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Inviato (modificato)

Antvwala,

ho questa moneta bizantina che mi piacerebbe classificare, mi dai una mano, o sei troppo occupato con l'erotismo ? :D

numa numa

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Modificato da numa numa

Inviato

mannaggia, volelvo prendere un po' in giro Antv e mi tu hai subito scoperto gli altarini... :lol:

numa numa


Inviato
Antvwala,

ho questa moneta bizantina che mi piacerebbe classificare, mi dai una mano, o sei troppo occupato con l'erotismo ?  :D

numa numa

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bizantina ...hahahahahah..... ok io ti do un follis e tu mi dai quella , ok? :D Non ci credo che non sai cos'e'. E una moneta grassottella :lol:


Inviato

Allora come aiuto , ecco un'istantanea della citta' da dove proviene. :lol:

image03761.jpg


Inviato
Allora come aiuto , ecco un'istantanea della citta' da dove proviene.  :lol:

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Dai Antv, che ci stai andando nella direzione giusta.. gira a est e scendi un po' in basso.

Sa... citta' antica di grandissime tradizioni dove si sono avvicendate differenti dominazioni in periodo alto-medioevale e che ci ha lasciato delle splendide monete

numa numa


Inviato

Zecca italiana meridionale .... una zecca davvero OPULENTA


Inviato

La legenda del rovescio della moneta e' OPVLENTA SALERNO


Inviato
C'è l'ho fatta!!!!! SALERNO  :)

però, Numa Numa, Salerno non si trova vicino alla Russia meridionale, un po' più in giù, e men che meno a est!

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Porca miseria, hai ragione, Antv. e' colpa del Giappone che mi ha fatto invertire le coordinate :lol: Volevo dire sudovest...

Se non ti avessi depistato probabilmente avresti indovinato subito.

Il punto te lo meriti in pieno..

Pero' non sarebbe stata nenache male come bizantina .. :lol:

numa numa


Inviato

Esistono follari, mezzi follari e frazioni di follaro "OPVLENTA SALERNV", esiste anche un gruppo con il rovescio avente legenda estesa nel campo, Opvlenta Salerno, senza raffigurazione.

OPVLENTA SALERNO perchè era capitale.

Secondo Cagiati e Cappelli tali monete sono da associare a Gisulfo I, da Grierson in poi le si associa a Gisulfo II (qualcuno ancora non è d'accordo ma sembra ormai essersi piuttosto consolidata l'attribuzione).


Inviato

Sempre dibattuta l'attribuzione di questi pezzi..

La Travaini che dice in proposito ?

numa numa


Inviato

domanda di carattere storico: Gisulfo è un principe longobardo che sottostà all'autorità bizantina? Dallo stile della moneta direi di sì...


Inviato

Gisulfo I principe longobardo, regno' a Salerno dal 946 al 977.

Nel 974 Gisulfo fu detronizzato da un'insurrezione religiosa guidata dal fratello Landolfo. Il principe di Benevento e Capua, Pandolfo I Testadiferro, restaurò Giuslfo come suo vassallo, condizione in cui il principe salernitano restò fino alla morte, avvenuta tra la fine del 977. Con lui si estinse la dinastria dei Dauferidi, insediatasi sul trono di Salerno col principe Guaiferio nel'861. Gisulfo, sposato con la principessa Gemma, non ebbe eredi e il suo trono fu ereditato proprio da Pandolfo di Benevento e Capua, che in questo modo riunificò, per la prima e ultima volta dall'851, i territori dell'antica Langobardia Minor.

numa numa


Inviato

c'erano stretti rapporti tra Gisulfo I e i bizantini, tant'è vero che ricevette il titolo di patrizio dallo strategos bizantino di Bari.

Come dice gionata, si è soliti attribuire queste monete a Gisulfo II, mentre per quel che riguarda la legenda OPULENTA SALERNUM secondo Grierson furono coniate per celebrare sia i commerci marittimi che l'espansione della città, che in questo periodo raggiunse il suo massimo splendore.


Inviato

Volevo ringraziare i "ragazzi" di questa discussione!

... da queste discussioni s'impara sempre qualcosa

Questa è la vera numismatica!.

saluti - Arrigo


Inviato
Sempre dibattuta l'attribuzione di questi pezzi..

La Travaini che dice in proposito ?

numa numa

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Travaini 1995, n. 13, Gisulfo II.


Inviato
Sempre dibattuta l'attribuzione di questi pezzi..

La Travaini che dice in proposito ?

numa numa

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Travaini 1995, n. 13, Gisulfo II.

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Siamo daccapo a dodici.. Grazie!

numa numa


Inviato
domanda di carattere storico: Gisulfo è un principe longobardo che sottostà all'autorità bizantina? Dallo stile della moneta direi di sì...

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A dire il vero la Langobardia Minor fu ritenuta per gran parte del tempo una appendice dell'impero bizantino, almeno ufficialmente. Il bello è che i re longobardi del nord Italia controllavano in maniera abbastanza evidente sia il Ducato di Spoleto che quello di Benevento; spesso molti duchi furono prescelti o per meglio dire imposti dagli stessi Longobardi del Settentrione. Ogni qual volta un duca beneventano ritornava a strizzare l'occhio un pò di più verso Bisanzio, gruppuscoli di truppe della Langobardia Major venivano a rinsaldare e rinfrescare il rapporto consanguineo :)

Comunque queste vicende sono più antiche di oltre 200 anni rispetto al nostro Gisulfo II.


Inviato

Siamo daccapo a dodici.. Grazie!

non ho capito il senso...


Inviato

resta quindi il dubbio tra Gisulfo I e II?


Inviato

qualche nota sui due personaggi da wikipedia:

Gisulfo I (maggio 930 – 977 o 978) è stato un principe longobardo, principe di Salerno dal 946 al 977 (o 978).

Maggiore dei figli di Guaimario II e della seconda moglie Gaitelgrima di Capua, fu associato al trono dal padre nel 943 e gli successe alla sua morte nel 946. In un primo momento fu posto sotto la reggenza della madre e di Prisco, tesoriere e conte di palazzo.

Nel 946 il Principato fu preso d'assalto da Landolfo II di Benevento e Giovanni III di Napoli, ma il suo alleato Mastalo di Amalfi corse in suo aiuto e fece cadere in un agguato le truppe di Landolfo presso La Cava. L'anno successivo, si alleò con Landolfo e mise sotto assedio la città di Nola, presidio del ducato napoletano. Nell'ottobre del 953 cercò di rasserenare i rapporti con il dominio partenopeo emanando un diploma a favore del vescovo di Napoli, un gesto che mal si addiceva alla diplomazia senza scrupoli dei suoi vicini e che per questo non sembrò mai favorirlo. Poco dopo il 955, tuttavia, fu nominato patrizio da Mariano Argyros, strategos bizantino di Bari. Nell'autunno del 966 papa Giovanni XIII guidò un'armata di truppe romane, toscane e spoletine contro Landolfo III di Benevento e il di lui fratello Pandolfo Testadiferro, ma Gisulfo accorse in suo aiuto e lo scontro armato fu scongiurato. Il papa e il principe di Salerno firmarono un trattato di pace a Terracina. Fu questo l'atto che più avanti gli guadagnò l'aiuto del potente Testadiferro.

Nel 974 Gisulfo fu detronizzato da un'insurrezione religiosa guidata dal fratello Landolfo. Il principe di Benevento e Capua, Pandolfo I Testadiferro, restaurò Giuslfo come suo vassallo, condizione in cui il principe salernitano restò fino alla morte, avvenuta tra la fine del 977 e l'inizio del 978. Con lui si estinse la dinastria dei Dauferidi, insediatasi sul trono di Salerno col principe Guaiferio nel'861. Gisulfo, sposato con la principessa Gemma, non ebbe eredi e il suo trono fu ereditato proprio da Pandolfo di Benevento e Capua, che in questo modo riunificò, per la prima e ultima volta dall'851, i territori dell'antica Langobardia Minor.

Gisulfo II (... – Sarno, 1090 o 1091) è stato un principe longobardo, ultimo principe longobardo di Salerno dal 1052 al 1078.

Figlio e successore di Guaimario IV e Gemma, figlia di Laidolfo di Capua, nelle cronache di Amato di Montecassino (Ystoire de li Normant) viene dipinto come un criminale e un delinquente. Lo storico John Julius Norwich (The Normans in the South pg. 201) racconta l'episodio "di una sfortunata vittima [un amalfitano] che Gisulfo teneva prigioniero in una gelida cella, al quale prima tolse l'occhio destro, poi ogni giorno un dito della mano e del piede. Egli [Amato] aggiunge che l'imperatrice Agnese – che stava soggiornando nel sud Italia – offrì personalmente centinaia di monete d'oro e un suo stesso dito come riscatto, ma le sue preghiere rimasero inascoltate".

Gisulfo, ancora giovanissimo, fu nominato co-reggente dal padre (1042). Dieci anni dopo, Guaimario morì assassinato nel porto di Salerno da quattro fratelli, figli di Pandolfo V di Capua e cognati della vittima, che erano stati spronati al delitto dai sostenitori amalfitani dei bizantini. Il giovane Gisulfo fu tenuto prigioniero dagli assassini di suo padre, ma ben presto lo zio Guido, duca di Sorrento, pose d'assedio la città con l'aiuto dei Normanni. Fatte prigioniere le famiglie dei congiurati, Guido barattò il rilascio di questi con la liberazione di Gisulfo, che fu reso a suo zio. La città si arrese e Gisulfo fu riconosciuto legittimo principe da Guido e dai Normanni. Il travagliato inizio del suo regno fu appena un'anticipazione del carattere del sovrano: Gisulfo non abbandonò mai il rancore nei confronti degli Amalfitani, che avevano dato inizio alla congiura contro suo padre. Inoltre, per ragioni sconosciute, Gisulfo prese in odio anche i Normanni, da lui considerati dei barbari. Tutto il suo regno fu segnato dalla costante opposizione ad essi.

La sua inimicizia nei confronti dei Normanni fu presto pagata a caro prezzo. Roberto il Guiscardo partì dal suo castello calabrese di San Marco e conquistò la città di Cosenza e numerose altre rocche vicine, tutte appartenenti al principato salernitano. Gisulfo scatenò presto anche l'ira del conte Riccardo I di Aversa, riuscendo a salvare il trono solo grazie all'alleanza con gli odiati Amalfitani. Nel frattempo, le scorrerie di Guglielmo d'Altavilla, fratello del Guiscardo, lo costrinsero a concedere in moglie a quest'ultimo sua sorella Sichelgaita, ottenendo in cambio prtezione. Successivamente, mandò un'altra sorella, Gaitelgrima, in sposa a Giordano, figlio di Riccardo, da poco assurto alla dignità di principe di Capua. Nel 1071, Gisulfo e Riccardo di Capua tolsero il proprio sostegno alla ribellione di Abelardo ed Ermanno d'Altavilla, nipoti di Roberto il Guiscardo, che insieme a numerosi altri principi minori si stavano sollevando contro l'autorità del Guiscardo nel ducato di Puglia. L'insurrezione proseguì comunque, accrescendo ulteriormente l'irritazione del potente cognato di Gisulfo.

Gli ultimi anni del regno di Gisulfo II furono segnati dall'incremento di atti pirateschi perpetrati dalla sua flotta soprattutto ai danni di Amalfi e Pisa. Proprio i mercanti pisani, chiamati al servizio di papa Gregorio VII per conto della contessa Matilde di Toscana, ebbero un tale attrito con Gisulfo che quest'ultimo fu mandato a Roma dal papa e l'esercito – riunito per marciare contro il dominio del Guiscardo - si disperse. Essendosi alienato l'alleanza del pontefice, Gisulfo era ormai totalmente isolato e questo esponeva il principato di Salerno a gravi rischi di sopravvivenza. Nel maggio del 1076, infatti, le truppe di Riccardo di Capua e Roberto il Guiscardo misero sotto assedio la città. Ai suoi sudditi, Gisulfo aveva saggiamente ordinato di tenere in riserva viveri e derrate alimentari sufficienti per due anni. In realtà, egli ne confiscò buona parte per continuare a sostenere il suo stile di vita pieno di agi e di lusso, condannando la sua città a morire di fame.

Il 13 dicembre Salerno si arrese e il principe, insieme al suo seguito, si ritirò nella propria fortezza, dove resisté all'assedio fino a maggio del 1077, quando il castello cadde. Per il principato longobardo di Salerno era la fine: tutte le terre furono occupate dai Normanni, le reliquie furono trafugate. Gisulfo si rifugiò a Capua, dove cercò senza alcun successo di spingere Riccardo alla guerra contro Roberto. Il principe spodestato cercò allora riparo a Roma, dove comunicò al pontefice la rovina di Salerno. A questo punto le cronache ufficiali perdono di vista la sua sorte, ricordando solo che tra il 1088 e il 1089 gli fu attribuito il titolo di duca di Amalfi. Sulla sua fine, però, sono state reperite nel secolo scorso alcune informazioni grazie ai documenti conservati presso la badia di Cava de' Tirreni: da questi si scopre che la sorella Gaitelgrima, rimasta vedova del principe Giordano di Capua, aveva sposato Alfredo, conte di Sarno, prendendo dimora in questo castello. Morto anche Alfredo, Gaitelgrima, contessa di Sarno, accolse nella sua fortezza il fratello esiliato, offrendogli cure e protezione. Gisulfo II, ultimo principe longobardo di Salerno, morì a Sarno tra il 1090 e il 1091 e fu sepolto nel castello di Gaitelgrima.

Nell'839 il principe Sicardo di Benevento fu assassinato da Radelchi e il popolo di Salerno proclamò principe suo fratello Siconolfo, aprendo la strada a una lunga guerra fra i due pretendenti. A dirimere la controversia dinastica giunse l'imperatore Ludovico II il Germanico, che nell'851 confermò Siconolfo quale Principe di Salerno e suo feudatario. Le fonti storiche offrono dati piuttosto incerti e confusi sulla successione dei primi principi salernitani almeno fino all'assassinio di Ademaro, quando si assisté all'ascesa al trono di una nuova dinastia.

Principi di Salerno

840–851 Siconolfo

851–853 Sicone II

853 Pietro

853–861 Ademaro

861–880 Guaiferio

880–900 Guaimario I

900–946 Guaimario II

946–978 Gisulfo I

978–981 Pandolfo I Testaferrata, anche Principe di Benevento (dal 961), Capua (dal 961), e Spoleto (dal 967)

981 Pandolfo II

981–983 Mansone, anche duca di Amalfi (966-1004)

981–983 Giovanni I, figlio e co-reggente di Mansone

983–994 Giovanni II

994–1027 Guaimario III

1027–1052 Guaimario IV, anche duca di Amalfi (1039-1043), Gaeta (1040-1041), e Capua (1038-1047)

1052 (giugno) Pandolfo III

1052–1077 Gisulfo II

Con l'espansione dei Normanni nel meridione d'Italia, Salerno fu lungamente assediata dalle truppe comandate da Roberto il Guiscardo e dal Principe di Capua, fino a cadere il 13 dicembre 1076. Il principe Gisulfo II si arrese agli invasori l'anno successivo e il Principato, ultima roccaforte longobarda in Italia, crollò. Salerno e i suoi domini furono inglobati nel nuovo stato normanno e la città divenne capitale del Ducato di Puglia, Calabria e Sicilia, retto dal Guiscardo.


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