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La Colonna Traiana come unita’ di misura


Legio II Italica

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La morfologia di Roma arcaica era molto diversa da quella che vediamo al giorno d’ oggi , i famosi sette colli dominavano dall’ alto del pianoro della campagna romana profonde valli percorse quasi tutte da corsi d’ acqua , sorgenti e stagni , poi incanalate o prosciugati nell’ evolversi della storia romana ; queste valli con il trascorrere dei secoli si sono quasi riempite di accumuli di ogni genere , comprese le rovine di antichi edifici al punto che gli strati piu’ antichi della Roma repubblicana e imperiale arrivano anche a qualche decina di metri sotto l’ attuale livello , facendo si che oggi i sette colli sono poco piu’ di lievi pendenze rispetto al manto stradale moderno .
Tra i sette colli ce ne furono due : il Campidoglio e il Quirinale che fino all’ epoca di Traiano erano praticamente uniti , solo uno stretto avvallamento nel punto di unione , quasi li divideva , formando una barriera tufacea naturale che oggi avrebbe separato Piazza Venezia e il Campo Marzio da Via dei Fori Imperiali .
Fu proprio in questo punto che l’ Imperatore Traiano al termine della guerra dacica , con il bottino di guerra ricavato dalla conquista della nuova provincia , decise di edificare il suo Foro , il piu’ grande , ricco e monumentale dei Fori imperiali di Roma che fu anche l’ ultimo costruito a Roma ; venne inaugurato nell’ anno 112 e il Foro si andava a disporre parallelamente al Foro di Cesare e perpendicolarmente a quello di Augusto , tutto il progetto della struttura è attribuito al famoso architetto Apollodoro di Damasco che segui’ Traiano nella guerra dacica .
Il complesso del Foro Traiano , misurava 300 m di lunghezza e 185 di larghezza e comprendeva la grande piazza forense il cui ingresso monumentale forse sormontato da una quadriga e varie statue di prigionieri daci , come sembra di capire da un Aureo con l’ immagine dell’ ingresso del Foro , era rivolto verso il Colosseo e al centro della quale piazza si trovava la stata equestre di Traiano , seguiva la Basilica Ulpia , un cortile interno porticato al centro del quale era collocata la Colonna Traiana con ai lati due grandi biblioteche , una latina e una greca , famose nell’ antichita’ per la ricchezza e quantita’ di rotoli conservati ; dai piani dalle due biblioteche si potevano osservare quasi nella totale interezza i rilievi della Colonna , completava il complesso architettonico un Tempio del Divo Traiano e di Plotina i cui resti sono stati trovati al di sotto di Palazzo Valentini che oggi ospita la Provincia .
Di tutto questo magnifico complesso quello che meraviglio’ maggiormente i contemporanei , in quanto si trattava di una novita’ assoluta per Roma , era la grande Colonna marmorea coclite che originariamente era tutta dipinta e che in cima era arricchita dalla statua in bronzo dorato di Traiano .
Tornando al titolo del post , Traiano prima di iniziare la costruzione del suo Foro dovette abbattere la barriera naturale che univa il colle del Campidoglio con quello del Quirinale e per fare spazio al nuovo complesso forense divise per sempre i due colli creando quell’enorme varco che oggi vediamo tra le pendici orientali del Campidoglio , Piazza Venezia e Via Magnanapoli , dove oggi si sviluppa la grande Via dei Fori Imperiali e nei pressi della quale Via Magnanapoli , dove inizia a salire il colle Quirinale , fu eretta la Colonna . Con i suoi 39,86 metri di altezza rispetto al calpestio antico compresa la base alta circa 10 metri , ma senza la statua , stava ad indicare l’ altezza della barriera tufacea abbattuta che in precedenza univa i due colli . Questa opera di sbancamento e’ attestata chiaramente nella parte finale dell’ iscrizione antica posta sopra l’ingresso della base che fungeva anche a sepoltura delle ceneri di Traiano e di sua moglie Plotina , unica concessione da parte del SPQR ad un Imperatore romano di essere sepolto all’ interno del Pomerio , a dimostrazione di quanta stima e rispetto avevano i Romani nei confronti di Traiano :
SENATVS • POPVLVSQVE • ROMANVS.
IMP. CAESARI • DIVI • NERVAE • F. NERVAE
TRAJANO • AVG. GERM. DACICO • PONTIF.
MAXIMO • TRIB. POT. XVII. IMP. VI. COS. VI. P. P.
AD • DECLARANDVM • QUANTAE • ALTITVDINIS.
MONS. ET • LOCVS • TANTIS • OPERIBVS • SIT • EGESTVS.
La colonna è costituita da 18 colossali blocchi in marmo pario , ciascuno dei quali pesa circa 40 tonnellate ed ha un diametro di 3,83 metri . L' alto basamento è ornato su tre lati da cataste d' armi ; sul fronte verso la basilica Ulpia è presente l' epigrafe dedicatoria redatta in carattere lapidario romano e sorretta da vittorie , che commemora l' offerta della Colonna a Traiano da parte del Senato e del Popolo Romano . Agli angoli del piedistallo sono disposte quattro aquile, che sorreggono una ghirlanda di alloro . Al di sotto dell' epigrafe si trova la porta che conduce nella cella interna al basamento , dove vennero collocate le due urne d’ oro con le ceneri di Traiano e della moglie Plotina , da qui comincia una scala a chiocciola di 185 scalini che raggiungere la sommità della Colonna .
Tutto il magnifico complesso traianeo ispiro’ sempre ammirazione e meraviglia anche nei secoli futuri all’ inaugurazione del 112 , infatti esiste ad esempio un passo di Ammiano Marcellino scritto nelle Storie in occasione della visita a Roma di Costanzo II , quando l’ Imperatore di Costantinopoli rimase incantato dalle costruzioni e bellezze di Roma , ma in particolare quando vide il Foro di Traiano non riusci’ con parole umane a descrivere la bellezza e la maestosita’ del complesso , al quale neanche il Colosseo poteva paragonarsi e non potendolo imitare a Costantinopoli come avrebbe desiderato , espresse almeno quello di costruire ad imitazione la statua equestre di Traiano , al che il principe persiano Ormisda che lo accompagnava , disse a Costanzo : “Imperatore ! fai erigere prima una stalla simile a questa se ne sei capace ; il cavallo poi che ti proponi di costruire vi entri con maesta’ pari a quanto vediamo” .
Costanzo vista l’ impossibilta’ di riprodurre un opera che pareva divina , rinuncio’ all’ impresa .
A questo punto considerato che il personaggio che rimase tanto sconcertato da quanto vide a Roma fu un Imperatore romano ormai costantinopolitano che non risiedeva piu’ a Roma e non un semplice pellegrino , credo che non ci siano altre parole per poter solo minimamente immaginare le bellezze e meraviglie architettoniche che un tempo esistevano a Roma antica , frutto di generazioni di uomini che i Visigoti al seguito di Alarico quando entrarono in Roma paragonarono a dei , forse per questo ebbero fretta nell’ uscire da questa Citta’ temendo la vendetta divina per aver profanato la loro residenza .

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sono tornato l'altro giorno a fare un giro e mi ha stupito vedere i rilievi della colonna traiana che sembrano appena fatti, al contrario di quella Antonina che, specie alla base, quindi quelle più esposte alla pioggia, hanno figure  quasi irriconoscibili. mi è venuto il dubbio che siano state restaurate e ricostruite durante la pulitura ?

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La Colonna di Traiano e' stata oggetto nel tempo di vari studi , di restauri e di un tentativo di trafugamento , come rischio' di avvenire all' epoca di Napoleone che voleva portarsi via a Parigi tutta la Colonna . Si e' scoperto che la Colonna in origine era tutta dipinta , figure forse policrome su uno sfondo probabilmente di colore blu cobalto , Luigi Valadier ne' creo' un modello come si vede in foto con tutte le figure dipinte in oro zecchino che si stagliano su un fondo blu ; se cosi' fosse stato immaginiamo lo splendore e la meraviglia che la Colonna doveva procurare agli osservatori , specialmente quando il Sole la illuminava con i suoi raggi .

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In effetti è molto probabile fosse dipinta. Tutte le statue erano dipinte.

Trovo quasi comico che tutto il neoclassicismo si basi su premesse errate.

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buona sera, non ricordo più dove l'ho letto(come al solito)ma qualcuno ipotizza che le gesta di Traiano in dacia raffigurate sulla colonna abbiano anche un altro verso di lettura, cioè non solo seguendo la spirale ma anche in verticale come in una sorta di "formato ridotto" o di riassunto.

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buona sera, non ricordo più dove l'ho letto(come al solito)ma qualcuno ipotizza che le gesta di Traiano in dacia raffigurate sulla colonna abbiano anche un altro verso di lettura, cioè non solo seguendo la spirale ma anche in verticale come in una sorta di "formato ridotto" o di riassunto.

 

Ciao @@margheludo , non so dove potresti aver letto questa notizia che mi sembra poco credibile ; la Colonna si legge , secondo uno sviluppo logico , in modo spiraliforme , "svolgendola" come si svolge un rotolo di papiro . Anzi si potrebbe supporre che la Colonna sia un estratto personificato e pietrificato visibile a tutti i cittadini romani dei Commentari del "De bello Dacico" scritti da Traiano in persona nel corso della campagna militare in Dacia , poi depositati nella biblioteca latina del suo Foro .

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buona sera a tutti, concordo con Legio sul fatto che non possa esistere un altro modo per leggere la colonna e a tal proposito ieri sera mi sono guardato il doc. di Alberto angela su youtube e devo dire che mi è parso veramente ben fatto, anche se un po scomodo perché distribuito in 7 o 8 spezzoni, ho poi casualmente trovato oggi un doc. rumeno sottotitolato(non troppo bene)in italiano che descrive tutta l' epopea dalla parte dei daci, un po lungo circa 50 min. ma interessante mira a smontare la storia così come scritta sui libri con un mix di negazionismo e revisionismo storico forse dettato da frustrazioni da carenza di identità culturale, in un susseguirsi di farneticazioni da funghi peyote ed inquietanti verità trascurate dagli storici di tutte le epoche, esordiscono dicendo che la somiglianza tra Italiano e Rumeno sarebbe frutto di una sorta di convergenza evolutiva della stessa lingua antenata, negando di fatto la romanizzazione della Dacia che, a loro dire, è stata invasa solo per il 14%del territorio. Ne ho visto solo metà(domani il resto)ma già si è capito dove vogliono andare a parare, sicuramente molto interessante ve lo consiglio e se volete possiamo successivamente commentarlo, buona visione.http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=2&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjbsqSGuoXNAhWMlxoKHcLVDHsQtwIIIDAB&url=http%3A%2F%2Fm.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DxKJotCLjl0c&usg=AFQjCNF7rCt1Iv_1zfK4NOnh-vMCFg6gkA

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Ciao @@margheludo , intervento molto interessante . La maggior parte del popolo rumeno attuale e' fiero di essere discendente , almeno di nome e di lingua , dai coloni italici e romani che dopo la conquista militare di Traiano , si recarono in massa in Dacia per le grandi opportunita' di lavoro e di sfruttamento minerario ed agricolo che la nuova provincia prospettava . In Romania e' talmente sentita questa comunanza con Roma che esiste a Bucarest una Piazza chiamata Piazza Roma con un monumento con la Lupa romana ; anche a Roma , a Villa Borghese , si trova l' Accademia di Romania in stile neoclassico dove nella facciata principale dell' edificio si stagliano due grandi medaglioni con le effigi di Traiano e di Decebalo  .

Per quanto riguarda la conquista militare di Traiano , e' vero che il territorio annesso all' Impero non corrisponde completamente al territorio attuale della Romania , ma non nella percentuale del 14% come esprimono alcuni storici romeni ; indiscutibili siti archeologici di epoca romana documentati , stabiliscono che il territorio occupato dai Romani corrispondeva a poco meno del 50% di quello attuale come si puo' vedere dalla cartine allegate , nelle quali la linea tratteggiata stabilisce i confini certi della Dacia romana .

Il documentario e' interessante ma tiene poco conto che il cuore della odierna Romania fu profondamente romanizzato da grandi masse di coloni romano italici e dai militari romani che dopo il congedo decisero di rimanere in Dacia perpetuando gli usi e costumi latini ; le due guerre daciche di Traiano causarono quasi un genocidio di Daci e i superstiti furono costretti a fuggire oltre i Carpazi , i circa 160 anni di dominazione romana furono sufficienti a creare una sacca di latinita' in territorio barbaro che sopravvisse anche dopo la caduta dell' Impero romano e le successive invasioni di popoli slavi . Per i Romani la Dacia era vista oltre che come un temibile e tenace avversario nemico , anche come una provincia da sfruttare per le grandi ricchezze minerarie in particolare di oro e argento , il famoso "quadrilatero aurifero" , che si sviluppava nei Monti Carpazi ; quindi i Romani non avevano nessun interesse militare ed economico ad estendere il dominio oltre i Carpazi dove iniziava l' immensa pianura della Moldavia e Ucraina . 

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La nuova provincia creata da Traiano era talmente estesa che successivamente Adriano fu costretto a riorganizzarla e dividerla in tre distinti distretti con tre diverse capitali , tre governatori e distinte Legioni e truppe ausiliarie che li presidiavano . Le tre Dacie divennero : la Superiore con a capo Quinto Marcio Turbone comandante della Legione XIII Gemina stanziata ad Apulum , la Dacia Porolissensis con capitale Porolissum presidiata da truppe ausiliarie e la Dacia Inferiore con capitale forse Romula presidiata dalla Legione V Macedonica .

La statua equestre di Traiano nel suo Foro secondo le probabili proporzioni teoriche basate sul ritrovamento della base del pavimento . 

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