Vai al contenuto
IGNORED

Medaglione di Teodorico.


adelchi

Risposte migliori

è stato scritto tanto su quel medaglione, tu hai delle perplessità immagino, condividile con noi...

sei più dubbioso sullo stile, sulla coniatura o sulla "possibilità storica" del pezzo?

Link al commento
Condividi su altri siti


9 ore fa, adelchi dice:

Domanda secca: secondo voi il medaglione aureo di Teodorico è originale?

si potrebbe postarne una bella foto ?

Link al commento
Condividi su altri siti


questo è l'originale, se non erro è al Palazzo Massimo alle Terme a Roma

 

Medaglione-doro-di-Teoderico.jpg

questo un eletrotype dall'originale (questo è al British)

 

AN01449251_001_l[1].jpg

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


l'ombra copre la parte superiore della gamba dx che non capisco perchè sia scoperta mentre l'altra è coperta fino ai piedi. è normale nell'iconografia del periodo ? la pettinatura di Thedorico trova riscontri in altre raffigurazioni ? scusate se invece di risposte porto altre domande. sarebbe interessante sapere se è stato ritrovato in uno scavo documentato o è comparso dal nulla.

Link al commento
Condividi su altri siti


provo a dare qualche risposta... a pezzi...

la gamba della vittoria... non è scoperta. ma è un classico iconograficamente parlando... la gamba avanza e la veste è probabilmente leggera e quindi le si posa sopra permettendo di intuirne la forma in modo chiaro....

ecco un Tremisse italico dei Anastasio nel quale apprezzare la stessa iconografia della gamba

940310[1].jpg

Link al commento
Condividi su altri siti


La capigliatura è particolare… ma credo che sia in linea con “la moda” del tempo… si veda per puro paragone il mosaico sotto…

In ogni caso i paragoni stilistici sono difficili perché:

1 – il medaglione è grande e permette una espressione artistica diversa da un solido, quindi non si possono fare paragoni troppo azzardati

2 – il ritratto è incredibilmente frontale… e non è imperiale… quindi difficile paragonarlo ad altro ….

 

 

 

tour-di-ravenna-con-stop-a-chioggia-e-pomposa_42_1[1].jpg

Link al commento
Condividi su altri siti


in ultimo, per rispondere all'altra domanda, mi pare doveroso citare un testo specifico ....

http://www.arborsapientiae.com/libro/14566/rex-theodoricus-il-medaglione-d-oro-di-morro-d-alba-isbn-978-88-8444-104-1.html

CITO dal sito

Il Medaglione aureo con il ritratto di Teoderico venne presentato al mondo numismatico da Francesco Gnecchi (1850-1919) in un suo articolo pubblicato, nel 1895, sulla Rivista Italiana di Numismatica. Il monile era infatti entrato a far parte della raccolta del noto collezionista milanese; infine, nel 1923, venne acquistato dal Museo Nazionale Romano e, ancora oggi, è uno tra i reperti più significativi che vi sono conservati. Manufatto eccezionale sotto diversi punti di vista; ha un diametro di 33 mm, pesa 15,32 g con la chiusura a spilla saldata sul rovescio, risulta quindi essere un multiplo da tre solidi. Questo capolavoro dell’arte iconografia numismatica antica è l’unico documento che ci tramanda un’affascinante immagine di Teoderico e costituisce un unicum relativamente alla sua effige. Il celebre sovrano goto è ritratto di prospetto con sottili baffetti, il capo scoperto ornato da una lunga capigliatura liscia, arricciata alle punte. Dalle poche informazioni che ci sono pervenute, il ritrovamento è avvenuto in terra marchigiana, nel territorio di Morro d’Alba, in contrada Sant’Amico, nel podere Tognietti in un non meglio specificato deposito sepolcrale che venne sconvolto da lavori di scasso. Proprio il Medaglione d’oro di Morro d’Alba diventa stimolo per uno studio ed un approfondimento della figura di Teoderico e, più in generale, del regno dei Goti e dell’Italia ai suoi tempi. Questo volume raccoglie ben 29 contributi (al riguardo) raggruppati in quattro sezioni (Il Medaglione d’oro; L’Italia al tempo dei Goti; Ravenna; Il Mito di Teoderico). In particolare i saggi di Claudia Barsanti (Il Medaglione d’oro di Teoderico. Il ritrovamento), Roberta Pardi (Le monete dei Goti), Alessandra Serra (Una riflessione sul Medaglione di Teoderico) e Diletta Cherra (Ritratti della storia gotica) si occupano in modo specifico dei temi che riguardano il medaglione, le monete e la ritrattistica in epoca gotica. La data più probabile, secondo gli studiosi, per l’emissione di questo medaglione è da collocare nell’anno 500, quando Teoderico, all’apogeo della sua gloria, compì il suo viaggio trionfale a Roma per celebrare l’adventus. Esistono anche altre ipotesi: secondo Bernareggi andrebbe datato al 526, momento che vide deteriorarsi i rapporti fra Teodorico e l’imperatore bizantino, d’altra parte Grierson propone come probabile una datazione al tardo 509, momento della pace con Franchi e Burgundi. Seguono scritti che introducono ed illustrano il periodo storico (Mario Natali) o che trattano delle fonti e delle testimonianze archeologiche di Teoderico a Roma (Paola Quaranta), degli insediamenti Goti nell’Italia settentrionale (Basema Hamarneh) e centro-meridionale (Andrea Paribeni), del territorio piceno nel racconto di Procopio durante le guerre gotiche (Lorenzo Riccardi). Ampio spazio è dedicato a Ravenna la città che, più di ogni altra, conserva ricche tracce del popolo Goto e memoria del mitico re; diciassette sono i contributi. Molti, com’è logico, trattano dei celebri cicli musivi. Ad esempio Mauro Della Valle offre una precisa indagine dello stile dei mosaici del tempio di Teoderico, sono anche esaminati i mosaici di Sant’Apollinare Nuovo (Laura Leuzzi) ed il discusso ritratto musivo di Teoderico (Gabriella Bernardi), la Cappella privata dei vescovi di Ravenna (Simona Moretti), mentre Livia Bevilacqua si occupa dei mosaici pavimentali di età teodericiana a Ravenna e nell’area adriatica. Altri contributi si interessano della politica edilizia promossa a Ravenna e nel territorio da Teoderico (Paolo Novara), del complesso episcopale ariano (Giorgia Pellini), della vicenda architettonica di Sant’Apollinare Nuovo (Roberta Cerone), della fondazione di Sant’Agata Maggiore (Roberta Cerone), degli arredi architettonici e liturgici negli edifici di età teodericiana (Claudia Barsanti), fino ad arrivare all’enigmatico mausoleo del sovrano (Francesco Gangemi). L’austera ed imponente tomba del re goto possiede una copertura monolitica veramente impressionante, tale da suscitare ancora oggi grande stupore. Il gigantesco blocco di pietra, con un diametro di oltre 10 metri, si stima possa pesare 230 tonnellate. Il suo posizionamento costituisce un vero rompicapo, una sfida per chi si occupa della storia della tecnica, sicuramente è una fra le maggiori imprese dell’antichità. Agli aspetti legati alla ricchezza, al lusso, sono invece indirizzati i lavori di Manuela Gianandrea (Bagliori dei secoli bui. Corredi funerari e tesori ostrogoti in Italia) e Basema Hamarneh che affronta gli aspetti collegati al diadema aureo, noto come Corona Ferrea, custodito nel tesoro del duomo di Monza e che, nel tempo, ha alimentato non poche leggende collegate all’origine e alla sua destinazione. Claudia Quattrocchi, invece, si sofferma sul tema dei sarcofagi ravennati attribuiti all’epoca teodericiana, analizzando in particolare l’aspetto iconografico. Alla lingua gotica e alle sue problematiche è rivolto il saggio di Artemij Keidan mentre Giovanni Gasbarri si è occupato di Cassiodoro e del monastero di Vivarium e Manuela Gianandrea della cultura, dei libri e dei codici miniati alla corte di Teoderico. In conclusione, sono rivolti al mito di Teoderico i contributi di Silvia Pedone (Uniti nella pietra. L’incontro di Sant’Ilario e Teoderico nel rilievo di Galatea – “C’era una volta un re”. Appunti sul mito di Teoderico nella letteratura e nell’arte). Il volume, corredato da 212 illustrazioni in bianco e nero, avrebbe sicuramente meritato delle riproduzioni a colori di dimensioni maggiori, ma questo avrebbe inevitabilmente inciso sul costo dell’opera. Infine un’adeguata e ricchissima bibliografia con oltre 900 citazioni. Insomma una splendida opera che non solo analizza i celebri monumenti di Ravenna, ma che offre un panorama complessivo dell’Italia al tempo dei Goti esaminando aspetti storici, archeologici, artistici e numismatici utilizzando come filo conduttore proprio una moneta, il Medaglione d’oro di Morro d’Alba di Teoderico.
di Gianni Graziosi Il volume raccoglie una serie di saggi di docenti, ricercatori e studenti universitari divisi in quattro paragrafi: IL MEDAGLIONE D’ORO - L’ITALIA AL TEMPO DEI GOTI - RAVENNA - IL MITO DI TEODERICO

  • Mi piace 5
Link al commento
Condividi su altri siti


@Poemenius, grazie delle interessanti risposte, a questo punto visto che anche la perlinatura e la legenda sembrano a posto direi che con buona probabilità si tratta di un pezzo autentico.

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Scusate ho avuto un piccolo problema...

Io in linea di massima sarei propenso per la sua autenticità ,oltre a tutte le motivazioni classicamente addotte dalla critica favorevole,ne aggiungerei un paio che mi frullano per il capo da tempo: in primo luogo la capigliatura o meglio la testa,non vi sembra esageratamente "alta" quasi "turrita" tipo Frankenstein ,per intenderci,questo fatto non sarà dovuto alla famosa pratica dei crani deformati in uso presso gli ostrogoti e in particolar modo nelle famiglie dominanti e aristocratiche?

La seconda idea riguarda un confronto iconografico con l'elmo sassone di Sutton Hoo che presenta gli stessi baffi "barbarici" del medaglione in questione.

il fatto  che il manufatto sassone sia più recente di circa un secolo non ne inficia il rapporto iconografico -storico,anzi favorisce il sedimentarsi di una tradizione  sia iconografica che mitologica,se non baglio infatti quella di Teodorico il grande diventa una figura importante nelle saghe germaniche di VII VIII sec.

Non si può nemmeno dire che il ritratto di Teodorico sia stato copiato dall' elmo(provenente da uno scavo con tutti i crismi) perché il multiplo è apparso prima.

Saluti.

ADELCHI.

Link al commento
Condividi su altri siti


Ribadisco:secondo me il ritratto sul medaglione è di un fisionomico che urla.

La testa sproporzionata in modo abnorme,difficilmente e imputabile ad una "scarsezza" dell' incisore,vista anche la resa magnifica sia dei particolari del ritratto sia della vittoria sul retro.

Quindi molto probabilmente ci troviamo di fronte all' effettivo ritratto di Teodorico il grande con tanto di cranio deformato .

Sono graditi commenti ,critiche e o stroncature.

Link al commento
Condividi su altri siti


Discussione decisamente interessante, ma visto l'oggetto della stessa non poteva essere altrimenti.

Non so fino a che punto questa raffigurazione di Teodorico possa considerarsi fiosionomica: le mani sono decisamente troppo piccole, il volto poco espressivo e (a voler far l'avvocato del diavolo) la capigliatura "rialzata" potrebbe essere il frutto di un tentativo mal riuscito di dare profondità al soggetto raffigurato. Logicamente non ci si può aspettare da un ritratto del tempo la perfezione fisionomica di ritratti posteriori di svariati secoli, ad esempio credo che la presenza dei baffi sia già indicatrice di una certa verosomiglianza col soggetto ritratto. Quindi più che di ritratto "fisionominco" parlerei di ritratto "realistico"; ben lontano dai ritratti mediamente stereotipati - e, diciamocelo, anche un po' idealizzati - del tempo. Diciamo che Teodorico probabilmente non era esattamente così ma con ogni probabilità presentava quei tratti caratteristici (baffi, capigliatura rialzata in un modo o nell'altro...); o almeno così la penso io.

Un saluto a tutti,

Antonio

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Il particolare della capigliatura è veramente interessante,notiamo infatti che va a interrompere bruscamente la legenda,quasi fosse più importante non limitare la caratteristica peculiarità del cranio(simbolo di nobiltà gota) a scapito di una più logica e pratica stesura della legenda stessa.

Link al commento
Condividi su altri siti


per il calore che trasmetti . come complimento, anche se capisco che oggi possa sembrare un 'insulto. 

Modificato da dux-sab
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Bellissima discussione, complimenti a tutti. Ho avuto modo di ammirare varie volte dal vivo il medaglione aureo di Teodorico e devo dire, live, che urla la sua autenticità. Splendido esempio di arte e non solo del "picciol cerchio". Qualcuno sa come reperire, pagando, il suddetto volume? L'ho cercato tempo addietro in lungo e in largo, ma niente. Grazie in anticipo. 

Link al commento
Condividi su altri siti


@adelchi

credo anche io che sia una volontà di inserire alcuni caratteri "reali" di Teodorico, ovviamente il limite di questa scelta oggi ci sfugge e non sappiamo fino a che punto siano arrivati.

per la testa allungata mi permetto di buttare una ipotesi.... il modo in cui l'immagine di Teodorico occupa lo spazio è ripreso dai solidi. i solidi avevano elmi allungati che tagliavano la legenda. In questo caso la volontà è forse quella di riprodurre Teodorico come un Principe della Pax, senza elmo, ma rimanendo in parte in uno schema iconografico che lo accosti agli Augusti.

Link al commento
Condividi su altri siti


Un ringraziamento a dux-sab per la sua gentilezza e un aneddoto:quando visitai la collezione reale,completamente rapito,cercavo comunque di seguire un percorso quantomeno cronologico,senza farmi distrarre dalle meraviglie che con la coda dell'occhio percepivo magari dall'altro lato della "corsia"e che mi chiamavano come sirene,arrivato al ripostiglio di Vicarello mi si avvicinò un custode del caveau,cosa già di per sé strana poiché di solito non sucito particolare simpatia nel prossimo soprattutto quando non voglio essere distratto mentre ammiro certe opere  d'arte,comunque forse proprio per il mio atteggiamento attirai la sua attenzione e per premura o solo perche voleva fare lo splendido mi disse che se volevo vedere qualcosa di veramente eccezionale avrei dovuto seguirlo.incuriosito lo feci,tutto pimpante mi condusse in fondo alla stanza,alla teca delle barbariche-bizantine e mi indicò un solido bizantino,ora non ricordo esattamente di che tipologia fosse,bello ma niente di esagerato,allora gli feci notare che di splendido in quella vetrina c'era in primis il multiplo di Teodorico e gli spiegai la rava e la fava ,poi al limite tra le flavie longobarde gli feci notare l'unicum per Ivrea che purtoppo era esposto dal lato con il nome di Desiderio e non da quello peculiare della zecca.

Il custode un po "interdetto"andò a confabulare con i colleghi presso l'ingresso tornando poco dopo dicendo"si,si, è quella li grossa la moneta importante"

Che dire...l'entusiasmo fu veramente encomiabile,forse con un po'piu di preparazione il risultato...migliore.:)

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


  • 2 settimane dopo...

Per un altro ritratto 'realistico' coevo possiamo citare il follis da 40 nummi di Teodato con un altro splendido ritratto, la cui emissione e'stata analizzata in profondita' dal Metlich e l'emissione similare di Giustiniano, sempre per Roma, con un altro ritratto di grande intensita' analizzata stavolta dall'amico Giollo proprio qui aul Forum

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.