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IGNORED

simil-radiato gallico post periodo romano: sceatta


grigioviola

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Ho riflettuto a lungo e alla fine ho optato per questa sezione pur non essendo la più adatta.

Vi espongo le mie ragioni:

1) siamo in area gallica con ancora costumi di origini gallo-romane

2) queste monete circolavano ancora con esemplari romani (si conoscono imitazioni coeve o di poco precedenti di silique)

3) a mio avviso, sebbene metrologicamente lontani, ci sono analogie stilistiche tra questa moneta e alcune tipologie di radiati imitativi gallici

Eccovi allora il mio regalo di natale

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Grammi 0,60

Venduto come denaro merovingio suberato.

Credo di averlo identificato in questa tipologia:

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Di cui si dice:

En raison de la similitude de type avec un exemplaire présentant un oiseau sommant une croix, et présentant les légendes LAVDVNO et CLOATO, les exemplaires de cette série sont attribués à Laon (Lugdunum Clavati). Cf. article de Jean Lafaurie, “Les monnaies attribuables à Laon (Aisne) à l’époque mérovingienne”, BSFN, juin 1998, p. 116-121.

Scusate per le immagini, non ho ancora la moneta, e per gli errori nel messaggio, ma sto scrivendo dal cell con la piccolina in braccio :)

Modificato da grigioviola
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DE GREGE EPICURI

Il denaro dei Merovingi con uccellino e croce è normalmente in buon argento? Non conosco affatto queste monete (che anni sono, precisamente?), ma la identificazione (suberato) mi pare adeguata. Non so invece se si possa definire proprio un radiato, una vera corona radiata non la identifico. Molto bella, comunque.

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http://www.cgbfr.it/anglo-saxons-sceat-a-loiseau-pose-sur-la-croix-serie-j-type-85,bmv_220162,a.html

Qui la danno, ammesso sia corretta l'identificazione che ho fatto, al 680-715 d.C.

E non mi è chiaro se sia acclarata la provenienza da "Lugdunum Clavati" o se sia una sceatta anglosassone d'oltremanica in uso o comunque importata nel continente e successivamente prodotta in loco.

Al dritto in realtà non c'è una testa radiata, ma una testa con diadema a perline. Credo che i "raggi" siano in realtà capelli. Ma le similitudini sono evidenti.

Gli esemplari che ho visto in rete sono di argento. Non ho visto suberati. Mi riservo di vedere de visu se di fatto è un suberato o un denaro di bassa lega e corroso. Sono attestati sui 1,20 grammi e 11-12 nn di diametro

Modificato da grigioviola
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rimetto le immagini scontornate, le dimensioni sono quel che sono.

Non sono certo al 100% dell'identificazione perché il rovescio non è leggibile, almeno non da foto.

A ogni modo, documentandomi, mi sembra di capire che con buona probabilità si tratta di una "sceatta" emessa nel sud dell'Inghilterra presente in numerose varianti a partire dal VIII secolo e caratterizzata da una progressiva degenerazione del tipo col progredire degli anni.

Moneta di frequente rinvenimento anche in Francia e non necessariamente ivi emessa (a Laon) ma che potrebbe essere stata usata da prototipo per delle emissioni locali di cui alcune, pare, con legenda.

Dalle mie ricerche in rete ho visto solo esemplari in argento di più o meno buona lega, ma suberati propriamente detti no.

Qui dalla foto sembrerebbe tale, ma mi riservo di vederlo dal vivo per la conferma.

C'è qualche esperto di questa tipologia di monetazione? Sono tentato dall'aprire un topic anche nel F.A.C. per avere qualche riscontro in più.

E' stato un acquisto irrazionale, fuori dalla mia collezione standard, ma... è stato amore a prima vista! che ci posso fare! :D

Ovviamente il pezzo è un acquisto ufficiale da venditore straniero che arriverà corredato della documentazione fiscale relativa come sempre. Venditore che ormai considero di fiducia.

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la cosa che più mi intriga della sceatta, come unità monetaria, è che è la diretta discendente delle "silique" del V sec.

la Sceatta sassone inizia la sua vita "metrologicamente parlando" con le siliquette di Arcadio e Onorio (principalmente ma non in via esclusiva), che, debitamente tosate per raggiungere un peso tra 0,9 e 1,1 grammi circa, circolarono per un periodo lunghissimo in quelle zone....dove a tutt'oggi sono una moneta decisamente più comune che altrove parlando di ritrovamenti....

Le silique così adattate, sono spesso prive di legenda (poiché tosate in modo abbastanza preciso), molto consumate e di peso vicinissimo al grammo.....

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Sì. Se non vado errato (di questa tipologia monetaria so pochissimo! e me ne sto interessando in questi giorni) esistono anche coeve imitazioni proprio delle silique. Me lo confermi?

 

Ritornando a questo esemplare, se la mia identificazione è corretta, dovrebbe essere del tipo "J" di cui si conoscono diverse varianti e di cui è accertata, direi, la coniazione in terra inglese tra il 700-725

 

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della monetazione in sé non so quasi nulla...peccato, perché è davvero intrigante....

le imitazioni coeve ci sono ma sono molto più rare che in altri territori...forse proprio perché le emissioni ufficiali tosate erano molto abbondanti... ecco uno dei rari esempi fotografici che ho nel mio archivio....

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Davvero interessante!

Ho trovato questo testo interessante che tratta questa tipologia di monete:

https://ueaeprints.uea.ac.uk/19100/1/ARJ_Hutcheson_Thesis.pdf

 

Sto cercando di reperire un po' di materiale online per una prima sgrossatura dell'argomento.

Modificato da grigioviola
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Bene, dopo opportuni approfondimenti e ricerche, sono a dirvi quanto segue, credo con un certo margine di sicurezza e completezza.

 

Per quanto riguarda il rovescio, questo è il corretto orientamento:

post-8339-0-85145100-1421226970_thumb.jp

dove risulta chiaramente compatibile quel po' che rimane del rovescio della moneta con il tipo similare messo a confronto.

 

Si tratta quindi di una Sceatta Anglosassone del tipo censito da Metcalf (Metcalf, D.M., "Thrymsas and Sceattas in the Ashmolean Museum Oxford: Volumes 1-3", Oxford, 1994): "Series J sub-type 85" come l'esemplare di seguito postato (ex A. Tkalec AG Auction, 29/02/2008)

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Riguardo questa serie, Andrew Robert John Hutcheson, nel volume "The Origins of East Anglian Towns: Coin Loss in the Landscape, AD 470-939" (thesis, University of East Anglia, 2009), scrive:

 

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Metcalf begins the section on Series J in the third volume of Thrymsas and Sceattas with the statement ‘York is the home of Series J.’ In 1966 he had thought that Series J was a Mercian issue out of an Upper Thames mint; and the argument between its being from that kingdom or from Northumbria is finely balanced.
An examination of the distribution shows that, wherever this coinage was being produced, it was mainly being lost in northern Lincolnshire, south of the river Swale, within the area that had been the small kingdom of Lindsey and which by the early 8th century was under Mercian control. Metcalf thought that the coinage was Mercian before later deciding on a Northumbrian attribution.
Another substantial proportion of the finds of this coinage come from what was Northumbria; large amounts of it were also lost in the East Midlands, particularly in Lincolnshire. This now seems likely from the distribution, which is concentrated in the area of Lindsey. If Lindsey was under Mercian dominance at the time, but was still producing its own coinage, it may be an analogous situation to that of East Anglia in the early 9th century, which was also under Mercian control (see
the sections discussing East Anglian coinage below). Perhaps, although paying tribute to the militarily more powerful Mercian hegemony, Lindsey was able to continue along a distinct developmental path. Yorke has stated that an independent royal line for Lindsey, as opposed to members of the Mercian royal family being placed in charge, might be supposed from the mention of a King Aldfrith during the reign of Offa, whose genealogy appears in the Anglian collection.
Both the national and the regional distribution of Series J (discounting the finds in the East Midlands) are dispersed, with only a few coins found in any one location. The East Anglian distribution of coins is, unusually, split evenly between Norfolk and Suffolk, and shows a pattern across the kingdom that seems to suggest two concentrations, one in the north-west and another centred on the Gipping valley, with only one coin in the north-east, at Caister-on-Sea (Fig. 90).
post-8339-0-31182400-1421225870_thumb.gi
This may provide some support for the idea that this particular coinage was coming into the region through trade, but as this is based on a dataset of only 14 specimens any interpretation must be treated with caution. These two concentrations, north-west and south-east, are mirrored in a number of other sceatta patterns, and it seems that the entrances to the Wash and the Gipping valley were areas of significant activity. Most of the find-spots are ‘productive’ sites to some degree, but Bawsey is notably missing from this distribution, which is a little surprising given that examples
have been found at Norwich (1), Ipswich (3) and Thetford.
The Series J coinage is currently dated by the EMC to a 15-year period (AD 710–25); the distribution seems to suggest a relatively short-lived but widespread coinage minted and perhaps distributed under Mercian control but, as discussed above, geographically specific to the East Midlands. The eastern bias to the pattern is clear, and the fact that there was a Mercian-controlled mint in the East Midlands perhaps reflects only that coinage was more commonly utilised as a
transaction medium in eastern parts of the Anglo-Saxon realms than within other parts of Anglo-Saxon England at the time. Within East Anglia, if the pattern of loss for this coinage is examined alongside that of other more ubiquitous sceatta types, a layered use of different coinages can perhaps be discerned. Effectively, economic control of the area may also then be viewed as layered, with the ‘client’ kingdom retaining much economic control and a rather more tenuous dominance exercised by the ‘over’ kingdom of Mercia.
 
Infine, una carrellata di immagini di esemplari appartenenti a questa serie, è visibile nel sito internet del The Fitzwilliam Museum al link http://www.fitzmuseum.cam.ac.uk/coins/emc/emc_search.phpdove nel catalogo online della collezione risultano presenti 51 monete attribuibili a questa tipologia
Per quanto concerne gli esemplari custoditi al museo, questa è la mappa dei findspot:
post-8339-0-12972200-1421226556_thumb.jp
 
Come al solito, spero di non avervi annoiato, ma, al contrario, di avervi fatto un po' appassionare a una tipologia di monete non molto "battuta" da noi collezionisti italici e, sebbene (per questo tipo!) relativamente comune, comunque abbastanza ristretta anche all'estero (salvo, probabilmente, in Inghilterra).
:)
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Ciao Grigioviola,

 

Bene, dopo opportuni approfondimenti e ricerche, sono a dirvi quanto segue, credo con un certo margine di sicurezza e completezza.

 

Per quanto riguarda il rovescio, questo è il corretto orientamento:

attachicon.gifComparison Sceatta Series J.jpg

dove risulta chiaramente compatibile quel po' che rimane del rovescio della moneta con il tipo similare messo a confronto.

 

Si tratta quindi di una Sceatta Anglosassone del tipo censito da Metcalf (Metcalf, D.M., "Thrymsas and Sceattas in the Ashmolean Museum Oxford: Volumes 1-3", Oxford, 1994): "Series J sub-type 85" come l'esemplare di seguito postato (ex A. Tkalec AG Auction, 29/02/2008)

attachicon.gif439617_m.jpg

Riguardo questa serie, Andrew Robert John Hutcheson, nel volume "The Origins of East Anglian Towns: Coin Loss in the Landscape, AD 470-939" (thesis, University of East Anglia, 2009), scrive:

 

 
 
Infine, una carrellata di immagini di esemplari appartenenti a questa serie, è visibile nel sito internet del The Fitzwilliam Museum al link http://www.fitzmuseum.cam.ac.uk/coins/emc/emc_search.phpdove nel catalogo online della collezione risultano presenti 51 monete attribuibili a questa tipologia
Per quanto concerne gli esemplari custoditi al museo, questa è la mappa dei findspot:
 
Come al solito, spero di non avervi annoiato, ma, al contrario, di avervi fatto un po' appassionare a una tipologia di monete non molto "battuta" da noi collezionisti italici e, sebbene (per questo tipo!) relativamente comune, comunque abbastanza ristretta anche all'estero (salvo, probabilmente, in Inghilterra).
:)

 

in questi giorni sono stato occupato per alcune ricerche che hanno ridotto un po' la mia partecipazione attiva in Sezione ... ma come sai noi due abbiamo alcune "affinità elettive" :friends: ... e il tema della monetazione della "Dark Age" inglese cattura la mia attenzione. Purtroppo non ho trovato granchè in merito.

Ti ringrazio quindi per il link del testo che ad una prima velocissima lettura sembra di buon interesse.

 

Ciao

Illyricum

:)

 

Ciao

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Arrivata la moneta. Confermo: si tratta di un suberato. Si vede perfettamente la lamina d'argento sopra l'anima in rame. Appena posso darò foto del dettaglio.

Mi chiedo quanto era prassi realizzarle così oppure se si può trattare di un prodotto imitativi o di frode.

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