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Lotto 990, Asta Numismatica 29, ACM Aste, 
3/7/2023, così descritto in Catalogo con relative foto:

Napoli. Filippo IV. 1621-1665. 15 Grana 1647. Ag. Mag. 27. Peso gr. 4,71. Diametro mm. 23. qSPL. Collezione Catemario di Quadri. R.
Grading/Stato: qSPL

https://www.acm-auctions.com/it/lot/20547/napoli-filippo-iv-1621-1665-15-grana-/

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Saluti,

Domenico

 

 

Modificato da Oppiano

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I due unici esemplari con la lettera O citato nel CNI.

Pare notevole la differenza di peso.

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Il “come sopra” fa riferimento al tipo 1106 del CNI.

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Modificato da Oppiano

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Pietro Magliocca nel suo pregevole lavoro, La moneta napoletana dei re di Spagna nel periodo 1503 - 1680 (Nomisma, 1a Edizione 2020), pag. 210, riporta i Quindi Grana come monetazione del 3^ periodo: 23/7/1647 x 21/10/1647.

E’ prevista la “Varietà” della sigla “O” davanti al busto, ma non è presente la relativa foto differentemente da altre varietà.

In nota, l’Autore scrive: “Un documento del 23 luglio del 1647 ordina la coniazione di monete da Sei Cinquine (in pratica i Quindi Granì): queste monete vennero fabbricate sotto la direzione del mastro di zecca Giovanni Andrea Cavo.”

Allora la “N” sotto “GAC” dovrebbe riferirsi invece a Geronimo de Novellis, maestro di prova dal 1634 al 1657.

Mi sembra di aver letto da qualche parte che esistesse una regola per la disposizione delle sigle dei maestri o mastri; quella del mastro di zecca doveva essere raffigurata su un piano più alto rispetto a quella del mastro di prova.

Resta ancora il dubbio, che forse non si scioglierà mai, sull’esatto significato dei vari simboli o lettere davanti al busto di Filippo IV; ve ne sono appunto molti per questa tipologia.


Saluti,

Domenico

 


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Domenico, solo a titolo di curiosità. Mi sembra che fra la “E” e la “S” della parola “VINCES”  sia inserita un’ altra lettera: non sono riuscito a capire quale sia. L’ho studiata tanto, anche senza che abbia poi partecipato all’ aggiudicazione, ma non sono riuscito a risolvere il rebus. Magari, con la moneta in mano, si riesce. Ripeto, si tratta solo di una curiosità. Probabilmente, in quel punto avevano combinato un pastrocchio ed hanno cercato di rimediare. 
Un caro saluto.


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Grazie @Releo, gentilissimo.

In effetti, ho notato anche io questa (diciamo) “curiosità”.

Grazie ancora e un caro saluto.

Domenico

Potrebbe essere un “VINCIEES” come il tipo 1134 del CNI? Mah!

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Modificato da Oppiano

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A me sembra possa trattarsi di una doppia “C”. Comunque, lì sotto c’è sicuramente un’altra lettera. D’altra parte, lo spazio fra la”C” e la “E” è tanto. Buona serata.


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Scusa, ho detto una inesattezza. Volevo dire che mi sembra essere una”C” la lettera presente fra la “E” e la “S”. Ho fatto un po’ di casino, ma hai capito cosa volevo dire. Ciao.


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Ho consultato anche il testo di Gerarluigi Rinaldi, Il fondo numismatico della Società Napoletana di Storia Patria. La monetazione di età vicereale. Edizioni D’Andrea, 2020.

A pagg. 165-166 sono descritti 14 esemplari del “15 Grana”.

Il nono esemplare (tipo 1576) viene descritto con la lettera O nel campo a dx del D/:

AR 4,93 gr 22-24 mm o.c. 340^ 

In questo caso la lettera H di PHILIPP manca.

Non riporto la foto atteso che “qualsiasi riproduzione, anche parziale, è vietata senza l’autorizzazione scritta della Società Napoletana di Storia Patria e dell’autore”.


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In ogni caso, il D/ dovrebbe essere

Philipp(us) IIII D(ei) g(ratia) rex.

mentre il R/:

In hoc signo vinces.

Modificato da Oppiano

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Il Pannuti-Riccio, 1984, descrive il millesimo 1647 (4,99 gr) con sigle GAC/N al n. 1647 senza fornire, anche per gli altri tipi, alcun riferimento alle lettere o simboli davanti al busto.

“Croce di Gerusalemme, cantonata da fiamme”: così la descrizione del PR.

”…croce potenziata cantonata da fiamme”: così la descrizione del Rinaldi.

”…croce di Gerusalemme, negli spazi fiammelle”: così la descrizione del Magliocca.

”Croce di Gerusalemme incavata e accantonata da quattro fiamme”: così la descrizione del CNI.

”…Croce con fiamme ne’ fpazj”: così la descrizione del Vergara.

Evidenzio che il PR scrive che “dal 1647 … per l’argento furono ordinate e battute monete con un titolo di metallo pregiato molto inferiore a quello usato per la lega precedente: Ca. 750 millesimi invece che 930.

Modificato da Oppiano

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1 ora fa, Oppiano dice:

Mi sembra di aver letto da qualche parte che esistesse una regola per la disposizione delle sigle dei maestri o mastri; quella del mastro di zecca doveva essere raffigurata su un piano più alto rispetto a quella del mastro di prova

Buonasera, è una supposizione che ho esposto in una discussione qui sul forum,ho sempre osservato la sigla del Mastro di zecca in alto o davanti a quella del Mastro di prova,mai viceversa...

  • Grazie 1

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Dal Vergara:

 

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  • Mi piace 1

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Così dovrebbe essere la corretta posizione del R/ se seguiamo il Vergara:

 

 

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  • Mi piace 1

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Così nel Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, gennaio-dicembre 1974-1975:

Sulla monetazione di argento di Filippo IV per Napoli negli anni 1647 - 1648

di Licio Quaratino

“Quindici grana, col busto radiato a destra e col rovescio con croce potenziata accantonata da fiamme e leggenda IN HOC SIGNO VINCES (n. 1104-1140).

Nel campo a sinistra GAC/N, a destra A (varianti con B, C, F, H, K, M, N, O, Q, R, S, X, Y, 1, 2, 3, 4, 7, 8, corona, tulipano, rosa; stella; torretta). Esergo 1647. Diametro mm. 25-23; peso g. 5,00 - 4,71 (a parte gli esemplari tosati).”

L’esemplare fig. 5 presente i seguenti dati ponderali:

23 mm di diametro

4,87 g di peso

10,05 di peso specifico

717/1000 di titolo

 

L’Autore ha “pensato di potere ottenere una titolazione indiretta di accettabile approssimazione con la determinazione dei pesi specifici delle monete”.

Al riguardo, in nota, l’Autore spiega il meccanismo:

“Ricordo che il peso specifico di un corpo è pari al rapporto fra il peso del corpo e il peso di un pari volume di acqua distillata a 4°C e che un corpo immerso in un liquido è sottoposto ad una spinta verso l'alto uguale al peso del liquido spostato (principio di Archimede). La misura del peso specifico di una moneta è quindi riconducibile alla determinazione del peso della stessa in aria e del minor peso che essa assume quando è immersa in acqua distillata a 4°C, in modo da ottenere, come differenza fra le due pesate, la spinta esercitata dall'acqua, cioè il peso di un volume di acqua pari al volume della moneta. In pratica, la misura del peso in aria non presenta difficoltà e può essere effettuata agevolmente con una bilancia automatica da laboratorio, che consente di « caricare » i pesi campione - dai grammi fino alle frazioni più piccole, quali, ad esempio, i decimillesimi di grammo - con la semplice rotazione di apposte manopole, su cui si leggono i valori dei pesi inseriti. La stessa bilancia può essere utilizzata, adottando opportuni accorgimenti, per la misura del peso in acqua della moneta: occorrerà, in via preliminare, sospendere al piatto della bilancia un cestello di plastica forato, adatto a contenere la moneta, tenendolo immerso in un bicchiere con acqua distillata, e determinare la « tara cestello », cioè il peso dello stesso al netto della relativa spinta idrostatica. Si effettuerà poi la pesata della moneta, ponendola nel contenitore forato, e - deducendo dal valore così determinato la « tara cestello » - si otterrà il peso in acqua della sola moneta, coè il peso di quest'ultima al netto della spinta dell'acqua.”

 

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4 ore fa, Oppiano dice:

Collezione Catemario di Quadri.

Personalmente dubito che la moneta in questione provenga dalla collezione Catemario.

Il Cni cita solo due esemplari dei 15 grana 1647 (sigle CAC N) appartenenti alla collezione Catemario: la 1110, sigla F e la 1125, sigla X. Inoltre, la collezione Catemario - secondo la letteratura numismatica - è stata dispersa nel 1994; infatti è qui presente un solo 15 grana (lotto 1213) con le sigle identiche a quelle riportare dal CNI XX, n. 1125.

  • Mi piace 1
  • Grazie 1

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4 ore fa, Oppiano dice:

Resta ancora il dubbio, che forse non si scioglierà mai, sull’esatto significato dei vari simboli o lettere davanti al busto di Filippo IV; ve ne sono appunto molti per questa tipologia.

Ma non sono i contrassegni che il mastro dei coni consegnava ai coniatori per identificarli?

  • Grazie 1

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4 ore fa, Oppiano dice:

Mi sembra di aver letto da qualche parte che esistesse una regola per la disposizione delle sigle dei maestri o mastri; quella del mastro di zecca doveva essere raffigurata su un piano più alto rispetto a quella del mastro di prova.

 

2 ore fa, gennydbmoney dice:

Buonasera, è una supposizione che ho esposto in una discussione qui sul forum,ho sempre osservato la sigla del Mastro di zecca in alto o davanti a quella del Mastro di prova,mai viceversa...

 

Rinaldi, a p. 10, vol. 2, riporta un documento dove sono indicate chiaramente come dovessero essere diaposte le sigle del maestro di zecca e di prova: "se debbiano ponere doi segni, uno del mastro di zecca [...] et l'altro del mastro de prova, da bascio et sotto quello del mastro di zecca."

  • Grazie 2

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Quanto alla Collezione Enrico Catemario. Ho avuto la fortuna anni fa di conoscere uno degli eredi del duca di Quadri, deceduto moltissimi anni prima, credo negli anni '40. Non si interessava in modo particolare di numismatica, infatti ci siamo conosciuti per altre ragioni. Della collezione del suo avo seppe soltanto dirmi che ricordava che era stata dispersa in un grande numero di vendite pubbliche, credo a partire dagli anni 70, forse anche prima. Quella della Spink Taisei che ricordavo anch'io per qualche pezzo d'argento di Carlo V, credo sia stata una delle ultime.”

 

 

 

  • Mi piace 1

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8 ore fa, demonetis dice:

Rinaldi, a p. 10, vol. 2, riporta un documento dove sono indicate chiaramente come dovessero essere diaposte le sigle del maestro di zecca e di prova: "se debbiano ponere doi segni, uno del mastro di zecca [...] et l'altro del mastro de prova, da bascio et sotto quello del mastro di zecca.

Grazie,non conoscevo questo documento...


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Ciao ,Domenico. Ieri sera, sistemando i miei tarì 20 grana, mi è scappato l'occhio su una moneta che era lì nei pressi e mi sono reso conto che si trattava di un 15 grana di Filippo IV. L'ultima cifra non è ben visibile, ma mi sembra si scorga la parte superiore di un 7.

Non ricordavo di averlo. 

Dal momento che sei esperto di questa monetazione, ti chiedo come giudichi questo esemplare. Non è sicuramente particolare e raro come quello da te pubblicato, però sarei ugualmente curioso di avere un tuo parere. Pesa gr. 4,91.

Ciao e grazie.

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Ciao @Releo,

Assolutamente “non-esperto”. Non sono nessuno! E’ un 7 finale senz’altro. A me piace il significato del volto, considerando il lasso di tempo che ci divide da questo tondello. In secondo luogo, sono un appassionato delle croci. Come la vogliamo definire: cantonata, di Gerusalemme, potenziata, altro? Ci fornisce lo spunto però per fare una riflessione: le fiammelle o le fiamme o le piccole fiamme cosa rappresentano o vogliono rappresentare? E per quel motivo una croce così “perfetta”, tipica della “potenziata”? Ecco, sono tutti “piccoli” aspetti che fanno di questo tondello qualcosa di bello!
 

Un caro saluto,

Domenico
 

 


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4 minuti fa, Oppiano dice:

sono un appassionato delle croci.

La stessa forma di Croce presente nei 3 Cavalli del 1625

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