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IGNORED

Le "PESARESI" (?)


Risposte migliori

X RCAMIL: .... è che sono pigro, e poi quando si tratta di usare lo scanner......
se poi dopo mezz' ora per scrivere ecc.ecc. il computer si disconnette cancellando tutto.........

A parte questo... ebbene sì, è "tutto qui", 1,07 + 1,74 (RR) grammi di argento consumato ed annerito dalla patina........

Per eventuali "curiosoni" :D :

La prima è un "Armellino" (o "volpetta") di Guidubaldo Della Rovere (1538-1574) ed è il motivo del punto interrogativo del titolo in quanto riporta San Crescentino protettore di Urbino, il che dovrebbe far attribuire la moneta alla zecca di quella città, se non chè uno dei curatori del catalogo d' asta, nonchè battitore nella stessa, risponde al nome di Lorenzo Bellesia, del quale dovrebbe essere in attesa di pubblicazione proprio uno studio sulle monete della zecca di Pesaro, ergo, se lo stesso non ha preso un abbaglio da 1 Kilotone..... dovrebbe voler dire che la lettera P presente sotto l' armellino altro non sarebbe che il segno identificativo della zecca, tant' è che esistono varianti di questa moneta con la lettera E (Euguvium? Gubbio) ed F (Forumsemproni? Fossombrone) altre città con zecca appartenenti al Ducato d' Urbino.

La seconda invece è un grosso (tosato, purtroppo, come la stragrande maggioranza di queste monete!) indiscutibilmente di Pesaro, a nome di Giovanni Sforza (1483-1489), signore di Pesaro, conte di Cotignola ecc., la cui particolarità consiste nella presenza dell' "armetta" sulla sinistra della madonna (a destra in alto per chi guarda).

Ciao. Modificato da Giango60
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Hai postato la stessa moneta.

Non mi intendo molto di monete medievali, comunque mi sembra davvero bella! :)
Mi ricorda una moneta che aveva postato Rcamil qualche giorno fa, in un'altra sezione.

Ciao,
[b]Alberto[/b]
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[quote name='Alberto' date='28 marzo 2005, 15:45']Hai postato la stessa moneta.

[right][post="24041"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Sob! :(
Avevi ragione, ora non più...... :lol:
Grazie per la segnalazione.

PRECISAZIONE: per pigrizia ho scannerizzato le due monete affiancate, dunque quella a sinistra è l' "Armellino" e quella a destra il "Grosso" (come si può notare dalle dimensioni...... :lol: )

Ciao.
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[quote name='Giango60' date='28 marzo 2005, 15:39']riporta San Crescentino protettore di Urbino, il che dovrebbe far attribuire la moneta alla zecca di quella città, se non chè uno dei curatori del catalogo d' asta, nonchè battitore nella stessa, risponde al nome di Lorenzo Bellesia, del quale dovrebbe essere in attesa di pubblicazione proprio uno studio sulle monete della zecca di Pesaro, ergo, se lo stesso non ha preso un abbaglio da 1 Kilotone..... dovrebbe voler dire che la lettera P presente sotto l' armellino altro non sarebbe che il segno identificativo della zecca, tant' è che esistono varianti di questa moneta con la lettera E (Euguvium? Gubbio) ed F (Forumsemproni? Fossombrone) altre città con zecca appartenenti al Ducato d' Urbino.
[right][post="24039"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Ciao Giango, molto bello l'armellino, conservazione fuori dal normale, complimenti !!! :)

Quanto alla zecca di Pesaro, il tuo ragionamento (e probabilmente quello di Bellesia) non fa una piega, [b]E[/b] [i]Gubbio[/i], [b]P[/b] [i]Pesaro[/i] niente segno [i]Urbino[/i], e di questo ero convinto anche io quando anni fa ne ho comprato uno con la E; ma poi ho visto che tutte le monete sono attribuite alla zecca di Urbino da Cavicchi nel suo libro del 2001 e personalmente mi sono fatto l'idea che possa aver ragione, se non altro perchè l'effige del santo patrono di Urbino difficilmente poteva essere coniata (e digerita ;) ) a Pesaro, dove lo stesso duca coniava quattrini e bolognini con S.Terenzio, mentre sempre stando al Cavicchi non avrebbe battuto moneta a Gubbio.
La variante F ??? Mai sentita ma se hai le foto.... :D

Aspettiamo comunque il saggio sulle monete pesaresi del Bellesia, a questo punto allora anche i quattrini di G.U.II con le varie lettere (sempre P, E, o nessuna) sarebbero da redistribuire :) .

Ciao, RCAMIL B)
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Chiedo venia e mi correggo sulla "F" che evidentemente mi sono sognato.....
Per il resto penso che chiederò informazioni più dettagliate "alla fonte".....

Ciao.
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Complimenti anche da Silla ..son qua per caso ..anzi no ! Avevo letto il post della tua visita all' asta di S. Marino ...e mi hai fatto venire un acquolina...... inoltre ero curioso di vedere le monete che hanno scatenato in Te una tale passione ... non sono in grado di aprezzarle per ignoranza in materia, ma presumo siano prestigiosissime ed ambitissime ; per darti un idea della mia ignoranza se non segnalavi la sequenza di scannerizz.ne, non avrei capito!!! in più mi chiedo ,ma le tosavano per recuperare argento ? e se sì ? Doveva essere molto pìù quotato di oggi , e chissa cosa facevano all' oro !!! scusa l'ignoranza , ma complimenti per l' acquisto !!!! :)
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La mia passione, per le monete in genere, è innata... (o forse frutto di una caduta per le scale da neonato......?), poi ultimamente la passione per la storia locale si è intromessa.......
In realtà non credo siano prestigiosissime, e per fortuna neppure eccessivamente ambite........ è però vero che non è eccessivamente facile "incontrarle" nè ai convegni nè alle aste, sono piuttosto rare già in conservazioni BB come quelle da me acquistate (e se fossero in conservazione migliore temo che dovrei scordarmele......)
La tosatura avveniva effettivamente per "recuperare" o meglio "sgraffignare" l' argento, ed era di gran moda quando come nel caso in esame l' argento era sufficientemente buono.
Occorre considerare che monete simili non dovevano circolare frequentemente nelle mani dei ceti meno abbienti a quei tempi, tempi in cui doveva essere di gran moda lo scambio o baratto.
Per combattere questa "barbara" (per noi) usanza erano promesse le pene più severe e si cercavano vari escamotage per evitarla, fino a ricorrere ad un cerchio interno che indicava il valore inferiore (un po' come se tosando gli attuali 2 euro, raggiunto il cerchio interno il valore diventasse 1 solo euro, oppure chi veniva trovato in possesso di monete tosate gli venivano requisite e chi era accusato di effettuare la tosatura era condannato a pene severissime !
Per quanto riguarda l' oro, essendo frequentissimo trovare (ovviamente in mano a chi poteva permetterselo) monete delle più diverse provenienze (Venezia, Genova, Roma, Milano, ma anche stati esteri ecc. ecc. dai diversi pesi e valori, si procedeva salomonicamente al peso delle stesse, quindi la tosatura non poteva avere alcun senso......
Ciao.

P.S.: Ignorare è umano (comprensibile, non si può "sapere tutto" visto che non si
nasce "imparati")
Non voler sapere (a tutti i costi...) ritengo sia da considerarsi quantomeno
sciocco......
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