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IGNORED

DELLE PENE E DEI CASTIGHI


Risposte migliori

Il 26/7/2014 at 11:20, 417sonia dice:

Da alcuni accenni fatti da Marin Sanudo nei suoi "Diarii" pare che ci fosse stato anche un arcivescovo di Candia...che fu accusato di produrre moneta falsa.

Il 26/7/2014 at 19:46, dabbene dice:
Qui abbiamo...un re....un marchese, un chierico....

Arcivescovi, re, marchesi...per tenere il passo mi sa che debbo scomodare un imperatore...anzi, L'EMPEREUR!

Domani...o lunedì :rolleyes:

petronius post-206-0-11100300-1406398099_thumb.gif

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Marco Bazzini......ci mancava .....e quindi ci spostiamo vicino a Parma :

A 17 agosto 1501 fu preso Agostino Atanasio " da Parma e menato a Milan, accusato di aver fato moneta falsa a Ramosello, ad un suo castello ; e gli fu trovata moneta ed artefici da farla " .

Il tutto avvenne a Ramosello da identificare con Ramoscello, vicino a Parma, è molto probabile che il falsificatore citato avesse " lavorato " con nominali milanesi in quanto Parma era da decenni parte del Ducato visconteo - sforzesco e quindi monetazione molto utilizzata.

Ma Bazzini cita un altro caso di falsificatori, questa volta all'interno delle mura di Parma : " A 16 gennaro Adonio Pellizaro e Batiston de Castello, per spendere monete false, furon presi e frustati da uno ad altro portone, poi ala campana legati, con ova berlinati e tagliaroli una recchia per uno e bolati in fronte : e coloro che facean le monete fugiron " .

Nel 1511 altra citazione di moneta falsa a Parma da parte del cronista parmigiano Leone Smagliati che fa capire come era la situazione in città in quei anni : " in data 21 giugno 1511 a Parma " apareva solo monete false batute a Milano ".

Quindi tanti falsi e falsificatori nel 1500 anche a Parma, con la moneta milanese falsificata, con i falsificatori che però la pellaccia la portarono a casa.... :blum:, forse però le orecchie no....a quanto pare..... :help:

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Quindi tanti falsi e falsificatori nel 1500 anche a Parma, con la moneta milanese falsificata, con i falsificatori che però la pellaccia la portarono a casa.... :blum:, forse però le orecchie no....a quanto pare..... :help:

Questa cosa del taglio delle orecchie è interessante. Se vai a rileggerti il mio post #140, vedrai che anche in America, e ben 250 anni dopo i fatti da te narrati, a un falsario tagliarono le orecchie. Viene da pensare che si trattasse di una pena diffusa un po' dappertutto, e praticata per lungo tempo.

Ma perché proprio le orecchie e non, ad esempio, due dita? forse tagliarle a un falsario aveva un significato particolare? o si trattava semplicemente di una pena comminata un po' a tutti?

petronius oo)

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Di solito se non c'era addirittura la pena capitale, pene corporali erano sicuramente dai longobardi in su il taglio della mano, delle dita e a voler guardare qui c'è subito la connessione simbolica della pena, credo che l'alternativa in qualche caso fosse l'orecchia o entrambe, forse una gradualità della pena penso, meno invalidante ma comunque significativa lo stesso, oltre alla mancanza delle percezione uditiva era come marchiare un uomo e forse il taglio di un orecchio poteva essere inteso ai tempi e additato poi come segno di un falsario , in quanto evento, a differenza delle dita, certamente non casuale, " un uomo diciamo marchiato a vita e da additare negativamente alla società ", se così fosse oltre alla pena fisica si aggiungeva una pena da scontare in società di discredito come persona....

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Il 27/7/2014 at 10:24, dabbene dice:

forse il taglio di un orecchio poteva essere inteso ai tempi e additato poi come segno di un falsario , in quanto evento, a differenza delle dita, certamente non casuale, " un uomo diciamo marchiato a vita e da additare negativamente alla società

Sì, potrebbe essere così, in effetti qualche dito, o anche tutta la mano, uno poteva perderli per gli eventi più disparati, ma perdere un orecchio non era, e non è, cosa da tutti i giorni :D

petronius :)

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Il 26/7/2014 at 20:03, petronius arbiter dice:

Arcivescovi, re, marchesi...per tenere il passo mi sa che debbo scomodare un imperatore...anzi, L'EMPEREUR!

Oltre a quello di Primo Console, Napoleone Bonaparte avrebbe ben meritato anche il titolo di "Primo Falsario di Francia" post-206-0-91656600-1406485220_thumb.gif

A dire il vero, il suo atteggiamento verso i falsari fu all'inizio ben poco conciliante. Dopo il disastro degli Assignats istituì infatti una severissima legislazione, che prevedeva per i falsari condanne fino a 15 anni "con catene", la marchiatura a fuoco della lettera F (faussaire, falsario) sulla spalla destra, e non infrequenti condanne a morte.

Tuttavia, anche Napoleone, come altri già visti in questa discussione, non si tirò affatto indietro quando si trattò di usare l'arma della moneta falsa contro i suoi nemici esterni.

La prima vittima fu l'Austria...o almeno, questa era l'intenzione dell'Imperatore, ma come andarono davvero le cose non è chiaro ancora oggi.

Durante una fugace visita a Vienna nel 1803, Napoleone si era reso conto dell'importante ruolo che la Banca Nazionale giocava nell'economia dell'impero asburgico, quasi costantemente in stato bellico, e si era fatto persuaso che un ottimo sistema per distruggere l'Austria sarebbe stato attaccarne la circolazione monetaria.

Dopo il trionfo di Austerlitz del dicembre 1805 e la firma del Trattato di Presburgo, che sottraeva importanti territori all'Austria, Napoleone decise che era venuto il momento di attuare anche la guerra monetaria.

Dal 1806, una tipografia clandestina al n. 25 di Boulevard Montparnasse, iniziò a stampare biglietti austriaci (Banco-Zettel, come quello da 2 gulden, autentico, in allegato, dalla mia collezione) sotto diretto controllo di Fouchè, ministro di polizia.

Ma questi biglietti, sebbene stampati in enorme quantità, non furono subito immessi nella circolazione.

Soltanto nel 1809, dopo l'ennesima sconfitta dell'Austria nella battaglia di Wagram e la firma del Trattato di Schönbrunn, Napoleone decise che era giunto il momento che gli austriaci facessero uso dei nuovi biglietti stampati a Parigi. Ma, nonostante avesse scritto tre lettere a Fouchè (nella prima chiedeva che venisse spedita una grossa fornitura, con la seconda disponeva la stampa di nuovi biglietti per l'ammontare di 100 milioni, nella terza affermava di necessitare di 100-200 milioni di banconote) pare che i biglietti contraffatti non siano mai arrivati a destinazione, anche perché nel frattempo gli austriaci erano venuti a conoscenza della cosa.

Altre fonti, provenienti da nobili francesi dell'epoca, affermano invece che all'inizio del 1809 furono introdotti in Austria, all'insaputa di tutti, 400 milioni di biglietti falsi.

E' peraltro certo che già nel 1806 una notevole quantità di biglietti stampati in Boulevard Montparnasse non si trovasse più a Parigi, ma le fasi dell'intera operazione restano nebulose, e oggi i Banco-Zettel falsi sono di estrema rarità, al punto che un sito consultato, specializzato sull'argomento "falsi di guerra", non è riuscito a reperire nemmeno una foto.

Va meglio, quanto a foto, con i falsi rubli che Napoleone produrrà (e sicuramente userà) contro i russi, qualche anno più tardi...ve lo racconto domani ;)

petronius oo)

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Mi compiaccio con petronius arbiter per gli interessanti interventi, e nel contempo vorrei esprimere un pensiero ad alta voce...

Ma con tutti questi falsi e falsari, a fare due conti sembra che vi fossero più tondelli di mala moneta che quelli buoni, a questo punto va bene che molto fu ritirato e fuso, ma il resto...

Mi occupo di falsi e curiosità numismatiche da sempre, ma ripensando a quello che mi è passato d'innanzi, fra aste, convegni, e mercatini, oltre che una vita passata in una piazza come Milano, qualche conto non mi torna...

Allora, non è che qualche falso vige tranquillamente fra noi????????

Tenendo anche conto dell'abilità di alcuni falsari ( artisti incisori) e dei mezzi di facile reperimento che avevano a disposizione per battere a martello????????????

Ribadisco oltre che dai racconti di questa magica e importantissima discussione ( forse una delle poche degne di nota in questo periodo sul forum) e cosa nota che in tutto il mondo Numismatico si producessero falsi di ogni sorta, ma esistono periodi molto bui dove non riesco a comprendere una certa penuria....

Eros

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Credo che il falso accompagni la storia delle monete dalle prime a oggi, lo stimolo a lucrare e trarre vantaggi economici c'è sempre stato, probabilmente qualche periodo può differenziarsi per maggiori controlli, ma credo che nessuno sia stato immune e un po' la discussione lo dimostra.

Sicuramente ci può essere qualche bel falso, ben fatto anche nelle nostre collezioni, casi dubbi altrettanto, non dimentichiamo il fenomeno non solo quello d'epoca ma anche quello moderno che con tecniche molto avanzate è presente sul mercato, con particolari riferimenti dall'est Europa, ma non solo e certamente in molti casi è veramente difficile per quasi tutti accorgersi.
L'intento della discussione era ed è quello di riunire il forum in una discussione generalista, ci stiamo provando con difficoltà, ma vedo che il grande apporto di Petronius e di altri che ci fanno sperare.....in una continuazione ancora...

Abbiamo in realtà parlato di ogni epoca, di tante zecche.....certamente qualche intervento in più sul periodo classico o sulla monetazione del Regno, ma anche degli attuali euro potrebbe essere utile per dare una panoramica più completa, certamente anche nel Regno per esempio i falsi c'erano o no ?

Sarebbe bello e interessante poi, dopo aver visto nei tempi, pene e castighi di ogni genere e tipo spesso truculenti e letali, capire oggi cosa rischierebbe penalmente una organizzazione di falsari scoperta nel fabbricare moneta falsa e qui magari potrebbe aiutarci @@bizerba62.....

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Sicuramente i siti fortificati, i castelli erano tra i posti più ambiti dai falsari....

E' così nel Castello di Sacuidic vicino a Forni di Sopra, Udine, qui c'era un sito fortificato che fu frequentato tra il XII e il XIV secolo.

Il sito è stato oggetto di studi, è risultato che il castello fu abbondonato a seguito di un incendio, probabilmente l'incendio fu fatto per nascondere le tracce di una zecca clandestina.

Tra i ritrovamenti infatti si annoverano una decina di tondelli in rame non coniati, scorie di fusione, metalli fusi, lingottini di metallo non lavorati di probabile provenienza della zecca stessa clandestina.

Ma se i castelli erano uno dei punti preferiti dai falsari, spesso gli stessi sceglievano luoghi impensabili e lontano dagli occhi di tutti....uno di questi era la grotta....

A Riolo Terme c'è la Grotta di Re Tiberio, vicino a Ravenna, la stessa ebbe varie frequentazioni dal X secolo al XVI secolo, qui furono ritrovate 15 verghette di rame, due tondelli non coniati, e scorie di fusione.

Inoltre erano presenti 5 crogioli in terracotta refrattaria con segni di esposizione evidente al fuoco con tracce all'interno di fusione di rame.

Tutto l'insieme del ritrovato è stato associato alla probabile presenza di una zecca clandestina.

Quindi castelli, siti fortificati.....ma anche grotte, in un certo qual senso l'argomento anche per questi siti incredibili assume sempre più contorni di storie e racconti quasi da film.....certamente un mondo da scoprire.....se volete.....anche insieme.....

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Il 27/7/2014 at 20:02, petronius arbiter dice:
Va meglio...con i falsi rubli che Napoleone produrrà (e sicuramente userà) contro i russi, qualche anno più tardi...

Pare in realtà che nei locali di Boulevard Montparnasse già dal 1807 incominciassero ad accumularsi mucchi di rubli, anche se Napoleone lancerà la campagna di Russia soltanto cinque anni più tardi.

Lo scopo, in questo caso, non era tanto quello di portare alla rovina economica la Russia, che non aveva alcun rapporto o quasi coi mercati finanziari europei, quanto piuttosto di accattivarsi il favore della popolazione, nei confronti della quale i francesi si presentavano non come predoni invasori, ma come amici pronti a donare generosamente, pagando tutto ciò di cui avevano bisogno fino all'ultimo copeco...falso :rolleyes:

Dalla Francia non doveva partire un solo grammo di carne per la Russia, perché tutto ciò di cui le truppe avrebbero avuto bisogno sarebbe stato acquistato dai contadini russi in loco, e pagato in contanti. Contadini che erano sì, analfabeti, come la gran parte dei loro colleghi europei, ma conoscevano bene la cartamoneta, assai meglio della moneta metallica che, essendo in argento anche nei piccoli tagli, era essenzialmente riservata alla circolazione tra le classi dei nobili e dei ricchi.

A facilitare il compito dei francesi, c'era anche il fatto che questi rubli erano molto facili da imitare, semmai, qualche problema poteva venire dal fatto che i biglietti erano tutti nuovi di stampa, ma questo, anziché generare sospetti, aveva l'effetto contrario...la popolazione russa accettava con entusiasmo una moneta nuova, che poteva avere certamente più valore di quella usata e consumata.

Una colonna di ben 34 carri colmi di cartamoneta d'occupazione seguiva la Grande Armée, e soltanto dopo il disastro napoleonico della Beresina i russi si resero conto di questa enorme campagna di falsificazione.

Nelle foto, dal web, due biglietti falsi da 25 e 50 rubli. Al contrario di quanto avviene per i Banco-Zettel austriaci, qui sono i rubli autentici ad essere estremamente rari, mentre i falsi napoleonici si possono reperire con relativa facilità :)

petronius post-206-0-00849700-1406565929_thumb.gif

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Ciao a tutti.

Raccolgo volentieri la sollecitazione dell'amico Mario (che saluto cordialmente.. :hi: ), e Vi propongo un contributo sul tema della repressione del falso monetario durante gli ultimi anni di esistenza del Regno di Sardegna.

E' il 1859 e si promulga un nuovo Codice Penale valido per "gli Stati di S.M. il Re di Sardegna"

Siamo ormai in una fase storica e sociologico-giuridica che non contempla più per i falsari, non dico la pena di morte, ma neppure quelle odiose mutilazioni corporali che già nel corso del XVIII secolo erano ormai in fase di superamento.

Lo stesso reato di "falsificazione di moneta", che il Codice Penale del 1859 colloca agli articoli 316-328 nell'ambito dei "Reati contro la fede pubblica" (collocazione valida anche ai nostri giorni) ), dimostra il raggiunto superamento di quella arcaica concezione giuridica secondo la quale la condotta del falsario offendeva la Maestà del sovrano o dell'Autorità costituita, mentre adesso, più "illuministicamente", la falsificazione monetaria si considera un atto che compromette la "fede pubblica" che la moneta dello Stato rappresenta in sè.

In un sistema monetario nel quale il valore nominale della moneta tende a corrispondere al valore intrinseco della stessa (ciò è tendenzialmente valido almeno per l'oro e l'argento) ed in un tempo in cui si è ancora poco avvezzi ad accettare il concetto di moneta metallica "fiduciaria" (salvo che non s'intenda quella in rame o eroso-misto), alla falsificazione monetaria (art. 316 e 317) si affianca il reato di "alterazione" (art. 318) , che si commetterà "col tosarla, o col raderla o col far uso di qualsiasi altro modo per sottrarne il valore"

E' evidente come tale ultimo reato sia impensabile da concepire in un sistema monetario fondato su moneta unicamente fiduciaria.

L'importanza della tipologia monetale è implicita nelle stesse pene stabilite dal Codice: esse sono più severe se la falsificazione concerne monete d'oro o d'argento; più attenuate se si tratta di moneta erosa.

Un ultima curiosa annotazione, prima di lasciarVi alla lettura dei documenti allegati:

l'art. 317 stabilisce che "la moneta contraffatta si considera sempre falsa, tuttochè l'intrinseco valore della medesima sia eguale od anche superiore a quello della vera moneta."

In questa disposizione si può forse ravvisare traccia di quel retaggio secolare che concepiva la falsificazione monetaria come un'offesa al Sovrano: a ben vedere infatti, in un sistema monetario non fiduciario, le monete valevano per il quantitativo di metallo prezioso contenuto....cosicchè laddove un falsario avesse realizzato un marengo con lo stesso quantitativo d'oro fino o, addirittura, con un quantitativo d'oro maggiore....il reato previsto sembra attenere più ad aspetti legati a quel retaggio che non a pregiudizi effettivi connessi alla "fede pubblica" della moneta.

Saluti e buona lettura. :hi:

Michele

C.P.1859_Copertina.pdf

C.P.1859_Falso_Nummario.pdf

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Dopo questo splendido intervento di Michele che ci ha parlato di un periodo storico che non avevamo trattato molto, qualche riferimento ancora dove Milano è più o meno coinvolta .

Da appunti di spese tenute dal camerario ducale di Piacenza relativo ad operazioni effettuate nella fonderia - zecca di Cassano d'Adda, risultano essere citati nomi importanti legati al duca di Milano.

Nello specifico erano state spese lire 79, soldi 6 e denari 4 " in fabricare floreno de Reno ".

In questo caso pare evidente gli organi ufficiali dello Stato milanese fossero al corrente ed avessero avallato l'operazione.

Quindi spesso potere, autorità legate ad operazioni fraudolente.....

Nel 1489 il castellano di Milano Filippo Eustachi fu accusato di avere coniato grossi falsi dentro la Rocca del Castello di Porta Giovia per poi darli come pagamento per le genti d'arme.

Questa notizia viene riferita dall'ambasciatore mantovano a Milano.

Anche qui notizia abbastanza imbarazzante per come viene esposta dall'ambasciatore.....

Io sono propenso a continuare.....quando non ne potete più....... :blum:, alzate la mano ..... :blum:, come vedete se si è in compagnia, assume il tutto un altro sapore.....

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E qui abbiamo ancora un frate....

Siamo a Ostra Vetere, vicino ad Ancona, a Monte Albotto della Marca fu attiva alla fine del trecento una zecca clandestina per iniziativa di un certo Claudio aquilano.

Il falsario produceva monete illegali perugine, spacciate nel 1396 da un frate agostiniano tal Pietro di Antroduco, che fu poi scoperto a Visso condannato e imprigionato a Perugia.

Facciamo un salto in Toscana, a Scopeto, nel castello omonimo, e qui ritorna il castello, luogo che ritorna in modo continuativo in queste storie....qui Lucia Travaini ci racconta che nel 1535 venne scoperta una zecca clandestina nel castello che era di proprietà degli eredi Francesco Sozzini, uno dei fratelli di Mariano il giovane ( figlio di un giurista ) e zio di Lelio, teologo e riformatore.

Il maestro dei giovani Sozzini insieme a un fattore e un altro lavorante organizzarono l'attività fraudolenta.

Una volta scoperti fuggirono, la faccenda finì poi in mano ai giudici della rota.

Qui un classico...., un castello, uomini colti e inseriti socialmente, maestri che organizzano il tutto....

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Di carne al fuoco ne sto mettendo tanta.....Lorenzo Bellesia, mancava.....pubblica nel 1998 un articolo su Panorama Numismatico, si parla di una zecca clandestina nel Veronese in una località non ben precisata.

E qui siamo ancora invece in una grotta.....Bellesia pubblica notizie e foto dei materiali per la produzione di moneta falsa ritrovati a fine ottocento, tondelli, ritagli di lamine, un conio di martello che riproduceva il diritto del sesino o doppio quattrino di Venezia del doge Marino Grimani ( 1595 - 1605 ).

La tipologia è imitata anche in zecche ufficiali come quella di Frinco, Messerano, Passerano.

Frinco è una zecca che torna e ritornerà.....

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Rientro a gamba tesa in questa discussione riportando un bando contro i falsari in Sicilia (mi pare che in questa discussione manchi un qualche riferimento a quest’isola). E’ datato 29 ottobre 1460 e, oltre a minacciare di morte e sequestro di beni i falsari e gli spacciatori di moneta falsa dando quindici giorni di tempo per la consegna delle monete false, si promette il perdono ed un premio per i delatori.

“Bandu et comandamentu da parti di lu Illustri signuri Vicerè di lu Regnu di Sicilia, actendendu lu dictu signuri ki per li sacri constitucioni di lu Regnu fu et e ordinatu ki omni persuna fachissi oy spendissi falsa et inproba monita oy sapissi si fachissi et in quillu fussi continenti et non lu revelassi et dispendissi la dicta falsa monita sia in pena di la vita et pubblicacioni di beni, lu dictu signuri intima per lu presenti bandu la dicta constitucioni et elegi per stirpari la faucza monita et facturi et usu di quilla di lu dictu regni et atalki nullu pocza pretendiri ignorancia maxime di la dicta constitucioni, pertantu omni unu guardi et revela sua monita perki lu dictu signuri voli et comanda ki omni persuna di ki condicioni statu si sia ki de cetero fachissi oy operassi, sapissi oy consentissi ala operacioni di la dicta monita oy quilla de cetero passati jorni quindichi di lu jornu di la publicacioni di lu presenti bandu la dispendissi sia in pena di la vita et di pubblicacioni di tucti soi beni burgensatiki et feudali et omni persuna ki revelassi oy pretindissi alcuni di quilli ki havi factu oy caputu affari falsa monita compayra innanti lu dictu signuri et denuncia et reveli quilli lu quali sirra tenuta secretu et si farra prindiri oy prindissi alcuni di falcificaturi oy operaturi di la dicta falsa monita ad ipsu serra remisu et perdunatu so dilictu et ultra quistu havira di la regia curti digna retribucioni”.

Insomma la lotta ai falsari era comune a tutti i regni (ed in tutti i periodi) a dimostrazione di come questa attività illecita fosse diffusa con grave danno per la popolazione ma sopratutto per la Corte.

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Dopo questo ulteriore pezzo di Davide sulla Sicilia, in effetti c'è solo in discussione una menzione per questa regione, continuo.....

E mi sposto dall'altra parte dell'Italia proprio per far capire come si possa condividere questa discussione anche in modo geografico e passo a un altro grande autore H. Rizzolli, ovviamente Rizzolli mi porta nelle sue zone di studio.....

A Castel Corno di Isera presso Rovereto c'è un castello che ovviamente come spesso si erge in posizione isolata e fu anche qui covo di falsari.

Nel 1988 e nel 1989 in una campagne di studi e ricerche furono trovati dischetti e sfridi di monete.

Successivamente fu rinvenuto un conio con l'anima in piombo, il conio serviva per falsare grossi da due soldi di Filippo Maria Visconti ( 1412 - 1447 ).

Da notare che nel 1435 in occasione di una rivolta a Rovereto viene citato tra gli insorti un magister Johanis Luca et Luca filius suis falsator monetarium publicus.

Coincidenza troppo forte per non pensare male....ed interessante che fin in Rovereto si coniavano falsi di Milano dei tempi dei Visconti.....

Nel Castello di Sabbionara presso Avio, famoso e fantastico Castello, vengono invece trovati sei conii di acciaio per fabbricare monete false, nello stesso si trovarono anche delle tenaglie da conio.

Una copia di conii rinvenuta ad Avio serviva per fabbricare scudi falsi della croce da 7 lire del Doge Nicolò da Ponte ( 1578 - 1585 ).

Quindi anche trentino...dove si coniava falso per Milano e per Venezia......non so voi, ma nello scrivere e leggere questa discussione e vedendo le varie interconnessioni tra luoghi, monete e zecche intravedo tanti aspetti di grande interesse.....è una discussione come le intendo io per tutti e di tutti, estremamente divulgativa, che mi da soddisfazione anche nello scriverla e riportarla e che spero rimarrà come riferimento e buona lettura per tutti quelli che vorranno leggere il forum.....ma non ho finito.....occhio..... :blum:

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Milano ancora e non solo.....lo riporta Marco Bazzini....

Siamo al 3 febbraio 1460 il commissario di Parma manda un resoconto a Francesco Sforza duca di Milano, cosa contiene questo dispaccio ?

Numerose notizie circa la fabbricazione e lo spaccio di moneta falsa di vario tipo in territorio parmense e cremonese.

Le località coinvolte nella produzione di falsi furono tal Sanctus Martinus de Robertiis ( pare vicino a Cremona ), Campagnola ( in provincia di Reggio Emilia ), la stessa Parma.

Le monete falsificate erano diverse, ferraresi, milanesi, bolognesi e senesi.

Il fenomeno sembra che fosse nel periodo abbastanza esteso.....

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Con Lucia Travaini mi risposto in Veneto, nel Veronese......altra storia.....altro ulteriore giro.....

Intorno al 1600 abbiamo la piaga di monete sesini falsi di Venezia, problema sia per Amministrazione che per i cittadini meno abbienti.

Ovviamente si cercava di porre rimedio rintracciando i responsabili.

Tra gli arrestati figura un gentiluomo veronese tal Carlo Miniscalco, il quale con sentenza del 3 gennaio 1604 fu bandito dallo Stato veneto con condanna a morte e una taglia di tremila ducati per chi lo avesse preso vivo o morto.

I sesini venivano prodotti nella Torre di Zevio, la quale fu rasa al suolo e al centro della demolizione fu messa una pietra con l'iscrizione di colpa del Miniscalco.

Si ordinava, e questo è interessante, che la sua condanna non poteva venire revocata a meno che fossero catturati i fratelli Hercole o Giulio Cesare Signori di Frinco, banditi anch'essi dal consiglio.

Evidentemente i Signori di Frinco erano ritenuti più temibili e pericolosi del gentiluomo veronese, questo direi non a torto.

Quindi un gentiluomo che si dava da fare, falsi di Venezia ancora, una rocca che non manca mai :blum:, delle pene precise e durissime con anche la taglia, la distruzione del luogo addirittura dove avveniva il misfatto, il pubblico ludibrio con la pietra con l'iscrizione, e infine anche i Signori di Frinco che ci sono sempre in questi casi.....direi che in questa storia, forse finale, c'è veramente tutto, un mix quasi perfetto....., quasi da antologia della storia dei falsari.....

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Molto si è detto, ma molto si potrebbe ancora dire, credo che sia una discussione che possa continuare nel tempo tranquillamente, basta una lettura, un ricordo.....per il momento mi fermerei personalmente e lascierei a chi vorrà riprenderla quando vorrà, grazie ancora a tutti quelli che sono intervenuti e che hanno apprezzato la discussione !

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  • 3 mesi dopo...
  • 4 settimane dopo...
Il 6/7/2014 at 20:26, petronius arbiter dice:

A grande richiesta :D Paolo Ciulla

Riprendo questa discussione per segnalare che a Paolo Ciulla, di cui avevo parlato nel post #90 di pag. 6, il premio Nobel Dario Fo ha dedicato un intero libro, da poco arrivato in libreria.

Ne parla il GdN online

http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=3370

Prezzo di copertina 14 euro.

petronius :)

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Bella discussione, mi era sfuggita.

 

Una tardiva testimonianza transalpina, da Notre Dame de Paris, di Victor Hugo (1831).

 

Pare che nella Ville Lumiére nel XV sec. i falsari venissero bolliti vivi...

 

"Enfin, au delà du Louvre on voyait s'allonger dans les prés le faubourg Saint-Honoré, déjà fort considérable alors, et verdoyer la Petite-Bretagne, et se dérouler le Marché-aux-Pourceaux, au centre duquel s'arrondissait l'horrible fourneau à bouillir les faux-monnayeurs".

 

...tanto che l'autore, in un altro passo della stessa opera, utilizza come termine di paragone per descrivere un "gesto atletico" disperato di Gringoire quello di un ipotetico falsario che cerca di sfuggire disperatamente al proprio supplizio:

 

"Et voilà qu'ils jetèrent la paillasse précisément sur Gringoire, près duquel ils étaient arrivés sans le voir. En même temps, un d'eux prit une poignée de paille qu'il alla allumer à la mèche de la bonne Vierge.

 

-- Mort-Christ ! grommela Gringoire, est-ce que je vais avoir trop chaud maintenant ?

 

Le moment était critique. Il allait être pris entre le feu et l'eau ; il fit un effort surnaturel, un effort de faux monnayeur qu'on va bouillir et qui tâche de s'échapper. Il se leva debout, rejeta la paillasse sur les gamins, et s'enfuit."

 

Ci andavano decisamente con la mano pesante.

Modificato da g.aulisio
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Awards

Sublime

 

Nel 1925 Alves dos Reis falsifica le firme dei dirigenti della Banca del Portogallo e ottiene dalla Waterlow & Sons, che stampava le banconote portoghesi, 200.000 banconote da 500 escudos (non false ma vere !), l'equivalente di ottanta milioni di euro.

 

Poi fonda una banca per riciclare la banconote ed investe in Angola.

 

Verrà scoperto (e si prende venti anni di galera), ma l'immissione monetaria provoca una grave inflazione.

 

Alves morirà poverissimo.

 

I più vecchietti (come me) ricorderanno un magnifico Paolo Stoppa nella serie televisiva "Accadde a Lisbona".

 

Polemarco

Modificato da Polemarco
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