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Via Triumphalis, necropoli dei non privilegiati


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Via Triumphalis, necropoli dei non privilegiati

I Musei Vaticani hanno inaugurato un accesso indipendente a quest'area archeologica, che offre un percorso tra le tombe e i mausolei dei romani delle classi medie e basse

 

I Musei Vaticani, con il titolo Vita e morte nella Roma dei Cesari, hanno inaugurato un nuovo percorso che permetterà ai turisti in visita alla Città Eterna di contemplare come mai prima d'ora la grande necropoli che si estendeva lungo la Via Triumphalis, il luogo in cui i romani seppellivano i loro cari in semplici tombe o in lussuosi mausolei.

La sua importanza archeologica è tale che i funzionari dei Musei Vaticani affermano che «non esiste un altro complesso altrettanto vasto e variegato di sepolture rappresentative della media e bassa società romana».  Finora l'ingresso alla necropoli era combinato con la visita ai Musei Vaticani, ma ora sarà possibile visitarli separatamente senza dover visitare anche le gallerie papali.

 

L'esperienza consentirà ai visitatori di entrare dalla monumentale porta di bronzo nota come Porta Santa Rosa e, dopo aver attraversato il parcheggio la cui costruzione nel 1956 ha portato alla scoperta di questa enorme necropoli, potranno entrare in un paesaggio costellato di tombe, mausolei, statue e stanze che gli permetterà di comprendere come fossero la vita e la morte tra le classi medie e basse dell'impero. 

Un viaggio nel passato

Grazie a labirintiche passerelle, i visitatori potranno aggirarsi tra le tombe e scorgere frammenti di vita quotidiana dell'antica Roma, come la tomba di Alcimo, schiavo di Nerone che si occupava anche dell'allestimento delle scenografie del teatro di Pompeo, uno spazio che offre uno spaccato di quella che era la vita di un artigiano dell'epoca; la tomba di Tiberio Claudio Optato, che ricopriva la carica di archivista della contabilità imperiale, o quella di Clemente, cavallerizzo della fazione azzurra che forse aveva gareggiato nel Circo Massimo. 

Grazie alle sue labirintiche passerelle, i visitatori potranno aggirarsi tra le tombe e scorgere frammenti della vita quotidiana dell'antica Roma

Lo studio di questo imponente sito ha permesso ai ricercatori di ricostruire momenti della vita quotidiana degli antichi romani, grazie anche al recupero di oggetti funerari di ogni tipo. Nella necropoli, infatti, i ricercatori hanno studiato dalle cremazioni più austere, in urne di legno, ai sontuosi sarcofagi e mausolei decorati con affreschi e mosaici appartenenti alla classe medio-alta.

 

Giandomenico Spinola, vicedirettore dei Musei Vaticani, ha sottolineato l'importanza di questo sito per la conoscenza della vita quotidiana nell'antica Roma: «Gli scavi rappresentano un'antologia della morte nell'antica Roma. Attraverso le storie delle iscrizioni, dei rituali e degli oggetti funerari, emergono la vita quotidiana, i sentimenti, le superstizioni, le abitudini, le speranze e le paure di queste persone». 

Per Barbara Jatta, attuale direttrice dei Musei Vaticani, la visita alla necropoli della Via Triumphalis è «un'offerta straordinaria per i visitatori, perché finora era un luogo poco conosciuto, ma di eccezionale valore dal punto di vista storico e archeologico. Questa necropoli racconta cinque secoli di vita e di morte al tempo dei Cesari, come abbiamo chiamato questo percorso, perché non si tratta solo di morte, ma anche di come si svolgeva la vita nella zona». 

 

Una delle aree di sepoltura della necropoli, dove si combinano inumazione e cremazione

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Sarcofago della Via Triumphalis con la rappresentazione del defunto

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https://www.storicang.it/a/via-triumphalis-necropoli-dei-non-privilegiati_16481

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https://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/aree-archeologiche0/necropoli-della-via-triumphalis/necropoli-della-via-triumphalis.html

 

Necropoli della Via Triumphalis

Questa area archeologica è un eccezionale esempio di un antico sepolcreto romano.
La parola necropoli, dal greco necròs (morto) e pòlis (città), indica una “città per i defunti”. Poiché la legge romana vietava di cremare e seppellire i defunti all’interno delle città per ragioni di sicurezza e di igiene, troviamo aree cimiteriali lungo le strade al di fuori del centro urbano. Il passaggio dei viaggiatori alimentava il ricordo dei defunti, ma era soprattutto l’attività dei vivi che era ben presente nelle necropoli: attraverso particolari pratiche e riti funerari gli antichi romani mantenevano il legame con i propri cari scomparsi e stabilivano un contatto con l’Aldilà. Tutte queste attività sono particolarmente documentate nella necropoli che si è sviluppata lungo il tratto della Via Triumphalis prossimo alla città.
Dal margine di questa via, che costeggiava il colle vaticano, le tombe si distribuivano lungo le pendici collinari su vari terrazzamenti. Il paesaggio era caratterizzato da una grande varietà di sepolture, collettive e individuali, da viottoli e piazzole, spesso utilizzate per le cerimonie legate al culto dei morti. Si tratta di un sito archeologico unico per l’ottimo stato di conservazione dei reperti e di grande interesse per approfondire la conoscenza delle pratiche funerarie pagane. In molti casi sono state ritrovate le stele funerarie iscritte che chiariscono le identità dei defunti e le loro storie individuali, spesso di personaggi appartenenti alle classi sociali medie e più umili della Roma imperiale.

 

Periodo 1

Le sepolture più antiche, che risalgono alla fine del I secolo a.C., documentano la pratica dell’incinerazione. Queste erano distribuite sul colle vaticano a vari livelli del pendio, ove c’era ampia possibilità di occupare gli spazi funerari ritenuti più idonei.
Nel panorama dovevano risultare più evidenti le tombe collettive, destinate comunque ad un numero limitato di sepolture; spesso questi sepolcri accoglievano una famiglia o tutt’al più un ristretto gruppo familiare. Si trattava di tombe di piccole dimensioni; anche se la forma delle tombe poteva variare, tutti i sepolcri presentavano degli alloggiamenti per collocare nelle pareti e nei pavimenti le singole urne cinerarie.  Altro tipo di sepolture collettive erano dei recinti in muratura, le cui pareti ospitavano le olle e l’area centrale era a cielo aperto.
La necropoli della Via Triumphalis accoglieva anche molte sepolture individuali. Le più numerose erano rappresentate da olle sparse qua e là nel terreno, spesso coperte da anfore. Questo tipo di sepolture potevano essere accompagnate da stele funerarie infisse nel terreno, ma le più umili erano perfino prive di segnacoli. Le ceneri dei defunti potevano essere deposte anche in are-cinerario, ossia piccoli monumenti in pietra, a forma di altare e provvisti di dedica, che spiccavano tra gli altri edifici in muratura.
Così doveva apparire il paesaggio sepolcrale nel periodo compreso tra la fine del I sec. a.C. e la fine del I sec. d.C.

 

Periodo 2

A partire dalla seconda metà del I secolo d.C. fino ai primi decenni del II secolo d.C. tutti gli spazi del sepolcreto rimasti liberi furono occupati da nuove tombe e l’area fu risistemata creando terrazzamenti lungo il fianco del colle e piazzole, sulle quali si affacciavano i singoli sepolcri. Poiché alcune tombe erano state sepolte da cedimenti del terreno, si creò la necessità di costruire nuove tombe in muratura; queste avevano dimensioni maggiori delle precedenti ed avevano eleganti decorazioni in stucco e pitture. Quattro tombe di medie dimensioni, erette a schiera e allineate secondo il percorso della Via Triumphalis, si imposero a contenimento della pendice, laddove questa era stata sconvolta da una grande frana.
In questo periodo comincia ad affermarsi la pratica dell’inumazione. I sepolcri, che spesso apparivano come camere sepolcrali a rito misto, presentavano all’interno le olle cinerarie e contemporaneamente gli spazi per le inumazioni (formae), ricavati sotto il piano pavimentale o a parete entro piccoli archi (arcosoli). Talvolta gli inumati potevano essere deposti direttamente entro delle fosse scavate nel terreno oppure entro sarcofagi posizionati all’aperto a ridosso delle tombe.

 

Periodo 3

Dalla metà del II sec. fino al IV sec. d.C. il paesaggio della necropoli era dominato da tombe a camera più imponenti, affiancate le une alle altre. Questi sepolcri si inserivano tra i vari salti di quota del terreno, regolarizzati da vari interventi per fronteggiare i continui smottamenti del colle. Nella parte settentrionale dell’area archeologica, intorno alla metà del II secolo d.C., una grande frana di ghiaia e argilla investì il pendio arrestandosi contro una fila di colombari. In seguito a questo evento, che comportò un innalzamento del terreno di oltre un metro, vennero realizzati due lunghi muri paralleli che determinarono tre terrazzamenti, a loro volta collegati da rampe. Il livello mediano fu occupato da una strada, che gli archeologi hanno individuato nella parte centrale dell’area oggi visitabile.
La capienza maggiore delle camere sepolcrali permetteva di inserire anche dei sarcofagi che contenevano i defunti inumati, secondo la pratica funeraria oramai prevalente nel mondo romano. I corpi erano deposti soprattutto nei loculi sottostanti gli arcosoli. Sempre più numerosi rispetto al periodo precedente, gli arcosoli caratterizzavano l’altezza delle pareti e interessavano anche il piano sottopavimentale.
Altre sepolture ad inumazione, relative a individui di livello sociale modesto, erano costituite da fosse direttamente scavate nel terreno tra gli edifici, talvolta addossate a ruderi di sepolcri ormai interrati.

 

MAPPA INTERATTIVA: https://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/aree-archeologiche0/necropoli-della-via-triumphalis/mappa-interattiva.html

TOUR VIRTUALE: https://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/aree-archeologiche0/necropoli-della-via-triumphalis/tour-virtuale.html

 

 

 

 

 

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