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A proposito di febbraio...


Stilicho

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Supporter

Ciao a tutti,

e’ il mio primo post!!! ?

Ci provo, dai? ! Da semplice appassionato mi fa piacere discutere con voi su vari argomenti in questa sezione che ho scoperto da poco grazie ad un post di Illyricum.

Visto che si parlava delle ricorrenze di febbraio, mi sono chiesto: ma come era strutturato il calendario romano? Mi sono messo un po’ a spulciare qua e là e ho trovato qualcosa che mi sembrava semplice ed esplicativo. Ho deciso quindi di condividerlo con voi.

Sono ben accette critiche ed osservazioni.

Stilicho

 

IL CALENDARIO ROMANO

Al tempo delle origini il calendario era regolato sul ciclo lunare; quindi l’anno era di 10 mesi e andava da marzo a dicembre.

Tra il VI e il V secolo furono introdotti i due nuovi mesi di gennaio e febbraio, aggiunti in coda agli altri dieci, perciò il calendario risultò di dodici mesi: quattro di 31 giorni (martius, maius, quintilis, october), sette di 29 (ianuarius, aprilis, iunius, sextilis, september, november, december), uno di 27 (februarius). Il totale dei giorni era quindi 354, 11 in meno rispetto alla durata dell’anno solare. Si pensò di superare la discrepanza inserendo ogni due anni un mese intercalare di 22 o 23 giorni, ma così facendo, ogni quattro anni il totale dei giorni risultava  maggiore del dovuto. Cosicché i pontefici in modo approssimativo (e non sempre in buona fede) apportavano ogni tanto correzioni supplementari comunicate anno per anno. Si andò avanti così per tutta la repubblica, provvedendo però a spostare il Capodanno  dal primo marzo al primo gennaio, più consono al ciclo delle stagioni. Dicembre divenne l’ultimo mese, mantenendo però il suo nome (december), come gli altri mesi numerati che risultarono tutti sfalsati di due unità.

Giulio Cesare decise di riformare il calendario affidandosi all’astronomo e matematico alessandrino Sosigene che si attenne esclusivamente all’anno solare calcolato di 365 giorni e un quarto. Il nuovo calendario  entrò in vigore  il primo gennaio del 45 a. C. e in onore di Cesare, fu chiamato “giuliano”. I mesi erano rimasti dodici, ma mentre febbraio continuò ad avere 28 giorni, aprile, giugno, settembre e novembre ne ebbero 30, gli altri sette,  31. Per recuperare le sei ore lasciate da parte, fu introdotto un giorno supplementare aggiunto al solito febbraio. In questo caso l’anno veniva chiamato intercalaris o “bisestile” perché il giorno aggiunto fu collocato dopo le feste dei Terminalia con le quali si concludeva l’anno liturgico e perciò tra il 23 ed il 24 febbraio, ossia tra il settimo ed il sesto giorno precedente alle calende di marzo (erano chiamati calendae -da cui calendario- il primo giorno di ogni mese) . Il nuovo giorno diventava così una anticipazione o un doppione del sesto, cioè “sesto bis” o “bis sextum”, bisestile.

Dopo la riforma di Cesare, uniche novità riguardarono i nomi dei mesi. Quintilis fu ribattezzato, in onore di Cesare, iulius  (luglio) e sextilis fu chiamato augustus (agosto) in onore dell’imperatore Augusto.

Tale calendario rimase in vigore fino al 1582 quando, per volere di papa Gregorio XIII, fu compiuta una operazione di aggiornamento per recuperare un “arretrato” di dieci giorni. Il nostro calendario, che noi chiamiamo quindi “gregoriano”, nella sostanza è ancora quello “giuliano”.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Liberamente tratto da: 

                                                                                                                                                                                                                                                                La vita quotidiana nel mondo romano, di Romolo A. Staccioli

 

 

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Supporter

Buona giornata e benvenuto :hi:

Nulla da eccepire riguardo a quanto hai postato; angiungerei solo che, in talune aree, il calendario gregoriano non fu accettato sic et simpliciter dal 1582.

A Venezia, ad esempio, benchè conosciuto e talvolta usato, il calendario gregoriano non era il calendario ufficiale; Venezia, fino alla sua caduta, usò sempre il calendario romano, tanto che febbraio era l'ultimo mese dell'anno e quello nuovo iniziava il 1° marzo.

In questo caso avevano senso i nomi di settembre, ottobre, novembre e dicembre in quanto effettivamente e rispettivamente coincidenti con il settimo, ottavo, nono e decimo mese dell'anno.

Un problema riguardava la possibile confusione che si poteva ingenerare tra il calendario romano e gregoriano con una data qualsiasi relativa ai mesi di gennaio e febbraio; Venezia decise così di posporre a tale data, le iniziali m.v. (more veneto, cioè all'uso dei Venezia).

Così facendo, il 7 gennaio 1720 m.v. equivaleva al 7 gennaio 1721 del calendario gregoriano.

Che io sappia, Venezia non fu una eccezione.

saluti

luciano

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16 minuti fa, 417sonia dice:

Buona giornata e benvenuto :hi:

Nulla da eccepire riguardo a quanto hai postato; angiungerei solo che, in talune aree, il calendario gregoriano non fu accettato sic et simpliciter dal 1582.

A Venezia, ad esempio, benchè conosciuto e talvolta usato, il calendario gregoriano non era il calendario ufficiale; Venezia, fino alla sua caduta, usò sempre il calendario romano, tanto che febbraio era l'ultimo mese dell'anno e quello nuovo iniziava il 1° marzo.

In questo caso avevano senso i nomi di settembre, ottobre, novembre e dicembre in quanto effettivamente e rispettivamente coincidenti con il settimo, ottavo, nono e decimo mese dell'anno.

Un problema riguardava la possibile confusione che si poteva ingenerare tra il calendario romano e gregoriano con una data qualsiasi relativa ai mesi di gennaio e febbraio; Venezia decise così di posporre a tale data, le iniziali m.v. (more veneto, cioè all'uso dei Venezia).

Così facendo, il 7 gennaio 1720 m.v. equivaleva al 7 gennaio 1721 del calendario gregoriano.

Che io sappia, Venezia non fu una eccezione.

saluti

luciano

Non lo sapevo. Molto interessante, davvero!

Grazie per le precisazioni.

Stilicho

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