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Euro e giovani


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5 ore fa, laguardiaimperial dice:

Ho 37 anni e non 80 ma ammetto di avere qualche problema con ciò che è contemporaneo, nel senso che mi sento emotivamente legato molto di più agli anni 80 e 90, quindi alle lire, agli oggetti e alla cultura di quegli anni. Con questo non voglio cadere nella retorica del "tutto quel che c'era una volta era meglio", non vado in giro in 127 e non faccio acquisti su postal market, tuttavia l'epoca attuale non mi affascina particolarmente. Detto questo, leggendo questa discussione e visionando le immagini, non dico che ora collezionerò euro, però ho la mente un po' più aperta verso gli aspetti culturali e artistici specialmente dei 2 euro

Ciao concittadino, anche io come te sono molto legato a quel periodo, e mi fa piacere che hai preso coscienza di una situazione e stai agendo per essa...

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Ti viene in mente qualcosa se ti dico " Passion Lives Here " ? :clapping:

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Il 30/8/2018 alle 12:55, sparv99 dice:

Anche io mi ritrovo con il dispiacere di non avere nessun 2 euro commemorativo sulla Grande Guerra, questo però va in linea con la decadenza storica che vive l'Europa dimenticandosi di quasi tutti i fatti militari o inerenti alla guerra. Basti pensa alle nostre piazze che presentavano spesso e volentieri un pezzo d'artiglieria in riferimento a quel conflitto, posto naturalmente a commemorare i nostri caduti e le nostre vittorie. Purtroppo da molti anni a questa parte, questa pratica si sta perdendo per "leggi" che non vogliono un effettiva presa di coscienza e mirano a seppellire quella che era davvero la Grande Guerra e la sua storia. Di esempi c'è ne sarebbero a decine ma non mi dilungherò oltre.

Poi diciamocelo che un bel pezzo d'artiglieria fa sempre una bella immagine.

Un saluto, sparv.

La memoria storica è senza dubbio importante, il problema è che la commemorazione delle nostre-italiane e altrui vittorie in guerre combattute fra europei e sul suolo europeo sono "un'arma a doppio taglio": oltre a urtare inevitabilmente la sensibilità di qualcuno vanno anche a commemorare eventi in cui da un punto di vista strettamente nostro-europeo non c'è stato nessun vincitore reale ma un solo vero sconfitto: l'Europa.

Per questo sono dell'idea che è meglio non intestardirsi ed evitare di commemorare sugli euro circolanti le guerre mondiali, come le guerre fra europei nel complesso, per importanti che siano state. Ciò anche al fine di evitare che siano sfruttabili dagli estremisti politici per cercare di surriscaldare gli animi: non dimentichiamoci che per quanto l'integrazione europea gli abbia messo davanti parecchi ostacoli il nazionalismo in Europa è ancora vivo e tutt'altro che innocuo, sempre attento a sfruttare ogni occasione possibile per riaccendere antiche rivalità e mettere in dubbio equilibri faticosamente costruiti dopo la seconda guerra mondiale.

E' meglio lasciare parte della storia nei libri di storia (che andrebbero studiati da tutti) e far celebrare alle monete dell'UE personaggi ed eventi positivi della sua storia passata e attuale. Potrebbe sembrare un bluff... ma nel mio profondo di patriota europeo mi fa piacere che le monete d'Europa esaltino i suoi successi piuttosto che le sue catastrofi :)

Modificato da ART
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1 ora fa, ART dice:

La memoria storica è senza dubbio importante, il problema è che la commemorazione delle nostre-italiane e altrui vittorie in guerre combattute fra europei e sul suolo europeo sono "un'arma a doppio taglio": oltre a urtare inevitabilmente la sensibilità di qualcuno vanno anche a commemorare eventi in cui da un punto di vista strettamente nostro-europeo non c'è stato nessun vincitore reale ma un solo vero sconfitto: l'Europa.

Per questo sono dell'idea che è meglio non intestardirsi ed evitare di commemorare sugli euro circolanti le guerre mondiali, come le guerre fra europei nel complesso, per importanti che siano state. Ciò anche al fine di evitare che siano sfruttabili dagli estremisti politici per cercare di surriscaldare gli animi: non dimentichiamoci che per quanto l'integrazione europea gli abbia messo davanti parecchi ostacoli il nazionalismo in Europa è ancora vivo e tutt'altro che innocuo, sempre attento a sfruttare ogni occasione possibile per riaccendere antiche rivalità e mettere in dubbio equilibri faticosamente costruiti dopo la seconda guerra mondiale.

E' meglio lasciare parte della storia nei libri di storia (che andrebbero studiati da tutti) e far celebrare alle monete dell'UE personaggi ed eventi positivi della sua storia passata e attuale. Potrebbe sembrare un bluff... ma nel mio profondo di patriota europeo mi fa piacere che le monete d'Europa esaltino i suoi successi piuttosto che le sue catastrofi :)

Proprio qui sta il contrasto europeo, nelle guerre precedenti novecentesche (e non solo!). Ma perchè proprio queste in particolare, o comunque poche altre prima di esse? Molto semplicemente perchè la memoria storica scema piano piano. Si potrebbe addirittura tracciare un grafico dell'andamento di un fatto storico che perde (in genere) interesse nel corso del tempo e solo talvolta ripreso da abili politici per rivangare qualche fattaccio. 

Dopo queste guerre è presente questa grande divisione con il passato, dove per la prima volta gli stati che si sono combattuti si ritrovano tutti seriamente danneggiati, e si ritrovano nel giro di pochi mesi con americani e sovietici nei propri stati, ad evitare collassi economici e via dicendo. Così diciamo che nel giro di pochi anni i maggiori stati europei si alleano economicamente, per far fronte a un america che si afferma questa volta definitivamente superiore in tutto e per tutto. Gli accordi europei convergono in alleanze, con formazione di un commercio interno senza dazi, fino ad una moneta comune, il nostro euro. La storia è ben più complicata, ma devo stringere per poter dire perchè questa unione politica e monetaria non si può ancora definire un successo e necessariamente un vantaggio, per i singoli stati.

La storia ci insegna che il termine europa nasce molto prima del secolo breve. La parola sarà inventata a fronte di un nemico comune, e qui gli i regni "europei" si vedranno costretti ad una alleanza. Consiglio questo video per capirci un pò di più: https://www.youtube.com/watch?v=lM0IrrgRPu4&t=1786s

Per arrivare ad una conclusione e non dilungarsi, dovremmo chiederci se uno stato come il nostro o quello di un qualsiasi stato membro sia pronto dopo svariati secoli di sovranità e di conflitti con altri stati, ad una convivenza "pacifica" ed EQUA, con tutti gli stati membri. Contiamo che stati hanno origini millenarie e non mi sembra il caso di banalizzare su "nazionalismi" perchè rendersi conto di essere parte attiva del proprio stato provando a valorizzarlo non è un difetto ma bensì un pregio. Così chiudo dicendo: abbiamo davvero tutti noi stati membri un ideale da perseguire insieme in "armonia" con un coeso senso "democratico" a guidarci? Sempre parlando dell'europa che viviamo e non di quella in cui vorremmo vivere.

 

PS. Lungo e dispersivo, ci sarebbe troppo di cui parlare, scusate. Un saluto.

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C'è una commissione che deve approvare l'emissione delle monete. Basterebbe escludere per regolamento le commemorazioni belliche e si eviterebbero mille problemi.

Se non sbaglio hanno proibito di commemorare includendo cose ben più banali (ad esempio mi pare ci fu una polemica per la presenza di una stella a dire di qualcuno "proibita" nella commemorativa slovena di Franc Rozman, se non ricordo male..., altrimenti perdonatemi), per cui non vedo la difficoltà nel vietare commemorazioni ben più ardite ed esplicitamente offensive per altre parti.

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8 ore fa, cig dice:

C'è una commissione che deve approvare l'emissione delle monete. Basterebbe escludere per regolamento le commemorazioni belliche e si eviterebbero mille problemi.

Se non sbaglio hanno proibito di commemorare includendo cose ben più banali (ad esempio mi pare ci fu una polemica per la presenza di una stella a dire di qualcuno "proibita" nella commemorativa slovena di Franc Rozman, se non ricordo male..., altrimenti perdonatemi), per cui non vedo la difficoltà nel vietare commemorazioni ben più ardite ed esplicitamente offensive per altre parti.

Più che una stella mi ricordo una croce che è stata tolta da qualche parte, ma non ricordo ne l'anno e ne lo stato che la voleva emettere.

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Beh si volevano privare i santi Cirillo e Metodio dell'aureola e di simboli religiosi per rispetto ad altre religioni.  E sulla stella di Rozman ricordo anche io la diatriba.  

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54 minuti fa, Ciccio 86 dice:

Beh si volevano privare i santi Cirillo e Metodio dell'aureola e di simboli religiosi per rispetto ad altre religioni.  E sulla stella di Rozman ricordo anche io la diatriba.  

Esattamente! In ogni caso personalmente sono del parere che dimenticare la storia sia un danno enorme! Dobbiamo imparare dagli errori del passato e per quanto possa essere giusta l'idea il non commemorare le tematiche della guerra sulle monete, esse sono comunque un grande vettore di testimonianza e di cultura, alla pari dei libri. 

Una saluto a tutti! 

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commemorare è ricordare gli errori del passato penso sia un atto dovuto, sia per quelli che ci hanno rimesso amici parenti o la vita, sia per lanciare un messaggio alle nuove generazioni la mia compresa, che molto sà di queste guerre a livello di storia, ma poco sà a livello morale di cosa significa la guerra e gli stenti dovuti ad essa. Penso che prima di un unione monetaria e legislativa bisognasse fare un unione culturale difficile da attuare si ma senza di essa l'Europa è destinata ad implodere su se stessa. Ora come da secoli ogni stato pensa a se stesso nel migliore dei casi, e nel peggiore vuole sopraffare l'altro. Cosi non si va da nessuna parte. Esempio lampante nella numismatica è la moneta commemorativa Belga sulla battaglia di Waterloo 

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2 ore fa, vimi14 dice:

commemorare è ricordare gli errori del passato penso sia un atto dovuto, sia per quelli che ci hanno rimesso amici parenti o la vita, sia per lanciare un messaggio alle nuove generazioni la mia compresa, che molto sà di queste guerre a livello di storia, ma poco sà a livello morale di cosa significa la guerra e gli stenti dovuti ad essa. Penso che prima di un unione monetaria e legislativa bisognasse fare un unione culturale difficile da attuare si ma senza di essa l'Europa è destinata ad implodere su se stessa. Ora come da secoli ogni stato pensa a se stesso nel migliore dei casi, e nel peggiore vuole sopraffare l'altro. Cosi non si va da nessuna parte. Esempio lampante nella numismatica è la moneta commemorativa Belga sulla battaglia di Waterloo 

Io personalmente vedo positiva l'alleanza monetaria e in parte quella legislativa, che porta l'europa sul nostro territorio. Però se andiamo a discutere in ambito culturale saremo ora e per sempre TOTALMENTE differenti, non si troverà mai una ampia maggioranza, disposta a sottrarsi alla propria nazionalità, rinunciare a valori unitari per proclamare un Europa "unita". Senza contare che la formazione di uno "stato continente" significherebbe perdita di tradizioni da ogni parte dell'europa; di conseguenza non la vedo un qualcosa di fattibile e di positivo per i cittadini europei.

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45 minuti fa, sparv99 dice:

Io personalmente vedo positiva l'alleanza monetaria e in parte quella legislativa, che porta l'europa sul nostro territorio. Però se andiamo a discutere in ambito culturale saremo ora e per sempre TOTALMENTE differenti, non si troverà mai una ampia maggioranza, disposta a sottrarsi alla propria nazionalità, rinunciare a valori unitari per proclamare un Europa "unita". Senza contare che la formazione di uno "stato continente" significherebbe perdita di tradizioni da ogni parte dell'europa; di conseguenza non la vedo un qualcosa di fattibile e di positivo per i cittadini europei.

Purtroppo le Unioni di realtà diverse portano quasi sempre a esiti disastrosi e conseguenze anche peggiori.

Esempi nel Mondo ce ne sono miriadi ma senza andare lontano basti guardare cosa è accaduto quando è stata sciolta la ex Jugoslavia. Sono stati obbligati a convivere sotto una stessa bandiera popoli diversi e divisi da culture, religioni e tradizioni differenti, e finché c'è stato un potere forte a far valere quell'obbligo le cose hanno seguito un ordine apparente, sfociato poi in quello che abbiamo vissuto personalmente (almeno i più "datati", visto che i più giovani non erano ancora nati) e Serbi e Croati, soprattutto ma non solo, hanno sfogato tensioni accumulate in tanti anni in  una delle guerre più crudeli, condita dal desiderio di applicare stermini etnici di massa di hitleriana memoria. E le ruggini tra i popoli slavi continuano ancora oggi, purtroppo.

Quello che mi ha sempre spaventato dell'Europa e dell'Unione di realtà tanto differenti (mi viene in mente quella tra Paesi del sud Europa come Grecia, Spagna, Italia e Portogallo e quelli del nord tanto diversi come cultura e condizione economica) è proprio ciò che ci insegna la storia. Ogni volta che si è tentato di far convivere popoli incompatibili tra loro è finita disastrosamente.

Parafrasando quello che diceva sempre Crozza imitando Razzi, "l'Unione è bella, però non ci vivrei..."

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Il 9/9/2018 alle 23:21, sparv99 dice:

 Così diciamo che nel giro di pochi anni i maggiori stati europei si alleano economicamente, per far fronte a un america che si afferma questa volta definitivamente superiore in tutto e per tutto. Gli accordi europei convergono in alleanze, con formazione di un commercio interno senza dazi, fino ad una moneta comune, il nostro euro. La storia è ben più complicata, ma devo stringere per poter dire perchè questa unione politica e monetaria non si può ancora definire un successo e necessariamente un vantaggio, per i singoli stati.

[...]

Per arrivare ad una conclusione e non dilungarsi, dovremmo chiederci se uno stato come il nostro o quello di un qualsiasi stato membro sia pronto dopo svariati secoli di sovranità e di conflitti con altri stati, ad una convivenza "pacifica" ed EQUA, con tutti gli stati membri. Contiamo che stati hanno origini millenarie e non mi sembra il caso di banalizzare su "nazionalismi" perchè rendersi conto di essere parte attiva del proprio stato provando a valorizzarlo non è un difetto ma bensì un pregio. Così chiudo dicendo: abbiamo davvero tutti noi stati membri un ideale da perseguire insieme in "armonia" con un coeso senso "democratico" a guidarci? Sempre parlando dell'europa che viviamo e non di quella in cui vorremmo vivere.

 

11 ore fa, sparv99 dice:

Io personalmente vedo positiva l'alleanza monetaria e in parte quella legislativa, che porta l'europa sul nostro territorio. Però se andiamo a discutere in ambito culturale saremo ora e per sempre TOTALMENTE differenti, non si troverà mai una ampia maggioranza, disposta a sottrarsi alla propria nazionalità, rinunciare a valori unitari per proclamare un Europa "unita". Senza contare che la formazione di uno "stato continente" significherebbe perdita di tradizioni da ogni parte dell'europa; di conseguenza non la vedo un qualcosa di fattibile e di positivo per i cittadini europei.

 

E' un discorso davvero troppo lungo da affrontare qui, perciò sarò coinciso senza pretesa di argomentare a fondo la questione.

Dirò solo che "l'Europa" di oggi (o meglio il processo d'integrazione europea, di cui l'UE è un risultato parziale e imperfetto) non è una semplice "alleanza" o insieme di accordi, in prevalenza economici, ma molto di più. L'idea di unità europea è molto più antica anche delle guerre mondiali ed è nata dalla constatazione che il sistema degli stati nazionali sovrani in Europa, e la pretesa di equilibri fra di essi senza una vera forma di coordinamento politico, ha provocato soltanto catastrofi. Ultima fra tutte la seconda guerra mondiale. L'attuale processo d'integrazione europea deriva direttamente dalla seconda GM: il suo atto fondatore, la Dichiarazione Schuman del 1950, non parla di generiche alleanze e accordi ma di necessità di formare gradualmente una federazione vera e propria, per la sopravvivenza stessa d'Europa. Perchè dopo secoli e secoli di tensioni,  guerre ed autodistruzioni c'è chi non crede più alle romantiche visioni nazionaliste di paesi sovrani sconnessi fra loro, in una elegante "pace armata" ma che vanno d'accordo, litigando ogni tanto ma facendo in generale i "bravi bambini". Questa pericolosa illusione ha provocato conflitti sempre più devastanti e sanguinosi.

L'Europa unita non è uno sport, un bilancio aziendale o un optional: è una necessità. E' la base stessa della nostra prosperità e sicurezza, ed è l'unica speranza che abbiamo di evitare la decadenza totale. Se riusciamo ad averla tanto meglio, se no non sarà lo stesso perchè tanto riusciremo in qualche modo a vivacchiare facendo finta di niente. La storia ha ampiamente dimostrato che non è così.

Siamo "TOTALMENTE" differenti? Io questa grande totalità non la vedo. E' vero che parliamo lingue diverse e abbiamo approcci spesso diversi a molte questioni, però questo è un fattore relativo che dipende dal livello a cui ci si pone: la radice culturale europea è la stessa, e le grandi differenze fra di noi diventano labili se si fanno confronti con le culture del resto del mondo. Ma anche tenendo buono il fattore differenza, questo non impedisce di formare unioni sovranazionali: paesi come la Svizzera o il Canada stanno lì a dimostrarlo, non sono invenzioni dei telegiornali. In questi e altri casi casi nessuno ha rinunciato a niente: ognuno mantiene la sua lingua e le sue tradizioni. Non c'è nessun appiattimento o annullamento culturale che tanto viene usato come spauracchio quando si parla di federazioni in Europa: ognuno resta quello che è, ma (almeno nel caso europeo) all'interno di un sistema più grande che è realmente sovrano a livello mondiale.

Ad ogni modo, siamo padroni del nostro destino: se vogliamo tentare una via diversa per (co)esistere tanto meglio per noi, se invece decidiamo che va bene così poi però non lamentiamoci dell' "Europa" incompleta che non funziona o delle gloriose nazioni europee che arrancano ad ogni problema serio a livello continentale e contano sempre meno nel mondo, anche se fanno finta di non vederlo. "Ognuno ha quello che si merita, e neanche tutto".

 

10 ore fa, cig dice:

Purtroppo le Unioni di realtà diverse portano quasi sempre a esiti disastrosi e conseguenze anche peggiori.

Esempi nel Mondo ce ne sono miriadi ma senza andare lontano basti guardare cosa è accaduto quando è stata sciolta la ex Jugoslavia. Sono stati obbligati a convivere sotto una stessa bandiera popoli diversi e divisi da culture, religioni e tradizioni differenti, [...]

Quello che mi ha sempre spaventato dell'Europa e dell'Unione di realtà tanto differenti (mi viene in mente quella tra Paesi del sud Europa come Grecia, Spagna, Italia e Portogallo e quelli del nord tanto diversi come cultura e condizione economica) è proprio ciò che ci insegna la storia. Ogni volta che si è tentato di far convivere popoli incompatibili tra loro è finita disastrosamente.

La storia c'insegna che le maggiori catastrofi in Europa sono avvenute perchè NON esisteva una forma di unità politica seria in Europa, e non il contrario. E' l'Europa DIVISA che si è autodistrutta in due guerre di dimensioni mondiali, avviate in Europa stassa, e non quella unita che in epoca moderna non è mai esistita.

Anche qui il discorso dei "popoli incompatibili tra loro" è del tutto relativa: come fanno "popoli del tutto incompatibili fra loro" come italiani, tedeschi e francesi a vivere uniti in paesi come la Svizzera? Nessuno mi venga a dire "perchè è piccola" o "è l'eccezione che conferma la regola": al massimo conferma che questa grande incompatibilità fra i popoli europei è una balla. Se le unioni sono formate per volontà dei popoli che le attuano non esiste il problema della forzatura instabile: anche la Jugoslavia è nata per volontà dei suoi popoli, che si consideravano "fratelli", di formare un'unione dopo la scomposizione dell'Impero Austro-Ungarico, e quello che la mise sulla cattiva strada fu l'accentramento di potere attuato dal re-dittatore, non certo le differenze fra i suoi popoli. Sulla sua scomposizione hanno giocato soprattutto la crisi economica e la volontà della corrotta e brutale élite socialista di soffiare sul fuoco del nazionalismo per distogliere l'attenzione dalla loro incapacità di porre rimedio alla situazione. Il vero problema è sempre stato la mancanza di democrazia, non le differenze in un paese che fra l'altro aveva il più alto tasso di matrimoni misti al mondo in rapporto alla popolazione.

Stesso discorso finale di prima, comunque. Se dopo aver studiato la storia accettiamo il fatto che l'Europa divisa non andrà lontano bisogna trovare un modo diverso da quello odierno per convivere... se invece tutto va ben, madama la marchesa poi non lamentiamoci dei litigi, dell'incapacità di affrontare i problemi, delle catastrofi periodiche e del dominio delle superpotenze mondiali su di noi. Prima era "Franza o Spagna, purchè se magna", domani sarà "USA, Russia o Cina, purchè se magna", e ci andrà bene così.

 

Modificato da ART
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Concordo pienamente... le domande, i dubbi e le considerazioni a riguardo sin qui espresse, mostrano una generale insoddisfazione in materia di integrazione. Il percorso da affrontare è lungo e laborioso, e siamo noi tutti attori e protagonisti di questo periodo storico... tocca a noi tutti darsi da fare.

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Per quanto mi riguarda, stando alla speranza di vita media ho ancora all'incirca metà della mia esistenza da campare su questo pianeta, e non ho nessuna intenzione di passarla assitendo a ritorni sostanziali agli anni '10 o '30 come vorrebbero i più sfegatati "sovranisti". Sono convinto che un'Europa divisa non andrà proprio da nessuna parte, se non a cozzare contro un muro, quindi se non sarà possibile progredire con l'integrazione o addirittura si regredirà non mi sentirò più al sicuro. Comicerò a considerare seriamente la possibilità di trasferirmi in Canada, o giù di lì, come da tempo mi è venuta voglia.

Modificato da ART
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16 ore fa, ART dice:

 

 

E' un discorso davvero troppo lungo da affrontare qui, perciò sarò coinciso senza pretesa di argomentare a fondo la questione.

Dirò solo che "l'Europa" di oggi (o meglio il processo d'integrazione europea, di cui l'UE è un risultato parziale e imperfetto) non è una semplice "alleanza" o insieme di accordi, in prevalenza economici, ma molto di più. L'idea di unità europea è molto più antica anche delle guerre mondiali ed è nata dalla constatazione che il sistema degli stati nazionali sovrani in Europa, e la pretesa di equilibri fra di essi senza una vera forma di coordinamento politico, ha provocato soltanto catastrofi. Ultima fra tutte la seconda guerra mondiale. L'attuale processo d'integrazione europea deriva direttamente dalla seconda GM: il suo atto fondatore, la Dichiarazione Schuman del 1950, non parla di generiche alleanze e accordi ma di necessità di formare gradualmente una federazione vera e propria, per la sopravvivenza stessa d'Europa. Perchè dopo secoli e secoli di tensioni,  guerre ed autodistruzioni c'è chi non crede più alle romantiche visioni nazionaliste di paesi sovrani sconnessi fra loro, in una elegante "pace armata" ma che vanno d'accordo, litigando ogni tanto ma facendo in generale i "bravi bambini". Questa pericolosa illusione ha provocato conflitti sempre più devastanti e sanguinosi.

L'Europa unita non è uno sport, un bilancio aziendale o un optional: è una necessità. E' la base stessa della nostra prosperità e sicurezza, ed è l'unica speranza che abbiamo di evitare la decadenza totale. Se riusciamo ad averla tanto meglio, se no non sarà lo stesso perchè tanto riusciremo in qualche modo a vivacchiare facendo finta di niente. La storia ha ampiamente dimostrato che non è così.

Siamo "TOTALMENTE" differenti? Io questa grande totalità non la vedo. E' vero che parliamo lingue diverse e abbiamo approcci spesso diversi a molte questioni, però questo è un fattore relativo che dipende dal livello a cui ci si pone: la radice culturale europea è la stessa, e le grandi differenze fra di noi diventano labili se si fanno confronti con le culture del resto del mondo. Ma anche tenendo buono il fattore differenza, questo non impedisce di formare unioni sovranazionali: paesi come la Svizzera o il Canada stanno lì a dimostrarlo, non sono invenzioni dei telegiornali. In questi e altri casi casi nessuno ha rinunciato a niente: ognuno mantiene la sua lingua e le sue tradizioni. Non c'è nessun appiattimento o annullamento culturale che tanto viene usato come spauracchio quando si parla di federazioni in Europa: ognuno resta quello che è, ma (almeno nel caso europeo) all'interno di un sistema più grande che è realmente sovrano a livello mondiale.

Ad ogni modo, siamo padroni del nostro destino: se vogliamo tentare una via diversa per (co)esistere tanto meglio per noi, se invece decidiamo che va bene così poi però non lamentiamoci dell' "Europa" incompleta che non funziona o delle gloriose nazioni europee che arrancano ad ogni problema serio a livello continentale e contano sempre meno nel mondo, anche se fanno finta di non vederlo. "Ognuno ha quello che si merita, e neanche tutto".

 

La storia c'insegna che le maggiori catastrofi in Europa sono avvenute perchè NON esisteva una forma di unità politica seria in Europa, e non il contrario. E' l'Europa DIVISA che si è autodistrutta in due guerre di dimensioni mondiali, avviate in Europa stassa, e non quella unita che in epoca moderna non è mai esistita.

Anche qui il discorso dei "popoli incompatibili tra loro" è del tutto relativa: come fanno "popoli del tutto incompatibili fra loro" come italiani, tedeschi e francesi a vivere uniti in paesi come la Svizzera? Nessuno mi venga a dire "perchè è piccola" o "è l'eccezione che conferma la regola": al massimo conferma che questa grande incompatibilità fra i popoli europei è una balla. Se le unioni sono formate per volontà dei popoli che le attuano non esiste il problema della forzatura instabile: anche la Jugoslavia è nata per volontà dei suoi popoli, che si consideravano "fratelli", di formare un'unione dopo la scomposizione dell'Impero Austro-Ungarico, e quello che la mise sulla cattiva strada fu l'accentramento di potere attuato dal re-dittatore, non certo le differenze fra i suoi popoli. Sulla sua scomposizione hanno giocato soprattutto la crisi economica e la volontà della corrotta e brutale élite socialista di soffiare sul fuoco del nazionalismo per distogliere l'attenzione dalla loro incapacità di porre rimedio alla situazione. Il vero problema è sempre stato la mancanza di democrazia, non le differenze in un paese che fra l'altro aveva il più alto tasso di matrimoni misti al mondo in rapporto alla popolazione.

Stesso discorso finale di prima, comunque. Se dopo aver studiato la storia accettiamo il fatto che l'Europa divisa non andrà lontano bisogna trovare un modo diverso da quello odierno per convivere... se invece tutto va ben, madama la marchesa poi non lamentiamoci dei litigi, dell'incapacità di affrontare i problemi, delle catastrofi periodiche e del dominio delle superpotenze mondiali su di noi. Prima era "Franza o Spagna, purchè se magna", domani sarà "USA, Russia o Cina, purchè se magna", e ci andrà bene così.

 

Non voglio entrare in polemica, ci mancherebbe. Mi limito a dire che non sono d'accordo. Ci sono troppi individualismi, troppi egoismi e troppi interessi di parte che portano i membri di quella che dovrebbe essere un Unione a cercare di trarre profitto personale. Senza contare il criticabile tentativo da parte di alcuni di imporre il proprio predominio (cito la Germania che l'ha fatta da padrone, ma ce ne sono molti altri) a discapito del benessere comune. E questo avviene in ogni settore : legislativo, economico, politico e sociale (cito il tema migratorio solo perché è il più attuale).

Pensare di superare barriere di questo tipo è pura utopia e non vedo come si possa pensare di arrivare ad unire un ammasso di genti separate da mille questioni variegate, a cui manca un elemento imprescindibile per realizzare questo "sogno" di molti : la volontà.

Voglio precisare che io sarei felicissimo di vedere la VERA Unione Europea finalmente realtà funzionante, ma sono pessimista e non vedo elementi concreti che possano farmi cambiare punto di vista.

14 ore fa, eracle62 dice:

Dai ragazzi torniamo a parlare dell'€uro e i giovani...:D

Hai ragione, cerchiamo di tornare sui binari della discussione, anche se la disquisizione in corso riguarda da vicino sia i giovani, che dovranno vivere in questa realtà ibrida che dovrebbe avere la parvenza di una Unione, sia l'Euro, la cui permanenza in vita è strettamente relazionato all'esistenza o meno di una vera Unione Europea.

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Vorrei tanto far nascere il desiderio di esprimere le proprie emozioni attraverso questo thread, mi piacerebbe che tutti i giovani e da diciamo anche i meno, ci raccontassero anche per la prima volta la sensazione che si prova ad esser parte della vita collezionistica.

L'euro è sicuramente il veicolo alla portata di tutti e per questo più vicino a tutti noi, tutto diventa più fruibile, tutto diventa anche desiderio di essere con gli altri.

Il mio è un messaggio a tutti, ci sono cose che a volte non si dicono, ci sono cose che ci frenano, ci sono cose che è giusto esternare, ci sono cose che le monete vogliono che si dicano, ci sono cose che... 

p.s. Ricordiamoci che il dialogo con i tondelli è una cosa meravigliosa.. 

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11 ore fa, eracle62 dice:

Vorrei tanto far nascere il desiderio di esprimere le proprie emozioni attraverso questo thread, mi piacerebbe che tutti i giovani e da diciamo anche i meno, ci raccontassero anche per la prima volta la sensazione che si prova ad esser parte della vita collezionistica.

L'euro è sicuramente il veicolo alla portata di tutti e per questo più vicino a tutti noi, tutto diventa più fruibile, tutto diventa anche desiderio di essere con gli altri.

Il mio è un messaggio a tutti, ci sono cose che a volte non si dicono, ci sono cose che ci frenano, ci sono cose che è giusto esternare, ci sono cose che le monete vogliono che si dicano, ci sono cose che... 

p.s. Ricordiamoci che il dialogo con i tondelli è una cosa meravigliosa.. 

Non sono più giovane, purtroppo, ma inizio io coi miei primi ricordi, sperando di stimolare qualcun altro.

Ricordo che il mio primo approccio alla collezione di monete, senza alcun criterio specifico vista l'età che avevo, è nato quando ero davvero piccolo. Parliamo della fascia d'età 5-8 anni.

Mia mamma aveva un piccolo cofanetto di peltro in cui teneva un mucchio di monetine (ora che ci penso, stranamente non le ho mai chiesto come le aveva avute, e ormai è tardi per farlo...) provenienti da tutto il mondo. Mi attraevano in particolare alcune monete con un foro al centro provenienti da Curacao, e monete con scritte in lingue sconosciute che erano calamite per la mia curiosità di bambino, vista la particolarità rispetto alle monetine con cui ero abituato ad armeggiare quando mi mandavano a comprare il pane o il latte. 

Forse non era proprio ancora un desiderio di collezionare. Era più un'attrazione verso quei tondelli così diversi tra loro nelle forme, nelle lingue e nei colori, Ma senza dubbio quei pezzi di metallo che da qualche parte del Mondo permettevano di comprare qualcosa erano in grado di suscitare interesse anche per capire ciò che rappresentavano. Ad esempio, a causa probabilmente della limitatezza culturale di un bambino, mi spingevano a prendere l'enciclopedia (ebbene si ! mica c'era ancora Wikipedia, cari sbarbatelli :) ) o il mappamondo (si, quella cosa che giravi e con la fantasia ti portava in giro per il Mondo) semplicemente per scoprire da qualche angolo sperduto del globo arrivassero quelle monete, per capire quanta strada avevano fatto per finire in quel mio piccolo scrigno del tesoro.

Poi mia mamma, che doveva avere percepito la mia predisposizione per la numismatica, mi comprò un piccolo album con taschine di plastica per ordinare quelle monete, e iniziò a ritagliare articoli di giornale, quando veniva pubblicato qualcosa riguardante il mondo delle monete, ed io li incollavo nella faccia interna della copertina dell'album per avere sottomano le (poche) informazioni sulle mie monetine quando l'articolo riguardava qualcuna di loro. Non nascondo che spesso gli articoli citavano presunte o reali rarità, e pertanto, nella mia innocenza, andavo ansioso ed emozionato a riguardarmi il "tesoro" per vedere se li in mezzo si trovava qualche pezzo pregiato.

Diciamo che tutto è nato così, poi ho iniziato a collezionare il circolato in Lire e, crescendo, qualcos'altro, fino ad arrivare all'epoca dell'Euro ed iniziare a fare le cose un po' più seriamente.

Racconto ancora una cosetta, rapidamente perché mi sto dilungando, ma che racchiude una delle emozioni più vive tutt'ora nella mia "carriera" numismatica. Ormai ero già più grandicello e i miei per un certo periodo (parliamo dei primi anni 80) avevano avuto un piccolo negozietto che, al tempo in cui esistevano ancora le licenze commerciali, era una piccola rarità, in quanto si vendeva di tutto (licenze del genere già all'epoca non venivano più rilasciate). Trovandosi in zona turistica, d'estate venivano spesso a soggiornare in colonia molti ragazzini, accompagnati quasi sempre da preti o suore. Normalmente, prima di tornare a casa alla fine della vacanza, orde di bambini e adolescenti invadevano il negozio in cerca di souvenirs da portare a casa e chi li accompagnava si occupava di pagare un conto unico per evitare ore di attesa facendo conti separati a ciascuno.

Una volta arrivò un anziano prete, credo fosse un frate se la memoria non mi inganna, e con mia enorme sorpresa, al momento di pagare, tirò fuori due contenitori di plastica verdi, tipo quelli che si usavano per i rullini fotografici, ma molto più grandi, diciamo di 15/20 cm di altezza per un diametro di 5/6 cm. Svuotò il contenuto e pago con quello. Erano tutte monete da 500 lire in argento, quelle delle Caravelle.

Vi lascio immaginare il mio stupore e la mia emozione. Le mie pupille da collezionista credo che assunsero la forma di quelle di Zio Paperone quando vede un nuovo gruzzolo da incorporare a quello posseduto nel deposito... Quelle monete le conservo ancora. Non hanno un valore economico particolare (tutte circolate e di annate "normali") ma il valore affettivo ed emozionale è ancora vivo oggi, nonostante siano passati all'incirca 35 o 40 anni.

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10 minuti fa, cig dice:

Non sono più giovane, purtroppo, ma inizio io coi miei primi ricordi, sperando di stimolare qualcun altro.

Ricordo che il mio primo approccio alla collezione di monete, senza alcun criterio specifico vista l'età che avevo, è nato quando ero davvero piccolo. Parliamo della fascia d'età 5-8 anni.

Mia mamma aveva un piccolo cofanetto di peltro in cui teneva un mucchio di monetine (ora che ci penso, stranamente non le ho mai chiesto come le aveva avute, e ormai è tardi per farlo...) provenienti da tutto il mondo. Mi attraevano in particolare alcune monete con un foro al centro provenienti da Curacao, e monete con scritte in lingue sconosciute che erano calamite per la mia curiosità di bambino, vista la particolarità rispetto alle monetine con cui ero abituato ad armeggiare quando mi mandavano a comprare il pane o il latte. 

Forse non era proprio ancora un desiderio di collezionare. Era più un'attrazione verso quei tondelli così diversi tra loro nelle forme, nelle lingue e nei colori, Ma senza dubbio quei pezzi di metallo che da qualche parte del Mondo permettevano di comprare qualcosa erano in grado di suscitare interesse anche per capire ciò che rappresentavano. Ad esempio, a causa probabilmente della limitatezza culturale di un bambino, mi spingevano a prendere l'enciclopedia (ebbene si ! mica c'era ancora Wikipedia, cari sbarbatelli :) ) o il mappamondo (si, quella cosa che giravi e con la fantasia ti portava in giro per il Mondo) semplicemente per scoprire da qualche angolo sperduto del globo arrivassero quelle monete, per capire quanta strada avevano fatto per finire in quel mio piccolo scrigno del tesoro.

Poi mia mamma, che doveva avere percepito la mia predisposizione per la numismatica, mi comprò un piccolo album con taschine di plastica per ordinare quelle monete, e iniziò a ritagliare articoli di giornale, quando veniva pubblicato qualcosa riguardante il mondo delle monete, ed io li incollavo nella faccia interna della copertina dell'album per avere sottomano le (poche) informazioni sulle mie monetine quando l'articolo riguardava qualcuna di loro. Non nascondo che spesso gli articoli citavano presunte o reali rarità, e pertanto, nella mia innocenza, andavo ansioso ed emozionato a riguardarmi il "tesoro" per vedere se li in mezzo si trovava qualche pezzo pregiato.

Diciamo che tutto è nato così, poi ho iniziato a collezionare il circolato in Lire e, crescendo, qualcos'altro, fino ad arrivare all'epoca dell'Euro ed iniziare a fare le cose un po' più seriamente.

Racconto ancora una cosetta, rapidamente perché mi sto dilungando, ma che racchiude una delle emozioni più vive tutt'ora nella mia "carriera" numismatica. Ormai ero già più grandicello e i miei per un certo periodo (parliamo dei primi anni 80) avevano avuto un piccolo negozietto che, al tempo in cui esistevano ancora le licenze commerciali, era una piccola rarità, in quanto si vendeva di tutto (licenze del genere già all'epoca non venivano più rilasciate). Trovandosi in zona turistica, d'estate venivano spesso a soggiornare in colonia molti ragazzini, accompagnati quasi sempre da preti o suore. Normalmente, prima di tornare a casa alla fine della vacanza, orde di bambini e adolescenti invadevano il negozio in cerca di souvenirs da portare a casa e chi li accompagnava si occupava di pagare un conto unico per evitare ore di attesa facendo conti separati a ciascuno.

Una volta arrivò un anziano prete, credo fosse un frate se la memoria non mi inganna, e con mia enorme sorpresa, al momento di pagare, tirò fuori due contenitori di plastica verdi, tipo quelli che si usavano per i rullini fotografici, ma molto più grandi, diciamo di 15/20 cm di altezza per un diametro di 5/6 cm. Svuotò il contenuto e pago con quello. Erano tutte monete da 500 lire in argento, quelle delle Caravelle.

Vi lascio immaginare il mio stupore e la mia emozione. Le mie pupille da collezionista credo che assunsero la forma di quelle di Zio Paperone quando vede un nuovo gruzzolo da incorporare a quello posseduto nel deposito... Quelle monete le conservo ancora. Non hanno un valore economico particolare (tutte circolate e di annate "normali") ma il valore affettivo ed emozionale è ancora vivo oggi, nonostante siano passati all'incirca 35 o 40 anni.

Intervento a dir poco straordinario, complimenti vivissimi,

Mario

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1 ora fa, dabbene dice:

Intervento a dir poco straordinario, complimenti vivissimi,

Mario

Grazie Mario. Credo che si lasciano scorrere liberamente ricordi ed emozioni certe cose poi escano da sole. Sotto ragazzi, tocca voi adesso :)

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1 ora fa, cig dice:

Non sono più giovane, purtroppo, ma inizio io coi miei primi ricordi, sperando di stimolare qualcun altro.

Ricordo che il mio primo approccio alla collezione di monete, senza alcun criterio specifico vista l'età che avevo, è nato quando ero davvero piccolo. Parliamo della fascia d'età 5-8 anni.

Mia mamma aveva un piccolo cofanetto di peltro in cui teneva un mucchio di monetine (ora che ci penso, stranamente non le ho mai chiesto come le aveva avute, e ormai è tardi per farlo...) provenienti da tutto il mondo. Mi attraevano in particolare alcune monete con un foro al centro provenienti da Curacao, e monete con scritte in lingue sconosciute che erano calamite per la mia curiosità di bambino, vista la particolarità rispetto alle monetine con cui ero abituato ad armeggiare quando mi mandavano a comprare il pane o il latte. 

Forse non era proprio ancora un desiderio di collezionare. Era più un'attrazione verso quei tondelli così diversi tra loro nelle forme, nelle lingue e nei colori, Ma senza dubbio quei pezzi di metallo che da qualche parte del Mondo permettevano di comprare qualcosa erano in grado di suscitare interesse anche per capire ciò che rappresentavano. Ad esempio, a causa probabilmente della limitatezza culturale di un bambino, mi spingevano a prendere l'enciclopedia (ebbene si ! mica c'era ancora Wikipedia, cari sbarbatelli :) ) o il mappamondo (si, quella cosa che giravi e con la fantasia ti portava in giro per il Mondo) semplicemente per scoprire da qualche angolo sperduto del globo arrivassero quelle monete, per capire quanta strada avevano fatto per finire in quel mio piccolo scrigno del tesoro.

Poi mia mamma, che doveva avere percepito la mia predisposizione per la numismatica, mi comprò un piccolo album con taschine di plastica per ordinare quelle monete, e iniziò a ritagliare articoli di giornale, quando veniva pubblicato qualcosa riguardante il mondo delle monete, ed io li incollavo nella faccia interna della copertina dell'album per avere sottomano le (poche) informazioni sulle mie monetine quando l'articolo riguardava qualcuna di loro. Non nascondo che spesso gli articoli citavano presunte o reali rarità, e pertanto, nella mia innocenza, andavo ansioso ed emozionato a riguardarmi il "tesoro" per vedere se li in mezzo si trovava qualche pezzo pregiato.

Diciamo che tutto è nato così, poi ho iniziato a collezionare il circolato in Lire e, crescendo, qualcos'altro, fino ad arrivare all'epoca dell'Euro ed iniziare a fare le cose un po' più seriamente.

Racconto ancora una cosetta, rapidamente perché mi sto dilungando, ma che racchiude una delle emozioni più vive tutt'ora nella mia "carriera" numismatica. Ormai ero già più grandicello e i miei per un certo periodo (parliamo dei primi anni 80) avevano avuto un piccolo negozietto che, al tempo in cui esistevano ancora le licenze commerciali, era una piccola rarità, in quanto si vendeva di tutto (licenze del genere già all'epoca non venivano più rilasciate). Trovandosi in zona turistica, d'estate venivano spesso a soggiornare in colonia molti ragazzini, accompagnati quasi sempre da preti o suore. Normalmente, prima di tornare a casa alla fine della vacanza, orde di bambini e adolescenti invadevano il negozio in cerca di souvenirs da portare a casa e chi li accompagnava si occupava di pagare un conto unico per evitare ore di attesa facendo conti separati a ciascuno.

Una volta arrivò un anziano prete, credo fosse un frate se la memoria non mi inganna, e con mia enorme sorpresa, al momento di pagare, tirò fuori due contenitori di plastica verdi, tipo quelli che si usavano per i rullini fotografici, ma molto più grandi, diciamo di 15/20 cm di altezza per un diametro di 5/6 cm. Svuotò il contenuto e pago con quello. Erano tutte monete da 500 lire in argento, quelle delle Caravelle.

Vi lascio immaginare il mio stupore e la mia emozione. Le mie pupille da collezionista credo che assunsero la forma di quelle di Zio Paperone quando vede un nuovo gruzzolo da incorporare a quello posseduto nel deposito... Quelle monete le conservo ancora. Non hanno un valore economico particolare (tutte circolate e di annate "normali") ma il valore affettivo ed emozionale è ancora vivo oggi, nonostante siano passati all'incirca 35 o 40 anni.

E' per questi interventi che il forum e' una grande emozione, grazie.

Rino

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11 ore fa, cig dice:

Non sono più giovane, purtroppo, ma inizio io coi miei primi ricordi, sperando di stimolare qualcun altro.

Ricordo che il mio primo approccio alla collezione di monete, senza alcun criterio specifico vista l'età che avevo, è nato quando ero davvero piccolo. Parliamo della fascia d'età 5-8 anni.

Mia mamma aveva un piccolo cofanetto di peltro in cui teneva un mucchio di monetine (ora che ci penso, stranamente non le ho mai chiesto come le aveva avute, e ormai è tardi per farlo...) provenienti da tutto il mondo. Mi attraevano in particolare alcune monete con un foro al centro provenienti da Curacao, e monete con scritte in lingue sconosciute che erano calamite per la mia curiosità di bambino, vista la particolarità rispetto alle monetine con cui ero abituato ad armeggiare quando mi mandavano a comprare il pane o il latte. 

Forse non era proprio ancora un desiderio di collezionare. Era più un'attrazione verso quei tondelli così diversi tra loro nelle forme, nelle lingue e nei colori, Ma senza dubbio quei pezzi di metallo che da qualche parte del Mondo permettevano di comprare qualcosa erano in grado di suscitare interesse anche per capire ciò che rappresentavano. Ad esempio, a causa probabilmente della limitatezza culturale di un bambino, mi spingevano a prendere l'enciclopedia (ebbene si ! mica c'era ancora Wikipedia, cari sbarbatelli :) ) o il mappamondo (si, quella cosa che giravi e con la fantasia ti portava in giro per il Mondo) semplicemente per scoprire da qualche angolo sperduto del globo arrivassero quelle monete, per capire quanta strada avevano fatto per finire in quel mio piccolo scrigno del tesoro.

Poi mia mamma, che doveva avere percepito la mia predisposizione per la numismatica, mi comprò un piccolo album con taschine di plastica per ordinare quelle monete, e iniziò a ritagliare articoli di giornale, quando veniva pubblicato qualcosa riguardante il mondo delle monete, ed io li incollavo nella faccia interna della copertina dell'album per avere sottomano le (poche) informazioni sulle mie monetine quando l'articolo riguardava qualcuna di loro. Non nascondo che spesso gli articoli citavano presunte o reali rarità, e pertanto, nella mia innocenza, andavo ansioso ed emozionato a riguardarmi il "tesoro" per vedere se li in mezzo si trovava qualche pezzo pregiato.

Diciamo che tutto è nato così, poi ho iniziato a collezionare il circolato in Lire e, crescendo, qualcos'altro, fino ad arrivare all'epoca dell'Euro ed iniziare a fare le cose un po' più seriamente.

Racconto ancora una cosetta, rapidamente perché mi sto dilungando, ma che racchiude una delle emozioni più vive tutt'ora nella mia "carriera" numismatica. Ormai ero già più grandicello e i miei per un certo periodo (parliamo dei primi anni 80) avevano avuto un piccolo negozietto che, al tempo in cui esistevano ancora le licenze commerciali, era una piccola rarità, in quanto si vendeva di tutto (licenze del genere già all'epoca non venivano più rilasciate). Trovandosi in zona turistica, d'estate venivano spesso a soggiornare in colonia molti ragazzini, accompagnati quasi sempre da preti o suore. Normalmente, prima di tornare a casa alla fine della vacanza, orde di bambini e adolescenti invadevano il negozio in cerca di souvenirs da portare a casa e chi li accompagnava si occupava di pagare un conto unico per evitare ore di attesa facendo conti separati a ciascuno.

Una volta arrivò un anziano prete, credo fosse un frate se la memoria non mi inganna, e con mia enorme sorpresa, al momento di pagare, tirò fuori due contenitori di plastica verdi, tipo quelli che si usavano per i rullini fotografici, ma molto più grandi, diciamo di 15/20 cm di altezza per un diametro di 5/6 cm. Svuotò il contenuto e pago con quello. Erano tutte monete da 500 lire in argento, quelle delle Caravelle.

Vi lascio immaginare il mio stupore e la mia emozione. Le mie pupille da collezionista credo che assunsero la forma di quelle di Zio Paperone quando vede un nuovo gruzzolo da incorporare a quello posseduto nel deposito... Quelle monete le conservo ancora. Non hanno un valore economico particolare (tutte circolate e di annate "normali") ma il valore affettivo ed emozionale è ancora vivo oggi, nonostante siano passati all'incirca 35 o 40 anni.

Immagino la tua faccia...:D   tipo...:shok:

L'avrei fatta pure io, ricevere un pagamento con le 500 d'argento da sogno praticamente..

Bellissima storia, il tuo racconto mi ha trasportato a quegli anni dove si riusciva ancora a pescare qualcosa nei negozi, le lire circolavano e si poteva attingere chiedendo ai negozianti magari di metterti da parte  qualche data come facevo io.

La mia specialità erano le edicole, dove girava molta moneta, mi facevo mettere via le 50 del 58 e quelle del 60...dietro lauta mancia..:D

Anni stupendi, ovviamente anche le 5 del 56, ma erano difficilissime..ovviamente parlo di periodi più remoti, latterie e qualche circolo familiare..

Insomma racconti e aneddoti ce ne sarebbero forza, sbilanciamoci, e così bello condividere le nostre emozioni, il nostro passato o perchè no anche il nostro presente, per molti uguale a qualsiasi altro tempo...

 

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52 minuti fa, eracle62 dice:

...

La mia specialità erano le edicole, dove girava molta moneta, mi facevo mettere via le 50 del 58 e quelle del 60...dietro lauta mancia..:D

...

Beato te :D. Anche a me sarebbe piaciuto poter contare su una fonte preziosa come un edicola, soprattutto in zona turistica dove girano monete d'ogni tipo, ma purtroppo l'edicola del mio paese era (ed è tuttora) gestita da una specie di Cerbero e se le avessi chiesto di mettermi da parte qualche moneta probabilmente avrei imparato qualche nuova parolaccia...

Un aneddoto per farti capire meglio... E' decisamente bruttina, e soprattutto sovrappeso, con una "pancetta" piuttosto pronunciata, ed un giorno, con me presente, una villeggiante, salutandola dopo quasi un anno che non si vedevano, osservando la zona "eccedente", in maniera assolutamente gentile ed innocente le disse "Buongiorno signora, quanto tempo ! Oh che bella sorpresa ! Ma quando nasce il bambino ?"

L'edicolante, con una specie di misto tra un muggito e un grugnito le rispose "Guardi che mio figlio ha 8 anni, e io non sono mica incinta !".

E chi si sarebbe osato chiederle un favore ?!?! :D 

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21 ore fa, cig dice:

Beato te :D. Anche a me sarebbe piaciuto poter contare su una fonte preziosa come un edicola, soprattutto in zona turistica dove girano monete d'ogni tipo, ma purtroppo l'edicola del mio paese era (ed è tuttora) gestita da una specie di Cerbero e se le avessi chiesto di mettermi da parte qualche moneta probabilmente avrei imparato qualche nuova parolaccia...

Un aneddoto per farti capire meglio... E' decisamente bruttina, e soprattutto sovrappeso, con una "pancetta" piuttosto pronunciata, ed un giorno, con me presente, una villeggiante, salutandola dopo quasi un anno che non si vedevano, osservando la zona "eccedente", in maniera assolutamente gentile ed innocente le disse "Buongiorno signora, quanto tempo ! Oh che bella sorpresa ! Ma quando nasce il bambino ?"

L'edicolante, con una specie di misto tra un muggito e un grugnito le rispose "Guardi che mio figlio ha 8 anni, e io non sono mica incinta !".

E chi si sarebbe osato chiederle un favore ?!?! :D 

Immagino, per me il discorso era diverso vivendo in una grande metropoli, potevo scegliermi l'edicolante compiacente..:D

Sai quanti ne ho trovati che non mi rispondevano neanche, o che mi cacciavano perché non avevano tempo o perché mi scambiavano per un disturbato...:lol:

Non era facile ma io avevo la propensione al dialogo e soprattutto alla faccia tosta...importantissima nella vita..:)

Ho attaccato tutto quello che c'era da attaccare...

Essendo nato e cresciuto in mezzo ai tondelli mio padre e mio nonno li collezionavano, io ovviamente non ho resistito, il fascino mi ha colpito e attratto, forse anche innato per tanti fattori.

La cosa bella è che nonostante sia passato tanto tempo, la caccia rimane ancora aperta ovviamente...

Eros 

 

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