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IGNORED

19 mm


Risposte migliori

Aggiungo altre note interessanti. Esistono alcuni esemplari siracusani nei quali si leggono solo le lettere AK a sinistra e IΩN a destra, essendo le altre lettere raschiate col bulino per essere vendute come monete di Akrai, molto più rare (la tua moneta è, a mio giudizio, R3 :) ). Queste ultime sono caratterizzate dall'avere uno stile più grossolano e dall'avere le lettere AK che iniziano più al centro, nel campo sinistro, rispetto alle monete siracusane.

Dal punto di vista metrologico, la moneta di Akrai è forse una litra (nell'autorevole S. Consolo Langher, "Il sikelikon talanton nella storia economica e finanziaria della Sicilia antica", Helikon III pag. 388-436, a pag. 436 si legge che nel secolo I a.C. in Sicilia vigeva l'equazione 1 denarius = 40 litrai AE, lo stesso rapporto che si riscontra tra il denario e l'asse semiunciale. Inoltre, il proconsole C. Rupilio nel 131 a.C. promulgò le sue leges Rupiliae, che comprendevano anche un riordinamento generale dell'amministrazione provinciale della Sicilia, gettando le basi per una definitiva affermazione della moneta romana nell'isola, con conseguente riadattamento metrologico della valuta locale) equiparata all'inizio a un as semiunciale, del peso teorico di 13,64 g. poi rapidamente svalutata fino a valere un semis semiunciale, del peso teorico di 6,82 grammi, che costituì la moneta di bronzo più diffuso nel mondo romano nel II secolo a.C.

Giacomo

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Notizie storiche. Akrai fu la prima colonia siracusana, fondata nel 664 a.C. con scopi prevalentemente militari in funzione antisicula, a 44 Km dalla madrepatria. Attualmente corrisponde ad una località vicina a Palazzolo Acreide, denominata Serra Palazzi.

Akrai garantiva il possesso delle terre comprese tra i fiumi Anapos (l'attuale Anapo) a nord ed Eloros (l'attuale Tellaro) a sud. Per questa colonia passava la più importante via di comunicazione che congiungeva Siracusa a Gela.

Nel 446 a.C. vi trionfò la rivoluzione democratica dopo la cacciata di Trasibulo. Nel 357 a.C. vi sostò Dione quando da Akragas marciò verso Syracusa.

Con ogni probabilità Akrai dipese sempre da Syracusa, anche dopo il trattato del 263 a.C. Essa fu infatti ceduta a Ierone II, sotto il quale incominciò il periodo più florido della città, come è testimoniato dalle numerose epigrafi, scoperte per la maggior parte dal barone Judica.

Sottomessa definitivamente ai Romani nel 212 a.C. divenne inizialmente civitas censoria, forse anche per avere offerto rifugio al generale Ippocrate, sconfitto dal console Marcello nel 214 a.C. e successivamente una delle civitas stipendiariae dell'interno.

Spero di avere soddisfatto la tua enorme sete di conoscenze <_< :D

Giacomo

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Ecco qualche cenno sul mito di Demetra e Persefone.

Demetra, figlia di Crono e di Rea era la madre di Persefone(Core), avuta dal fratello Zeus.

Un giorno Persefone, mentre coglieva dei fiori con altre compagne si allontanò dal gruppo e all'improvviso la terra si aprì e dal profondo degli abissi apparve Ade, dio dell'oltretomba e signore dei morti che la rapiva perchè da tempo innamorato di lei. Il rapimento si era compiuto grazie al volere di Zeus che aveva dato il suo consenso ad Ade per compiere la violenta azione amorosa.

Demetra, accortasi che Persefone era scomparsa, per nove giorni corse per tutto il mondo alla ricerca della figlia sino alle più remote regioni della terra. Ma per quanto cercasse, non riusciva ne a trovarla, ne ad avere notizie del suo rapimento.

All'alba del decimo giorno venne in suo aiuto Ecate, che aveva udito le urla disperate della fanciulla mentre veniva rapita ma non aveva fatto in tempo a vedere il volto del rapitore, che suggerì a Demetra di chiedere ad Elios, il Sole. E così fu. Questi disse a Demetra che a rapire la figlia era stato Ade.

Inutile descrivere la rabbia e l'angoscia di Demetra, tradita dalla sua stessa famiglia di olimpici. Demetra abbandonò l'Olimpo e per vendicarsi, decise che la terra non avrebbe più dato frutti ai mortali così la razza umana si sarebbe estinta nella carestia. In questo modo gli dei non avrebbero più potuto ricevere i sacrifici votivi degli uomini di cui erano tanto orgogliosi.

Si mise quindi la dea a vagare per il mondo per cercare di soffocare la sua disperazione, sorda ai lamenti degli dei e dei mortali che già assaporavano l'amaro gusto della carestia.

Il suo pellegrinaggio la portò ad Eleusi, in Attica, sotto le spoglie di una vecchia, dove regnava il re Celeo con la sua sposa Metanira. Demetra fu accolta benevolmente nella loro casa e divenne la nutrice del figlio del re, Demofonte.

Col tempo Demetra si affezionò al fanciullo che faceva crescere come un dio, nutrendolo, all'insaputa dei genitori, con la divina ambrosia, il nettare degli dei. Attraverso Demofonte la dea riusciva in questo modo a saziare il suo istinto materno, soffocando il dolore per la perduta figlia. Decise anche di donare a Demofonte l'immortalità e di renderlo pertanto simile ad un dio ma, mentre era intenta a compiere i riti necessari, fu scoperta da Metanira, la madre di Demofonte. A quel punto Demetra, abbandonò le vesti di vecchia e si manifestò in tutta la sua divinità facendo risplendere la reggia della sua luce divina.

Delusa dai mortali che non avevano gradito il dono che voleva fare a Demofonte, si rifugiò presso sulla sommità del monte Callicoro dove gli stessi Eleusini gli avevano nel frattempo edificato un tempio.

Il dolore per la scomparsa della figlia, adesso che non c'era più Demofonte a distrarla, ricominciò a farsi sentire più forte che mai e a nulla valevano le suppliche dei mortali che nel frattempo venivano decimanti dalla carestia.

Alla fine Zeus, costretto a cedere alle suppliche dei mortali e degli stessi dei, inviò Ermes, il messaggero degli dei, nell'oltretomba da Ade, per ordinargli di rendere Persefone alla madre. Ade, inaspettatamente, non recriminò alla decisione di Zeus ma anzi esortò Persefone a fare ritorno dalla madre. L'inganno era in agguato. Infatti Ade, prima che la sua dolce sposa salisse sul cocchio di Ermes, fece mangiare a Persefone un seme di melograno, compiendo in questo modo il prodigio che le avrebbe impedito di rimanere per sempre nel regno della luce.

Grande fu la commozione di Demetra quando rivide la figlia ed in quello stesso istante, la terrà ritornò fertile ed il mondo riprese a godere dei suoi doni.

Solo più tardi Demetra scoprì l'inganno teso da Ade: avendo Persefone mangiato il seme di melograno nel regno dei morti, era costretta a farvi ritorno, ogni anno, per un lungo periodo. Questo infatti era il volere di Zeus.

Fu così allora che Demetra decretò che nei sei mesi che Persefone fosse stata nel regno dei morti, nel mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all'autunno e all'inverno, mentre nei restanti sei mesi la terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all'estate

Demetra

Figlia di Crono e di Rea e quindi sorella di Zeus, è nella mitologia greca la dea delle piante e dei cereali, patrona della fertilità del suolo e della fecondità femminile. Ebbe due figli: Persefone dal fratello Zeus e Pluto (dio delle ricchezze) dal mortale Iasione. Oltre questi ebbe anche il cavallo Arione dal fratello Poseidone.

Nella mitologia latina è identificata con Cerere, dea della vegetazione e delle biade il cui culto veniva festeggiato nelle feste cosiddette "cerialia" dove venivano sacrificate delle scrofe, a lei sacre e si offrivano le primizie dei campi.

Ciao, Giacomo

Modificato da ggugliandolo
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Per quanto riguarda questo punto la cosa è controversa, in quanto per Alberto Campana si tratta al Diritto della testa di Demetra, mentre per Romolo Calciati viene indicata (sempre al diritto) la testa di Persefone. Questo è quanto posso dirti in merito, ma farò altre e più approfondite ricerche :) e ti farò sapere.

Giacomo

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Grazie, sono lieto di esserti stato d'aiuto anche in questa circostanza :) Per quanto quanto riguarda le due opere da me citate, la risposta è affermativa. Dispongo sia dei tre volumi del Calciati sia dell'intera opera di Alberto Campana :) <_<

Giacomo

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Certamente. La scala è sempre quella. Aggiungo alcuni particolari.

Il Campana indica 16 esemplari conosciuti e precisamente:

Winterthur 616, g. 11,06; coll. X g. 9,55; London, BMC g. 9,18; Calciati 1 = Salinas 39 g. 8,55; Calciati 1/1 = Palermo 1 g. 8,69; Munchen 210 g. 8,15; Calciati 1/2 = New York, ANS 904 g. 7,95; calciati 1/3 = Minì 1 g. 7,70; Calciati 1/4 g. 7,59; Calciati 1/9 = Leu 6/1973, 59 = Virzì 491 g. 7,50; New York, ANS 903 g. 7,42; Calciati 1/6 = Salinas 38 = Paris g. 7,32; Bruxelles, H. 262 g. 7,07; Calciati 1/7 = New York, ANS 902 = Weber 1173 g. 6,90; Calciati 1/5 = London, BMC 1 g. 6,82; Calciati 1/8 = Copenhagen 9 g. 6,50; Virzì 492; Virzì 493.

Un esemplare in piombo si trova nel Museo di Siracusa (M.T. Currò Pisano, Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica, 9-11, p. 219).

Credo di essermi superato :D

Giacomo

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Dimenticavo... Ovviamente altri esemplari sono presenti in collezioni private :)

                            Giacomo

254494[/snapback]

...come la mia!

allora è rara! :)

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