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Urbano VIII - Testone "Vivit Deus"


ZuoloNomisma

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Testone a. XX / 1643,  AR 9,49 g.  D/: VRBANVS·VIII· – ·PON·MAX·A·XX·  Stemma sormontato da triregno e chiavi decussate con cordoni; maschera leonina in cimasa.  R/: VIVIT – DEVS·  S. Michele trafigge   Lucifero; a sx., nel campo, Armetta Farzetti e Pavia e, all’esergo, 1643. A sx., in basso, sigle G M (Gaspare Mola, incisore).  CNI 543 var.  Muntoni 83.  Berman 1730. q.Spl 

 

Ex NAC 81, lotto 475 (Collezione GdF di testoni italiani)

 

 

Alcune note su questa moneta (fonte E. Martinori, Annali della Zecca di Roma):

 

-Al D/ è rappresentato lo stemma Barberini con le tre api. Si legge dal Martinori che Urbano VIII era dotto in lettere italiane, greche e latine e portando tre api nel suo stemma, fu chiamato l'Ape greca. Tuttavia, vuolsi che in origine nel blasone di casa Barberini figurassero tre tafani e non tre api, dal nome di Tafania, presso Barberino di Val d'Enza, feudo della casa. I tafani si possono vedere sopra uno stemma di Taddeo di Cecco da Barberino posto sulla facciata di un ospedale per pellegrini costruito da quell'antenato di Urbano VIII nel 1365.

 

-Il conio di questa moneta è da attribuire a Gaspare Mola che nacque a Coldrerio nel 1580 circa. Fu in Firenze capo incisore di quella zecca (1609-1611). Passò quindi a quella di Guastalla e poi a Mantova (1613-1614). Venne a Roma il gennaio 1615 ed un chirografo dell'8 gennaio ci dice come Urbano VIII facesse dare al Mola 100 scudi per sostenere le spese di trasporto della famiglia da Firenze a Roma. Morì il 26 gennaio 1640. Il Mola fu il primo che ebbe l'autorizzazione di apporre la sua firma o le sue iniziali sulle monete pontificie. Il successore del Mola come incisore a Roma fu il nipote, Gaspare Morone che con l'eredità lasciata dallo zio prese il nome di Morone-Mola. Come riporta ancora il Martinori, questi si servì di molti coni dello zio, nè è facile distinguere i lavori dell'uno da quelli dell'altro.

 

-Col 1° marzo 1643 furono firmati i capitoli della concessione in appalto della Zecca ai signori Antonio Francesco Farzetti e Prospero Pavia già depositari della Camera apostolica. Nell'atto di concessione, si legge che il Papa accordava a questi due zecchieri l'uso della zecca ad acqua, fabbricata d'ordine di Sua Santità, per imprimere la moneta con maggiore celerità e migliore forma; Castel Sant'Angelo veniva riservato per la battitura a mano

 

-Nell'iconografia cristiana, l'immagine di Michele arcangelo sia per il culto che per l'iconografia, dipende dai passi dell'Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago, come si può vedere nel dipinto "l'Arcangelo Michele schiaccia Satana" di Guido Reni del 1636, appena precedente alla conio di questa moneta.

 

Michele    

 

 

 

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Gran bella moneta, dall'illustre pedigree !

 

Il conio del rovescio è senz'altro derivante da quello di Gaspare Mola che venne utilizzato per il testone A.XIV, di cui firmò il diritto con il nome abbreviato "G. MOL .":

 

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(ex asta Ranieri)

 

però, al pari delle piastre "post mortem" del Mola, A.XXI-1643, credo che il "GM" sia la firma del nipote che ne "ereditò" l'arte ed il lavoro.

 

In questo caso il conio non è "aggiornato", cosa che invece si nota sulle piastre, che spesso hanno tracce della precedente incisione, ma di certo i punzoni della parte superiore della figura di S. Michele e di Satana sono quelli dello zio... :rolleyes:

 

Ciao, RCAMIL.

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Grazie della bellissima descrizione,

quanto descritto dal Martinori è stato ripreso dal dizionario di Emanuele Repetti, qualcuno ha una foto dello stemma di Taddeo di Cecco da Barberino?

 

Alessandro

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Awards

Non posso che accodarmi ai complimenti degli altri amici papalisti, mi ha sempre colpito questa iconografia: tra l'altro è una delle poche (oltre ai classici S. Pietro e S. Paolo, con le relative varianti sul tema) che appare su molti nominali di Urbano VIII, fino al piccolo quattrino...

 

Antonio

Modificato da anto R
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  • 4 anni dopo...

Ciao a tutti, ripropongo oggi questa mia vecchia discussione per integrarla con un pezzo che ho avuto modo di aggiungere in collezione qualche tempo fa. 

D/: VRBANVS·VIII· – ·PON·MAX in basso A . XX Busto a destra, piviale con fiorami.  

R/: VIVIT – + - . DEVS·  S. Michele trafigge   Lucifero; a sx., nel campo, Armetta Farzetti e Pavia e, all’esergo, 1643. A sx., in basso, sigle G M (Gaspare Mola, incisore).  

CNI 540 Muntoni 82.  Peso 9,82 g.

Questa tipologia non appare molto di frequente e solitamente presenta conservazioni abbastanza modeste. Questo esemplare si presenta ancora gradevole con conservazione superiore alla media. Delle tre tipologie di testoni con al R/ San Michele che trafigge Lucifero, questo (Munt 82) e quello sopra presentato con stemma al D/ (Munt 83), sono le due più rare. Quello con al D/ il busto con camauro e mozzetta (Munt 81), è invece quello che più frequentemente appare sul mercato. 

Vostri commenti e integrazioni sono come sempre graditi. 

Michele 

 

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Complimenti! Gran bella moneta!! Con patina molto gradevole!! Il volto, in particolare gli occhi sono molto espressivi! 

Modificato da DOGE82
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11 ore fa, ZuoloNomisma dice:

Ciao a tutti, ripropongo oggi questa mia vecchia discussione per integrarla con un pezzo che ho avuto modo di aggiungere in collezione qualche tempo fa. 

D/: VRBANVS·VIII· – ·PON·MAX in basso A . XX Busto a destra, piviale con fiorami.  

R/: VIVIT – + - . DEVS·  S. Michele trafigge   Lucifero; a sx., nel campo, Armetta Farzetti e Pavia e, all’esergo, 1643. A sx., in basso, sigle G M (Gaspare Mola, incisore).  

CNI 540 Muntoni 82.  Peso 9,82 g.

Questa tipologia non appare molto di frequente e solitamente presenta conservazioni abbastanza modeste. Questo esemplare si presenta ancora gradevole con conservazione superiore alla media. Delle tre tipologie di testoni con al R/ San Michele che trafigge Lucifero, questo (Munt 82) e quello sopra presentato con stemma al D/ (Munt 83), sono le due più rare. Quello con al D/ il busto con camauro e mozzetta (Munt 81), è invece quello che più frequentemente appare sul mercato. 

Vostri commenti e integrazioni sono come sempre graditi. 

Michele 

 

72d.jpg

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Buon esemplare Zuolo credo ne sia passato uno proprio in questi giorni all’asta NAC dove c’era un bel nucleo di monete papali dove alcune piastre  hanno fatto dei realizzi eccellenti  

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18 ore fa, numa numa dice:

Buon esemplare Zuolo credo ne sia passato uno proprio in questi giorni all’asta NAC dove c’era un bel nucleo di monete papali dove alcune piastre  hanno fatto dei realizzi eccellenti  

Ciao @numa numa, in realtà non mi sembra che nell'ultima NAC appena conclusa ci fossero esemplari di questo testone... Ti confermo che è piuttosto raro e appare sul mercato abbastanza di rado. Da una mia ricerca su acsearch,  mettendo la chiave di ricerca più ampia ed inclusiva possibile,  di questa tipologia si trova un solo esemplare. Un solo esemplare anche per l'altro testone qui presentato,  quello con stemma al D/. Di converso, con gli stessi criteri di ricerca, ci sono ben 17 esemplari Munt 81.

Michele 

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48 minuti fa, numa numa dice:

Hai ragione Zuolo avevo visto la piastra di Urbano VIII, non il testone. Anche la piastra e’ altrettanto rara? 

La piastra VIVIT DEVS appare in asta piuttosto di frequente.  Solo per mantenere lo stesso criterio comparativo, su acsearch includendo tutte le varianti, ho contato 53 esemplari (compresi quelli eventualmente riproposti). Solo in questa ultima NAC ne erano presenti tre. Si tratta di una tipologia che va dal Munt 34 al 42, che si differenziano tra loro per piccole varianti nelle legende, nel piviale, nei segni di zecca e negli anni di pontificato. Nel complesso, ritengo la piastra meno rara dell'analogo testone, discorso valido però solo per i testoni Munt 82 e 83. Il Munt 81 invece è molto più comune e appare regolarmente in vendita. Rispetto a questa tipologia di testone, la piastra è senz'altro più rara. Ci sono poi tra queste piastre alcune varianti sicuramente molto rare, ma a differenza dei tre testoni che rappresentano tre diverse tipologie, per la piastra si tratta solo di varianti di un'unica tipologia e quindi di interesse minore.

Michele 

Modificato da ZuoloNomisma
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Complimenti Michele @ZuoloNomisma per questo bel testone che hai acquisito. Un tipo identico nelle iconografie, ma datato A XII / 1634 esiste come quadrupla.

Certamente si tratta del testone meno comune per questa serie con S. Michele; a titolo di curiosità posso solo dire che non ho memoria di esemplari dove la decorazione nella fibbia del piviale fosse evidente, dovrebbe esserci (come nelle piastre) il volto di Cristo.

Credo che tale difetto sia però imputabile non alla circolazione, ma a qualche piccolo problema in fase di battitura. Tra l'altro, il conio di diritto del testone parrebbe essere quello della quadrupla con la correzione - sotto al taglio del busto – di XX in luogo di XII. Avendo la moneta in mano credo che Michele potrà accertarsi se la seconda X è impressa sopra a II.

Mi permetto di dilungarmi sulle piastre citate da @numa numa , dove la medesima tematica di rovescio viene sviluppata con un movimento decisamente orizzontale. La vera - a mio parere - varietà tipologica nel massimale argenteo è la presenza al rovescio di più demoni (emissioni di anno XI e alcune di anno XII) oppure di uno solo (per le sole coniazioni di anno XII). Sembra una variazione di poco conto, ma la scena cambia radicalmente, le piastre con più demoni sono poi anche più rare oltre che di maggior valore artistico.

 

Buon pomeriggio,

Antonio

Modificato da anto R
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1 ora fa, anto R dice:

Tra l'altro, il conio di diritto del testone parrebbe essere quello della quadrupla con la correzione - sotto al taglio del busto – di XX in luogo di XII. Avendo la moneta in mano credo che Michele potrà accertarsi se la seconda X è impressa sopra a II.

Esattamente Antonio! Questo un ingrandimento dell'anno di pontificato del mio testone, in cui si intravedono le due stanghette dell'originario anno XII della quadrupla.

 

Immagine.png

Modificato da ZuoloNomisma
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