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Come si scrive un articolo “numismatico”?


Poemenius

Risposte migliori

Sono le regole minimali per scrivere una tesi di laurea.

Lettura indispensabile: Eco Umberto, Come si fa una tesi di laurea, Milano, Bompiani, 1977 

Si trova gratuitamente su internet, in pdf.

Polemarco   

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si @Arka… e il risultato è che ti trovi a dover citare/confutare una valanga di articoli inutili (non solo italiani, si badi bene!) scritti "prescindendo dal noto"  o peggio basati su pure "sensazioni personali" …. "per me è così e lo scrivo pure"…..

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@Poemenius mi sembri l'editor di una rivista medica ad alto impact factor.. mi spaventi ? però quanto hai ragione! molti scrivono per crogiolarsi e per il gusto di farlo. Tuttavia, a ben vedere, una review, che non dice nulla di nuovo ma appunto rivede in modo critico e riassuntivo quanto c'è in letteratura su un  dato tema, a volte non guasta, specie se è fatta da chi conosce la materia (vedi i CME americani...) e serve per invogliare i meno esperti e i più giovani a capire la materia.. concordi?

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Ciao.

"1 – perché scrivere?

Si può scrivere per molti motivi, ma l’importante è che si dica “qualcosa”, e possibilmente qualcosa di nuovo/aggiuntivo. Un inedito, una nuova valutazione di una emissione monetaria, un “tesoretto”, uno studio sui pesi o sui coniii, etc etc

Scrivere invece un riassunto di cose già trite e ritrite, dette e ridette, NON SERVE A NULLA …. Scrivere 2 paginette sull’usurpatore XYZ, usando il RIC soltanto e 4 immagini tratte dal web non serve a niente e a nessuno….

Quindi…scrivi per dire qualcosa… non per dire che hai scritto…."

Mi trovo totalmente in sintonia con questo primo punto del... "decalogo".

Non c'è nulla di più noioso che leggere cose già scritte e riscritte da altri, senza apportare alcuna novità.

M.

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19 minuti fa, enriMO dice:

@Poemenius mi sembri l'editor di una rivista medica ad alto impact factor.. mi spaventi ? però quanto hai ragione! molti scrivono per crogiolarsi e per il gusto di farlo. Tuttavia, a ben vedere, una review, che non dice nulla di nuovo ma appunto rivede in modo critico e riassuntivo quanto c'è in letteratura su un  dato tema, a volte non guasta, specie se è fatta da chi conosce la materia (vedi i CME americani...) e serve per invogliare i meno esperti e i più giovani a capire la materia.. concordi?

Vero ci sono molti articoli finalizzati a fare il punto della questione e benvengano... Ovviamente se hanno una bibliografia completa e magari che riesca a far scoprire testi meno noti. 

Questo per me rientra assolutamente tra le cose utili

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1 ora fa, Liutprand dice:

@Poemenius credo che tu abbia "terrorizzato" molta gente?

No dai... Perché poi senza sprecare inchiostro, c'è talmente tanto da pubblicare e scoprire e studiare, che c'è spazio per tutti... 

Basta pensare bene e concentrare le energie in modo intelligente... 

Così arrivano anche belle soddisfazioni

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Dall'ottimo decalogo di @Poemeniusc'è da imparare e personalmente l'ho trovato assai utile. Si capisce sol dalla lettura che l'autore ha ben compreso i concetti dello scrivere scientifico, non è facile essere in poche righe efficaci divulgatori. Soprattutto, trapela a noi l'invito a divenire - a nostra volta - autori! Bello che il sito sia anche questo.

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Il 12/2/2019 alle 20:21, Poemenius dice:

Un Signore che pubblica sul bulletin de la Société francaise de numismatique non è valutabile... È già un fuoriclasse ;)

Grazie per l'apprezzamento. In effetti non è stato facile ma avevo un valido sponsor. 

Quando ho trovato una dracma con sigla inedita ( non c'è un elenco delle città della lega e la scoperta permetteva di aggiungere un nome nuovo ) mi sono chiesto chi potevo coinvolgere per far conoscere la cosa. Ho escluso la RIN pensando che una moneta Licia non suscitasse il loro interesse. Ho cercato e ho trovato qualcuno che aveva scritto di monete simili trovate negli scavi in loco. Ho mandato le foto alla prof. M.C. Marcellesi, che insegna Storia Economica e Monetaria della Grecia antica alla Sorbona e mi ha subito risposto. Mi ha spinto a scrivere e poi a convinto la SFN a darmi qualche pagina sul bulletin. 

Persona molto affabile con cui ci scambiamo delle mail di carattere numismatico ( a differenza di altri che non ti rispondono o lo fanno con sufficienza come se li scocciassi). Lo scritto mi ha permesso di scambiare impressioni e di conoscere altri studiosi delle monete della Licia. (siamo veramente pochi)

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Per completezza, dopo aver distinto tra lavori  "innovativi" e "compilativi", non avrei animo di gettare sistematicamente a mare questi ultimi.

Spesso si sente davvero la necessità di rivisitare criticamente tutta la letteratura su un determinato argomento e di dare il segno anche diacronico del succedersi delle opinioni e delle loro ragioni.

Insomma, per tornare all'esempio delle tesi di laurea, se le tesi sperimentali danno più punti finali, quelle compilative hanno comunque la loro dignità.

Certo, come dice Poemenius, è necessario evitare  "copia incolla" e banalità. 

In poche parole: l'intervento è valido se comunque utile.

E utilità e validità devono essere commisurate ai destinatari (si pensi alla differenza tra un'opera divulgativa e quella destinata agli esperti).

Ma è solo una opinione.

Polemarco 

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Bellissima discussione. @poemenius è tra i migliori scrittori di numismatica, per cui i suoi consigli sono sempre importanti.

Concordo anche con @polemarco, gli articoli di tipo "divulgativo" hanno una loro dignità.

Credo che, in generale, al di là di "cosa" scrivere, sia importante anche "dove" si scrive. 

Come  bene detto da Alain, se si scrive su di una rivista specialistica, un articolo di tipo " divulgativo" ha poco senso, dato il livello di preparazione dei lettori abituali.

Se invece, si scrive su riviste  destinate anche  ai non addetti ai lavori, l'articolo compilativo ha sicuramente senso e, teoricamente, ben potrebbe essere maggiormente attrattivo per coloro i quali si stano avvicinando alle monete, o sono semplicemente curiosi.

L'importante è evitare, come si è ampiamente detto,  il copia ed incolla.

Saluti Eliodoro

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Diciamo che concordo sia col post iniziale che i due finali.

Alain e' un grande in tutti i sensi e fa tutto, pagine molto alte ma anche la divulgazione, come fece un giorno a Parma magistralmente  per Lamoneta.

Per le riviste di fascia alta e' così, nessun dubbio, ma questo e' e sarà per pochissimi, poi ci vogliono anche scrittori con la loro dignità che facciano possibilmente buona divulgazione per far sì che la numismatica continui su un bacino più ampio, Lamoneta ne ha introdotti tanti, alcuni hanno fatto poi pagine importanti, ma iniziare bisogna poi da qualche parte, sempre che uno senta l'esigenza di raccontare qualcosa che può interessare.

Lamoneta prima palestra ma poi ci sono due riviste per tutti, ma anche prodotti per tanti, per chi inizia ad appassionarsi, il Gazzettino, il Quaderno del Circolo romano- laziale, i quaderni massesi, di Beinasco e altri ancora...

E' chiaro che in questi ambiti si può avere più possibilità e meno vincoli e magari anche raggiungere platee più variegate e per non addetti ai lavori, ogni energia, se ben incanalata, può servire alla divulgazione numismatica.

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Supporter

A integrazione dell’elenco nel post d’apertura.

Come scrivere-ter?

Evitare errori lessicali, cioè l’utilizzo di un vocabolo inappropriato, usato in modo improprio. Per esempio, scrivere che le principali monete d’argento di Alessandro Magno sono “le didracme, le tetradracme e le decadracme”.

Attenersi alla regole del linguaggio scientifico nell’uso dei simboli che non vanno confusi con le abbreviazioni. Nella scrittura “il tetradramma pesa 17,23 g.” g è il simbolo del grammo e il punto non fa parte di esso ma serve a chiudere la frase. Lo si vede se scrivo correttamente “il tetradramma pesa 17,23 g e il diametro misura 27 mm.” dove il punto ha la stessa funzione di prima in quanto mm è il simbolo del millimetro. Con buona pace del fatto che in passato il simbolo del grammo fosse stato anche gr (senza punto).

Evitare errori ortografici (ortografia deriva dal greco e significa retta maniera di scrivere). Per esempio Qual'è, che si scrive senza l'apostrofo. La nostra lingua mette a disposizione due forme dell’aggettivo qualificativo ‘quale’: quale e qual, e detta le regole per il loro uso. E davanti alla terza persona singolare del presente indicativo del verbo essere si usa la forma tronca qual.

 

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Modificato da apollonia
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Complimenti @Poemenius bella discussione !

Queste regole dovrebbero leggerle ed impararle anche alcuni "grandi" numismatici che scrivono libri. 

Proprio di recente mi è capito di leggere un libro (pagato anche non poco) sulla monetazione italiana fatto solo da ipotesi, non curante di recenti articoli con alla base provate analisi scientifiche. 

Come si fa a scrivere "ipotizzando che questi grossi abbiano tutti stesso contenuto di fino" per provare una propria ipotesi, quando in realtà pochi anni fa sono state fatte delle analisi che smentiscono questa frase ?

La verità è che molto spesso la gente le ignora volontariamente queste regole... 

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Awards

Supporter

Ma siamo diventati un forum per giornalisti?

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1 ora fa, matteo95 dice:

Complimenti @Poemenius bella discussione !

Queste regole dovrebbero leggerle ed impararle anche alcuni "grandi" numismatici che scrivono libri. 

Proprio di recente mi è capito di leggere un libro (pagato anche non poco) sulla monetazione italiana fatto solo da ipotesi, non curante di recenti articoli con alla base provate analisi scientifiche. 

Come si fa a scrivere "ipotizzando che questi grossi abbiano tutti stesso contenuto di fino" per provare una propria ipotesi, quando in realtà pochi anni fa sono state fatte delle analisi che smentiscono questa frase ?

La verità è che molto spesso la gente le ignora volontariamente queste regole... 

Ultimamente, diverse pubblicazioni propongono solo ipotesi senza alcuna documentazione a riscontro.

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Anche i divulgatori devono leggere tutto quel che è stato pubblicato sulla materia che vogliono trattare e solo dopo scrivere. Altrimenti fanno solo disinformazione.

Arka

Diligite iustitiam

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