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IGNORED

Testone da 20 soldi


Corsodinazione

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Buongiorno a tutti!

Ecco un testone di Gian Maria galeazzo Sforza da 20 soldi che ho acquisito :pleasantry:

.....9,60 grami 29 mm...ne sonno abbastanza fieru...

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Modificato da Corsodinazione
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Ciao, veramente una gran bella moneta. Complimenti!

Testone - MIR 201/3

Una precisazione, si tratta di Galeazzo Maria Sforza V duca di Milano (1468-1476) e non di Gian Galeazzo Maria Sforza (suo figlio).

Modificato da miroita
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Veramente ottima scelta, moneta affascinante che inizia un'epoca nuova, in pratica il Rinascimento sulle monete, cambiando la tecnica di coniazione fino ad allora rimasta praticamente inalterata dai tempi dell'antica Grecia .

Questa moneta è opera di Cristoforo Foppa di Milano, soprannominato Caradosso, figlio di un famoso orafo e orafo lui stesso, il "testone" è stato coniato a partire dal 1474.

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Veramente ottima scelta, moneta affascinante che inizia un'epoca nuova, in pratica il Rinascimento sulle monete, cambiando la tecnica di coniazione fino ad allora rimasta praticamente inalterata dai tempi dell'antica Grecia .

Come cambio' la tecnica di coniazione Dizzeta rispetto alle precedenti emissioni , o se vogliamo alle coniazioni id denari e grossi medioevali ?

in antichità la coniazione di nominali argentei e bronzi di notevole spessore implicava l'utilizzo di maggiori quantità di metallo, un tetra pesava 16/17 gr. - mentre un denaro medioevale poco piu' o poco meno di un grammo a seconda delle emissioni. Pero' l'approntamento del conio, il processo dell'incisione era abbastanza simile, è questo che volevi dire ? Ma cosa cambia con l'introduzione del quarto, o testone, a parte il modulo maggiore e il peso e naturalmente la maggiore finezza esecutiva data anche dall'importanza della moneta ?

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Come cambio' la tecnica di coniazione Dizzeta rispetto alle precedenti emissioni , o se vogliamo alle coniazioni id denari e grossi medioevali ?

Il libretto da cui ho preso queste righe dice che:

"Cristoforo Foppa volse la sua attenzione anche alle medaglie e con Benvenuto Cellini dedicò molta attenzione, in modo particolare, ai problemi connessi con una meccanizzazione dei processi di coniazione, fino ad allora manuali, annunciando la fine di una tecnica che era rimasta sostanzialmente invariata dai tempi della grecia antica. La sua opera più famosa e importante nel disegno monetale fu portata a termine nel tardo XV secolo per la corte degli Sforza di Milano, la cui monetazione raggiunse una perfezione senza confronti per quell'epoca. Sebbene i coni milanesi siano privi di firma, è possibile provare che monete di così rara delicatezza nella concezione e così rifinite e perfette nell'esecuzione, debbano essere attribuite alla sua paternità"

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Scusate, il brano che ho riportato è tratto da: "Arte nella moneta" di C.H.V. Sutherland e il capitolo titola "monete del primo rinascimento in Italia"

Modificato da dizzeta
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Come cambio' la tecnica di coniazione Dizzeta rispetto alle precedenti emissioni , o se vogliamo alle coniazioni id denari e grossi medioevali ?

Mi accorgo però di non aver risposto alla domanda ...in estrema sintesi, secondo il Sutherland, la tecnica cambiò a quell'epoca a seguito del successo di Pisanello e altri artisti nella medaglistica mentre gli incisori delle monete erano incapaci, fino ad allora, di ottenere gli stessi risultati:

"E' probabile che il cambiamento dello stile segni anche un cambiamento nella tecnica, cioè coni ottenuti interamente mediante l'incisione a coni stampati da un punzone e rifiniti ad intaglio."

E cita ad esempio il testone immediatamente successivo del Foppa: "Il ritratto di Gian Galeazzo Maria Sforza, il più piccolo della famiglia, e di suo zio e tutore Ludovico Sforza, che occupò il ducato di Milano nell'ultimo quarto del XV secolo fino alla cattura ad opera di Luigi XII di Francia nel 1500, sono lavori di qualità superba in cui la rappresentazione possiede una luminosità e una delicatezza come se fosse stata prodotta dalla cera del medaglista e non dagli strumenti dell'incisore."

Modificato da dizzeta
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Molto interessante Dizzeta

In effetti l'introduzione della medaglia rinascimentale fu in sostanza la vera rivoluzione, sia tecnica, sia artistica che probabilmente pirto' come sostiene Sutherland a innovare anche le tecniche di coniazione delle monete, divenute, dal 1460/70 in poi piu' ampie come modulo e piu' grosse

Ho molte pubblicazioni di Sutherland ma non quella da te citata , non si finisce mai di imparare.

Grazie :)

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Guarda che caso, stavo leggendo quel libro proprio ieri sera; credo sia l'unico testo di estetica monetale degli ultimi cinquant'anni.

Dell'utilizzo dei conii "stampati" parla anche il Cellini, nella Vita... Adesso non ho il testo sottomano e purtroppo non riesco a citarlo.

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Galeazzo Maria Sforza lascia comunque " segni importanti " in campo numismatico, ma anche non, la riforma monetaria del 1474, l'introduzione della fantomatica " lira da venti soldi " che si materializza qui e che è alla base della riforma della monetazione di Carlo Magno, firma un decreto veramente "rivoluzionario " in cui rinuncia ad ogni diritto di conio, rompendo una prassi ormai consolidata medievale, cambia l'epigrafia passando dai caratteri gotici a quelli romani, continua la strada iniziata con Francesco I Sforza del cambiamento iconografico con il ritratto e l'immagine che entrano prepotentemente al diritto della moneta.

L'iconografia è fantastica, non solo stilisticamente, la moneta segue il culto dell'immagine, il look con una parola moderna, i particolari diventano veristici e realistici.

Si potrebbe parlare di tanti aspetti, di fisionomica, ma anche di fisiognomica, siamo nel ritratto rinascimentale col culto dell'individuo e della personalità, il triangolo su cui si basa tutto diventa l'artista, ma anche il committente e ovviamente il finale, l'utilizzatore, cioè il pubblico.

E allora in tutto questo contesto, in questo quadro tutto contano anche i capelli fluenti sulla fronte di Galeazzo Maria Sforza che cambiano rispetto al ritratto con fronte scoperta del doppio ducato e del ducato di tipo I, tanto che il Crippa ritiene che un tipo possa essere pre-riforma e l'altro a partire dalla stessa, cioè dal 1474.

Quindi tanto e di più con Galeazzo Maria, figura importante nella monetazione milanese, figura in cui anche i dettagli sono importanti, come abbiamo visto anche una folta capigliatura poteva dire molto sotto svariati aspetti.....non solo estetici e stilistici.....

Modificato da dabbene
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Ho capito da dove nasce la dotta citazione del bravo Dizzeta: il volume originale di Sutherland e' stato tradotto in italiano proprio a cura del circolo Corrado Astengo ! In una bella edizione titolata Arte nella Moneta edita a genova nel 1992

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Ho capito da dove nasce la dotta citazione del bravo Dizzeta: il volume originale di Sutherland e' stato tradotto in italiano proprio a cura del circolo Corrado Astengo ! In una bella edizione titolata Arte nella Moneta edita a genova nel 1992

Vero, grande serbatoio di informazioni è il Circolo Astengo, frequentato da persone meravigliose e preziosissime ...veri Amici che non ho dubbi a classificare SPL e R5 ...

Invece se la citazione è "Dotta" io certamente non lo sono ...mi sento più "Pisolo" ...visto che mi sveglio solo quando leggo di Genova ...o "IANVE" ...come nella legenda di questa moneta ...

Modificato da dizzeta
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Fu importante in tutto questo anche l'influenza dei rapporti e delle frequentazioni di corte di Galeazzo Maria, amava contornarsi di artisti, ma anche pittori, l'influenza dei pittori lombardi ispirò poi i coniatori stessi.

C'è per esempio un ritratto, una tempera su tavola di Zanetto Bugatto che sembra la musa ispiratrice del testone postato, Zanetto non era pittore di corte ma ritrasse il duca più volte e fornì molti disegni alla zecca di Milano.

E' interessante sapere di una missiva del 4 marzo 1467 tra Giovanni Guappano e Galeazzo Maria, il Guappano, funzionario, informa dell'andamento dei conii e sollecita l'invio della leggenda da inserire e che doveva accompagnare il ritratto : la richiesta e la preghiera erano rivolte al duca di cercare di abbreviare i numerosi titoli che gli spettavano e di cercare di stare in 20 lettere per non pregiudicare la leggibilità.

In realtà Galeazzo Maria se ne infischiò :blum: e con perfidia gli girò ventidue lettere per il ducato in oro.

Il 4 giugno 1474 ordina la coniazione del testone, moneta che di fatto trasforma una moneta di conto in moneta circolante ; Marco Albertario nel suo fascicolo 8 del CCNM , 2002, ci ricorda che uno degli esiti della riforma sarà il miglioramento della qualità del metallo, in realtà l'approntamento di un modulo più largo apre nuove possibilità iconografiche e di maggiore impatto visivo, si aprono il campo visivo e lo spazio a disposizione.

Tutto questo per far capire quante fossero le implicazioni in una moneta, l'idea, l'ispirazione, e qui l'arte e la pittura del tempo contarono, anche la politica, perché la moneta era poi un messaggio da trasmettere, agli utenti, ma anche e soprattutto verso le grandi potenze europee dell'epoca, il messaggio doveva essere chiaro e incisivo ....

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Complimenti per la lettura, ma temo che molte cose siano cambiate, riguardo soprattutto alle attribuzioni. Poi non occorre essere così pessimisti sugli studi del passato: c'è una buona bibliografia sull'estetica monetale in Italia. Ne invio un po' a beneficio di questa discussione, soprattutto in riguardo al ritratto rinascimentale. Per Dabbene, pssss, parlo piano perché non sentano quelli della sezione Veneziana, che poi si gasano, ma la prima lira da 20 soldi fu battuta a Venezia nel 1472, poi a Milano

- E. Bernareggi, Monete d’oro con ritratto del Rinascimento italiano 1450-1516 (Milan, 1954)

" ‘Notizie sulla produzione della zecca di Milano nel periodo sforzesco in documenti d’archivio’, Annali: Istituto Italiano di Numismatica 18-19 (1971-2), 265-79.

" ‘Monete d’oro con ritratto del Rinascimento italiano. Un aggiornamento’, NAC 4 (1975), 299-329.

" ‘Una moneta d’oro inedita di Milano: il fiorino di Azzone Visconti’, NAC 11 (1982), 331-41.

" ‘I precursori del Rinascimento nel ritratto monetale Italiano’, in Proceedings of the 9th International Congress of Numismatics, Berne 1979, vol. 2 (Louvain-le-Neuve, 1982), 909-17.

" ‘La monetazione milanese dal 1450 al 1600’, in Gorini (ed.), La zecca di Milano: Atti del Convegno internazionale di studio, Milano 1983 (Milano, 1984), 359-76.

- L. Cogliati Arano, ‘La monetazione di Luigi XII ed i suoi precedenti sforzeschi’, in Gorini (ed.), La zecca di Milano: Atti del Convegno internazionale di studio, Milano 1983 (Milano, 1984), 377-401.

- H. Nussbaum, 'Ritratti di principi su monete italiane del Quattrocento' (H. Nussbaum, Introduzione e traduzione a cura di F. Saetti), Panorama NUmismatico, 60 (gennaio 1993), 61 (febbraio 1993), 62 (marzo 1993) traduzione ital. dell'articolo uscito nella ZfN del 1925

- A. Saccocci, ‘Aspetti artistici della monetazione italiana del Rinascimento’, in A testa o croce: immagini d’arte nelle monete e nelle medaglie del Rinascimento, ed. G. Gorini, A. Parise and A. Saccocci (Padua, 1991), 11-65.

- Saetti F., Il ritratto monetale di Federico da Montefeltro e la pala Montefeltro in Brera RIN, 106 (2005), 247-58 + vari articoli nella RIN dal 1998 al 2004

- L.Travaini, I capelli di Carlo il Calvo. Indagine sul ritratto monetale nell'Europa medievale (Roma, 2013), ove si trova la bibiografia precedente della stessa autrice sulll'argomento

- V. Vettorato, 'Il ducato d'oro con ritratto di Borso d'Este signore di Ferrara (1450-1471)', NAC 37 (2008), 441-62

Modificato da Andreas
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Si Andreas lo sapevo anche io, speravo che non si accorgesse nessuno....grazie piuttosto della completa bibliografia, argomento che mi affascina in modo particolare e che sto cercando di approfondire proprio con alcuni di questi testi...

un caro saluto,

Mario

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Car.mo Dabbene,

caspita, hai un po' esagerato con il parlare a bassa voce, ci ho quasi rimesso gli occhi. Ho visto che conoscevi quella letteratura, lo Zanetto Bugatto non mente, ma mi sembrava utile dare quelle indicazioni, che avevo già in file. Sullo Zanetto Bugatto la fonte è bellissima, perché ci dice che il pittore e l'incisore non erano la stessa persona: quando mandai li Magistro Zanetto et lo magistro che fa li ferri da fare li ducati con la testa de V. Ex (Galeazzo Maria Sforza), mentre sempre sotto lo stesso Duca, Ambrogio da Civate fa tutte e due le cose: Ambrosio fiollo de Magistro Maffeo da Chiva...lo quale ha retracto la testa de vostra Ill.ma Sig.ria et facti li feri cun li quali se stampixe li vostri ducati dopij. Quindi è sempre problematico stabilire l'autore dell'incisione

Saluti,

Andreas

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C'è un film di Walt Disney intitolato ''Gli Aristogatti'' che contiene una scena in cui lo zio Reginaldo (completamente ubriaco) sente parlare sottovoce le due nipoti Adelina e Guendalina Bla Bla ed esclama: ''Cos'è tutto questo bisbigliare?''

Ecco stavo tranquillamente a leggermi notizie sui Logobardi (ovviamente avendo bevuto il mio bichiere di vino a cena) quando ho sentito qualcosa e mi son detto: ''Cos'è tutto questo bisbigliare?''

Veniva da qui... ^_^

Vorrei quindi dire che noi della sezione serenissima siamo fieramente orgogliosi che la prima lira coniata sia stata la Lira Tron che vide luce a Venezia.

Con questo non disdegnamo altre lire coniate altrove anche perchè in quanto a bellezza Visconti battono Tron per 3 a 0...

Arka

P. S. Però se i veneziani avessero continuato a porre il ritratto dei dogi successivi non ce ne sarebbe stato per nessuno.

P.S. 2 Per chi non avesse visto gli Aristogatti lo zio Reginaldo e le sue nipoti sono oche. :D

Modificato da Arka
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C'è un film di Walt Disney intitolato ''Gli Aristogatti'' che contiene una scena in cui lo zio Reginaldo (completamente ubriaco) sente parlare sottovoce le due nipoti Adelina e Guendalina Bla Bla ed esclama: ''Cos'è tutto questo bisbigliare?''

Ecco stavo tranquillamente a leggermi notizie sui Logobardi (ovviamente avendo bevuto il mio bichiere di vino a cena) quando ho sentito qualcosa e mi son detto: ''Cos'è tutto questo bisbigliare?''

Veniva da qui... ^_^

Vorrei quindi dire che noi della sezione serenissima siamo fieramente orgogliosi che la prima lira coniata sia stata la Lira Tron che vide luce a Venezia.

Con questo non disdegnamo altre lire coniate altrove anche perchè in quanto a bellezza Visconti battono Tron per 3 a 0...

Arka

P. S. Però se i veneziani avessero continuato a porre il ritratto dei dogi successivi non ce ne sarebbe stato per nessuno.

P.S. 2 Per chi non avesse visto gli Aristogatti lo zio Reginaldo e le sue nipoti sono oche. :D

Mannaggia quando c'è Venezia non ti scappa nulla :blum: , magari altro, ma Venezia mai....., sulla primogenitura nulla possiamo dire ....sull'iconografia sforzesca, su questi ritratti però non viscontei, è dura....molto dura....dai a Verona.....

Mario

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Supporter

Mannaggia quando c'è Venezia non ti scappa nulla :blum: , magari altro, ma Venezia mai....., sulla primogenitura nulla possiamo dire ....sull'iconografia sforzesca, su questi ritratti però non viscontei, è dura....molto dura....dai a Verona.....

Mario

Difficile che "scappi" a 3 curatori......a due può essere, ma uno vigila sempre!

:guitarist: siamo sempre in tre, tre briganti e......e poi mi astengo.

saluti

luciano

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Tra l'altro, e Luciano lo sa, uno " dei miei sogni numismatici " sarebbe proprio la lira Tron, per la moneta e per quello che rappresenta, un simbolo numismatico, una storia numismatica.....però ci vogliono almeno due componenti...., però mai dire mai..... :nea:

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