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Riproduzioni archeologiche


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Salve.

Un ricordo di Venezia degli anni ’70 questo lacrimatoio in vetro azzurro soffiato (lunghezza 25,5 cm; diametro imboccatura 38 mm).

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apollonia

 


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Lacrimatoio è il nome dato comunemente a vasetti, in genere a collo e bocca stretti, corpo sferoidale od ovoidale schiacciato in basso, di terracotta, vetro o alabastro, che si rinvengono in gran numero soprattutto nelle tombe romane e cristiane.

Un oggetto del genere è il lotto 95 - Asta 34 – Archeologia della Bertolami Fine Arts di Roma (https://auctions.bertolamifinearts.com/it/lot/14734/lacrimatoio-in-pasta-vitreai-i-iii-secolo-/ )

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Lacrimatoio in pasta vitrea
I – III secolo d.C.; alt. cm 6,5; Delizioso lacrimatoio in pasta vitrea di colore blu scuro con venature bianche, caratterizzato da bocchello svasato, corpo cilindrico e fondo concavo.
Per lacrimatoio si intende un unguentario di piccole dimensioni, destinato a contenere olii e profumi, spesso rinvenuto all’interno delle tombe di tarda epoca ellenistica e imperiale. Prende tale nome, di squisito fascino antiquario, dalla falsa credenza secondo la quale servisse a contenere le lacrime dei parenti dei defunti o delle prefiche nei funerali.
PROVENIENZA:
Ex Gorny & Mosch, Asta del 19 luglio 2011, lotto 572 (parte).

apollonia


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I c.d. "lacrimatoi ", termine fin troppo abusato e fuorviante, meglio sarebbero da definire come balsamari in quanto in realtà erano destinati a contenere essenze od olii profumati.
Dopo la serie dei balsamari di età ellenistica, raggruppati morfologicamente in 7 tipi fondamentali (Forti, tipi I-VII), che perdurano dal IV sec. a.C. a circa la metà o poco dopo il I sec. a.C., e il tipo piriforme a base piatta (Haltern 31 = Vegas, tipo 63 b), entrato in uso intorno all'età augustea, dalla metà del I sec. d.C. si affermano gli esemplari vitrei, la cui produzione prosegue per tutta l'età imperiale.

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Il mio “lacrimatoio”, di forma simile a quello del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e con un marcato restringimento alla base, doveva servire come contenitore  di liquidi.

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apollonia


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TRE PICCOLE ANFORE ED UN LACRIMATOIO DOPPIO IN PASTE VITREE
Copia dall’antico, XX secolo
In vari colori, con decorazione a penne.
La più grande lunghezza 18,5 cm

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Da https://www.astebolaffi.it/it/lot/809/326/detail

apollonia


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Quando si sente parlare di lacrimatoi la mente non può che andare alla memorabile scena del film Quo vadis con lo strepitoso Sir Peter Ustinov nel ruolo di Nerone.

PS: per i giovanissimi che non l'hanno mai visto , la visione è consigliata. Certamente non è una ricostruzione fedele della storia, ma è un film che si deve vedere.

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Per non parlare del pungente e pacificatore Petronio, interpretato da Leo Genn, che per chi non se ne fosse accorto è l'immagine che rappresenta l'amico @petronius arbiter

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Nell’antica Roma si usava ricorrere alle prefiche, donne pagate per far parte di cortei funebri e intonare canti di elogi del defunto, accompagnati da grida di dolore, pianti, gesti di disperazione. Da qui l’erronea credenza che i contenitori rinvenuti in gran numero nelle tombe servissero a raccogliere le lacrime versate dalle prefiche.

Il mio “lacrimatoio” in apertura di discussione ha una capacità di 110 mL (o cm3 che dir si voglia) e ho calcolato indicativamente quante lacrime servivano per riempirlo e quante persone dovevano contribuire allo scopo.

Una lacrima ha un volume di 6,2 μL (microlitri) =0,0062 mL (millilitri) e poiché una persona può versare 55 lacrime, il volume pro capite è di 0,341 mL. Per riempire il lacrimatoio vi dovevano confluire le lacrime di 323 persone, un numero fuori dal comune pur contando le prefiche e i parenti del defunto.

Più realistico ritenere che contenesse essenze e profumi, come nelle tombe dell’antico Egitto e della Mesopotamia.

apollonia

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La figura della prefica (piangente) era presente in passato con il nome di reputatrice o vociferatrice presso i ceti contadini di alcune zone dell’Italia meridionale, dove accompagnava su commissione i funerali lasciandosi andare a forme di partecipazione affini a quelle delle antiche colleghe: pianto vero e proprio, grida, lacerazione delle vesti, e poi canti funebri tradizionali.

Una memorabile pagina del cinema italiano, girata a Motta Sant’Anastasia (CT) dal regista Nanni Loy nel 1965, nel segmento “Usi e costumi” del film Made in Italy, documenta il retaggio di questa antichissima tradizione greco-romana, già propria della cultura indoeuropea, costituita dalla funzione delle Prefiche Reputatrici che venivano appositamente reclutate per piangere e cantare le lodi del defunto nei funerali.

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L’argomento è trattato nell’articolo “Prefiche Reputatrici, il morto si piange a pagamento!” di Santi Maria Randazzo in https://www.ilpapaverorossoweb.it/article/prefiche-reputatrici-il-morto-si-piange-pagamento.

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Frasi sulle lacrime

In molte forme di Buddhismo alla morte di una persona cara bisogna evitare di piangere per permettere così all’anima del defunto di lasciare la terra.
(Anonimo)

Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l’unico che sorride e ognuno intorno a te piange.
(Detto indiano)

Al giudizio finale verranno pesate soltanto le lacrime.
(EM Cioran)

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Non potendo avere oggetti archeologici la mia mamma mi regalava souvenirs delle mostre cui andavamo.
Questa una mia foto di una bottiglia ansata in vetro dalla mostra dei Greci in Occidente a Venezia di tanti anni fa.
Un'affascinante riproduzione in vetro


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Oggetto veramente pregevole.

apollonia

 


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Questo è un mio ricordo di Venezia (testa vitrea di leone).

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Frasi sulle lacrime

La leggenda dice che i mari e gli oceani sono stati creati dalle lacrime di un uomo. Deve essere davvero così. Il livello dei mari e degli oceani è in costante aumento.
(Krzysztof Bilica)

Per plasmare l’uomo, non è con acqua, è con lacrime che Prometeo mescolò l’argilla.
(EM Cioran)

Ulisse pianse nel sentire cantare le gesta sue e degli altri Greci, a Troia. Ma non voleva farsi scoprire. Col lembo del mantello, si coprì il volto e asciugò le lacrime. Solo Alcinoo, re dei Feaci, se ne accorse ma non disse nulla.
(Odissea)

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Un giorno la lacrima disse al sorriso: invidio te perché sei sempre felice. Il sorriso rispose: ti sbagli, perché tante volte io sono la maschera del tuo dolore.
(Anonimo)

Quando sono indeciso fra piangere e ridere, scelgo di ridere fino alle lacrime.
(Cannonav, Twitter)

Le lacrime che non escono si depositano sul cuore, con il tempo lo incrostano e lo paralizzano come il calcare incrosta e paralizza gli ingranaggi della lavatrice.
(Susanna Tamaro)

Gli occhi che piangono di più sono anche quelli che vedono meglio.
(Victor Hugo)

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Quando i begli occhi di una donna sono velati di lacrime, è l’uomo a non vederci più chiaro.
(Delphine Gay De Girardin)

Ogni donna ha torto fino a quando scoppia a piangere, e poi, istantaneamente, ha ragione.
(Thomas Chandler Haliburton)

Una donna indossa le sue lacrime come gioielli.
(Anonimo)

Quando una madre piange, anche Dio si avvicina ad ascoltare.
(Fabrizio Caramagna)

La forza idraulica più potente dell’universo, è la lacrima di una donna.
(Carlos Fisas)

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Non bisogna aver paura di piangere. Non bisogna frenare le lacrime quando vogliono uscire. Un uomo deve saper piangere.
(Sandro Pertini)

Le lacrime dei bambini brillano come, dopo un acquazzone, i fili d’erba nel prato.
(Fabrizio Caramagna)

Quanto pesa una lacrima? Dipende: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.
(Gianni Rodari)

Il pianto dei vecchi è così terribile quanto quello dei bambini è naturale.
(Honoré De Balzac)

Un giovane che piange è una sfida. Un vecchio che piange, una resa.
(Fabrizio Caramagna)

Un uomo che piange o è veramente grande o è irrimediabilmente piccolo.
(Roberto Gervaso)

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Le labbra che sanno di lacrime, dicono, sono le migliori da baciare.
(Dorothy Parker).

Non so se ci sono al mondo parole tanto efficaci né oratori tanto eloquenti come le lacrime.
(Lope De Vega)

Lasciate sgorgare le tue lacrime. Lascia che bagnino la tua anima.
(Eileen Mayhew)

Le lacrime sono più facili da versare che da spiegare.
(Marthy Rubin)

La prima cosa che impari nella vita è piangere, la seconda è dire no, la terza è restare in piedi.
(Ester Viola)

Le lacrime sono la valvola di sicurezza del cuore, quando troppa pressione è su di esso…
(Albert Smith)

Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima. E a chi piange, tutti gli angeli sono vicini.
(Hermann Hesse)

La vita è come una cipolla: la si sfoglia piangendo.
(Erica Jong)

Quando il dolore non trova sfogo nelle lacrime, gli altri organi piangono
(Henry Maudsley)

Niente asciuga più velocemente di una lacrima.
(Cicerone)

Vedere piangere, è molto più che piangere.
(Antonio Porchia)

Non piangere quando tramonta il sole, le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle.
(Rabindranath Tagore)

Il tempo scolpisce i nostri volti con tutte le lacrime che non abbiamo versato.
(Natalie Clifford Barney)

Non sprecare lacrime nuove per vecchi dolori.
(Euripide)

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Le lacrime sono gocce di sangue che scaturiscono da una ferita dell’anima.

(Anonimo)

Il dolore senza lacrime sanguina interiormente.
(Christian Nevell Bovee)

Il sapone è per il corpo quello che le lacrime sono per l’anima.
(Proverbio yiddish)

Il mio corpo ha bisogno di ridere tanto quanto ha bisogno di lacrime. Entrambi sono detergenti dello stress.
(Anonimo)

Il sale deve avere qualcosa di sacro infatti si trova sul mare e sulle lacrime.
(Khalil Gibran)

Le lacrime contengono encefaline, ormoni antidolorifici naturali. Estremo tentativo del corpo, di curare un dolore che spesso non è fisico.
(guidofruscoloni, Twitter)

apollonia


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IL POTERE DELLE LACRIME: PIANGERE, UNA TERAPIA

Articolo di Eliana Liotta in

https://blog.iodonna.it/eliana-liotta-diete-fitness-benessere/2018/12/15/potere-delle-lacrime-piangere-una-terapia/#:~:text=Sostanze antidolorifiche nelle lacrime,in riposta a un fastidio.

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Una foto celeberrima di Man Ray: «Lacrime di vetro» (1932).

Quando gli occhi si fanno linguaggio muto, a sgorgare è una verità primitiva. «Attraverso le mie lacrime io racconto una storia», spiega Roland Barthes nei suoi Frammenti di un discorso amoroso. Si piange d’angoscia, di gioia, in cerca di conforto, ma anche per imbrogliare, per irretire, per disorientare. È, in ogni caso, una comunicazione.

Questa espressione tremula e trasparente ci soccorre quando i concetti ci abbandonano, nel momento in cui una singola emozione o una miscela di stati d’animo sono così travolgenti che la capacità di verbalizzare viene meno. E l’onda interiore si scioglie, il corpo si fa liquido. «Le mie parole sono le mie lacrime», scrive Samuel Beckett.

La teoria: con le lacrime si eliminano ormoni dello stress
Il pianto è consolatorio anche per una questione chimica, come indicano gli studi degli ultimi anni. Si è scoperto che le lacrime d’origine emotiva hanno una composizione diversa da quelle che si limitano a lubrificare l’occhio di continuo, dette basali. Contengono ormoni associati allo stress, in particolare la corticotropina: secondo il biochimico dell’Università del Minnesota William Frey, è anche per l’eliminazione di tali ormoni che le persone si sentono meglio dopo aver singhiozzato. Una valvola di sfogo per espellere composti nocivi quando si alza troppo il livello di stress, un vero pianto liberatorio, addirittura una prevenzione dell’infarto. Ma la teoria della depurazione di Frey è solo una delle ipotesi.

Sostanze antidolorifiche nelle lacrime
In tutte le lacrime, anche quelle riflesse, ossia le classiche versate in seguito a uno stimolo, come l’ingresso nell’occhio di un corpo estraneo, si trova l’encefalina, un oppioide prodotto dal cervello che ha effetto anestetico: si attutisce il dolore in riposta a un fastidio.
Le encefaline, che appartengono alla classe delle endorfine, cioè le molecole dette della felicità, per alcuni scienziati assolverebbero a una funzione simile anche quando l’insulto è interiore: sono un analgesico, ridurrebbero la sofferenza emotiva.

 

Fa bene piangere per un film
È esperienza comune che i lucciconi facciano bene. Funziona pure commuoversi al cinema.
Un team di ricercatori olandesi ha analizzato 60 persone mentre guardavano un film drammatico. Le 28 che hanno pianto erano più tristi dei compagni di test alla fine della proiezione ma, un’ora e mezza dopo, si sentivano molto meglio di chi era rimasto a occhi asciutti, senza aver dato sfogo ai sentimenti. Sarebbe una conferma della cosiddetta teoria del recupero: il corpo, scosso da emozioni forti, ritrova più facilmente il suo equilibrio grazie alle lacrime.

Produciamo tre tipi di lacrime
Se ci struggiamo, d’altra parte, un motivo dev’esserci. Si tratta di una nostra prerogativa, nonostante qualche studioso in passato abbia sostenuto che esista un pianto degli elefanti. Di certo con gli altri animali, anfibi inclusi, condividiamo il film lacrimale, quella pellicola che mantiene la cornea umida. Se si seccasse completamente, se non ci fossero le lacrime basali, diventeremmo ciechi. A ogni battito di ciglia, l’occhio si lubrifica, come spiegano gli esperti di dacriologia, il settore della medicina che si occupa del fenomeno della lacrimazione.

Ci accomunano a tutti gli altri vertebrati anche le lacrime riflesse, che produciamo se tagliamo una cipolla o qualora un moscerino incroci la nostra rotta. Ma a destare fascinazione continuano a essere quelle che nascono dagli stati d’animo. La prima goccia emozionale, si ipotizza, solcò il volto dei nostri antenati circa centomila anni fa.

È il cervello, investito da un turbamento, a stimolare il sistema nervoso centrale, il quale a sua volta scatena una serie di reazioni: il battito cardiaco aumenta, si altera il ritmo della respirazione, con un’inspirazione e un’espirazione più intense, che provocano i tipici lamenti a singhiozzo (più frequenti nei bambini, che non hanno ancora imparato a controllarsi). E le ghiandole lacrimali, che si trovano sopra l’arco superiore dell’occhio, secernono liquido. Sgorga nell’angolo dell’occhio e scorre lungo la congiuntiva, che riveste l’interno delle palpebre, per defluire nella cavità nasale. Ecco svelata la ragione per cui chi piange ha necessità di soffiarsi il naso.

Le donne piangono cinque volte di più
In Germania alcuni scienziati si sono presi la briga di fare una stima della quantità di lucciconi nei due sessi. Prima dell’adolescenza non esistono differenze: bimbi e bimbe piagnucolano e singhiozzano alla stessa maniera. Ma con la pubertà si cambia. Una donna, secondo l’indagine tedesca, piange in media cinque volte l’anno più di un maschio. C’entra la componente ormonale femminile, che predispone a reazioni emozionali più intense: gli estrogeni oscillano, durante il ciclo, e l’umore fluttua con loro, arrivando a crollare nella sindrome premestruale.

Gli ormoni sessuali condizionano le funzioni cognitive. Quando calano, diminuiscono i livelli di due delle molecole con cui interagiscono: la serotonina e le endorfine, i neurotrasmettitori della gioia di vivere. E sono lacrime.

La storia tortuosa della sensibilità maschile
Ad avere un peso, comunque, resta il tabù culturale per cui piangere è «roba da femminucce», come dicono certi genitori al loro ragazzino. Ignorano la lunga storia della sensibilità maschile, a partire dagli eroi dell’antica Grecia. Ettore e Ulisse non si frenavano. Era la viltà in guerra che poteva macchiare la loro reputazione, non certo uno sfogo.

Lo scrittore Matteo Nucci, nel suo libro Le lacrime degli eroi, racconta come il liquido che stillava dagli occhi era considerato vitale, al pari del sangue. Geme Achille, distrutto dalla morte di Patroclo. E un verso di Eschilo, nella tragedia Agamennone, recita: «Solo chi soffre impara».
La censura arriverà negli anni a venire, quando si prenderà a misurare la virilità con il metro dell’equilibrio e della razionalità, a costo della durezza d’animo, confinando il pianto a manifestazione da donnicciola, troppo intrisa di pathos per essere ammessa.

No, non è un segno di debolezza. «Il cielo sa che non dovremmo mai vergognarci delle nostre lacrime, perché sono pioggia sulla polvere accecante della terra che ricopre i nostri cuori induriti», scrisse Charles Dickens. A sdoganare il tema oggi è la Chiesa di Papa Francesco, che allude al pianto come «grazia, bontà e saggezza». Perché «anche Dio piange».

Una richiesta di conforto e di empatia
Le lacrime hanno un ruolo personale e uno sociale. Sono una richiesta di conforto, suscitano empatia. Quando colano sulle guance dei neonati, non esprimono soltanto un bisogno da soddisfare, ma creano un legame con i genitori. Per questo non devono rimanere inascoltati i singulti di un bambino.

Da adulti continuiamo a comunicare agli altri il nostro dolore, il nostro disagio. In fondo il pianto è un mezzo usato dagli esseri umani per tenersi in contatto. Talvolta, infatti, le lacrime sono solidali, sgorgano per dare sostegno a chi ha subito un lutto, un licenziamento, una delusione d’amore. Piangere per lo stesso avvenimento vuol dire che siamo vicini, che siamo uniti e che possiamo affrontare insieme le difficoltà.
Perfino il nemico viene mosso a pietà. Uno studio olandese, condotto all’Università di Tilburg, ha mostrato che le lacrime inibiscono l’aggressività. A loro modo, sono una forma di potere.

La consulenza dell’articolo, pubblicato sul numero di «Io donna» del 15 dicembre 2018, è di Luigi Marino, direttore dell’Istituto europeo occhio secco e oculista alla Casa di cura La Madonnina di Milano.

Instagram @elianaliotta Facebook @elianaliottaofficial
Twitter @elianaliotta #ilbenechemivoglio

 


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Per chi fosse interessato alla composizione chimica delle lacrime.

Le lacrime sono il liquido secreto dalle ghiandole lacrimali per scopi vari: protezione contro agenti atmosferici o patogeni esterni, lubrificazione del sistema ottico, protezione contro improvvisi cambi di pH (effetto di diluizione).

Riguardo alla composizione chimica delle lacrime, si possono identificare tre componenti principali stratificati in ogni lacrima indicati in questo disegno.

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Dal più interno a quello più esterno gli strati sono:

1.Strato mucoso, che ha la funzione di permettere alla lacrima di stare nell’occhio. È costituito da una massa interna di muco proveniente dalla cornea dell’occhio che forma il grosso della lacrima, il cui componente principale è la mucina, una glicoproteina che ha la funzione di lubrificare i tessuti e di proteggerli da agenti chimici e batterici e da offese meccaniche.

2.Strato intermedio acquoso, che trasporta alla cornea sostanze solubili in acqua come elettroliti (ioni Na⁺, Cl¯, K⁺), molecole idrosolubili come glucosio (C₆H₁₂O₆) o urea ((NH₂)₂CO) e proteine varie. Questo strato aiuta a mantenere costante la pressione osmotici dei vari fluidi sulla superficie oculare.

3.Strato oleoso idrofobico esterno composto essenzialmente da lipidi che evitano la rapida evaporazione della lacrima.

apollonia


  • 8 mesi dopo...
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Bottiglia a candelabro in vetro della CNG ELECTRONIC AUCTION 553, 3 gen 2024.

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Base d’asta: 120 USD. Valutazione: 200 USD. Risultato: 350 USD.

Lotto 999. Glass “candlestick” bottle. Roman, 1st-3rd centuries AD. Free-blown with folded and flattened rim, long neck, and squat globular body. Height: 19.9cm. Iridescent blue-green surfaces with earthen encrustation. Intact.

Ex Herbert B. Stearns Collection (Classical Numismatic Group Electronic Auction 393, 15 March 2017), lot 903.

apollonia


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sbaglio o questa è autentica, mi sono perso dopo 20 post sulle lacrime.


Inviato

Queste riproduzioni in vetro di balsamari , forse alcuni di fantasia , erano venduti come riproduzioni di reperti antichi con tanto di bollino di Murano , andavano di moda negli anni '70/'80 , si trovavano a circa 5.000 lire l' uno ed erano di bellissima fattura riproduttiva , con tanto di sabbiatura nel vetro che ne simulavano l' antichita' . Poi scomparvero dal mercato , forse erano troppo ben riprodotti , ne comprai sette esemplari che tutt' ora ho . 


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Inviato
Il 27/4/2023 alle 12:09, apollonia dice:

Questo è un mio ricordo di Venezia (testa vitrea di leone).

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apollonia

 

Classical Numismatic Group, LLC, Electronic Auction 371.

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Lot 1300. Estimate: 200 USD. Price realized: 320 USD.

A pair of bronze lion-head appliqués. Roman, 1st-3rd centuries AD. Each with a facing lion-head, with jaw agape. Diameters: 35mm. Green patinas.
From the David Hendin Collection, purchased in Bethlehem from Samir Kando, 1978.

apollonia


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