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Scexit


ARES III

Risposte migliori

Sono in una specie di limbo in cui nessuno riesce a prevalere nettamente sugli altri.

Ho l'impressione che la questione di trascinerà per molti anni, anche perchè molto difficilmente il governo britannico rinuncerà alla Scozia, i suoi mari pieni di pesce e petrolio e la sua base per gli SSBN (sottomarini lanciamissili nucleari) che in caso d'indipendenza dovrebbe essere ricostruita in Inghilterra. A prima vista denotano molta sicurezza ma dentro di sè si rendono conto del grosso casino in cui si sono cacciati e credo che presto reagiranno proponendo riforme del Regno Unito che portino vantaggi di qualche tipo alla Scozia, nel tentativo di far scendere il consenso alla secessione. 

Modificato da ART
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5 ore fa, ART dice:

nessuno riesce a prevalere nettamente sugli altri.

Ma c'è una maggioranza pro referendaria 64 SNP + 8 Green = 72 su 129, quindi i numeri sulla carta, nella realtà, nel parlamento scozzese ci sono tutti. In queste elezione chi ha votato per lo SNP, per i Verdi ed anche per Alba sapeva sin dall'inizio che scegliere uno di questi partiti significava perorare direttamente la causa indipendentista. Lo hanno detto svariate volte prima delle elezioni, quindi non facciamo il giochino che solo lo SNP vuole l'indipendenza e visto che ha preso solo 64 seggi deve stare zitto perché non ha la maggioranza al Parlamento. Questo è solo grazie ad un sistema elettorale complesso e caotico nella parte proporzionale che svantaggia lo SNP.

Se vogliamo poi essere precisi si deve sommare tutti gli elettori tra SNP, Verdi ed Alba e si otterrà  un risultato che supera il 50% +1 , quindi oltre che nel parlamento c'è anche una maggioranza nel mondo reale.

Incertezze o parità non ne vedo.

PS: per l'indipendenza ci sono anche alcune sacche di elettorato liberale e laburista.

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Il 11/5/2021 alle 02:05, ART dice:

molto difficilmente il governo britannico rinuncerà alla Scozia, i suoi mari pieni di pesce e petrolio e la sua base per gli SSBN (sottomarini lanciamissili nucleari)

Osservavo l'atlante...

Banalmente parlando, oltre al fatto che della Scozia il regno Unito perderebbe basi militari, petrolio e risorse naturali, c'è proprio un discorso di massa geografica. Le terre emerse scozzesi rappresentano non dico il 50% ma probabilmente più del 33,3333% della Gran Bretagna propriamente detta. Perdere una porzione così importante di territorio vorrà dire perdere massa geopolitica per lo UK tutto.

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24 minuti fa, sdy82 dice:

Perdere una porzione così importante di territorio vorrà dire perdere massa geopolitica per lo UK tutto.

A livello economico gli Inglesi farebbero a meno sia della Scozia che dell'Ulster, per non parlare del Galles, in quanto tra entrate e uscite, il governo centrale , alias Inghilterra, spende per queste nazioni più di quello che incassa per le tasse. Quindi perderle a livello finanziario non sarebbe un problema, ma si farebbe una pessima figura , che in questi casi vale anche più dei soldi.

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  • 3 mesi dopo...

Un altro tassello....

Scozia: i Verdi entrano nel governo con gli indipendentisti europeisti

Azione climatica, ambiente e referendum sull’indipendenza al centro dell’accordo Green - SNP

In un comunicato ufficiale i verdi scozzesi spiegano che «L’azione per affrontare l’emergenza climatica è fondamentale per il progetto di accordo di cooperazione concordato tra the Scottish Greens e il governo scozzese».

La bozza del programma politico, prevede che due verdi assumano per la prima volta  incarichi ministeriali nel governo autonomo scozzese e anche in qualsiasi nazione del Regno Unito. E gli Scottish Greens assicurano che «Lavoreranno per fornire un’ampia agenda politica condivisa che affronterà la crisi climatica, creerà migliaia di posti di lavoro di qualità e renderà la Scozia più equa. Se l’accordo verrà ratificato dai membri del partito, i Verdi al governo decarbonizzerebbero la rete di trasporti e il modo in cui vengono riscaldati gli edifici, oltre a creare migliaia di posti di lavoro espandendo la capacità di energia rinnovabile della Scozia. Secondo le proposte, le parti lavoreranno insieme a una legislazione per far crescere l’eolico onshore, investire negli spostamenti attivi, nei trasporti pubblici e in un fondo industriale verde e per introdurre nuove protezioni per la natura, compresa l’istituzione di almeno un nuovo Parco Nazionale. Ci sarebbe un cambiamento decisivo dalla spesa per i grandi progetti stradali. I Verdi scozzesi porterebbero anche a un nuovo accordo per gli inquilini, compreso un sistema nazionale di controllo degli affitti e migliori diritti per gli inquilini nel settore degli affitti privati». I due Partito collaboreranno anche per portare avanti la legislazione sulle pari opportunità e sulla riforma agraria e per fornire un servizio di assistenza nazionale e a riforme dell’istruzione.

Ma, insieme al governo finora monocolore degli indipendentisti di sinistra ed europeisti  dello Scottish National Party/Pàrtaidh Nàiseanta na h-Alba (SNP/PNA), gli  Scottish Greens – che garantiranno la maggioranza parlamentare che finora mancava al SNP per un voto –  lavoreranno soprattutto  a «Un disegno di legge congiunto su un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia».

Secondo Euractiv,  «Il modello è quello degli accordi di governo in Nuova Zelanda tra i laburisti di Jacinda Ardern e i Verdi, che consentono a questi ultimi di opporsi alle politiche che non condividono, al di fuori di quelle che sono le loro competenze ministeriali».

La co-leader dei Verdi scozzesi Lorna Slater ha ricordato che «Il rapporto dell’IPCC della scorsa settimana ha confermato ciò che già sapevamo: il mondo è in fiamme e dobbiamo agire ora. Questo accordo metterebbe i Verdi al centro del processo decisionale in un momento cruciale per la Scozia, in particolare in aree come i trasporti e il riscaldamento dove le emissioni sono elevate. Per la Scozia è giunto il momento di intensificare gli sforzi per decarbonizzare le case e i trasporti e investire nelle energie rinnovabili».

A quanto pare, la premier scozzese Nicola Sturgeon avrebbe chiesto ai Verdi un atteggiamento meno radicale versola fiorente industria petrolifera e del gas, impegnandosi a rivedere le licenze estrattive e i limiti per le emissioni nocivi, ma non a fissare alcuna scadenza sulla loro cancellazione definitiva.

L’altro co-leader dei verdi, Patrick Harvie, ha precisato che «Questo è un accordo di cooperazione, piuttosto che una coalizione. I Verdi e l’SNP sono partiti molto diversi e manterremmo queste diverse agende politiche, ma se approvato dai nostri membri, questo accordo vedrebbe i ministri verdi assumere la guida di un ampio programma legislativo per la Scozia. Con i Verdi al governo saremmo in grado di fornire investimenti e la legislazione per affrontare le emissioni della Scozia, proteggere la natura, far avanzare i diritti degli inquilini, portare avanti la legislazione scadente sulle pari opportunità e attuare un referendum sull’indipendenza. Attendo con impazienza un’entusiasmante settimana di dibattiti con i membri del partito degli Scottish Green, mentre chiediamo loro di approvare questo storico passo in avanti per la politica dei Verdi».

Il 28 agosto lo Scottish Green Party terrà la riunione definitiva per analizzare il risultato delle consultazioni e decidere se procedere all’accordo con i nazionalisti/europeisti.

https://greenreport.it/news/clima/scozia-i-verdi-entrano-nel-governo-con-gli-indipendentisti-europeisti/

 

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  • 1 mese dopo...

Sturgeon punta all'indipendenza della Scozia: "Ho il tempo dalla mia"

Il premier al Financial Times: "Non posso guardare avanti e dire esattamente come si risolverà  questa impasse costituzionale, ma si risolverà da sola, e si risolverà dalla parte della democrazia"

AGI - "Ho la democrazia dalla mia parte... e probabilmente anche il tempo": lo ha sottolineato la premier scozzese Nicola Sturgeon in un'intervista al Financial Times, guardando all'indipendenza da Londra. Dopo il fallimento del referendum del 2014, la Brexit ha posto la questione in una nuova prospettiva, più favorevole, secondo la leader del Partito nazionale scozzese (Snp).

"Non posso guardare avanti e dire esattamente come si risolverà  questa impasse costituzionale, ma si risolverà da sola, e si risolverà dalla parte della democrazia, perché in realtà  l'alternativa è piuttosto impensabile", ha affermato, mettendo l'accento su "i dati demografici del sostegno all'indipendenza".

Restare nel Regno Unito post-Brexit è più rischioso che abbracciare la secessione, ha sostenuto Sturgeon, convinta che "le conseguenze di non essere indipendenti siano molto, molto maggiori di quanto non fossero probabilmente nel 2014. Ne varrà la pena? Assolutamente".

Il premier britannico Boris Johnson ha ribadito che non approverà un altro referendum sull'indipendenza, ponendo le basi per una potenziale battaglia legale tra Edimburgo e Londra. Nonostante i sondaggi abbiano registrato un calo nel sostegno all'indipendenza tra gli scozzesi, i numeri indicano anche che la maggioranza dei giovani è a favore: oltre il 60% dei 16-34enni voterebbe per lasciare il Regno Unito, ha sostenuto un'analisi di Panelbase il mese scorso.

https://www.agi.it/estero/news/2021-10-08/sturgeon-punta-indipendenza-scozia-ho-il-tempo-dalla-mia-14117818/

 

  • Grazie 1
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  • 4 mesi dopo...

Brexit, il leader laburista britannico Starmer gela gli europeisti: "Siamo usciti dall'Ue e di certo non torneremo"

In tour nel nord e nel centro dell'Inghilterra: "Non c'è alcuna base per rientrare nell'Unione. Ora serve sfruttare le opportunità dell'uscita". Il capo degli indipendentisti scozzesi a Westminster, Ian Blackford: "Un motivo in più per la Scozia per lasciare il Regno Unito e tornare in Europa"

Cari europeisti, qualora dovessi essere eletto scordatevi che faccia campagna per far tornare il Regno Unito nell'Unione Europea. È questo il messaggio, tradotto, di Sir Keir Starmer, il leader laburista ora in testa nei sondaggi dopo lo scandalo "PartyGate" del primo ministro Boris Johnson, e che in questi giorni ha intrapreso un tour nel nord e nel centro dell'Inghilterra. Ossia in quelle aree in cui molti elettori operai, ex laburisti e in gran maggioranza  brexiter nel 2019 votarono per la prima volta conservatore dopo molti decenni e fecero trionfare Johnson al grido di "Get Brexit Done". Ovvero, completiamo la Brexit. 

Starmer, europeista ed ex ministro ombra della Brexit sotto la controversa leadership di Jeremy Corbyn, ha parlato stamattina alla Bbc e non poteva usare parole più chiare e nette nei confronti di questo elettorato "ribelle", che votò in massa per la Brexit al referendum del 2016 e che ora Sir Keir vuole riconquistare alle prossime elezioni. "Siamo usciti dall'Ue e, siamo chiari, non torneremo di certo. Non c'è alcuna base per rientrare in Europa. Ora serve davvero 'Get Brexit Done', non solo nel senso tecnico, ma in quello di farla funzionare".

Il leader Labour ha usato un inedito tono positivo nei confronti della Brexit, nonostante solo qualche giorno fa una Commissione parlamentare bipartisan ne abbia sottolineato tutte le disfunzioni e i problemi che potrebbe generare a breve in un Regno Unito già segnato dalla crisi del Covid e che nel 2021 ha fatto segnare un +7,5% di Pil, record nel G7 ma anche dovuto a un crollo economico più marcato di altri Paesi a inizio pandemia. "Dobbiamo sfruttare le opportunità che ci offre la Brexit, noi del Labour siamo al lavoro per questo".

Le parole di Starmer non sono ovviamente rimaste confinate nel Nord dell'Inghilterra e hanno generato polemiche online a livello nazionale, tra i laburisti europeisti e attivisti che non si sono ancora rassegnati al risultato del referendum del 2016 che ha decretato la Brexit. Il leader a Westminster del partito indipendentista scozzese Snp, Ian Blackford, si è scatenato su Twitter: "Starmer conferma che un governo laburista continuerebbe a imporre la Brexit alla Scozia, nonostante i miliardi di danni a lungo termine.

L'indipendenza è l'unica via per la Scozia per ritrovare il suo posto in Europa, lasciando il Regno Unito della Brexit a laburisti e conservatori".

https://www.repubblica.it/esteri/2022/02/14/news/starmer_brexit_irreversibile_niente_ritorno_in_europa_labour-337711481/

 

 

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  • 9 mesi dopo...

Il Tribunale del Regno Unito ha dichiarato che il parlamento della Scozia non ha diritto di indire un secondo referendum per l'indipendenza.

''In democrazia la nostra voce non può errere zittita'' ha dichiarato la Premier scozzese.

Noto somiglianze con la Catalogna...

Arka

Diligite iustitiam

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1 ora fa, Arka dice:

Noto somiglianze con la Catalogna...

Non credo che si arriverà fin lì....anche se la questione catalana è assai più complessa in virtù anche dei rapporti con l'UE...

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Il 23/11/2022 alle 14:25, Arka dice:

Il Tribunale del Regno Unito ha dichiarato che il parlamento della Scozia non ha diritto di indire un secondo referendum per l'indipendenza.

In realtà il diritto in sè ce l'ha, è che può farlo solo con l'approvazione del parlamento britannico.

Ma prima di affrontare la questione sarebbe meglio aspettare la fine del casino ucraino.

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