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Buongiorno a tutti!
Sperando di essere nella sezione giusta per parlare di una moneta destinata alla circolazione sul suolo italiano ma battuta all'interno di una zecca estera...quest’oggi vorrei condividere con voi la Storia che si cela dietro a questa semplice moneta: un Soldo per la Principesca Contea di Gorizia e Gradisca coniato nel 1769 presso la zecca di Gunzburg, marchio G·, durante il regno della sovrana Maria Teresa d’Asburgo.
La moneta, con un diametro pari a 20 mm ed un peso di 2,59 grammi, viene riportata nel VI tomo del Corpus Nummorum Italicorum al n. 56 all’interno della sezione dei conii goriziani.

Prima di proseguire con la descrizione della moneta, riporto qualche cenno storico-biografico legato alla vita della grande sovrana Maria Teresa d’Asburgo.

Maria Teresa d’Asburgo nasce a Vienna nel 1717 dal Sacro Romano Imperatore Carlo VI d’Asburgo e dalla consorte Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel. 
Dopo la promulgazione della “Prammatica Sanzione” e la definitiva abolizione della legge salica all’interno dell’Arciducato d’Austria, la giovane Maria Teresa diviene l’erede universale degli storici domini asburgici: l’Arciducato d’Austria, i regni d’Ungheria, Croazia, Slavonia, Galizia e Lodomiria, i ducati di Alta e Bassa Slesia, di Milano, Mantova, Parma, Piacenza e Guastalla e della Principesca Contea di Gorizia e Gradisca.
Nel 1736 l’Arciduchessa sposa Francesco Stefano di Lorena che, dopo aver ceduto i suoi possedimenti al Re di Francia, ascende al trono mediceo diventando Granduca di Toscana ed elevando la coniuge a Granduchessa consorte.

Alla morte di Carlo VI nel 1740 Maria Teresa si trova a capo di uno dei più vasti territori europei dell’epoca e deve fronteggiare in una sanguinosa guerra, passata alla storia come Guerra di Successione Austriaca, tutte le potenze straniere interessate ad occupare i territori asburgici con il pretesto di non riconoscere la “Prammatica Sanzione” promulgata da Carlo VI alla morte del suo ultimo erede maschio nel 1716, tra queste potenze ricordiamo: il Regno di Prussia, governato da Federico II “il Grande”, spesso ricordato come “acerrimo nemico” di Maria Teresa, il Regno di Francia di Luigi XV di Borbone, il Regno di Spagna di Filippo V e l’Elettorato di Baviera, governato dal duca Carlo Alberto, fatto eleggere Sacro Romano Imperatore come Carlo VII per mettere ancor più in difficoltà gli Asburgo durante la sanguinosa guerra di successione.

La giovane Arciduchessa d’Austria, costretta a rifugiarsi nel Regno d’Ungheria, riesce ad ottenere l’appoggio dell’esercito magiaro dopo un lungo discorso da lei tenuto dinanzi alla dieta di Presburgo con in braccio il piccolo figlio Giuseppe, futuro Sacro Romano Imperatore, nato da pochi mesi: all’uscita dalla dieta la sovrana viene acclamata e rassicurata con festose grida di fedeltà ed esultanza, tra le quali spiccano le famosissime frasi “Moriamur pro rege nostro Maria Theresia” e “Vitam nostram et sanguine consecramus”.

Durante i duri anni del conflitto, la giovane Arciduchessa d’Austria riesce a ricevere l’appoggio politico e militare da parte del Regno Unito e dall’Elettorato di Hannover governati da re Giorgio II, erede dell’omonima casata tedesca, dal Regno di Sardegna di Carlo Emanuele III di Savoia, dalle Province Unite e da molti elettorati tedeschi ostili alle politiche prussiane e bavaresi .
Maria Teresa viene anche sostenuta dall’Impero Russo nonostante questo sia sconvolto da continue rivoluzioni di palazzo iniziate alla morte del sovrano Pietro I Romanov detto “il Grande”.

Nonostante le gravi perdite e gli innumerevoli danni subiti da entrambi gli schieramenti, nel 1748 viene firmata la Pace di Aquisgrana che, dopo otto lunghi anni di conflitto, mette fine alla Guerra di Successione Austriaca, riconoscendo la sovranità di Maria Teresa su tutti i domini asburgici, eccetto la Slesia che viene ceduta alla Prussia, e l’elezione del granduca di Toscana Francesco Stefano di Lorena a Sacro Romano Imperatore con il nome di Francesco I.

Durante il regno di Maria Teresa, all’interno l’Arciducato d’Austria e di tutti i suoi domini stranieri, la sovrana cerca di introdurre nuovi usi e costumi atti a migliorare la vita dei suoi sudditi, rimanendo sempre fedele al motto illuminista “Tutto per il popolo, nulla attraverso il popolo”.

Dopo aver assistito all’improvviso decesso del marito Francesco I nel 1765 e all’ascesa al trono del Sacro Romano Impero del figlio Giuseppe II e all’elevazione a Granduca di Toscana del terzogenito* maschio Pietro Leopoldo (futuro Leopoldo II del Sacro Romano Impero) Maria Teresa muore nel 1780 dopo ben quarant’anni di regno.

*secondo quanto stabilito da Francesco I di Lorena, il trono del Granducato di Toscana veniva ereditato per secondogenitura ma, essendo il suo secondo figlio Carlo Giuseppe morto nel 1761, il titolo passò al più giovane Pietro Leopoldo.

 

Ritornando al Soldo goriziano…

Al dritto presenta lo stemma coronato della Contea di Gorizia e Gradisca, formato dal leone rampante goriziano e dalle bande di Aquileia, in cornice barocca.
Al rovescio, invece, entro un ornato cartiglio barocco sono poste, su quattro righe, le scritte ·1· SOLDO, il millesimo 1769 ed il marchio di zecca G·

La monetazione in rame goriziana, messa in circolazione a partire dal 1733 durante il regno di Carlo VI d’Asburgo con l’emissione dei pezzi da 1, 2 e 3 Soldi, prosegue per tutto il XVIII secolo con i conii da ½ ed 1 Soldo emessi da Maria Teresa, Giuseppe II e Leopoldo II.
Con l’ascesa al trono di Francesco II, oltre ai conii tradizionali, vengono emessi i pezzi da 2 Soldi in rame (con millesimi 1799, 1801 e 1802) e il pezzo da 15 Soldi in mistura d’argento con millesimo 1802.

Personalmente, ritengo che questa serie di monete spicciole in rame sia una delle più interessanti ed eleganti emesse nel corso del XVIII secolo.

Se qualcun’altro vuole esprimere un suo parere su questi conii, scriva pure! Buona giornata.



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