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IGNORED

PRESSA A BILANCIERE da conio


Bolio

Risposte migliori

Buongiorno a tutti

Chiedo se qualcuno in grado di fornire indicazioni sulla pressione necessaria (t) per la coniazione di un tondello in oro/argento del diametro di 22mm (tipo sterlina) utilizzando una pressa a bilanciere. Grazie in anticipo per ogni approfondimento in merito.

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Supporter

Buona serata

Non ne ho idea, ma penso che il solo dato del diametro della moneta sia insufficiente.

Credo che sia molto più importante l'altezza del rilievo e del bordo della moneta, anche la lega del metallo incide non poco; per coniare uno zecchino d'oro (24 carati) veneziano, bastava una martellata sui conii.

saluti

luciano

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Buonasera a tutti e buonasera @Bolio

un fattore molto importante per la lavorazione dei metalli (in questo caso specifico la coniazione)

è senza dubbio la temperatura.

La coniazione su un dischetto metallico portato a magari "rosso ciliegia" con

una forgia o con un cannello, è sicuramente più agevole rispetto a un dischetto "freddo".

Si potrebbero fare delle prove con dischetti di rame bello cado per capire la "potenza" del bilanciere.

Concludendo, quando più caldo è il tondello minore pressione ci vorrà alla pressa per coniarlo,

e il risultato sarà sicuramente migliore. 

Spero di esserti stato d'aiuto.

Sergio.

 

 

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  • ADMIN
Staff

Qui qualche numero...

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  • ADMIN
Staff

Mi accorgo solo ora che già la conoscevi... ?

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Grazie per il Vostri interventi.

Con il presente quesito volevo entrare in un contesto di valutazione pratica pertanto:

  • la dimensione di una sterlina 22mm rappresenta, a mio avviso, già un obiettivo importante in funzione di utilizzare una pressa manuale. Parlo di tonnellate che la pressa a bilanciere dovrebbe esercitare per imprimere a freddo un impronta (esempio), un  San Giorgio/drago di una sovrana. 
  • Oro/argento/rame anche se con qualche differenza fra di loro rappresentano, anche storicamente, la base Metallica d’eccellenza per numero di realizzazioni attraverso coniatura. Preferenza data per le caratteristiche intrinseche di malleabilità e plasticità del metallo puro o nelle sue più ricorrenti leghe in uso.

Ho visto in rete che esistono formule “ingegneristiche” di calcolo ma sono alquanto complesse a chi non ha una base professionale nel settore...

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18 ore fa, Bolio dice:

Ho visto in rete che esistono formule “ingegneristiche” di calcolo ma sono alquanto complesse a chi non ha una base professionale nel settore...

Buonasera @Bolio

lascia stare le formule, servono agli ingegneri.

Se tu hai la pressa, da qualche tornitore fatti fare due semi conii di ferro da poter adattare

sia nel foro inferiore della base e sia nel foro superiore della madrevite, così restano centrati e allineati.

Il doppio diametro del conio farà da centraggio (quello minore) e da battuta (quello superiore).

Dentro il conio puoi farci, con un mini dremel e delle frese adatte, dei simboli o dei disegni in incuso,

come il drago di San Giorgio (questa, viste le dimensioni, è la cosa più difficile) e così con dei tondelli 

"dolci" in alluminio, rame ricotto o addirittura piombo inizia fare delle prove.

Naturalmente, con un conio non temprato e con tondelli freddi, più di alluminio e rame non vai.

 Prova, tienici informati e facci delle foto, mi raccomando.:D

Ciao, Sergio.

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Modificato da motoreavapore
errore di distrazione
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14 ore fa, motoreavapore dice:

Buonasera @Bolio

lascia stare le formule, servono agli ingegneri.

Se tu hai la pressa, da qualche tornitore fatti fare due semi conii di ferro da poter adattare

sia nel foro inferiore della base e sia nel foro superiore della madrevite, così restano centrati e allineati.

Il doppio diametro del conio farà da centraggio (quello minore) e da battuta (quello superiore).

Dentro il conio puoi farci, con un mini dremel e delle frese adatte, dei simboli o dei disegni in incuso,

come il drago di San Giorgio (questa, viste le dimensioni, è la cosa più difficile) e così con dei tondelli 

"dolci" in alluminio, rame ricotto o addirittura piombo inizia fare delle prove.

Naturalmente, con un conio non temprato e con tondelli freddi, più di alluminio e rame non vai.

 Prova, tienici informati e facci delle foto, mi raccomando.:D

Ciao, Sergio.

 

Grazie Sergio per le indicazioni.

Passato questo periodo da reclusi a casa forzato, avevo già in programma di fare da un tornitore un porta “utensili/conio” in acciaio da bonifica temprabile in modo di avere poi  una facile intercambiabilità con i vari accessori da utilizzare. Posterò la foto del pezzo appena fatto....Nel frattempo approfitto di questa “situazione” per restaurare una “ nuova pressa” sempre a bilanciere ma ben più potente di quella finora mostrata in mie precedenti post. È un attrezzo in ghisa che pesa diversi quintali e non è facile la movimentazione ma a breve, riverniciato, rimonto tutto...Un saluto a tutti.

 

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  • 2 settimane dopo...

Ecco qua la pressa da 80 di cui vi avevo accennato, dopo effettuato il restauro...per riportarla a casa ho dovuto rismontarla e imballarla su un bancale con l’utilizzo di un carro a ponte. Il problema è stato nello scarico dal furgone possibile solo grazie l’aiuto di un vicino con un muletto....Adesso gli devo costruire un adeguato basamento portante e i relativi accessori. Poi vediamo...

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42 minuti fa, Bolio dice:

Ecco qua la pressa da 80 di cui vi avevo accennato, dopo effettuato il restauro...per riportarla a casa ho dovuto rismontarla e imballarla su un bancale con l’utilizzo di un carro a ponte. Il problema è stato nello scarico dal furgone possibile solo grazie l’aiuto di un vicino con un muletto....Adesso gli devo costruire un adeguato basamento portante e i relativi accessori. Poi vediamo...

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Figata!  :D

Ma ora cosa ci farai? Conti di utilizzarla in qualche modo?

Qualche tempo fa, forse un annetto abbondante, una zecca privata mise in vendita molti macchinari: avresti potuto attingere!

C'era pure una discussione a riguardo da qualche parte qui sul forum.

Saluti

Simone

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  • ADMIN
Staff

il bancale sta cedendo! ?

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18 ore fa, Bolio dice:

Ecco qua la pressa da 80 di cui vi avevo accennato, dopo effettuato il restauro...per riportarla a casa ho dovuto rismontarla e imballarla su un bancale con l’utilizzo di un carro a ponte. Il problema è stato nello scarico dal furgone possibile solo grazie l’aiuto di un vicino con un muletto....Adesso gli devo costruire un adeguato basamento portante e i relativi accessori. Poi vediamo...

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Buonasera @Bolio,

secondo me non serve alcun basamento.

Piazzala a terra nel magazzino-garage tanto non con il suo peso non va da nessuna parte.

Anzi noto dei fori, quelli servono per bullonarla in maniera definitiva a terra, 

in modo che quando la si usa, il movimento rotatorio, accentuato dalla massa dei pesi del bilanciere,

non faccia ruotare tutta la pressa su se stessa.

Se proprio vuoi essere preciso puoi metterla in bolla mettendo degli spessori di piattina 

di ferro sotto, tra lei e il pavimento, prima di fissarla.

Attendiamo per gli "accessori", facci sapere.

P.S. questa è una bella pressa, mi piace assai pure il colore: verde martellato. :D

Ciao e auguri di buona Pasqua. 

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Il 10/4/2020 alle 22:40, uzifox dice:

Figata!  :D

Ma ora cosa ci farai? Conti di utilizzarla in qualche modo?

Senza impegni, sia nei tempi che nelle risorse, vorrei completare l’opera di messa in funzione delle due pressse che rappresentano ricordi e mestieri di inizio novecento...e, considerato il mio interesse nella tecnologia legata alla coniazione in particolare quella con l’utilizzo del bilanciere, non mi dispiacerebbe arrivare a fare qualche prova. Approfondire nella pratica con tutti gli aspetti correlati puo’, a mio avviso, aprire nuove prospettive e sensibilità per un appassionato di numismatica...approfondimenti da condividere con chi ha gli stessi interessi. Un saluto a presto.

p.s. Senza fretta, se mi ritrovi la “discussione” della vendita privata di attrezzature da conio...grazie

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13 ore fa, motoreavapore dice:

Buonasera @Bolio,

secondo me non serve alcun basamento.

Piazzala a terra nel magazzino-garage tanto non con il suo peso non va da nessuna parte.

Anzi noto dei fori, quelli servono per bullonarla in maniera definitiva a terra, 

in modo che quando la si usa, il movimento rotatorio, accentuato dalla massa dei pesi del bilanciere,

non faccia ruotare tutta la pressa su se stessa.

Se proprio vuoi essere preciso puoi metterla in bolla mettendo degli spessori di piattina 

di ferro sotto, tra lei e il pavimento, prima di fissarla.

Attendiamo per gli "accessori", facci sapere.

P.S. questa è una bella pressa, mi piace assai pure il colore: verde martellato. :D

Ciao e auguri di buona Pasqua. 

Grazie per i suggerimenti. Creare un supporto adeguato è quasi indispensabile per una questione di sicurezza (il bilanciere dovrebbe lavorare sopra il livello del capo) e di comodità, altrimenti qualora a terra ti devi mettere in ginocchio per mette in posa gli “stampi”... i fori erano per il fissaggio sul basamento originale che purtroppo non c’è , mentre (cosa molto rara) lo ho trovato insieme alla pressa più piccola. Il colore è quello più simile che ho trovato all’originale  della pressa “COBA”. Quest’ ultima, di fabbricazione italiana ha la caratteristica del movimento operante tra bronzine di sezione prismatica conferendo una notevole precisione nell’azione di lavoro...a presto e Buona Pasqua a tutti.

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9 ore fa, Bolio dice:

p.s. Senza fretta, se mi ritrovi la “discussione” della vendita privata di attrezzature da conio...grazie

Ho provato in tutti i modi a ritrovarla ma purtroppo senza successo. Era relativo ad una zecca privata inglese.

Mi spiace.

Saluti

Simone

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Nel proseguo di di fare il basamento della pressa più grossa per poi renderla operativa...ho provato con il bilanciere più piccolo a fare qualche tondello con materiali diversi come rame e ottone. Il lavoro di trancia fino a ai medi diametri è risultato fluido. Vediamo appena possibile  di impressionare un immagine sul tondello, un saluto a tutti.

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  • 5 settimane dopo...

Buongiorno a tutti 

Ieri sera con l’aiuto di un amico abbiamo provato imbastire una prima prova “veloce”. Come conio abbiamo usato due monete correnti da 20 centesimi (fr) ed il tondino In ottone  (più grosso) della foto precedentemente postata. Confezionato il tutto come un panino a strati e avvolto  con del semplice nastro adesivo trasparente poi posizionando il tutto sotto la pressa per la relativa azione di pressatura.

Ecco i risultati nelle foto allegate dove si evidenza la debolezza del materiale delle due matrici utilizzate, in ogni caso è stata un esperienza costruttiva al fine di evidenziare le carenze tecniche di procedimento/materiali,  per poi avere un risultato più soddisfacente...un saluto a tutti

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  • 1 mese dopo...

alcune informazioni utili

le monete e le medaglie non si coniano a caldo poichè gli stampi in acciaio sono temperati e ben finiti a livello superficiale

lo stampaggio a caldo avrebbe l'effetto di rinvenire gli stampi,rendendoli quindi "molli" con il risultato che si schiaccerebbero le cuspidi,rendendo il prodotto finito non conforme al modello

altro problema dello stampaggio a caldo

sui materiali(a parte l'oro puro),per effetto del riscaldamento e della presenza di ossigeno ,sul materiale si forma la cosiddetta "calamina",una pelle di ossido, che prima dello stampaggio deve essere tolta tramite decapaggio,se non si toglie rimane  attaccata al prodotto che poi,staccandosi,creerà dei crateri,inoltre la stessa può danneggiare lo stampo

lo stampaggio a caldo si usa solo nelle medaglie ad altissimi rilievi,con stampi dedicati,ma comunque le ultime "mani ",quelle di finitura, devono essere coniate a freddo,la coniatura è freddo è e rimane l'unica tecnica per ottenere un prodotto di qualità

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  • 2 anni dopo...

Buongiorno a tutti.

Dopo parecchio tempo mi sono ripreso l’impegno di mettere in funzione la mia pressa  anche dietro lo stimolo derivato da alcuni recenti contatti con alcuni appassionati…

Da un lato ho proseguito nell’approfondimento di documentazione tecnica mentre, dall’altro, ho provveduto alla costruzione di un battente in acciaio come primo prototipo poi proseguendo con la costruzione migliorativa di una versione in acciaio da bonifica C40 da me temprato e poi rifinito di nuovo al tornio.. Con tale battente applicato alla pressa sto provando la realizzazione dei tondelli in vari metalli: lega Pb/Sn, Stagno, rame, argento ecc.  

Vedremo poi le prove in corso d’opera fra qualche giorno. Un caro saluto

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  • 2 settimane dopo...

Buonasera a tutti.

Nel continuare il proseguo accennato al precedente post, ho provato fare alcune fusione in lega binaria e stagno al fine di impraticarmi nella gestione delle fusioni e, poi, nella successiva laminazione del materiale ottenuto. Quest’ ultima operazione fatta a martello su incudine è tutt’altro che facile. Bisogna acquisire pratica nella manualità, al fine di ottenere una lamina in più omogenea possibile nello spessore scelto per i tondelli da conio. I risultati migliori in termini “estetici” del metallo sono quelli ottenuti da stagno puro (vergine) in quanto ha una certa assomiglianza all’argento e non si ossida come la lega binaria contenente piombo, per quanto quest’ultima ha un alta plasticità nella lavorazione. Per le prossime prove mi sto organizzando per un salto di qualità (tecnico) per le maggiori temperature necessarie alla fusione di argento , rame…

- in foto lingottiera in grafite  e lingottini appena ottenuti. - Lamina in lega pb/sn ottenuta per battitura su incudine

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Proseguendo nei vari tentativi ho provato la fusione dell’argento. Già da tempo, ne ho acquistato  qualche etto sotto forma di trucioli da un amico tornitore, come residui di lavorazione di componenti tecnologici. L’argento 999/1000 posto in un crogiolo “aperto” di materiale ceramico si fonde facilmente con un ausilio di un cannello alimentato a gas liquido, formando il classico bottone di fusione. Dopo una veloce pulizia superficiale con acido nitrico, anche la successiva laminazione a martello risulta agevole e precisa. Al contrario di ogni aspettativa, la creazione di un bottone d’oro 750/1000 derivato dalla fusione di una vecchia fede da uomo trovata nei vecchi rimasugli di famiglia, la laminazione è stata particolarmente ostica. Nonostante i due tentativi stemperare il metallo portandolo al “rosso chiaro” e raffreddandolo a temperatura ambiente, più volte ho rischiato di perdere il “prezioso” pezzo, in quanto per la tendenza a rimbalzare dall’incudine cadeva spesso sul pavimento….Non ho provato per ora la fusione del rame in quanto con facilità sono riuscito a reperire lamine con spessori commerciali già pronte per ricavare qualche tondello da utilizzare nelle nostre prove… Ho provato anche l’utilizzo di un fornetto a muffola elettrico che raggiunge, tramite regolazione elettronica, i 1150 gradi., ma risulta ben più agevole e veloce l’utilizzo del cannello a gas, permettendo inoltre, un controllo diretto a vista della fusione…Tutt’altro il fornetto è stato molto utile nelle operazioni di tempra del “battente” in acciaio già mostrato in un post precedente. Nel chiudere questo appunto serale, qualora qualcuno voglia cimentarsi in operazioni simili, invito alla massima attenzione nel rispetto e uso di tutti i dispositivi di sicurezza e protezioni individuali…buona serata a tutti

-foto crogiolo, bottone argento, bottone argento pulito con acido nitrico

Cita

 

 

 

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Modificato da Bolio
Correzione ortografica
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Vi allego una foto del “ bottone” d’oro 750/1000 a confronto di un altro realizzato in argento puro e, della relativa lamina ottenuta per battitura su incudine. È da precisare che l’incudine in acciaio ( specifico perché ci sono anche quelli in ghisa…) è utilizzato anche da lavoro e pertanto le superfici non sono perfettamente lisce. Di conseguenza per quanto la battitura sia avvenuta sull’area meno compromessa le imperfezioni presenti si sono riprodotte sulla lamina ottenuta…sarebbe l’ideale avere un piano  “intonso” che attualmente non dispongo… di nuovo un saluto a tutti.

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Modificato da Bolio
Ortografia
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Per arrivare alle conclusioni finali della prova in corso, sono riuscito ad avere in prestito un conio che penso di allestire nei prossimi giorni. Conio utilizzato da un gruppo storico locale nelle proprie manifestazioni. Ho misurato oggi un eccessiva distanza tra base pressa e battente, pertanto devo prima recuperare una piastra in acciaio di misura adeguata  da usarsi come "spessore" a sostegno del conio stesso …Fatta questa (spero) ultima sistemazione vedo di fare qualche prova. Un saluto a presto 

allego una foto del conio in acciaio 

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Modificato da Bolio
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Buonasera a tutti.

Riuscito a recuperare la piastra in acciaio necessaria al completamento dei vari componenti sequenziali: piastra acciaio, blocchetti di conio, battente temprato, la pressa è pronta a operare per le prime realizzazioni. Anche se sono ancora da perfezionare mi ritengo sodisfatto dei risultati, più in particolare, della “pratica” fatta nel conoscere le caratteristiche dei vari materiali utilizzati nonché le relative dinamiche di lavoro. Ottima la lavorabilità del piombo e sue leghe, dello stagno ed argento puro. Diverse battute in più erano necessarie per imprimere il rame  e l’oro in lega (750/1000). Proprio per il numero delle battute necessarie ho inteso che l’ideale sarebbe utilizzare una pressa più potente dove sarebbero apprezzabili netti miglioramenti. Ecco di seguito postata la foto della pressa in posizione di lavoro, una prova realizzata in stagno ed una in rame con tondelli di diverso diametro. Colgo l’occasione per ringraziare chi del Forum mi ha seguito  e dato suggerimenti in questa esperienza, nel contempo sono a disposizione per confronti  in merito.

 

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