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Che frutti sono?


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Sono molto interessato alla geografia antica, anche nel senso del clima, della produzione agricola, delle differenze rispetto al nostro mondo attuale. Ad esempio, è ben noto che l'Africa del Nord nei primi secoli d.C. era ancora molto più fertile di oggi, e che la risalita del Sahara non era così avanzata. In Egitto poi verso la metà del 2° millennio a.C. le attuali oasi contenevano laghi ampi e profondi, circondati da foreste con grandi mammiferi , sia erbivori che carnivori. Quindi sono incurisito dalle monete che "parlano" di questo, dal silfio della Cirenaica a questo follis della tetrarchia. Questo è di Costanzo Cloro (8,1 g. e 27,5 mm) ma credo esista anche per i suoi colleghi. Cartagine in piedi tiene dei frutti in entrambe le mani, la scritta è: SALVIS AUGG ET CAESS FEL KART.  In esergo:  gamma. Dovrebbe trattarsi della C271 e RIC 30a.

Ma la domanda è: che frutti sono?  Sono identificabili? Sui cataloghi non ho trovato nulla.

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Ciao,

curiosa e interessante faccenda, intervengo non per chiarirla, non sarei in grado di rispondere (forse datteri a sinistra??), piuttosto mi ha incuriosito notare che nel mio esemplare (una delle monete in mio possesso che preferisco)  i frutti sono invertiti.... chissà che qualcuno abbia qualche idea in più in merito...

 

1.jpg2.jpg

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Nella Roma antica , gia' in epoca repubblicana , l' Africa del Nord centro occidentale , era rinomata e molto apprezzata per i Datteri e l' Olio ; puo' darsi che la moneta essendo emessa dalla zecca di Cartagine rappresenti in modo schematico questi due prodotti .

Altra ipotesi , trattandosi al rovescio della personificazione della Salus (intesa come salvezza) , quegli oggetti rappresentino qualsiasi cosa intesi come offerta agli dei , frutti compresi .

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18 minuti fa, Legio II Italica dice:

Nella Roma antica , gia' in epoca repubblicana , l' Africa del Nord centro occidentale , era rinomata e molto apprezzata per i Datteri e l' Olio ; 

 

Davvero? Io sapevo che l'olio africano, e quello egiziano in particolare, fosse ritenuto di infima qualità, al punto che si diceva non fosse buono nemmeno per le lanterne. Sbaglio?

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44 minuti fa, Afranio_Burro dice:

 

Davvero? Io sapevo che l'olio africano, e quello egiziano in particolare, fosse ritenuto di infima qualità, al punto che si diceva non fosse buono nemmeno per le lanterne. Sbaglio?

Non saprei dirti per l' olio in generale dell' Africa , io mi riferivo a quello dell' Africa Proconsolare ( Tunisia ) famosa anche per i Datteri , la famiglia di Annibale aveva presso Cartagine grandi proprieta' terriere ad uliveti .

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E se i frutti allungati nella mano destra di Cartagine (prima moneta postata) fossero baccelli di carruba?????

L’albero del carrubo, sin da tempi remoti, ha influenzato la vita quotidiana ed ha lasciato tracce indelebili nella storia del nostro territorio : è stato utilizzato come semplice foraggio, a basso costo, per gli animali da soma, nei dolci e nei preparati alimentari che si facevano e, ancora si fanno, con le silique e negli infusi che i nostri antenati utilizzavano per curare malattie di ogni genere.

Gli studi effettuati sul carrubo e sui prodotti da esso derivati hanno evidenziato le alte potenzialità della specie che, attualmente, per nostra fortuna, non è stata del tutto dimenticata.

Il carrubo è un albero longevo, dalla crescita lenta, conosciuto sin dall’antichità.

Le prime testimonianze si trovano nei documenti di Teofrasto e di Strabone, e di scrittori naturalisti come Columella e Plinio il Vecchio.

Nei Vangeli di Matteo e di Marco si legge che Giovanni il Battista si nutriva nel deserto di “locuste e di miele selvatico”. Il termine locuste, per alcuni, starebbe ad indicare proprio le carrube, tant’è che in vari paesi dell’Europa Settentrionale, e soprattutto in Gran Bretagna ed in Germania, questo prodotto è noto con il nome, rispettivamente, di  “St. John’s bread”e Jhoannisbrot”,  cioè “pane di San Giovanni”.

Alcuni studiosi lo ritengono originario delle coste meridionali ed orientali del Mediterraneo, introdotto in Italia dai Greci o dai Fenici e diffuso, nel Medioevo, dagli Arabi, che lo coltivano e ne consumano i frutti dai tempi più remoti, anche in Spagna e Marocco.

Verso la fine del Medioevo il carrubo era coltivato in tutte le terre del Mediterraneo compatibili con la sua coltura ed il suo frutto, noto a tutte le popolazioni cristiane d’Europa, era già utilizzato per la preparazione di prodotti medicinali e alimentari. Ad accrescere la sua diffusione contribuirono le crociate e le migrazioni dei Normanni, ma soprattutto i rapporti commerciali tra l’Oriente e l’Occidente mantenuti vivi dalle repubbliche marinare.

Sia il carrubo che l’olivo hanno avuto un ruolo importante ed essenziale nei trattati medici e nella storia della Scuola Medica Salernitana, ragion per cui il loro legame con il Territorio assume un valore ancora maggiore.

PER ALTRE INFO : http://dottoressadisessastella.docsite.it/2014/10/03/la-carruba-tesoro-degli-antichi-oggi-frutto-quasi-dimenticato/

 

carruba.jpg

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Un fatto è certo: quelle nella mano destra di Cartagine non possono essere melenzane (a cui pure assomigliano) perchè "la melenzana viene importata in medio oriente e nel mediterraneo dagli Arabi nel VII secolo" : così Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Solanum_melongena

Modificato da King John
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Credo che i frutti si debbano cercare tra quelli delle piante da frutto caratteristiche di Cartagine, come per esempio il melograno, il cui nome latino (Punica granatum) evoca il mondo cartaginese in quanto i romani impararono a coltivarlo dalle popolazioni Puniche (ovvero cartaginesi) che vivevano nell'odierna Tunisia.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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L'ipotesi della carruba è decisamente plausibile.

Al di là dell'identificazione del frutto, è da notare come in entrambi gli esemplari proposti venga raffigurato un grappolo composto da tre elementi.

Azzardo riprendendo proprio dalla battutaccia che King John ha servito su di un vassoio d'argento: e se volutamente il frutto in questione (poniamo sia anche la carruba) è stato rappresentato in una forma vagamente (ma non troppo) fallica per veicolare un messaggio di prosperità? Una rappresentazione con più livelli di lettura insomma.

Modificato da grigioviola
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Altra cosa da escludere con una certa fermezza sono i fichi, famosi per l'episodio di Catone il Censore, strenuo propugnatore della sua distruzione di Cartagine.

Catone si presentò al Senato con una cesta piena di fichi. Già molte volte il vecchio Senatore aveva cercato di convincere l’organo supremo della Repubbica a muovere nuovamente guerra contro Cartagine, la potente città di origine fenicia posta sull’altra sponda del Mediterraneo. Ma i suoi colleghi erano restii a scendere in guerra nuovamente, e per la terza volta, contro i Punici.

Catone fece distribuire i fichi ai senatori, che apprezzarono e ringraziarono. Poi Catone prese la parola, e domandò se i fichi erano sembrati abbastanza freschi. Tutti ne convennero, e allora Catone tirò fuori l’asso dalla manica: i fichi erano stati raccolti a Cartagine, ed erano, fuor di dubbio, freschi. Con ciò il Senatore aveva dimostrato la pericolosa vicinanza della città nemica.

Catone ripetè ancora con veemenza il suo “Delenda Carthago!”, ma questa volta il Senato non potè che essere d’accordo con lui. Il viaggio di una pianta aveva cambiato la Storia.

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9 minuti fa, grigioviola dice:

L'ipotesi della carruba è decisamente plausibile.

Al di là dell'identificazione del frutto, è da notare come in entrambi gli esemplari proposti venga raffigurato un grappolo composto da tre elementi.

Azzardo riprendendo proprio dalla battutaccia che King John ha servito su di un vassoio d'argento: e se volutamente il frutto in questione (poniamo sia anche la carruba) è stato rappresentato in una forma vagamente (ma non troppo) fallica per veicolare un messaggio di prosperità? Una rappresentazione con più livelli di lettura insomma.

La dea cartaginese Tanit era dea della fertilità, dell’amore e del piacere, nonché associata alla buona fortuna, alla Luna e alle messi.

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Il carrubo fu indubbiamente uno degli alberi più apprezzati dai Fenici e dai Cartaginesi e quindi potrebbe benissimo trattarsi dei suoi frutti, le carrube.

La carruba è ricca di fibre insolubili e aiuta ad abbassare il livello del colesterolo e dei trigliceridi. Inoltre le carrube sono molto ricche di proteine e anche una fonte di antiossidanti, con particolare riferimento ai flavonoidi. Gli effetti benefici della carruba sono legati soprattutto al suo contenuto di vitamine (E, K) e di Sali minerali (Ca, Zn, K e P).

Forse la dea era un soggetto ipercolesterolemico!

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Personalmente, pur non basandomi su altro che ipotesi, propenderei anch'io per i fichi,  sembrano abbastanza plausibili, mentre nell'altro caso forse potrebbero anche essere delle spighe rappresentate in maniera un po' inusuale (in alcuni cataloghi le descrizioni parlano della Salus che regge "cereali"...).

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10 minuti fa, apollonia dice:

Il carrubo fu indubbiamente uno degli alberi più apprezzati dai Fenici e dai Cartaginesi e quindi potrebbe benissimo trattarsi dei suoi frutti, le carrube.

 

La carruba è ricca di fibre insolubili e aiuta ad abbassare il livello del colesterolo e dei trigliceridi. Inoltre le carrube sono molto ricche di proteine e anche una fonte di antiossidanti, con particolare riferimento ai flavonoidi. Gli effetti benefici della carruba sono legati soprattutto al suo contenuto di vitamine (E, K) e di Sali minerali (Ca, Zn, K e P).

 

 

Forse la dea era un soggetto ipercolesterolemico!

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Tutto quello che vuoi, però che schifezza le carrube!! :D

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11 minuti fa, Druso Galerio dice:

Personalmente, pur non basandomi su altro che ipotesi, propenderei anch'io per i fichi,  sembrano abbastanza plausibili, mentre nell'altro caso forse potrebbero anche essere delle spighe rappresentate in maniera un po' inusuale (in alcuni cataloghi le descrizioni parlano della Salus che regge "cereali"...).

La forma di questi misteriosi frutti è troppo allungata perchè possano essere dei fichi...

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Modificato da King John
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7 minuti fa, King John dice:

Non dimentichiamoci che al Sud-Italia fino a 40-50 anni fa facevano regolarmente parte della dieta dei poveri....

Se è per questo, conosco persone che ne vanno matte. Io però le trovo immangiabili. 

Se non sbaglio, anche nella Parabola del Figliol Prodigo si fa riferimento alla "bontà" delle carrube: "avrebbe mangiato anche le carrube dei porci, ma nessuno gliene dava" (cito a memoria)

Modificato da Afranio_Burro
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11 minuti fa, Afranio_Burro dice:

Se non sbaglio, anche nella Parabola del Figliol Prodigo si fa riferimento alla "bontà" delle carrube: "avrebbe mangiato anche le carrube dei porci, ma nessuno gliene dava" (cito a memoria)

Complimenti per questo riferimento biblico.

Modificato da King John
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Battute a parte, credo che solo l’incisore del rovescio possa dire che cosa avesse voluto effettivamente rappresentare con quel ‘trittico’.

Qui in alto a sinistra ci sono tre melograni, ma sono di forma tondeggiante a questo stadio della maturazione. D’altra parte, le carrube della terna mostrata da King sono molto più lunghe e piatte dei frutti che la dea tiene nella sinistra nella moneta del post d’apertura e in altri esemplari.

Trittico melograni.jpg

 

carrubo.jpg.7122f7f3d9b2845c0a473ef0a8abf535.jpg

Piuttosto mi sembra che l’attenzione debba essere preferibilmente indirizzata su quello che la dea tiene nella destra perché in alcune monete ne tiene un altro uguale nella sinistra (vedi sotto), cosa che fa pensare al suo maggior significato simbolico.

 

Follis di Costantino.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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DE GREGE EPICURI

A me quella serie di palline fa pensare alle castagne infilate su cordicelle; forse allora infilavano i fichi secchi? Altro non credo. Quanto all'altra immagine, le carrube forse sono un po' troppo lunghe, ma certo le melograne sono troppo tonde. Io avevo pensato a pere o fichi...

Complimenti ad Afranio Burro per la citazione, io ricordavo "le ghiande dei porci", ma in Luca, 15,16 si dice: "Et cupiebat implere ventrem suum de siliquis, quas porci manducabant".  Mi sembra di ricordare che la siliqua o baccello (intesa come PESO: 0,19 g.) corrispondeva al peso di un seme di carruba. Possibile?

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