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sesterzi a confronto (IMP. POSTVMVS)


grigioviola

Risposte migliori

Come da titolo, vi posto due sesterzi a confronto.

Il primo è il mio ultimo acquisto (regolare, da negozio online francese, commerciante ufficiale, documentazione fiscale al seguito... che ancora mi deve arrivare assieme alla moneta dato che per ora giacciono oltralpe).

post-8339-0-80251000-1384940247_thumb.jp

D/ Testa radiata a destra; legenda usurata e parzialmente fuori tondello: “IMP C […] TVMS PF AVG”.

R/ Due Vittorie si fronteggiano reggendo uno scudo appoggiato su di un trofeo con ai piedi due prigionieri legati; legenda usurata e parzialmente fuori tondello “VI […]”.

Peso: 10,56 grammi.

Diametro: per ora assente.

Or. Assi: per ora assente.

Cercando di classificarlo e di raffrontarlo con esemplari simili, mi sono imbattuto in questo che, mi sembra essere della medesima tipologia:

post-8339-0-41369200-1384940430_thumb.jp
attualmente in vendita presso cgb.fr
Peso: 8,68 grammi.
Diametro: 25 mm.
Or. Assi: 6 h.
Visto il peso simile, ipotizzo anche per il primo un diametro analogo come pure identico mi sembra l'orientamento degli assi.
Ma dalla mera analisi fotografica (ben limitata specialmente per le foto del primo esemplare... nel sito di cgb le foto del secondo sono molto grandi) mi pare possa emergere dell'altro: non vorrei azzardare troppo ma mi sembrano strettamente imparentati, stesso conio?
Sicuramente stessa zecca/atelier di emissione. E qui viene la seconda domanda: produzione ufficiale o clandestina/imitativa?
Lo stile mi par discreto e le dimensioni ridotte potrebbero propendere per una fase tardiva di produzione di questi sesterzi... o, più probabilmente, doppi sesterzi (ammesso che sia corretto parlare di sesterzi e doppi sesterzi).
Voi che ne pensate?
Modificato da grigioviola
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Ciao!

Ho provato a mettere a confronto i due busti. Le monete sono molto usurate, non ne sono certo, ma non penso si tratti dello stesso conio, (potrebbe essere la stessa zecca?)

2cfzh8k.jpg

Si tratta di un doppio sesterzio e non credo sia una imitativa. Identificare le zecche delle monete di postumo è una vera impresa!

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indubbiamente sono entrambe molto usurate.

ma a mio avviso, quantomeno sono da ricondurre alla stessa zecca.

ci sono poi alcuni dettagli che sembrano quasi coincidere come ad esempio la posizione della lettera "G" di "AVG" al dritto rispetto la "punta" della barba.

mentre al rovescio le due lettere della legenda che si intravedono (apparentemente due "V", verosimilmente invece dovrebbero essere "VI[CTORIA]") sembrano essere identiche oltre che essere posizionate alla stessa altezza dell'ala (o di quel che ne rimane) della vittoria a sinistra.

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Il tuo esemplare e quello di confronto sembrano del tipo fuso (ovviamente dell'epoca) tanto che sul tuo si intuisce il canale di fusione. E' possibile che provengono dalla stessa coppia di matrici. Molto interessante!

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caspita... non ci speravo in un fuso!

pensavo fosse una coniata. non vedo l'ora di averla in mano.

con una coppia di matrici quanti esemplari si riuscivano a produrre mediamente?

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Non so quante copie si riuscissero a fare, ma gradualmente la refrattaria si bruciava andando a smussare glu spigoli delle impronte con la conseguenza che le monete peodotte risultavano via via piú evanescenti. Comunque sul tuo esemplare, al dritto h3, si intravede il codolo di fusione tranciato.

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sì, l'avevo notato, ma senza avere la moneta in mano pensavo si trattasse semplicemente del cordolo di fusione per la produzione del tondello "bianco" da coniare.

in effetti, guardando meglio (specialmente il secondo esemplare), l'aspetto è quello di una moneta ottenuta interamente per fusione.

ora mi chiedo, l'impronta impressa nella matrice, è stata creata partendo da una moneta "ufficiale" coniata?

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ora mi chiedo, l'impronta impressa nella matrice, è stata creata partendo da una moneta "ufficiale" coniata?

Ora chiedi troppo :P... scherzi a parte, sicuramente per preparare le matrici si dovevano preferire gli esemplari con impronte particolarmente alte quindi, con buona probabilità, quelli coniati.

Dire se quello usato in questo caso fosse ufficiale oppure no diventa complicato e implica uno studio particolareggiato. Intanto mi sembra di vedere che questi esemplari non hanno la SC al rovescio.

Quanti tipi di produzioni potevano esserci contemporaneamente sul territorio? Sicuramente esistevano le produzioni "casalinghe" in fusione che potremmo definire falsi d'epoca o monete di necessità (a seconda dei casi o a seconda del pensiero dei ricercatori), esistevano poi le monete coniate del tipo "ufficiale" con caratteristiche del modellato più vicine ai canoni della zecca centrale, infine esistevano le coniazioni "imitative" con caratteristiche stilistiche del modellato più approssimative.

Ma così come per le emissioni bronzee di Claudio I, siamo veramente sicuri che le emissioni "imitative" o quelle "fuse" fossero prodotte da zecche clandestine e non da maestranze controllate dal potere centrale (o più probabilmente autorizzate da questo)?

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Sì, conosco la situazione monetaria del periodo... è il mio principale interesse numismatico!

E ho ben presente le varie linee di produzioni (ufficiali, non ufficiali e fraudolente).

A mio avviso indubbiamente c'erano delle officine clandestine dove venivano prodotti esemplari di puro scopo fraudolento, tuttavia l'ingente massa di imitativi radiati e, prima ancora, di sesterzi (e doppi sesterzi) di Postumo realizzati non secondo i "canoni" delle allora zecche ufficiali non possono essere banalmente ricondotte a emissioni clandestine.

Sicuramente si tratta di un flusso di circolante tollerato, se non addirittura in qualche misura controllato.

Resta da capire però fino a che livello si spingeva il controllo e soprattutto il valore che dovevano avere questi esemplari non ufficiali.

Lo stesso dei loro fratelli legittimi? oppure si ponevano come sottomultipli? venivano usati per tutti i tipi di transazione? oppure c'era transazione e transazione e a seconda si preferiva un tipo di moneta piuttosto che un'altra?

I dubbi e gli interrogativi sono molti e i ripostigli forniscono, per ora, solo risposte parziali.

La cosa certa e evidente è che le monete circolavano assieme, ufficiali e imitative. E che esistevano centri di produzione non ufficiali organizzati come una zecca vera e propria con anche più di una officina e attivi in vari periodi e con varie finalità (vedi il complesso di Chateaubleau).

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