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IGNORED

Gli emblematici tondelli ossidionali.


eracle62

Risposte migliori

Qualcosa abbiamo visto, qualcosa stiamo vedendo, le monete ossidionali sono certamente monete anomale, che si inseriscono in un momento di emergenza, difficoltà, e proprio il fatto di essere anomale per coniazione, e per difficoltà operative, che ci rendono queste coniazioni particolari, da approfondimento e da divulgazione per chi inizia o si sta appassionando alla numismatica.

Ogni tanto mi piace ricordare, il vero motivo per cui siamo qui, cerchiamo di imparare tutti da tutti con un crescendo di conoscenze, ci si confronta, si hanno pareri e informazioni, il tutto nel più totale spirito divulgativo e volontario, con una crescita comune, ci anima solo la passione e la voglia e il tentativo di appassionare, coinvolgere, in particolare giovani.

Questo è un gran tema divulgativo, quello delle ossidionali, che permette, una volta dato l'input di poter approfondire e proseguire nello studio....

Se vorrete qualche spunto c'è ancora, mi riprometto una volta in Società Numismatica Italiana di cercare i tre conii che dovrebbero avere per la monetazione ossidionale di Pavia del XVI secolo, che producevano monete false di questo tipo, vi farò sapere come è andata a finire la ricerca....

Mario

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Pensate solo a quante storie dietro a quelle mura, durante l'assedio i tondelli giravano e attorno a loro anche spaccati di vita da assediati.

rivelto a cielo aperto senza un filo orizzontale,

il mio pensiero torna alla moneta ossidionale.

la scalza dama bionda era vereconda e pura,

cantava e danzava chiusa dentro a quelle mura.

comprai per quel bel eremo zafferano e un po' di regamo,

pagando il buon speziale con la moneta ossidionale.

lei timida sorrise abbassando un po' la stola,

ed arrossendo un poco mi donò la licciaiuola.

rimasi un po' basito finchè non ebbi capito,

a conservarla pura era una strana cintura.

amor che amar ci colse dalla sera alla mattina,

ci ritrovam rivelti su quel tavolo in cucina.

riposta tra le spezie vicina a zafferano e sale,

brillava in bella vista la moneta ossidionale.

tornando con la mente a quel bravo e buon speziale, capii

che vereconda e pura era soltanto la cintura

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Rilancio questa discussione di Eros che vedo aver successo anche in altri ambiti..... ritornando alle monete ossidionali di Pavia del 1524, l'occasione arriva da una visita alla Biblioteca della Società Numismatica Italiana che possiede una Collezione, i pezzi, quattro esattamente, sono stati ritenuti dalla stessa come dei falsi del 1800, anche se è giusto ricordare che di questi pezzi sono state fatte anche delle prove.

Incomincio col pezzo che riporta come leggenda 1524 ( I S Z 4 ) CES PP OB.

Si ringrazia la SNI per il permesso della concessione delle immagini :

Provenienza : Collezione Società Numismatica Italiana

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Certo l'essenzialità, anche se di produzione recente ripresa forse nel 1800, è evidente, un richiamo ad Antonio de Leyva con l'AL , la crocetta che è quasi sempre presente e l'anno con la S e la Z usati per il 5 e il 2, vere monete di necessità ed emergenza, un esempio di come una moneta ossidionale poteva essere fatta senza grandi progetti o ideazioni....

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Certo mario le creatività dato dall'essenziale e da ciò che poteva esser reperito, ma anche il messaggio diretto fatto da simboli, monogrammi, lettere, ma più di tutto da materiali, i famosi materiali dove gli artisti contemporanei delle prime avanguardie attinsero per esprimere e dialogare con le nuove generazioni, la materia che parla e manda messaggi.

Affascinanti i pezzi di Pavia ne valeva la pena attenderli, e pensando a tutti questi assedi chissa quanti tondelli non sono pervenuti ancora a noi, mi piace pensare a nuovi ritrovamenti, di assedi dove non sono ancora note alcune monetazioni...

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Altro assedio poco noto:

ASSEDIO DI FIRENZE 1529 - 1530

154601.jpg

Mezzo scudo ossidionale 1530 I semestre, AR 16,86 g. SENATVS POPVLVS Q FLORENTINVS Stemma di Firenze sormontato da giglio. Rv. IESVS REX NOSTER ET DEVS NOSTER Croce con corona di spine accantonata nel I e II quarto da due globetti; nel terzo da N e nel quarto dallo stemma Guicciardini (Nicolò Guicciardini). CNI 657. Bernocchi 4044 var.

le truppe spagnole, dopo il mancato intervento a difesa del Papa durante il sacco di Roma, dovettero "restituire" un favore al Papa Clemente VII e rimettere al potere i Medici nella città Gigliata. Per tale ragione si presentarono davanti alle mura di Firenze il 14 ottobre 1529 armati di tutto punto e pronto all'assedio e trovarono pare per i loro denti. Firenze resistette ed insieme a lei le sue fortezze del circondario opponendo strenua resistenza tanto da suggerire di cercare piuttosto una resa che un vero e proprio assalto. Trovarono un valido alleato nel "tradidore",malatesta IV Baglioni, comandante delle truppe cittadine (Capitano generale) che aveva più interesse a rientrare in possesso di Perugia che difendere Firenze. Le sue azioni arrivarono al tradimento totale durante lo scontro di Gavinana. L'unico serio e potente di tutto l'assedio. Le truppe Fiorentine, comandate dal Fiorentino Francesco Ferrucci ebbero la peggio e furono sconfitte. Il comandante portato al cospetto degli spagnoli e di Fabrizo Maramaldo, venne trafitto da quest'ultimo con la spada violando ogni possibile regola cavalleresca ed umanitaria. Si narra che in quell'occasione il Ferrucci pronunciasse la famosa frase: "vile, tu uccidi un uomo morto", consegnandola alla storia. D'altro canto vi sono diverse versioni dei fatti, quella che ne rese "fortuna" alla memoria è del Varchi e recita: «Il Maramaldo non ammazzò il Ferruccio per conto del tamburino impiccato e non fu vero ne manco quello che diceva il Maramaldo poi per sua scusa cioè per non aver voluto lasciar vivo il Capitano de' nemici, essendo morto il Principe; ma fu, oltra la crudeltà naturale sua, perché il Ferruccio, mentre era in Volterra, avvilendolo il Maramaldo come mercante, ch'aveva maggior grado in sulla guerra di lui e che combatterebbe seco a uomo per uomo seguendo in ciò l'abuso de' capitani moderni. E nel vero Ferruccio fu alquanto superbo, ma giustissimo e modestissimo nelle altre cose, e non si può scusare Fabrizio, il quale era piuttosto capo d'assassini che di soldati, che non usasse una vilissima crudeltà». Ai fini del nostro discorso è utile sottolineare che Varchi fu il primo e l'unico storico contemporaneo ad attribuire al Ferrucci la fatidica frase «Tu uccidi un uomo morto». Il valore del comandante Ferrucci sul campo di battaglia e davanti alla morte, la strenua e decisa resistenza verso l'invasore straniero, gli meritarono gloria ed onore così elevati da essere perfino ricordato nell'inno risorgimentale che poi divenne anche l'inno nazionale Italiano. Mentre Maramaldo, vide associare il proprio cognome a sinonimo di tradimento e vile e bieca viltà. Al termine dell'assedio presentatosi con un colpo di mano de traditore Malatesta, su Firenze ripresero possesso i Medici. Alle difese prese parte anche il Buonarroti ma se la diede a gambe prima dell'inizio delle ostilità e per rientrare in città durante l'assedio a rischio della vita. Tale azione, intesa dal Papa come "ostile" per le ovvie ragioni, gli procurò non pochi problemi. Dovette rimanere nascosto a Firenze per quasi un anno prima di essere perdonato.

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Rimanendo in quegli anni non potevo non citare un tondello interessante da conoscere, e il relativo articolo a nome Lorenzo Bellesia.

ASSEDIO DI CREMA 1514

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Si tratta della moneta battuta durante l’assedio di Crema che invano si cercherebbe nel CNI ma le cui vicende sono state ben ricostruite da Mario Traina nella sua nota opera sulla monetazione ossidionale italiana.

Ma andiamo con ordine e ricordiamo il quadro storico.

Col trattato di Blois del 14 marzo 1513 Venezia ed il re di Francia Luigi XII intendono unire le forze per conquistare e spartirsi il Ducato di Milano. La sconfitta di Novara del 6 giugno 1513 frena però l’avanzata francese ed i territori veneziani sono invasi da truppe spagnole, tedesche e pontificie.

Crema, di cui Venezia era rientrata in possesso nel 1512, subisce l’assedio delle armi sforzesche, comandate da Prospero Colonna e Silvio Savello. Per ben 14 mesi la città ebbe a patire tutte le amarezze ed i sacrifizi che fanno lugubre corteggio alla guerra e crebbe al sommo la desolazione della forte città dopoché vide rizzarsi tra le sue mura gli orridi spettri della fame e della pestilenza.

Durante l’assedio, pochi mesi prima della liberazione avvenuta grazie ad una ardimentosa sortita nella notte del 25 agosto 1514, il comandante della guarnigione di Crema, Renzo Ceri, avendo esaurito ogni altro mezzo per far denaro, avrebbe fatto battere delle monete ossidionali o patacche, simili a quelle battute poi a Pavia nel 1524 e a Cremona nel 1526. La notizia è riportata da Pietro Terni, un contemporaneo e diligente storico delle vicende di Crema e dell’assedio del 1513-14. Nella sua cronaca manoscritta egli scrive testualmente: absentati i cittadini, Renzo ed il Contareno misero mano negli argenti del Monte di Pietà e Santa Maria della Croce, in quelli della gesa dico che per voto erano donati et batterono alcune monete da 15 soldi di Milano l’una, et non con cuneo ma col martello facevano le piastre d’argento, hor quadre, hor tonde, hor di sei, hor di otto cantoni, come per sorte venivano sotto il martello, et da un lato solo sculpevano l’imagine di San Marco di forma rotonda tanto piccola che non prendeva il quinto della piastra, rimanendo il resto come dall’incudine era lassato, et per rude et poco solemnigiata forma petacchie erano demandate, et per la loro bontade per tutta la Lombardia ebbono gran corso e questo fu di avosto dell’anno 1514 ed in tutto maggior pregio erano perché da ogni lato monete false si facevano.

Un’altra testimonianza su questa eccezionale battitura ossidionale di Crema del 1514 ci viene dal discepolo del Terni, a lui di pochi anni posteriore: Alemanio Fino. Venuto il mese di agosto, vedendo Renzo che in Crema ci era gran bisogno di denaro, pose mano negli argenti del Monte di Pietà e di Santa Maria della Croce, e cominciò a battere certe monete di valuta di 15 soldi l’una, le quali eran detto petacchie. Non avevano impronto alcuno, fuorchè una imaginetta di San Marco da un lato. E poiché l’altre monete che correvano per il più erano false, queste per la loro bontà avevano grandissimo corso per tutta la Lombardia.

Le testimonianze del Terni e del Fino, osserva Mario Traina, concordano anche nei particolari, e questo può anche essere comprensibile e scontato dato che il secondo si era formato alla scuola del primo. Ad interpretare alla lettera le parole dei due cronisti et per la loro bontade per tutta la Lombardia ebbero gran corso sembrerebbe quasi che di queste patacche ne siano state battute una gran quantità: il che è, direi, impossibile sia per il breve tempo a disposizione del Ceri (le monete vennero battute in agosto e il 25 la città venne liberata) sia per la limitata disponibilità del prezioso metallo requisito sia, infine, per la stessa esiguità della guarnigione cui le monete dovevano essere date in pagamento del soldo spettante.

Penso, continua Traina, che in realtà le parole del Terni e del Fino debbano essere interpretate nel senso che queste patacche, essendo state coniate in ottimo argento e di buon peso, superiori per valore intrinseco al loro valore nominale di 15 soldi, erano ricercatissime in tutta la Lombardia ed il Veneto, dove, a causa della guerra, correvano in gran copia solo monete di bassa lega e monete false. E così si spiegherebbe la loro eccezionale rarità: tanto rare da non essere pervenute fino a noi se non per informazioni bibliografiche.

Fino a qui le testimonianze storiche. Usando ancora le parole di Traina passiamo a ricostruire le vicende, per così dire, numismatiche.

Stando così le cose il fatto che queste patacche ossidionali di Crema del 1514 non ci siano pervenute può anche essere giustificato. Per la loro forma ed impronta, senza leggende, data e indicazione del valore, possono benissimo essere scambiate per gettoni o, addirittura, per pesi monetali. E confuse forse tra questi ultimi nummi le patacche di Crema continuano a dormire ignorate nel fondo dei cassetti o delle bacheche di qualche museo! Certo depone a sfavore della reale esistenza di queste monete ossidionali il fatto che il Lazari, il più attento studioso delle monete di Venezia e dei suoi possedimenti, non abbia accennato alle patacche di Crema del 1514. Né il Kunz, che pur svolse lunghe ed accurate ricerche per rintracciare queste monete, riuscì nel suo intento.

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questo pezzo è in fase di studio da parte di Gaff 77 <speriamo in una pubblicazione prossima>

si conosceva solo il disegno fino a qualche anno fa

Infatti questo tondllo è interessante proprio per questo, ha dato luce a molti lati ancora oscuri, spero tanto che l'amico Gaff77 faccia ulteriore chiarezza...

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Dimenticavo un grande plauso anche al caro amico ;) che ha contribuito all'evento di questa interessante scoperta, che altrimenti non sarebbe giunta a noi..., come tanti altri magnifici tondelli che ci attendono ancora per esser riportati alla luce dei nostri inappagati occhi...

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Merito sicuro ed indubbio a eracle62 che ha riproposto la storia di questa moneta ossidionale di Crema e ovviamente a chi " l'ha divulgata " :blum:.

E' ovvio che in questo caso c'è una differenza rispetto ad altre, magari dubbie o con immagini disegnate tratte da libri, qui abbiamo la moneta reale e da questa certezza si passa poi allo studio e all'analisi di questa.

Vi consiglio di leggere l'articolo, che trovate su internet e scaricabile di Lorenzo Bellesia su Panorama Numismatico, questa moneta viene già commentata in quella sede, intanto nel materiale, il bronzo, poi nell'immagine del leone in soldo al diritto, e poi le lettere che sembrano un OB al diritto in rettangolo incuso e sotto IO con questa P al rovescio.

Lettere che sono un po' da interpretare, e Bellesia su queste fa delle ipotesi, certamente le caratteristiche complessive di questa moneta, avendone già ormai viste altre, vanno tutte verso la monetazione ossidionale e verso il periodo indicato del 1514 con comunque un'altra storia da studiare e capire sempre di più.....

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Supporter

questo pezzo è in fase di studio da parte di Gaff 77 <speriamo in una pubblicazione prossima>

si conosceva solo il disegno fino a qualche anno fa

Buona giornata

aspettiamo @@gaff977 allora .... :clapping:

luciano

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Approfitto di questa discussione, e del fatto che con i due arrivi freschi freschi di giornata ho finito il giro completo degli assedi di Mantova 1796/97, 1799 e 1848 per postare le 7 monete di questi 3 assedi provenienti dalla mia modesta collezione personale.

In qualche caso la conservazione è abbastanza modesta, ma ho dovuto accontentarmi.... :whome:

Assedio 1796/97, 20 soldi 1796

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Assedio 1799, X soldi di Milano

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Assedio 1799, V soldi di Milano

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Assedio 1799, Soldo di Milan'

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Modificato da Paolino67
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Assedio 1848, fiorino 1848

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Assedio 1848, 20 Kreuzer 1848

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Assedio 1848, 3 Kreuzer 1848

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Volendo, mancherebbero ancora le cedole cartacee emesse durante l'assedio del 1796.... ma qui devo ancora partire. Posto cmq alcune foto che ho sul PC, sperando che un giorno si materializzino....

Cedola da 3 lire

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Cedola da 9 lire

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Cedola da 18 lire

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Grazie Paolino, complimenti per la collezione, è una chicca notevole e veramente specifica ( il soldo di Milan ce l'ho anch'io :blum:, ma lì finisco... ), indubbiamente anche questa è divulgazione e poi spinta a cercare di conoscere, il fatto che mi son messo sul comodino il libro del Traina prelevato dalla SNI dimostra che una discussione come questa di eros ( che ringrazio ) può portare me e anche altri a cercare di approfondire, ma dimostra anche che i fenomeni come quello delle monete ossidionali, ma anche quella sui messaggi subliminali o quella sui berretti sono discussioni trasversali, aperte a tutte le monetazioni che vengono coinvolte una dietro l'altra, il bello è proprio questo.....cercare i collegamenti, le analogie, le influenze .....

Modificato da dabbene
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  • ADMIN
Staff

Dimentichiamo Ancona, dai nostri cataloghi:

Nel febbraio 1849 la popolazione di Ancona si ribella al dominio papale e aderisce alla Repubblica Romana. Nei maggio dello stesso anno viene cinta d'assedio dall'esercito austriaco. Nonostante i numerosi bombardamenti e la carestia di viveri la citta' resiste fino al 19 giugno.

Durante il periodo dell'asseddio vengono emesse monete ossidionali presso una zecca dislocata nell'asilo degli orfani utilizzando anche il bronzo ricavato da campane. Queste monete vennero riconosciute successivamente anche dalla ristabilita autorità pontificia e circolarono fino al 1850.

Complessivamente ne vennero coniati 324000 pezzi e ne furono ritirati circa 152911. Si conoscono falsificazioni d'epoca (fino al 1850) prodotte presumibilmente nelle officine di Osimo e Loreto attive nella produzione di medaglistica.

Fonte Cataloghi Online

Fonte Cataloghi Online

Fonte Cataloghi Online

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Vedo con piacere che la discussione è stata ripresa, era un peccato lasciarla a se stessa.

Questa è una delle mie preferite perchè il simbolismo la fa da padrone...

ASSEDIO DI MANTOVA ( Dicembre 1629 - 17 Luglio 1630 )

20758.jpg

Scudo del Fiore 1629. AR, gr. 29,69 - ø 41,4 mm. D/ MANTVÆ•. ANNO . SALVTIS °1629°, nel campo arma coronata primitiva dei Gonzaga, alle fasce ed ai leoni Boemi. - R/ Anepigrafe, pianta di eliotropio volta a sinistra verso sole raggiante, entro corona di lauro, all’esergo 160. CNI17. Magnaguti 730. Davenport 3958.

Il Sacco di Mantova.
La peste si diffonde in Lombardia e nel Cremonese (II 1630); a Cremona causa la morte di 16.000 cittadini (2/3).
Dopo la pausa invernale gli imperiali guidati da Rambaldo conte di Collalto stringono l'assedio a Mantova (IV 1630), a corto di viveri.
Carlo Emanuele I duca di Savoia ed il marchese Ambrogio Spinola invadono il Monferrato con 18.000 sabaudi e spagnoli e mettono l'assedio a Casale (23 V 1630).
La repubblica di Venezia raduna un esercito sul Mincio per portare viveri a Mantova ma subisce un rovescio a Valeggio sul Mincio (25 V 1630) e le truppe si disperdono. Il provveditore generale Zaccaria Sagredo fugge ed è in seguito processato.
Gli imperiali entrano nel "serraglio", la linea fortificata attorno a Mantova, ed investono Governolo, difesa da 800 fanti e 3 compagnie di cavalleria guidati dal marchese Alfonso Guerrieri, che ripara a Mantova. I cittadini partecipano alla difesa di Governolo che è presa e saccheggiata.
Mantova è assalita da tutte le parti (alba del 18 VII 1630). L'attacco principale è condotto contro porta San Giorgio, vanamente difesa da Arnauld, da Harancourt e da Charles di Gonzaga-Névers, che è ferito da un colpo di moschetto e ripara a Goito. La città è presa, saccheggiata e taglieggiata per quattordici mesi (periodo chiamato "Governo Cesareo").
Rambaldo di Collalto è ucciso dai suoi soldati durante la marcia di ritorno in Germania (1630).
La peste si diffonde nel Veneto e giunge a Venezia (VIII 160) causando la morte di 14.500 cittadini, compreso il doge Nicolò Contarini, saliti poi a 46.500 (XI 1631), pari a circa un quarto della popolazione; il senato fa erigere la chiesa Santa Maria della Salute.
La peste si diffonde poi in Piemonte, Romagna e Toscana.

Paolino ti ricorda qualcosa questo tondello....

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Paolino ti ricorda qualcosa questo tondello....

Eh sì, qualcosina di simile visto a Verona in mano tua.... ;)

Tuttavia, è piuttosto probabile che il talaro cosiddetto "del fiore" non sia propriamente da considerare moneta ossidionale, visto che come altre monete di questo periodo in precedenza considerate d'assedio (lo scudo "primo" con sant'Andrea e le sue spezzature, ad esempio), è molto probabile siano state coniate qualche tempo prima del blocco. Tuttavia, balza all'occhio come queste monete tendano a distinguersi dalla normali coniazioni gonzaghesche, quasi a segnalare che tempi terribili stavano arrivando. Nella mia collezione gonzaghesca l'assedio del 1630 è ancora purtroppo poco rappresentato, posto qui sotto le uniche tre monete in mio possesso....

Assedio di Mantova 1629/30 (ma coniato probabilmente nel periodo precedente al blocco), cinquina da 4 soldi con data 1629 e senza data:

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Assedio di Mantova 1629/30, cinquina da 4 soldi con il reliquiario:

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  • 2 settimane dopo...

Ma c'è anche la cartamoneta ossidionale, ne posterò due, inizio con la moneta patriottica di Venezia emessa durante l'assedio austriaco del 1848

Biglietto Patriottico cinque lire correnti del 1848

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Modificato da dabbene
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Seconda cartamoneta ossidionale, siamo a Palmanova nell'assedio alla Fortezza, anno 1848 :

Carta monetata per lire due, assedio di Palmanova, 1848.

Qui c'è la storia..... dalle monete ossidionali alla cartamoneta ossidionale.....

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  • 11 mesi dopo...

E come dimenticare la più famosa delle ossidionali di Venezia.

 

http://www.roth37.it/COINS/Famagosta/.

 

@@eracle62  Essendo appassionato di Venezia ne ero a conoscenza ma questa è la prima volta che ne vedo una. L'articolo del Bellesia riportava delle

 

foto che però sono diverse da quella da te pubblicata. Complimenti, fammi sapere se esce l'articolo. Grazie

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