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Il ripostiglio della Venera


Legio II Italica

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Sicuramente molti collezionisti di monete imperiali romane conoscono questo famoso ripostiglio , ma probabilmente anche molti giovani alle prime armi non ne sono a conoscenza , principalmente a loro e' dedicato questo breve articolo . Un po' di storia , il ripostiglio della Venera rappresenta sicuramente la piu' grande concentrazione di monete romane del III secolo che sia mai stato scoperto , almeno in Italia ; la scoperta avvenne nel Dicembre del 1876 in provincia di Verona , esattamente in localita' Venera . Un piccolo proprietario di un campo stava scavando nel suo terreno per costruirci una ghiacciaia , a circa 1 metro e mezzo di profondita' trovo' un' anfora vinaria di 1 metro per 45 cm. , pesantissima , apertala ne usci' fuori un quintale di monete di cui molte andarono momentaneamente disperse per accaparramento dei lavoranti . Informato del fatto il Sindaco di Casaleone a cui apparteneva la frazione di Venera , tale Giovanni Battista Bertoli , fece smettere la razzia delle monete facendosi vendere le monete che nel frattempo erano state raccolte ; il Sindaco suggeri' al proprietario di continuare a scavare per vedere se poteva esserci altro ed infatti fu trovata una seconda anfora piena di monete della stessa tipologia della prima . Le monete contenute nelle due anfore appartengono come detto tutte al III secolo e rappresentano imperatori romani a partire da Gordiano III fino a Massimiano Erculeo , coprendo un periodo da circa il 238 al 305 d.C. circa , le monete sono costituite principalmente da Antoniniani , alcuni semiantoniniani ( denari ) e pochi quinari . Nessun ripostiglio di monete romane finora scoperto annovera una cosi' lunga serie di Imperatori , 25 piu' 5 imperatrici ; furono trovate in totale 46.341 monete e considerando quelle che inevitabilmente andarono disperse durante la scoperta , possiamo stimare il numero originario a 50.000 pezzi ; il peso totale delle monete della prima e seconda anfora ammontava a 196,47 Kilogrammi , corrispondenti a 600 libbre romane . Cosa ci facesse questa gran massa di monete dentro le due anfore ha da sempre suscitato interesse e curiosita' , forse si tratta di un cassa militare nascosta per qualche motivo ignoto , oppure il tesoro di un ricco proprietario terriero , ma in entrambi i casi e particolarmente nel primo , possibile che nessuno l' abbia piu' recuperata ? fortunatamente per noi , evidentemente no . Tutta questa raccolta di monete e' oggi conservata presso il Museo Civico di Verona .

Sotto il prospetto di tutte le monete romane trovate a Venera , suddivise per imperatori ; la concentrazione maggiore di monete appartiene agli imperatori Probo con 13.206 monete , seguono Aureliano , Gallieno , Claudio II , Diocleziano e via via tuti gli altri , il minor numero di monete appartengono a Gordiano III , Filippo II , Etruscilla , Mariniana , Vabalato , con 1 solo esemplare .

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Qui è possibile leggere il primo e corposo lavoro di studio e catalogazione: http://www.inumis.com/ressources/rome/books/milani/

Recentemente la Estiot ha curato una serie di volumi su questo ripostiglio con approfondimenti interessanti.

E' un ripostiglio principe per lo studio della monetazione del terzo secolo, non solo per gli studiosi italiani, la sua dimensione infatti danno un'importanza e un respiro internazionali.

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In tempi lontani ,quando ho iniziato ad interessarmi di monete romane, in una visita a Verona sono venuto a conoscenza

del "Ripostiglio della Venera " , allora mi sono procurato due volumi del catalogo che stavano pubblicando ,dei quali posto

le foto delle copertine. Allora ero molto interessato agli antoniniani e in questi volumi molto corposi ed esaurientissimi c'è

veramente modo di approfondire la materia, in più moltissime foto illustrano le monete elencate.

In seguito non ho più seguito l'argomento ma penso che i volumi siano 5 o forse più.

Ecco l'elenco di cui sono a conoscenza:

I vol. J.B. GIARD Gordiano III - Quintillo 1995

II- 1 S. ESTIOT Aureliano 1995

II- 2 " Tacito e Floriano 1987

III-1 Guillemain Probo ?

IV Daniel Gricourt Caro - Diocleziano 2000

romanus

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Esatto , sono volumi pubblicati da L'Erma di Bretschenider , molto costosi , ma credo ormai disponibili solo in formato digitale . Altrimenti esiste un libro della Forni Editore , dove si trovano solo elencate e descritte tutte le oltre 46.000 monete trovate all' epoca e suddivise per imperatori , molto utile anche per capire i gradi di rarita' in funzione del numero dei singoli ritrovamenti .

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Per quanto riguarda i miei studi, la Venera è importante in quanto il ritrovamento comprende un centinaio di monete dei Tetrici. Cosa che dimostra una circolazione (per quanto limitata) di monete galliche in Italia. Altre monete galliche sono state trovate persino in Calabria e in Sicilia:

http://www.lamoneta.it/topic/62509-tetrico-i-e-tetrico-ii/

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La circolazione di monete romane e' normale anche da stati "autonomi" a quelli ufficiali , la moneta non conosce confini , al contrario degli uomini . Denari di Antonino Pio sono stati trovati fino in Cina per scambi commerciali .

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Sì, è normale, ma nel caso dell'impero gallico la faccenda è un po' più articolata e non è sempre legata a "scambi commerciali" propriamente detti... specialmente nel caso di monete addirittura imitative (anche quelle sono state trovate fuori dai territori dell'impero gallico, oltre che in epoche a esso successive).

@@cancun175 visto che è la giornata delle segnalazioni :P ti segnalo questo se non lo conoscevi: https://www.academia.edu/455263/Il_tesoretto_di_bronzi_da_Sofiana_CL_

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La circolazione di monete romane e' normale anche da stati "autonomi" a quelli ufficiali , la moneta non conosce confini , al contrario degli uomini . Denari di Antonino Pio sono stati trovati fino in Cina per scambi commerciali .

Certo. Anche se i denari "cinesi" sono riferibili probabilmente a scambi un po' successivi (Marco Aurelio, anche lui "Antoninus" e come tale citato negli annali cinesi). Ma, per quello che riguarda le Gallie c'è una differenza: Roma non era in guerra (conclamata o latente) con la Cina, ma con l'impero delle Gallie sì.

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Sì, è normale, ma nel caso dell'impero gallico la faccenda è un po' più articolata e non è sempre legata a "scambi commerciali" propriamente detti... specialmente nel caso di monete addirittura imitative (anche quelle sono state trovate fuori dai territori dell'impero gallico, oltre che in epoche a esso successive).

@@cancun175 visto che è la giornata delle segnalazioni :P ti segnalo questo se non lo conoscevi: https://www.academia.edu/455263/Il_tesoretto_di_bronzi_da_Sofiana_CL_

Grazie. Anche qui 13 monete galliche e alcune decine di "barbariche". E siamo di nuovo in Sicilia. Che non sia ininfluente la presenza di Tetrico nel Brutium dopo l' "esperienza" imperiale?

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ma, quest'ipotesi non l'avevo nemmeno considerata... del resto non ne fa menzione neanche l'articolo.

sinceramente non credo, di certo una penetrazione successiva alla caduta dell'impero gallico nei territori dell'impero centrale credo fosse più "semplice" o quantomeno "fattibile" rispetto a una circolazione contemporanea visto che ormai le due entità si erano rifuse.

mi par di ricordare che nel caso concreto di questo ripostiglio, la circolazione delle galliche era contemporanea a quella delle centrali, ma ben posteriori rispetto la riannessione dell'imp. gallico.

carenza di moneta spicciola di piccolo taglio? sta di fatto che c'erano anche barbariche!

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ma, quest'ipotesi non l'avevo nemmeno considerata... del resto non ne fa menzione neanche l'articolo.

sinceramente non credo, di certo una penetrazione successiva alla caduta dell'impero gallico nei territori dell'impero centrale credo fosse più "semplice" o quantomeno "fattibile" rispetto a una circolazione contemporanea visto che ormai le due entità si erano rifuse.

mi par di ricordare che nel caso concreto di questo ripostiglio, la circolazione delle galliche era contemporanea a quella delle centrali, ma ben posteriori rispetto la riannessione dell'imp. gallico.

carenza di moneta spicciola di piccolo taglio? sta di fatto che c'erano anche barbariche!

Per carità, la mia era solo un'ipotesi "discorsiva". Certo, è curioso che in Italia l'evidenza delle galliche, pur in modeste quantità, sia nel Nord e all'estremo Sud. Nel Nord è comprensibile, data la contiguità territoriale, ma in Sicilia...

Poi, un'altra consideraziione: la presenza di Tetrici in hoards gallici e britannici è massiva, addirittura preponderante sul totale delle monete. In Italia non è solo minore. E' proprio trascurabile. Questo fa pensare a una barriera "politica". Tradotto: quelle monete non giravano perché non ammesse. Almeno ufficialmente.

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che non fossero ammesse, almeno ufficialmente direi che è cosa assodata.

eppure, trovarono ugualmente una via per penetrarvi e per essere scambiate. ma come? in quali contesti? e soprattutto con quali riusi/ritariffazioni?

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si parlava comunque di una presenza minima ma significativa di una certa tipologia monetale presente anche nel ripostiglio de La Venera, parlando di un ripostiglio, su suolo italiano, e di una sua componente, credo sia inevitabile deragliare con il confronto di analoghe presenze in conterranei - e più o meno contemporanei - altri ripostigli!

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Scusate , tutto giusto , nella fretta avevo confuso le galliche con le barbariche :bash: , di cui 1 solo esemplare e' presente a Venera .

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Scusate , tutto giusto , nella fretta avevo confuso le galliche con le barbariche :bash: , di cui 1 solo esemplare e' presente a Venera .

è anche da tenere a mente che parlare di galliche senza parlare di barbariche... è come parlare di cacio senza maccheroni! :D

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  • 8 mesi dopo...

Signori,

Qualcuno che possiede il catalogo potrebbe cortesemente indicarmi quale è l'esemplare di Vabalato presente nel ripostiglio?

Grazie.

Modificato da Massenzio
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Signori,

Qualcuno che possiede il catalogo potrebbe cortesemente indicarmi quale è l'esemplare di Vabalato presente nel ripostiglio?

Grazie.

Ciao @@Massenzio , l' unico Antoniniano , esemplare di Vaballato trovato nel ripostiglio della Venera e' : VABALATHUS V CRIMDR --- IMP C AURELIANUS AUG , con i busti dei due Imperatori , dove la scritta appartenente a Vaballato significa : VABALATHUS VIR CONSULARIS ROMANORUM IMPERATOR DUX ROMANORUM , pagina 74 del Catalogo .

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Buongiorno,

Non è riportata l'indicazione dell'officina? Era illeggibile?

Grazie

Ciao @@Massenzio , mi dispiace non l' ho scritta perche' purtroppo la zecca di emissione non e' riportata nella descrizione del Catalogo riferita a questa moneta , forse perche' illegibile , questo Catalogo di Luigi Adriano Milani e' principalmente descritivo con pochissime foto ; comunque le monete emesse da Aureliano con al rovescio Vaballato credo siano solo della zecca di Antiochia . Un saluto

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Ciao @@Massenzio , mi dispiace non l' ho scritta perche' purtroppo la zecca di emissione non e' riportata nella descrizione del Catalogo riferita a questa moneta , forse perche' illegibile , questo Catalogo di Luigi Adriano Milani e' principalmente descritivo con pochissime foto ; comunque le monete emesse da Aureliano con al rovescio Vaballato credo siano solo della zecca di Antiochia . Un saluto

Grazie.

Gli antoniniani sono comunemente attribuiti ad Antiochia anche se comunque leggendo lo studio di Bland e la comparazione dei conii io mi sono fatto l'idea personale che le zecche possano essere state due.

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