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La monetazione veneziana di Cattaro


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Prendo spunto da alcune foto che ho postato nella discussione sui leoni dei lamonetiani e che riguardano la città di Cattaro, per parlare della monetazione veneziana coniata in questa città all'epoca del dogato di Francesco Foscari e successivamente, fino alla caduta della repubblica ed al successivo trattato di Campoformido.

Cattaro già disponeva del diritto di conio quando, prima della sua integrazione nel dominio veneziano, era suddita del regno di Serbia (Rascia) e dopo la caduta di questa, nel 1389, tale diritto veniva mantenuto dalla città che riusciva a conquistarsi un governo autonomo, pur dovendosi barcamenare tra le mire ungheresi, albanesi, slave e turche.

Finalmente, nel 1420, sotto il dogato di Tomaso Mocenigo, Venezia, dopo ben sette reiterate ed altrettante rifiutate richieste di dedizione rivoltegli dai cattarini, accettava l'atto di spontanea sottomissione, con la salvaguardia di tutti i suoi statuti e da subito, la Serenissima, per proteggere quel nuovo territorio, così strategico, ma anche vulnerabile agli attacchi nemici, soprattutto se provenienti da terra, iniziava a costruire la cinta di mura nella quale la città è tuttora racchiusa, con gran profusione di denari.

Ancora oggi, a Venezia, per indicare un'amante troppo pretenziosa, si usa dire: “te me costi come i muri de Cattaro”.

Oltre alla conferma dei propri statuti, e a deroga della gelosa prerogativa che Venezia aveva mantenuto sempre nei confronti di tutte le città suddite, confermava a Cattaro anche il privilegio di coniare moneta propria con le insegne della Serenissima. Non era, questa, una piccola concessione, anzi, fu una tra le pochissime fatte, se consideriamo che, solo poco tempo dopo, la medesima richiesta veniva negata alla città di Dulcigno.

Erano indubbiamente monete che servivano esclusivamente all'uso nel territorio di Cattaro ed a quello limitrofo ed il cui valore corrispondeva ai 2/3 circa delle corrispondenti monete coniate a Venezia

Queste monete cominciarono ad essere coniate dal 1433, sotto il dogato di Francesco Foscari e possono essere suddivise in due diverse tipologie: la prima che riguarda le monete che non riportano alcuna sigla del Conte Rettore e Provveditore che amministrava generalmente per 24 mesi la comunità per conto del governo veneziano; la seconda che le riporta, in un primo momento da sole ed in un secondo momento accompagnate dal proprio scudo aradico.

Prossimamente posterò anche i tipi, ma se c'è qualche collezionista di queste monete …. ebbene, se lo desidera, può anticiparci qualche immagine e, da appassionato di queste coniazioni, può ben integrare il mio scritto con qualche considerazione.

Continua...

Saluti

luciano

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Supporter

Vincenzo Lazzari, nel suo libro “Le monete dei possedimenti veneziani di oltremare e di terraferma”, riguardo alla monetazione di Cattaro, evidenzia lo scadere continuo, nei secoli XV e XVI, delle impronte, delle dimensioni e dell'intrinseco; le motivazioni dallo stesso addotte vengono imputate a imperizia delle maestranze, poca esperienza di coloro che creavano i conii, uso di caratteri spesso tendenti ancora al gotico, con figure rozze e prive dello standard che il governo veneziano richiedeva.

Venezia fu letteralmente inondata da lamentele, ma nonostante le sue continue esortazioni, il modo di operare della zecca di Cattaro non migliorò. Anche la determinazione del 1627, con la quale il governo rese obbligatorio che le paste da tramutare in monete cattarine, dovessero essere saggiate nella zecca di Venezia, si rivelò inutile.

Gli zecchieri cattarini continuavano per inesperienza a battere leghe diverse dai campioni di metallo saggiati e così, anno dopo anno, scemarono anche le raccomandazioni e le poche che si reiteravano, persero di efficacia.

Dalla incertezza delle leghe e del peso, soffrì soprattutto il commercio locale che con quelle monete veniva alimentato, tanto che, i commercianti, cominciarono a rivolgersi alla zecca di Venezia direttamente, inviandogli il metallo perchè venisse monetato con giusto peso e titolo.

Questo portò ad una costante riduzione di lavoro nella zecca di Cattaro, tanto che a metà del seicento, dice il Lazzari, la zecca chiuse di fatto.

Due aspetti vanno precisati: la prima è che, sebbene il privilegio di coniare moneta venne abrogato dal trattato di Campoformido, l'effettiva coniazione delle monete terminò molto tempo prima, tant'è che l'ultimo Conte Rettore e Provveditore in Cattaro che inserì le sue iniziali su una moneta cattarina, precisamente un follaro, risulta essere Zorzi Morosini, che svolse la sua dignità nel periodo dal 1639 al 1640.

L'altro aspetto che mi lascia personalmente dubbioso è che Venezia, se lo avesse voluto veramente, avrebbe avuto ben altre “armi” per combattere l'insipienza o l'inesperienza della zecca di Cattaro. A Venezia non mancava certo l'autorità per inviare personale di zecca preparato, perché dirigesse ed istruisse alla bisogna le maestranze di quella zecca; perché non lo fece, limitandosi unicamente a delle sterili iniziative che non portarono a nulla?

Potrebbe essere che, in fondo, a Venezia poco importasse dei guasti che la monetazione di Cattaro procurava all'economia locale? Potrebbe essere che la monetazione così “disordinata” di Cattaro potesse tornare utile a Venezia, se non altro per creare problemi di natura monetaria alla vicina ed antagonista Repubblica di Ragusa?

Sono solo miei pensieri ai quali, per il momento, non posso dare risposte.

Continua...

saluti

luciano

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Le monete emesse dalla zecca di Cattaro, salvo sparuti tipi, sono tutte rare; talune anche della più alta rarità e conosciute in pochi esemplari.

L'esigua disponibilità di tali monete limita fortemente la possibilità di reperirne le immagini; spesso ci si deve rifare ai disegni presenti in volumi ormai datati, come quelli presenti nel Papadopoli, nel Lazzari o nel Nani.

Non è certo mia intenzione redigere un catalogo, ma seppur con tutti i miei limiti, desidererei far conoscere l'esistenza di questa zecca particolare. Per questo motivo mi sono riferito al volume “I dogi e le loro monete” del dr. Eupremio Montenegro, più aggiornato rispetto a quanto scrissero ai loro tempi gli studiosi di cui sopra; dalla sua opera editoriale si rileva l’uso in Cattaro dei seguenti nominali:

Grosso: che non riporta alcuna sigla riconducibile al Conte Rettore Provveditore e che ha queste caratteristiche:

diam. mm. 19,21 – gr. 0,97/1,30

D/ S. Trifone, patrono della comunità, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; una mandorla di perline, a somiglianza di quella che racchiude il Cristo nel ducato d'oro veneziano, delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: S. TRIFON . CATARENS.

R/ S. Marco, seduto di fronte, con il capo incoronato e nimbato, tiene nella mano sinistra il Vangelo e nella destra uno stilo. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

Grosso: che riporta le sigle riconducibile al Conte Rettore Provveditore e che ha queste caratteristiche:

diam. mm. 18/20 – gr. 0,78/1,09

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; una mandorla di perline, delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: S. TRIFON . CATARENS. E nel campo le iniziali del Conte Rettore Provveditore

R/ S. Marco, seduto di fronte, con il capo incoronato e nimbato, tiene nella mano sinistra il Vangelo e nella destra uno stilo. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

Grossetto: diam. mm. 15,5/18 – gr. 0,39/0,61

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la croce nella sinistra; un cerchio di perline delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: S. TRIFON . CATARI e nel campo le iniziali del Conte Rettore Provveditore

R/ Leone in soldo con, alla base lo stemma del Conte Rettore Provveditore. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

Dall'asta Artemide un esemplare del grossetto; nel campo ai lati di S. Trifone, le iniziali del Conte Rettore Provveditore Alvise Minotto, che colloca il pezzo nel periodo 1565 - 1567

post-21005-0-24652500-1393444364_thumb.j

post-21005-0-27023300-1393444389_thumb.j

continua...

saluti

luciano

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Supporter

Esistono anche alcune varianti che presentano differenze:

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la croce nella sinistra; un cerchio di perline delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: S. TRIFON . CATARI e nel campo le iniziali del Conte Rettore Provveditore

R/ Leone in soldo con alla base lo stemma del Conte Rettore Provveditore. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; un cerchio di perline delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: S. TRIFON . CATARI

R/ Leone in soldo all'interno di uno scudo fasciato. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la croce nella sinistra; un cerchio di perline delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: S. TRIFON . CATARI e nel campo le iniziali del Conte Rettore Provveditore

R/ S. Marco seduto in trono nell'atto di scrivere il vangelo; sotto lo stemma del Conte Rettore Provveditore. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

oppure

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la croce nella sinistra; un cerchio di perline delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: S. TRIFON . CATARI e nel campo le iniziali del Conte Rettore Provveditore

R/ S. Marco seduto in trono nell'atto di scrivere il vangelo; sotto lo stemma del Conte Rettore Provveditore. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; un cerchio di perline delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: COMITAS CATARI e nel campo le iniziali del Conte Rettore Provveditore

R/ S. Marco seduto in trono nell'atto di scrivere il vangelo; sotto lo stemma del Conte Rettore Provveditore. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; un cerchio di perline delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: COMITAS CATARI e nel campo le iniziali del Conte Rettore Provveditore

R/ S. Marco in piedi posto di prospetto; a lato lo stemma del Conte Rettore Provveditore. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; un cerchio di perline delimita il campo della legenda, la cui epigrafe nel giro della moneta recita: COMITAS CATARI e nel campo le iniziali del Conte Rettore Provveditore

R/ S. Marco in piedi posto di prospetto; sotto lo stemma del Conte Rettore Provveditore. La legenda nel giro della moneta presenta la consueta epigrafe S. MARCVS . VENETVS.

continua ...

saluti

luciano

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Supporter
Inviato (modificato)

Gazzetta: diam. mm. 17,5/19 – gr. 1,09/1,71 – mistura

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e nella la città; ai lati S T (San Trifone); un cerchio di perline delimita il campo della legenda, che recita: COMITAS CATARI;

R/ S. Marco in piedi posto di prospetto; con la mano destra benedice e con la sinistra tiene il Vangelo; ai due lati le iniziali del Conte Rettore Provveditore; sotto un scudetto bandato; nel giro S MARCVS VENETVS

Soldo: diam. mm. 20/21 gr. 1,63/1,90 mistura

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e nella la città; ai lati S T (San Trifone); un cerchio di perline delimita il campo della legenda, che recita: COMITAS CATARI;

R/ S. Marco in piedi posto di prospetto; con la mano destra benedice e con la sinistra tiene il Vangelo; nell'esergo le iniziali del Conte Rettore Provveditore ZM (Zorzi Morosini) e relativo scudo bandato; nel giro S MARCVS VENETVS

Mezzo soldo: diam. mm. 20/21 gr. 1,63/1,90 mistura

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e nella sinistra la città; ai lati S T (San Trifone); un cerchio di perline delimita il campo della legenda, che recita: COMITAS CATARI;

R/ S. Marco in piedi posto di prospetto; con la mano destra benedice e con la sinistra tiene il Vangelo; nell'esergo le iniziali del Conte Rettore Provveditore ZM (Zorzi Morosini) e relativo scudo bandato; nel giro S MARCVS VENETVS

Follaro: che non riporta alcuna sigla riconducibile al Conte Rettore Provveditore e che ha queste caratteristiche:

diam. mm. 18,19 – gr. 0,97/1,81 – rame

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; nel giro: SANTVS TRIFON

R/ Leone in soldo; in cerchio di perline S MARCVS VENETV

Follaro: che riporta la sigla riconducibile al Conte Rettore Provveditore e che ha queste caratteristiche:

diam. mm. 18,19 – gr. 0,97/1,81 – rame

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; ai lati le iniziali del Conte Rettore Provveditore; nel giro: S TRIFON CATARI

R/ Leone in soldo; in cerchio di perline S MARCVS VENETV

oppure

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e la sinistra contro il petto; ai lati le iniziali del Conte Rettore Provveditore; nel giro: S TRIFON CATARI

R/ Leone in soldo all'interno di un quadrato accantonato su tre lati da S M V ; in primo piano sul lato di base, lo stemma del Conte Rettore Provveditore

continua...

saluti

luciano

alcuni tipi di follari:

post-21005-0-96111900-1393766288_thumb.j

post-21005-0-57312200-1393766356_thumb.j

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E' indubbiamente interessante Luciano leggere tutto questo anche da parte di un ignaro lettore, le prime considerazioni che faccio sono quelle che vedo una monetazione più rozza, essenziale ma però varia, vedo diversi nominali presenti.

La seconda è che sembrano esserci in tutto questo motivazioni diciamo geo - politiche che non sono di lettura immediata e che forse investono più fattori, più che di una delocalizzazione probabilmente qui entrano altri fattori forse politici, forse monetari, forse strategici, forse effettivamente non si volle riprendere in mano totalmente la situazione perché magari poteva anche far comodo una situazione del genere,

continuerò a leggere....

Mario

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Supporter

E' indubbiamente interessante Luciano leggere tutto questo anche da parte di un ignaro lettore, le prime considerazioni che faccio sono quelle che vedo una monetazione più rozza, essenziale ma però varia, vedo diversi nominali presenti.

La seconda è che sembrano esserci in tutto questo motivazioni diciamo geo - politiche che non sono di lettura immediata e che forse investono più fattori, più che di una delocalizzazione probabilmente qui entrano altri fattori forse politici, forse monetari, forse strategici, forse effettivamente non si volle riprendere in mano totalmente la situazione perché magari poteva anche far comodo una situazione del genere,

continuerò a leggere....

Mario

Ciao Mario

Credo anch'io che motivazioni "politiche" abbiano influenzato le scelte prese da Venezia in tema di concessioni monetarie ed in particolare all'esistenza di una zecca locale.

Sappiamo dal Lazzari che il privilegio ottenuto da Cattaro lo ebbe anche Scutari; tante altre monete battute a nome di questa o quella città dalmata o albanese, portanti le immagini dei propri santi protettori, furono tutte coniate a Venezia.

Parliamo di citta come Zara o Sebenico, ben più grandi di Cattaro, sia per estensione, sia per il numero di abitanti e poi ancora altre città, più piccole, come Trau, Dulcigno e Antivari, anche se pare che le monete per quest'ultima città vennissero battute a Cattaro.

Quindi scelte differenti hanno pesato sulle decisioni della Serenissima; posso pensare che Zara fosse troppo "inquieta" e poco affidabile (basta pensare a quante volte Venezia dovette intervenire per sedare rivolte, spesso fomentate dall'Ungheria); Trau che penso fosse troppo esposta al pericolo di invasioni ... ma io devo necessariamente fermarmi qui ...

saluti

luciano

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Supporter
Inviato (modificato)

e per finire i follari di dimensione inferiore rispetto ai precedenti:

Follaro: che riporta la sigla riconducibile al Conte Rettore Provveditore e che ha queste caratteristiche:

diam. mm. 15/18 – gr. 0,62/1,34 – rame

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e nella sinistra la città; ai lati le iniziali del Conte Provveditore; nel giro: SANTVS TRIFON

R/ Leone in soldo all'interno di un cerchio perlinato, nel giro S MARCVS VENETI

oppure

D/ S. Trifone, posto di prospetto, con il capo nimbato, vestito da una lunga tunica, che tiene nella mano destra la palma del martirio e nella sinistra la città; ai lati le iniziali del Conte Provveditore; nel giro: SANTVS TRIFON

R/ Leone in soldo all'interno di un cerchio perlinato, sotto lo stemma del Rettore e nel giro S MARCVS VENETI

qualche altro tipo di follaro:

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Conte Rettore Provveditore Zuanne Lion (1449-1451)

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Conte Rettore Provveditore Sebastiano Contarini (1501-1503)

post-21005-0-75272100-1394046672_thumb.j

Conte Rettore Provveditore Francesco Sanudo (1533-1534)

Nb:

le immagini sono state prese in rete (mcsearch)

ho omesso quelle varianti che riguardano la differente interpunzione e/o legenda

saluti

luciano

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Uh Luciano ti segnalo un grossetto di Cattaro per Paolo Donà alla prossima asta Artemide!

non riesco a mettere il link ma di certo lo troverai.

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Buona serata

viste, grazie @@gigetto13 della segnalazione, non avevo ancora visto il catalogo; il grossetto è veramente ben conservato; non ne capitano molti così ben tenuti.

luciano

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  • 1 anno dopo...
Supporter

posto quel poco che ho in collezione

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Awards

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I Cattarini avevano la loro zecca e fin dal secolo IX vi si coniavano monete ,anche sotto Croscio (Urosc)  nelle quali egli s' intitolava Imperatore di Romania . Cattaro ebbe il diritto di zecca (col variare del protettorato varia il rovescio delle medesime, restando sempre S. Trifone sul diritto) sotto Taurtco re di Serbia (o Rascia), reggendosi con propri statuti (Cattaro era governata da propri statuti, i più antichi dei quali risalgono al 1301 e furono pubblicati a Venezia nel 1606 con il titolo di Statuta et leges civitatis Cathari.). Città autonoma sotto il dominio bizantino e poi serbo: nel 1366 viene presa da Lodovico re d'Ungheria e nel 1377 viene presa e distrutta dai veneziani. Riconquistata da Taurtco cade ben presto nuovamente in mano ungherese (Carlo IV). La città di cattaro (oggi in montenegro) divenne nel 1420 dominio della serenissima, quando i suoi abitanti fecero liberamente atto di sottomissione.Circondata com'era dagli ungheresi, dai serbi, dagli ottomani....; l'unico scudo che potesse difenderla era darsi a Venezia, sapendo che sotto la Repubblica, al pari di altre piccole realtà adriatiche, avrebbe goduto di larghe autonomie e privilegi, cosa impensabile che avvenisse sotto ungheresi e serbi...561475_467798136573693_1727867195_n.jpg?  Il governo della città post 1420, era di tipo aristocratico e si ispirava al modello veneto, con un Maggior consiglio composto di soli nobili, un Minor e segreto consiglio di sei membri e un Senato (o Consiglio dei Pregati) di quindici. Dalla riunione comune del maggiore e minore consiglio erano eletti tutti i vari ufficiali del comune, tra cui i provveditori alla sanità, i tre giudici della corte del Rettore e i provveditori alla zecca dove anche sotto il dominio veneto continuarono ad essere coniati vari tipi di moneta diffusi nel basso Adriatico e in Albania.Da notare che i Veneziani per non dare ai Cattarini il più piccolo motivo di ribellione, concessero loro di conservare l'effigie di S Trifone, ma oltre al S. Marco in Leone o in figura seduto sul trono, aggiunsero dalla parte del santo protettore di Cattaro le iniziali dei nomi dei rispettivi Conti o Provveditori, come si vede nelle monete coniate dal 1421 fino alla caduta della Repubblica veneziana.  396561_467805269906313_625702663_n.jpg?o         Cattaro costituisce una eccezione alla regola; mentre Venezia provvedeva sempre, nella sua zecca, alla coniazione delle monete circolanti nelle città suddite e delle colonie, Cattaro coniava in prima persona le sue monete: "quod in chataro cudatur moneta juxta suas consuetudines". 


La monetazione di Cattaro si può dividere in periodi ben distinti.


  • Repubblica
  • periodo serbo
  • regno d'Ungheria
  • periodo bosniaco
  • periodo veneto
  • periodo ossidionale del 1813
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Awards

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Periodo repubblicano (XI-XV secolo):


si tratta di monete anonime di difficile inserimento cronologico,


recano al dritto san Trivone -STRI phon- ed al rovescio un castello (abbozzo) e -CIVIT CATAR


 


67149_467813776572129_1990599339_n.jpg?o


 


o monete che sia al dritto che al rovesci riportano il santo traa leggende: CIKTARI - S TRIRON


 


396407_467817983238375_1250550133_n.jpg?


 


Il periodo serbo:


Stefano Duscian (1331-1355)


Stefano Urosio (1355-1371)


Questa monetazione imitativa riprende il grosso veneziano infatti  al rovescio abbiamo il santo patrono con la leggenda S TRIFON  al dritto troviamo il monarca seduto in trono


 


403209_467830069903833_175983414_n.jpg?o


 


Il periodo "Ungherese:


Lodovico I d'Angiò (1370-1382)


Ladislao di Durazzo (1392-1405)


anche in questo caso si tratta di per lo più monetazione imitativa in stile veneziano; abbiamo la coniazione di grossi e mezzi grossi


 


385619_467840799902760_511508103_n.jpg?o


 


Il periodo bosiaco:


Tuartco (1385-1392)


Stefano Ostoja (1404-1405)


pur rinnovate nello stile sono imitative di venezia anche quelle appartenenti a questa monetazione


 


550861_467841539902686_1669228188_n.jpg?


 


letteratura


Nuova raccolta delle monete e zecche d'Italia. (con tavole.). Di Guido-Antonio Zanetti


Bollettino della Società Adriatica di Scienze Naturali in Trieste AUGUSTO YIERTHALER.


CNI volume IV


Magister Johannes Hus und der Abzug der deutschen Professoren und Studenten aus Prag,1864 Hoefler


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Notizie Peregrine di Numismatica e Sfragistica

 

http://www.socnumit.org/doc/AltreRIV/NPNA5.pdf

 

da pagina 30 troverete la lista completa dei provveditori di Cattaro

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Awards

Supporter

e adesso mi viene il dubbio? Francesco Pisani o Francesco Prioli?

Buona serata

 

F P .... vale sia per Francesco Pisani, sia per Francesco Priuli ... :pardon:

Probabilmente qualche dettaglio iconografico lo svelerebbe (magari le sigle poste differentemente; invece che ai lati di S. Trifone, nel campo o sotto il Santo ... la butto li perché al momento non ho la possibilità di controllare)

 

saluti

luciano

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  • 5 mesi dopo...
Supporter

Buona giornata

 

... ma è pure smangiucchiata!

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