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Monete forate


Risposte migliori

Buonasera a tutti,

vorrei chiedervi una informazione: ho visto alcuni grossi tornesi francesi ma anche quello di Asti conservato a Milano, presentare un foro ma non mi è ben chiaro il motivo. Ho ipotizzato che fossero fori fatti in passato per saggiare la bontà delle monete... in tal caso, anche per il grosso tornese astigiano custodito a Milano, dovrebbe esserci qualche pubblicazione con i risultati delle analisi o no? Di seguito un esempio:

 

CM.1.2996-1990(1).jpgCM.1.2996-1990(2).jpg

 

Saluti,

Luca

 

 

 

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Sono ancora sotto i postumi dell'anestesia e dunque potrei scrivere cavolate. In realtà in età medievale il forare una moneta poteva servire per demonetizzarla. Le monete false, per esempio, potevano essere inchiodate su assi e poste in bella vista presso i cambiavalute o in esercizi commerciali. Non so se possa essere stato il caso del tornese di Asti conservato a Milano, ma è un fatto che il fino di queste monete fosse più basso dei tornesi di Francia.

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Buonasera

davvero interessante questa teoria. Anche io credevo le forassero solamente per portarle al collo.

Aggiungo comunque che nella maggior parte delle monete medioevali forate da me viste, la croce è messa in asse con il foro.

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Interessante ipotesi... propongo un altro tornese francese ma con foro non in asse con la croce.

 

CM.1.2994-1990(1).jpgCM.1.2994-1990(2).jpg

 

 

Devo poi correggere una mia disattenzione, in quanto tra i grossi tornesi di Asti è quello conservato a Parigi a presentare il foro e non quello di Milano.

Anche se nella foto seguente non si vede bene, anche in questo caso il foro è leggermente fuori asse. Nonostante non se ne conosca l'intrinseco, mi sembra comunque interessante il dato relativo al peso!
Appena 3,51 g nonostante la conservazione perfetta, contro i 4 g dei tornesi francesi.  C'è da dire che per questa variante di grosso tornese astigiano, questo peso risulta essere un dato estremo, in genere questa variante con N gotiche era sui 3,8 - 3,9 g. Che lo abbiano inchiodato perché vistosamente fuori peso?! :D

 

post-43901-0-94209700-1416437558_thumb.j

Modificato da Luca_AT
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Le ipotesi possono essere sempre molte, trattandosi di monete medievali, della zecca di Asti, di grossi tornesi astigiani, propendo però per l'ipotesi del controllo dei cambiavalute e dell'eventuale successiva demonitizzazione delle stesse.

L'usanza c'era nel Medioevo, se aggiungiamo che Asti imita il grosso tornese francese con caratteristiche di titolo e peso a suo vantaggio, è evidente che la moneta poteva essere controllata in scambi con la francese o altre.

C'è poi da dire, che non solo il tipo di moneta che richiama una moneta di successo e internazionale fa pensare a questo, ma anche il fatto che fosse di Asti, Asti annoverava riconosciuti e bravi mercanti, uomini d'affare, e grandi prestatori di denaro ( astigiani uguale usurai ritorna spesso....) e questi bravi mercanti erano presenti nelle fiere della Champagne e qui probabilmente qualche grosso tornese astigiano arrivò e il controllo in qualche caso scatto'....

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Sono ancora sotto i postumi dell'anestesia e dunque potrei scrivere cavolate. In realtà in età medievale il forare una moneta poteva servire per demonetizzarla. Le monete false, per esempio, potevano essere inchiodate su assi e poste in bella vista presso i cambiavalute o in esercizi commerciali. Non so se possa essere stato il caso del tornese di Asti conservato a Milano, ma è un fatto che il fino di queste monete fosse più basso dei tornesi di Francia.

.....e in Emilia il detto "non vale un soldo bucato" è in uso ancora oggi, sicuro retaggio di una consuetudine passata, ormai dimenticata ma radicata nel linguaggio popolare...

 

Marco guarisci prestoooo....e smettila di fare l'easy rider....

Ciao

Mario

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@@Luca_AT, il grosso Francese del post n.6 per me è un falso d'epoca e forse per questo inchiodato in esposizione.

Modificato da dux-sab
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Non riguarda il medioevo, ma nell'articolo di Claudia Perassi disponibile al sito indicato c'è praticamente tutto sul buco monetario:

https://www.academia.edu/1098687/Monete_romane_forate._Qualche_riell'artivcolodiflessione_su_un_grand_théme_eur.opéen_J.-P._Callu_

Anche lei dà grande importanza alle forature non in asse con una delle due facce, anche se più in senso 'rituale' che monetario. Io però non sono molto d'accordo con questo. Ci sono infatti molte ragioni pratiche per le quali un foro può essere decentrato. Ad esempio nelle monete utilizzate come vaghi di collana, in quelle poste ai lati è assai probabile che il foro non rispettasse l'asse proprio perché le monete cadessero verticali pur essendo appese ad un filo obliquo, e così nelle nonete utilizzate come pendenti in un braccialetto. Poi avendo le monete un peso 'certo', è anche probabile che in caso di necessità venissero utilizzate per qualsivoglia meccanismo, dalle bilance, alle trappole, alle balestre e chissà cos'altro. Ed in quei casi la posizione del buco non era certo determinante.

Per il resto, è vero che ogni moneta bucata (se non in metallo vile) è una moneta di per sé demonetizzata, su questo non c'è alcun dubbio, indipendentemente dal fatto che proprio quel buco perfettamente tondo, fatto con un chiodo o con un trapano, fosse il metodo per attuare ufficialmente tale demonetizzazione (cosa che mi lascia qualche dubbio) rispetto alla più usuale piegatura con una pinza (testimoniatissima) e ad una ben più veloce coltellata (ben testimoniata anch'essa).

Andreas

Modificato da Andreas
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Buongiorno a voi,

ripresomi dalla "sbronza" anestesiologica, cerco di intervenire per specificare meglio quanto scritto sopra. Dico "cerco" perché per il momento posso scrivere con un solo dito e con molta fatica.

Sono naturalmente d'accordo con Andreas riguardo all'impossibilità di determinare tutti i possibili usi che una moneta bucata - bucata in epoca imprecisata, aggiungo io - poteva assumere. Rammento, solo per inciso e come esempio, l'uso di monete come speronelle da pasta. E concordo anche riguardo ad una efficace e più veloce demonetizzazione tramite piegatura o raschiatura: due "tecniche" peraltro entrambe documentatissime.

La bucatura e la successiva esposizione su tavola potevano permettere però un immediato riscontro con esemplari sospetti e personalmente credo possa essere proprio questo il motivo che portava il cambiavalute/commerciante a non distruggere la moneta ma a inchiodarla, al centro o al margine del tondello.

Ripeto, non posso sapere se questa effettivamente è la fine fatta dal grosso tornese astigiano di Parigi. Un dato di fatto è che il suo intrinseco era minore di quello del coevo grosso tornese francese, tanto che nel proclama di Enrico VII del 7 novembre 1311 il primo ha una valutazione differente rispetto al secondo.

Allora mi chiedo: poteva bastare questa differenza a far sì che il tornese di Asti finisse inchiodato? La mia documentatissima e insindacabile risposta è la seguente: Boh???!!!   :unknw:

 

Cordialmente, Teo  :)

 

Ps a proposito di monete "sospette", @@dux-sab, sono d'accordo anche con lei, ma aggiungo altresì che secondo me anche il primo esemplare postato da @@Luca_AT in questo non scherza affatto.

Modificato da teofrasto
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@@Luca_AT, il grosso Francese del post n.6 per me è un falso d'epoca e forse per questo inchiodato in esposizione.

 

Entrambe le monete sono al Fitzwilliam Museum di Cambridge, in particolare quella indicata, con numero di catalogo: CM.1.2994-1990 riporta nelle note l'indicazione: Late counterfeit. http://www.fitzmuseum.cam.ac.uk/opac/search/cataloguedetail.html?&priref=110053&_function_=xslt&_limit_=50

Per la prima invece non viene indicato nulla...

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