua a spacciare per “ frammenti premonetali”, francamente, avrebbero anche stancato ….quando sono “ premonetali” sul serio, si riconoscono abbastanza agevolmente…. Se non sono riconoscibili, allora chiamiamoli “ frammenti di bronzo” e basta… con o senza lavorazioni presenti…. Un po’ di tempo fa c’era un bordo decorato di vaso  in bronzo , spacciato per premoneta, che faceva accapponare la pelle… sarebbe iL caso che chi lo ha classificato così , smettesse di offendere la numismatica. 

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http://numismaticamente.it/numismatica-antica/aes-rude

"Uno studio analitico su alcuni esemplari di Aes Rude provenienti dall'abitato etrusco di Ghiaccio Forte (Scansano, GR)". 

Analisi chiara e ben circoscritta sul tema. 

Personale pensiero: Io lascerei la raccolta di questi pezzi agli esperti, altrimenti si rischia davvero di pagare a caro prezzo una massa di qualsiasi metallo di qualsiasi origine, che diversamente dovrebbe fare bella mostra di sé in un contesto museale assieme ai "pezzi fratelli" (riferendomi a ritrovamenti) con adeguata descrizione di origine, pesi e caratteristiche fisico/chimiche (che per altro non sono uniformi tra un pezzo e l'altro nemmeno nello stesso tesoretto)

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26 minuti fa, enriMO dice:

Uno studio analitico su alcuni esemplari di Aes Rude provenienti dall'abitato etrusco di Ghiaccio Forte (Scansano, GR)". 

Interessante articolo.

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Il 31/7/2021 alle 08:59, ARES III dice:

Non è che io vieti qualcosa a qualcuno, ma allora non possiamo parlare di numismatica o di collezione di monete, ma di collezione di reperti archeologici.

Basta cambiare il nome e le cose cambiano. Non posso spacciare le sorpresine Kinder per giochi antichi, semmai parliamo di modernariato (facendo ugualmente un po' di forzatura).

Assolutamente condivisibile. Come anche la risposta di @Gallienus al #28.

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  • 2 settimane dopo...
Supporter
Il 31/7/2021 alle 20:37, enriMO dice:

http://numismaticamente.it/numismatica-antica/aes-rude

"Uno studio analitico su alcuni esemplari di Aes Rude provenienti dall'abitato etrusco di Ghiaccio Forte (Scansano, GR)". 

Analisi chiara e ben circoscritta sul tema. 

Personale pensiero: Io lascerei la raccolta di questi pezzi agli esperti, altrimenti si rischia davvero di pagare a caro prezzo una massa di qualsiasi metallo di qualsiasi origine, che diversamente dovrebbe fare bella mostra di sé in un contesto museale assieme ai "pezzi fratelli" (riferendomi a ritrovamenti) con adeguata descrizione di origine, pesi e caratteristiche fisico/chimiche (che per altro non sono uniformi tra un pezzo e l'altro nemmeno nello stesso tesoretto)

Molto interessante, grazie

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