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Gettoni case chiuse Torino


piergi00

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Gettone Pensione Rosetta via Fratelli Calandra 15 Torino valore 50

 

Nella città di Torino, luogo in cui i casini furono per la prima volta regolamentati con il ‘Regolamento del servizio di sorveglianza sulla prostituzione’, voluto da Cavour nel 1860, i 14 luoghi di piacere raccolgono 172 ragazze dedite al mestiere più antico del mondo con regole molto ferree rispetto alla sanità ed al comportamento.
Le case chiuse, così chiamate poiché era d’obbligo tenere le imposte dei bordelli chiusi per evitare di disturbare con oscenità la pubblica vista, sono dislocate per tutta la città di Torino.
In corso Raffaello c’è la casa di appuntamenti “di lusso”. Il locale di prima classe, prezzi superiori alle 5 £, è per fruitori di un elevato ceto sociale e prima di uscire dal locale c’è la possibilità di avere il “libero”, ovvero una cameriera che si assicura che non ci sia nessuno nella via prima di far uscire il cliente.
In via F.lli Calandra, ai civici 13 e 15 due case d’appuntamento attigue sono di seconda classe, per una clientela medio bassa con prezzi tra le 2£ e le 5£.
In via Cappel Verde troviamo i postriboli di livello più basso, così detti di terza classe, con prezzi inferiori alle 2£ destinati ad una clientela più modesta.
In via San Tommaso troviamo . . . 11 affascinanti ragazze immortali.
Insomma ce n’è per tutte le tasche senza contare le tariffe agevolate per militari e giovani di primo pelo.

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  • 4 settimane dopo...
  • 3 mesi dopo...

Ritornando a Torino , dopo l'escursione in Liguria , vi sottopongo un gettone di una nota casa chiusa di fascia medio-alta

 

 

Gettone Pensione Bianca (Torino)

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  • 1 mese dopo...
  • 2 mesi dopo...
  • 1 anno dopo...
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@piergi00

Hai beccato il gettone di uno dei casini più famosi e popolari di Siena, quello della ‘Sora Iride’ o ‘Zia Iride’

 

LE CASE DI TOLLERANZA O CASINI DI SIENA

Altro luogo molto frequentato, anche in questo caso da soli uomini, erano le case di tolleranza o case "chiuse". Molto frequentati perchè di casini, come tutti comunemente li chiamavano, nella piccola Siena ve ne erano molti e tutti molto frequentati: in via delle Vergini, non casuale il nome di questa strada che risale ad epoche lontane; in Castelvecchio vi era la più antica, la "Chiccona".

Vi era poi, fra le più famose, in via del Rialto, il casino abbastanza popolare di "Iride", la leggendaria sora "Iride" o zia "Iride", come amavano chiamarla i suoi adorato studenti che da lei conoscevano le loro prime esperienze sessuali. Non meno frequentata "Villa Cristina" in via Malizia nei pressi della stazione, sicuramente il bordello più chic della città, i cui prezzi lo rendevano abbastanza esclusivo e non addetto a tutte le tasche, dato che ogni prestazione costava più del doppio del Rialto.

L'ingresso era vietato ai minori di 18 anni ed il casino rappresentava praticamente una tappa obbligatoria nello sviluppo fisico e sessuale di tutta la gioventù di sesso maschile. Le "signorine" normalmente sostavano nelle "case" 15 giorni, la cosiddetta "quindicina" ed a ogni ricambio era tradizione che le nuove arrivate facessero passarella per le vie della città a bordo di una carrozza per mostrare le loro grazie ai possibili clienti. 

 

Fonte:  Come si divertivano i senesi nel ‘900     

http://www.ilpalio.org/vedetta/siena&godurie.htm

 

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  • 5 anni dopo...
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Altro Gettone Pensione Lina 

Via Calandra, 15

Torino

 

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Modificato da Oppiano
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Il 9/6/2016 alle 10:37, piergi00 dice:

Gettone Casa Irma Bologna

 

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 Ciao Piergi00, Non sapevo si chiamasse "Irma", veniva chiamata comunemente "San Marcellino" perché era collocata in quella via del centro ed era di un discreto livello.

2 minuti fa, sandokan dice:

 

 

 

Modificato da sandokan
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Frequentai le superiori in una cittadina del Piemonte (dove abitavo non c'era Ist.Tecnico) e dove c'era un Casino perché c'era una caserma di fanteria.Un giorno la settimana si faceva lezione il pomeriggio (15,30/16,30). Il treno per rientrare a casa lo avevo alle 18,30 e così con qualche compagno si passava a "dare una occhiata" ma solo quella , tra le 17 ora di apertura e prima dell'arrivo dei militari in libera uscita. Alla "maitresse"(così si chiamava la direttrice) eravamo simpatici e ci faceva entrare senza problemi ben sapendo che non avremmo "consumato". Si scherzava con le ragazze che qualche volta ci mostravano un poco di pelle nuda. Un giorno trovammo la porta chiusa , bussammo e ci aprì una ragazza dicendo che era ancora chiuso per il compleanno della Signora: che gridò : falli entrare. Erano tutte intorno a un tavolo , ci fecero spazio e ci offrirono un piatto di "bignole" e un bicchiere di spumante, ma solo riempito a metà , perché "siete ancora giovani". Poi l'anno successivo la scuola abolì l'ora pomeridiana.

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La sera del 20 settembre 1958 i goliardi torinesi si riunirono in via Fratelli Calandra 13 per manifestare contro la legge Merlin che, con assurdi pretesti, poneva fine alla secolare attività delle case di tolleranza. Centinaia di goliardi improvvisarono una fiaccolata in onore di Santa Bernarda, che proseguì per corso Raffaello, dove vi era il “casino bello”, quello con i prezzi più alti e che gli studenti guardavano solo dall’esterno, e si concluse a tarda notte in via Conte Verde 15.

Il giorno dopo i goliardi torinesi attaccarono su tutte le colonne di via Roma un manifesto listato a lutto, scritto in latino maccheronico, ricordando i piaceri e le avventure cavalleresche nei bordelli ormai diventati un ricordo. Bei ricordi quando i giovani studenti, con pochi soldi, radunavano i loro spiccioli fino a raggiungere la somma per una marchetta, poi estraevano a sorte e il “fortunato” saliva le scale di via Conte Verde in rappresentanza del gruppetto che generosamente aveva contribuito alla “singolar tenzone”.

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Io un gettone simile, se ben ricordo, a quello della villa Azzurra (ma in area lombarda) lo rinvenni in uno scavo (ovviamente ufficiale e tutto documentato) di età longobarda con un po' di rimaneggiamenti di strati dovuti all'abbattimento di un'antica cascina per fare posto ad un nuovo complesso abitativo. fu divertente.

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Mi viene in mente il film di Mauro Bolognini del 1959 “Arrangiatevi”, ambientato in una ex casa di tolleranza.

http://www.ilpickwick.it/index.php/cinema/item/4049-“arrangiatevi”-mauro-bolognini-riapre-una-casa-chiusa

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Ancora sulle case chiuse di Torino (v. post # 17)

Nella ricorrenza del 20 settembre ogni anno i goliardi appendono sulle colonne di via Roma un manifesto a lutto ”Ex apertura persianarum anno… de domubus goduriae clausis”.

Nel quattordicesimo anniversario della chiusura delle “case” i goliardi per scherzo tappezzarono la città di Torino con un manifesto firmato con il nome del sindaco Porcellana, dove si comunicava che a scopo sperimentale si sarebbe riaperta una casa di tolleranza, per una sola notte, a Palazzo Madama.

Fu un successo! Verso le ventuno, di fronte all’edificio centinaia di giovani e meno giovani facevano ressa per entrare. A nulla valse l’intervento dei Vigili Urbani, che inutilmente cercavano di sgombrare la piazza: i curiosi continuavano ad arrivare e così fu per tutta la notte. Era un’epoca in cui gli scherzi erano accettati e gli studenti rispettati per il loro spirito di libertà.

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Manifesto citato al post # 17

Il giorno dopo i goliardi torinesi attaccarono su tutte le colonne di via Roma un manifesto listato a lutto, scritto in latino maccheronico, ricordando i piaceri e le avventure cavalleresche nei bordelli ormai diventati un ricordo. Bei ricordi quando i giovani studenti, con pochi soldi, radunavano i loro spiccioli fino a raggiungere la somma per una marchetta, poi estraevano a sorte e il “fortunato” saliva le scale di via Conte Verde in rappresentanza del gruppetto che generosamente aveva contribuito alla “singolar tenzone”.

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Manifesto citato al post # 21

Nel quattordicesimo anniversario della chiusura delle “case” i goliardi per scherzo tappezzarono la città di Torino con un manifesto firmato con il nome del sindaco Porcellana, dove si comunicava che a scopo sperimentale si sarebbe riaperta una casa di tolleranza, per una sola notte, a Palazzo Madama.

Fu un successo! Verso le ventuno, di fronte all’edificio centinaia di giovani e meno giovani facevano ressa per entrare. A nulla valse l’intervento dei Vigili Urbani, che inutilmente cercavano di sgombrare la piazza: i curiosi continuavano ad arrivare e così fu per tutta la notte. Era un’epoca in cui gli scherzi erano accettati e gli studenti rispettati per il loro spirito di libertà.

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Gettoni di case chiuse torinesi schedati da Paolo Pitotto

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Gettone presentato da piergi al post # 1, seguito al post # 2 dal gettone citato nella nota come variante in rame di controvalore 30.

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Il gettone è presentato da piergi al post # 6.

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