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IGNORED

OBOLI CHE PASSIONE!


Risposte migliori

Riprendo parte dell' istruttivo excursus di Valeria, per aggiungere qualche considerazione sul "giovane di Mozia" di cui sono un fanatico ammiratore. La statua (e chi l'ha potuta ammirare da vicino potrà condividere) si staglia come un quasi 'unicum' nella plastica siciliana.

La Materia

Innanzitutto la materia utilizzata dallo scultore è il mamro pario, proveniente dalla Grecia. Se confrontiamo tale materiale con la pietra utilizzata nella statuaria e nei bassorileivi siculi a noi pervenuti balza immediatamente la diversa consistenza, resa, composizione oserei dire che ne deriva. Un confronto con la statuaria presente al Salinas di Palermo è illuminante in proposito (così come con il bassorilievo delle métope dell'Heraion di Selinunte postato da Valeria) .

Il marmo pario era , assieme al pentelico, uno dei più preziosi e raffinati disponibile all'epoca, riservato alla produzione della statuaria pià importante e pregevole. Abbiamo altri esempi di statue in marmo pario in Sicilia ?

LO stile

Lo stile della statua è stato (correttamente) descritto come severo. Ricorda le produzioni della Grecia continentale tra la metà e l'ultimo quarto del V secolo. Un raffronto con la produzione autòctona siciliana rivela differenze stilistiche profonde ed è difficile trovare confronti plausibili. Il possibile parallelo con i "kouroi" di Lentini ne rivela i limiti. Altri raffronti con kouroi arcaicizzanti (presenti al Salinas) o gli stupendi bassorilievi da Selinunte evidenzia ancora più marcatamente le differenze piuttosto che trovare punti di contatto.

Il movimento , sinuoso, del corpo dell'èfebo ( o meglio dell'atleta) è unico nel suo genere e certamente si distacca da qualsiasi altra produzione statuaria siciliana. Neppure dalla Sicilia Orientale o dalla perovincia nissena ci viene in soccorso una produzione locale che possa richiamare tratti comuni.

L'artista

Come già detto sopra sia il materiale dell'opera, che il suo stile ela qualità artistica si distaccano nettamente da quanto conosciamo per la Sicilia, ove la pietra impiegata per la produzione statuaria (raramente poi di tale grandezza) assume tonalità assai più calde, porose, tenere, assai diverse dall'algido (in apparenza ..) marmo pario che brilla della luce perfetta della sua stessa consistenza materica.

Possiamo dunque immaginare una committenza , sicuramente elevatissima (se non altro per i costi della materia prima) da parte siciliana (o addirittura cartaginese ) ad un artista siciliano che , per altro non ci avrebbe lasciato altre testimonianze coeve ..?

Certamente validissimi scultori non mancavano in Sicilia nella prima metà del V , ma forse ci sono pervenute più testimonianze eccezionali della perizia glittica attraverso le monete giunte a noi che non attraverso una statuaria che ha utilizzato materie, forme , stili diversi da questo giovane di Mozia.

Quel che è certo è che la misteriosa statua , che personalmente ritengo la più bella presente nel territorio siculo attualmente assieme all'eccezionale Satiro di Marsala, non può lasciare indifferente e continuerà ad alimentare l'aura di mistero che emana attraverso il suo enigmatico sorriso facendosi beffe di noi che continuiamo a escogitare congetture sulla sua origine :P

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Il cosiddetto Giovane (o Auriga) di Mozia è un vero capolavoro, anche se un poco danneggiato, della statuaria greca.

Di esso ha già parlato la brava Medusa un paio di anni fa. Ecco il link:

Per comodità posto sotto una sua immagine:

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Ancora non è stata definita con sicurezza la sua identificazione (più probabile trattarsi di un auriga) nè il suo autore, un ignoto artista greco probabilmente su commissione di un ricco nobile punico (o greco) di Mozia.

Circa la definizione del tipo di marmo, dovrei studiare meglio, ma non mi sembra molto esatta la definizione di marmo pario. Il vero marmo pario, fra i migliori che esistano al mondo per la notevole purezza di colore bianco e sua elevata consistenza, era estratto nell'isola di Paros, nel cuore delle Cicladi.

Ricordo che furono effettuate delle analisi del marmo di questa statua, che hanno messo in evidenza un elevato contenuto di stronzio, per cui sembra che il marmo in questione provenga piuttosto dalle cave di Efeso o della Tessaglia, in ogni caso dalla Grecia.

Quindi concordo che fu un'opera di grande pregio e di elevato costo per il committente di allora, che non badò alle spese per l'importazione di un grosso blocco di marmo greco (la statua è alta 1,81 m, considerando che sono andati perduti i piedi, per cui la vera altezza è sui 2 metri).

il marmo pario è stato trovato assai di rado in Siiclia. Ricordo solo che la famosa Venere di Morgantina ha la testa, braccia e mani in marmo pario, mentre il busto è in pietra calcarea (forse locale e molto più usata in Sicilia).

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In effetti il marmo dell'Efebo di Mozia è stato descritto come marmo bianco di provenienza greco-orientale. Il marmo Pario , proveniente dall'isola di Paros in Grecia , è un marmo a grana molto fine usato per la statuaria greca di alta epoca, particolarmente pregiato. In Italia abbiamo relativamente pochi originali di statue greche, uno particolarmente interessante è quello delle Niobidi , in esposizione al MNR, realizzato appunto in mamro pario.

Al di là se si potrà stabilire o meno l'esatta classificazione del marmo impiegato per l'Efebo, credo il vero punto che richiama la ns. attenzione sia il fatto che il marmo utilizzato per l'opera è un marmo particolarmente ricercato, certamente non di provenienza autòctona siciliana, e identificato dagli studiosi come proveniente dalla Grecia-orientale. Abbiamo quindi una committenza assai importante, vuoi per il materiale prescelto, vuoi per le dimensioni e la preziosità della statua, vuoi per una realizzazione finissima opera di un artista eccelso.

L'amico Acraf parla di un ricco cartaginese o un notabile di Mozia, ma non abbiamo elementi per poter essere più assertivi su questa ipotesi. La statua, inoltre , implicherebbe una committenza ben più importante che non solo qualche notabile , inoltre il fatto che sia molto probabilmente un auriga porterebbe ad altre ipotesi che non la committenza di un notabile locale che probabilmente avrebbe privilegiato opere rappresentanti divinità. Non escluderei infine la suggestione, fatta da alcuni in merito ad una presunta appartenenza ad un bottino di guerra, anche se non abbiamo elementi per confermare tale ipotesi.

E' anche possibile una lavorazione del marmo di provenienza greca direttamente in Sicilia (Selinunte ?) da parte di artisti greci, anche se tale ipotesi presupporrebbe che maetsranze greche trovassero impiego in Sicilia in modo regolare mentre non abbiamo molti altri esempi di statuaria di tale importanza nella nostra isola.

Lo stile della statua è talmente fine che alcuni autori hanno suggerito artisti della cerchia di Fidia per la sua realizzazione.

La Venere di Morgantina, recentemente restituita all'Italia dal Museo Getty di Malibu, è un acròlito ,ovvero una statua con viso e arti in marmo e busto in pietra tufacea calcarea (quasi sicuramente locale), che nasceva come tale.

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Grazie Valeria .... da ignorante numismatico , domanda :- gli oboli sono sempre in argento ?

Giovanni

Caro Giovanni, in effetti gli oboli sono frazioni in argento. Tuttavia nel post 418 del 30 Gennaio 2010 ho presentato due esemplari di oboli in bronzo di Metapontion (del peso rispettivamente di 8 e 9 gr.; dopo il 330 a. C.), una delle rarissime emissioni greche su cui la scritta OBOΛOΣ compare come contrassegno del valore.

Valeria

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Riprendo parte dell' istruttivo excursus di Valeria, per aggiungere qualche considerazione sul "giovane di Mozia" di cui sono un fanatico ammiratore. La statua (e chi l'ha potuta ammirare da vicino potrà condividere) si staglia come un quasi 'unicum' nella plastica siciliana.

Innanzitutto grazie ad Acraf e Numa numa per le interessanti chiose a commento di questa statua davvero unica e che anch'io trovo semplicemente…. ammaliante… :rolleyes:

"Poesia marmorea" l'ha definita Guido Ceronetti…. Come dargli torto???

Il marmo pario era , assieme al pentelico, uno dei più preziosi e raffinati disponibile all'epoca, riservato alla produzione della statuaria pià importante e pregevole. Abbiamo altri esempi di statue in marmo pario in Sicilia ?

Giulia Sfameni Gasparro, Culti orientali in Sicilia, cita, in Siracusa, la statua in marmo pario di Plutone-Serapide il cui torace, spezzato trasversalmente, è lasciato scoperto dall'himation che avvolge la parte inferiore. Sarebbe interessante poterle confrontare…

Il movimento , sinuoso, del corpo dell'èfebo ( o meglio dell'atleta) è unico nel suo genere e certamente si distacca da qualsiasi altra produzione statuaria siciliana....

Concordo assolutamente. In particolare mi ha colpita la veste: un leggero e aderente chitone drappeggiato in mille sottilissime pieghe sinuose che, invece di coprire, esaltano la conturbante sensualità dei particolari anatomici, dando proprio l'"impressione che lo scultore abbia voluto ritrarre un nudo e sia stato costretto a vestirlo..." (A. De Vita)

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Secondo V. Tusa, un riferimento al mondo punico che può aiutare a comprendere il Giovane di Mozia viene offerto proprio dalle monete di Selinunte del V secolo, su cui si assiste ad alcune variazioni del tipo originario dell'Efebo che appare non più nudo ma ricoperto da una sottile veste trasparente (ce ne aveva già parlato anche Acraf il 13 dicembre 2010 nel suo approfondimento sulla classificazione di Schwabacher - #688), nonchè al passaggio del tipo stesso su una emissione monetale di Panormos. Anche sul tetradramma di Panormos (due soli gli esemplari noti) l'Offerente appare avvolto in una veste stretta ai fianchi e con un lembo riportato sul braccio sinistro che gli lascia scoperto il petto. Interessante come accanto all'Offerente, al posto della statua del toro, della foglia di appio e del ramo d'alloro, compaiano invece una palma e un ariete, simboli consoni alla cultura religiosa fenicio-punica.

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L'amico Acraf parla di un ricco cartaginese o un notabile di Mozia, ma non abbiamo elementi per poter essere più assertivi su questa ipotesi. La statua, inoltre , implicherebbe una committenza ben più importante che non solo qualche notabile , inoltre il fatto che sia molto probabilmente un auriga porterebbe ad altre ipotesi che non la committenza di un notabile locale che probabilmente avrebbe privilegiato opere rappresentanti divinità.

Auriga / Divinità ?? Forse la dicotomia non esiste, in quanto si potrebbe benissimo trattare sia di una divinità effigiata nelle vesti di auriga vittorioso, sia di un atleta-eroe vittorioso … divinizzato! :rolleyes:

Riflessioni sui nessi tra atletismo, culti connessi all'atleta-eroe e politica nelle polis siceliote del V secolo.

Il tema della bellezza come attributo dei migliori e come dote dalla valenza oltre che estetica anche morale - kalòs kai agathòs … - risulta ben attestato anche in epoca arcaica da Omero e Saffo…

Anche il valore guerresco e il valore atletico sono considerati mezzi di promozione dell'uomo al rango eroico, secondo una morale che risale ad epoca arcaica (si veda in primo luogo Pindaro, ma anche Simonide dei quali abbiamo già avuto occasione di citare alcuni versi ed epigrammi in precedenza).

Un esempio di associazione fra l'eccezionale prestanza fisica di un personaggio e gli onori eroici tributatigli è offerto dalla figura di Filippo di Butacide di Crotone, uno dei compagni di Dorieo nella sua tragica spedizione coloniale in Sicilia.

Filippo oltre che dotato di grandi mezzi finanziari era anche un atleta e vincitore olimpico (probabilmente nella 65a/66a Olimpiade, nel 520 ovvero 516 a.C.: Erodoto, 5,47,1) nonchè uomo di straordinaria bellezza. L'olimpionico morì combattendo valorosamente contro i Segestani, i quali, narra ancora Erodoto, in virtù della "sua prestanza fisica senza eguali" gli innalzarono un heroon e tributarono sacrifici propiziatori. "Erodoto quindi, pur sottolineandone l'eccezionalità, ha considerato senza alcun sospetto questo culto eroico per Filippo e con altrettanta fiducia hanno guardato ad esso anche alcuni studiosi moderni secondo cui la costruzione di una tomba eroica e i sacrifici in suo onore, trovano una spiegazione 'razionale' e 'oggettiva' nella bellezza di Filippo, quasi che questa appartenesse a un codice universale dei valori." (F.Frisone)

(Per il culto eroico tributato a Filippo di Butacide, vedi: L.Moscati Castelnuovo, Filippo di Crotone, figlio di Butacide : un eroe dei Segestani?. Flavia Frisone, Le Thysiai dei Segestani sulla tomba di Filippo di Butacide (HDT., 5, 47) alla luce della 'Lex Sacra' selinuntina'.)

Il culto dell'atleta-eroe nel V secolo presenta una forte valenza sia religiosa che politica

Francois Bohringer, Cultes d'athlètes en Grece classique: propos politiques, discours mythiques - REA (Revue des Etudes Anciennes) LXXXI, 1979 - nell'ambito di uno studio sull'eroizzazione degli atleti, osserva come le città greche nel V secolo a.C. non eroizzassero gli atleti puramente come riconoscimento delle loro prestazioni agonistiche, quanto piuttosto in vista dei propri interessi politici: un vincitore olimpico era nello stesso tempo una celebrità internazionale e una figura politicamente marginale nella propria città e la glorificazione di tale figura mediante un culto postumo permetteva alla città di "cancellare" episodi poco gloriosi della propria storia recente. Più in generale quindi l'eroizzazione degli atleti serviva agli interessi della città e non a quelli dell'atleta stesso: "Il culto degli atleti nella Grecia classica afferma e rafforza l'unità del gruppo".

A non ridurre il fenomeno dell'eroizzazione a una funzione puramente politica della polis, interviene invece E. Kearns, The heroes of Attica, BICS Supplement 57 (1989), che differisce da F.Bohringer nel presupporre che il culto dell'eroe avesse dimensione intrinsecamente religiosa, ma enfatizza anche la prospettiva di coloro che compivano il culto dell'eroe, piuttosto che quella di coloro che erano eroizzati.

Il punto di vista di Kearns è condiviso da W. Burkert Greek Religion, 1985: "Ritual and belief are concerned almost exclusively with the death of others; one's own death remains in the dark…" "Rituali e credenze sono connessi quasi esclusivamente con la morte altrui, la propria morte rimane nell'ombra…." (Fonte: Polis. Studi interdisciplinari sul mondo antico. Costabile F.)

Importante quindi era la relazione tra l'eroe divinizzato e coloro che ne celebravano il culto eroico…

Potrebbe pure il "nostro" Offerente di Selinunte evocare questa religiosità eroica?

Un caro saluto a tutti

Valeria

(continua)…

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  • 1 mese dopo...

Posto questa nota interlocutoria.

La complessità mediamente raggiunta dalla maggior parte degli interventi di questa discussione è notevole, almeno per chi - come lo scrivente - è poco più o poco meno di un dilettante evoluto.

Tornare a postare poche anche se simpatiche ed interessanti righe su qualche monetina...a questo punto mi appare come una regressione.

Chiudere o lasciar perire la discussione potrebbe essere un pecccato.

Proseguire nell'ambizioso progetto di chiudere l'eplorazione delle zecche siceliote e/o della Sicilia antica richiede però un impegno non indifferente...per certi versi assimilabile a quello che andrebbe devoluto per la pubblicazione di articoli sulle riviste numismatiche.

Non so cosa possano pensarne i miei colti compagni di viaggio Medusa ed Acraf.

Io voterei per una prosecuzione organizzata e, nel contempo, creativa e senza vincoli.

Una cosa però è certa...acluni interventi potranno richiedere un lavoro non indifferente che necessiterà di tempo e di qualche energia...in un'ottica di medio/lungo periodo.

Quindi, per quanto mi concerne, chiedo tempo...verso un periodo meno denso di impegni e possibilmente con la canicola alle spalle...in senso temporale.

Un salutissimo a tutti coloro che, anche in un una fase di pausa, ci onorano nel leggerci e nel visitarci.

:)

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Caro Piakos, dolente per la lunga pausa di cui questa interessantissima discussione soffre ormai da un po' di tempo mi accomuno alla tua richiesta di continuazione, anche se con respiro e paziente attesa per altri tuoi interventi da rimandare a dopo l'estate, aspetterò, come lo scorso anno, in trepida attesa :D .

Sono anche consapevole che da questo voluminoso ed approfondito lavoro, che accomuna più persone in una magnifica collaborazione, sarebbe interessante ed anche proficuo dal punto di vista culturale, trarne degli articoli da porre nell'apposita sezione del Forum, ma anche e soprattutto, articoli da pubblicare su riviste specializzate.

Ma non solo...io vedrei adattissima una pubblicazione editoriale libraria...ma se approfondita ulteriormente, in piena collaborazione tra tutti gli autori, anche rilegata in più libri, uno a zecca ad esempio, a formare una magnifica collana che andrebbe ad arricchire le nostre librerie con piena soddisfazione di tutti. :) :P

Che ne pensi/pensate? Spero proprio che in un prossimo futuro riuscirete a realizzare questo mio sogno.

Grazie fin da ora, Giò :)

Modificato da giovanna
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Awards

E' sempre un piacere risentire Piakos e anche Giovanna e so bene il dispiacere di non poter essere, come anche nel mio caso, più disponibile a offrire interessanti contributi a casua di vari impegni extranumismatici.

Giovanna solleva poi un interessante problema, particolarmente sentito nel settore delle monete greche, e cioè la possibilità di poter usufruire di lavori pubblicati in genere su riviste o libri molto specializzati e non facilmente reperibili se non (e non sempre) in determinate biblioteche accademiche.

Nel caso poi dei frazionali d'argento esistono diversi studi, come ad esempio di Manganaro, Arnold-Biucchi, Bérend, Campana, ecc., che hanno preso in esame determinate emissioni, talvolta inedite, con interessanti analisi.

Io ho la fortuna di poter frequentare alcune fornite biblioteche riservate a specialisti, come archeologci, con possibilità di effettuare fotocopie per uso personale. Di alcune ho anche ricavato una copia scannerizzata in pdf, sempre per uso personale.

Tuttavia non so quanto sia possibile diffondere e rendere disponibili tali studi. Credo che per quelli abbastanza datati, almeno di oltre 20 anni, non credo ci siano particolari problemi, che invece riguarderebbero soprattutto quelli più recenti. Se un articolo sta in un volume ad esempio di Erma di Breitschneider supponiamo del 2010, non credo come minimo che l'editore abbia piacere di vederlo divulgato.

Poi c'è un altro aspetto da considerare. Una copia scannerizzata di un normale articolo sulle 20 pagine con decente qualità, anche delle immagini, è piuttosto ingombrante, nell'ordine di oltre 5 Mb.

Se un articolo pubblicato, ad esempio in formato Word, viene direttamente trasformato in formato pdf (in genere a cura dell'editore), allora l'ingombro è modesto e qualità ottima, ma non è il caso per un lavoro che viene prima fotocopiato (e si spera che la fotocopia sia decente!) e poi scannerizzato.

Sento molto questo problema in quanto il vero progresso scientifico risiede nella disponibilità di studi da consultare. Su internet c'è poco e solo per alcuni volumi in genere molto vecchi.

Sarei felicissimo di poter contribuire a creare una biblioteca elettronica, dove riversare appunto copie di articoli pubblicati, magari man mano che si sviscera su determinate emissioni o monetazioni.

Gradirei avere commenti su questi aspetti ed eventuali implicazioni anche legali.

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Caro Acraf, il piacere è reciproco, te lo assicuro... :)

Sarebbe magnifico poter disporre di tale materiale, sul sito abbiamo una Biblioteca Online, dove possono essere "sistemate" pubblicazioni non più coperte da copyrigth, è vietato pubblicare materiale con i diritti d'autore ancora attivi.

Quindi potrai, volendo, pubblicare lì tutto ciò che vuoi, basta che siano scaduti i famosi diritti.

La mia proposta comunque era di dare forma e sostanza alla Vs. discussione, Oboli che passione, anche in forma cartacea e non lasciarla solo on-line, sia pur risistemata in forma di articolo/i.

Secondo me ne uscirebbe una magnifica "Collana", già la vedo nella mia libreria :rolleyes: , ora ho ancora pochi libri di Numismatica ma spero di ampliarla man mano, con una bella rilegatura in pelle oppure con copertina rigida nera ed oro :P :P .

Vado troppo avanti con la fantasia, ma ... ma...sono sicura che sarebbe un vero successo editoriale.

Ti posto il link della Biblioteca, se avrai bisogno di informazioni od aiuto per usarla sono a tua disposizione.

Grazie per la tua disponibilità, Giò :)

http://www.lamoneta.it/biblioteca/

Modificato da giovanna
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Awards

Per Medusa

Valeria complimenti per il tuo intervento sul giovane di Mozia, ricchissimo di spunti e citazioni interessanti

NOn mi ero potuto soffermarvi con la dovuta attenzione essendo stato assorbito dagli impegni relativi al concorso

(e ora con la pubblicazione dei lavori) perlatro assai ricco di soddisfazioni grazie al seguito che l'iniziativa ha suscitato dentro e fuori del Forum.

Per la pubblicazione

A mio modesto avviso consiglierei, se verso una pubblicazione si voglia andare, di censire e pubblicare specifiche sezioni della discussione dedicati a specifici argomenti nella sezione articoli del Forum. Il materiale si presta assai bene ad una pubblicazione di questo genere on-line, riunendo i contributi di tutti i partecipanti alla discussione, e andrebbe ad arricchire la sezione articoli, ovvero la produzione degli articoli del Forum, disponibile per tutti on-line, mentre un adattamento ad una pubblicazione cartacea, implicherebbe inevitabilmente non pochi e probabilmente impegnativi cambiamenti e adattamenti per legare i vari contributi in un filo che risulti logico e leggibile quando riportato in un contesto pubblicistico.

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Per Medusa

Valeria complimenti per il tuo intervento sul giovane di Mozia, ricchissimo di spunti e citazioni interessanti

NOn mi ero potuto soffermarvi con la dovuta attenzione essendo stato assorbito dagli impegni relativi al concorso

(e ora con la pubblicazione dei lavori) perlatro assai ricco di soddisfazioni grazie al seguito che l'iniziativa ha suscitato dentro e fuori del Forum.

Per la pubblicazione

A mio modesto avviso consiglierei, se verso una pubblicazione si voglia andare, di censire e pubblicare specifiche sezioni della discussione dedicati a specifici argomenti nella sezione articoli del Forum. Il materiale si presta assai bene ad una pubblicazione di questo genere on-line, riunendo i contributi di tutti i partecipanti alla discussione, e andrebbe ad arricchire la sezione articoli, ovvero la produzione degli articoli del Forum, disponibile per tutti on-line, mentre un adattamento ad una pubblicazione cartacea, implicherebbe inevitabilmente non pochi e probabilmente impegnativi cambiamenti e adattamenti per legare i vari contributi in un filo che risulti logico e leggibile quando riportato in un contesto pubblicistico.

Ciao Numa Numa, sono d'accordo con te che la pubblicazione on-line è molto più semplice, ma quella cartacea avrebbe forse più fascino e comunque un altro "prestigio" :) .

Nulla vieta di eseguirle ambedue, un po' come succederà per gli Articoli del Concorso, si può approntare una versione estratta dalla discussione da mettere nella Sezione Articoli, unica o divisa per argomenti, ed una più approfondita, divisa oppure no per zecche o quant'altro vogliate decidere, per la pubblicazione cartacea.

Comunque il mio è solo un suggerimento, dettato da ...un bel sogno :P , la decisione finale chiaramente spetta agli autori dei post che compongono la discussione.

Ciao a tutti, Giò :)

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Awards

Di pubblicare in qualche modo le parti migliori e/o potenzialemente più interessanti di questa discussione se ne parla da oltre un anno.

Temo che l'impegno di provarci...spetterebbe al sottoscritto per motivi - non solo tecnici - che non è il caso di esplicitare in questa sede.

Resta il fatto che già qualcuno, che tempo addietro ne era entusiasta, avrebbe recentemente palesato scarso entusiasmo...probabilmente preferendo profondere energie su altri fronti.

Per donare un valore aggiunto all' eventuale pubblicazione dei contenuti qui postati ribadisco la generale necessità di dover profondere impegno. Ciò anche al fine di non duplicare semplicemente o banalmente, contenuti già noti in letteratura.

In qualche modo tale impegno è stato profuso in alcune occasioni in questa nostra discussione e, più recentemente, nei miei interventi incentrati sulla figura di Apollo nella monetazione antica e siceliota in particolare. Contributi già ripresi recentemente, extra Sito, in una pubblicazione che, almeno, ha citato il Forum e qualche nome degli animatori della discussione...a piè di articolo.

Non è poca cosa...atteso il clima a volte competitivo che permea l'ambiente delle pubblicazioni scietifiche numismatiche...ed, in varia misura, l'intero modo della numismatica. :(

Il fatto che nell'ambiente e in questo stesso Sito si possano ingenerare delle tensioni e/o dei contrasti è, a mio modesto avvviso, un' autentica jattura che a tutto contribuisce meno che a motivare sia chi scrive, sia chi legge, sia chi dovesse decidere di raccogliere monete.;)

Non nascondo a nessuno che tali difficoltà possano essere alla fine usuranti rispetto alla serenità, alla comunità di intenti ed al fair play che dovrebbero contraddistinguere ogni percorso finalizzato alla Conoscenza...che, in ultima analisi, è - da sempre - uno dei principali obiettivi che dovrebbe dare senso al comune percorso terreno.

Diceva l'efesino Eraclito, già nel VII sec. a. C. e non a caso:

[45 Diels-Kranz ]

Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima: così profondo è il suo lógos.

[17 Diels-Kranz ]

La maggior parte degli uomini non intende tali cose, quanti, in esse s'imbattono, neppur apprendendole le conoscono,pur se ad essi sembra.

Mi sono consentito di scomodare tale immenso Personaggio, oggi sciaguratamente non alla moda :), anche per rimanere in tema sul mondo greco antico che tanto amiamo in questa nostra discussione. Di fronte al c.d.Oscuro filosofo (in realtà da sempre - per mera disinformazione - si vuol far passare per oscuro ciò che è fin troppo chiaro ;)) mi inchino e mi ritiro in assoluta umiltà...auspicando di trovare tempo e rinforzata motivazione, per proseguire il nostro excursus...meglio se in Vostra colta e serena compagnia..possibilmente convinti a dare una mano.

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Caro Piakos, sono consapevole dello sforzo che quanto da me auspicato richiederebbe, sforzo intellettuale, umano e solidale.

Sono anche consapevole del fatto che ognuno di voi autori della discussione ha anche altro da fare ...però...sarebbe veramente magnifico veder realizzato questo mio sogno...quindi se il mio modesto aiuto potesse servire, per qualsiasi cosa, ad arrivare a tale risultato, od anche a qualcosa di meno impegnativo, mi pongo disponibile fin d'ora, vi assicuro che ne sarei felicissima.

Intanto vi ringrazio per l'attenzione che avete dedicato alla mia idea, resto con la speranza di vederla realizzata un giorno non lontano...non si sa mai :D :D :P . Giò

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Awards

E' sempre un piacere risentire Piakos e anche Giovanna

Quoto e aggiungo … : è sempre un *grande piacere* risentire Piakos, Giovanna, Acraf e Numa numa!!!!

Io voterei per una prosecuzione organizzata e, nel contempo, creativa e senza vincoli.(...)

Quindi, per quanto mi concerne, chiedo tempo...verso un periodo meno denso di impegni e possibilmente con la canicola alle spalle...in senso temporale.

Carissimo Piakos, puoi stare certo che con la canicola resterò io a vegliare nel nostro salotto vituale, cercando nuove storie per intrattenere gli amici che di volta in volta vorranno onorarci e sedere in nostra compagnia… :rolleyes:

La complessità mediamente raggiunta dalla maggior parte degli interventi di questa discussione è notevole, almeno per chi - come lo scrivente - è poco più o poco meno di un dilettante evoluto.

Una cosa però è certa...alcuni interventi potranno richiedere un lavoro non indifferente che necessiterà di tempo e di qualche energia...in un'ottica di medio/lungo periodo.

Concordo pienamente…., per cui certi silenzi sono doverosi e necessari al fine di poter sedimentare la ricerca su nuovi temi da proporre… In fondo, ricordo che pure io son una dilettante … non tanto evoluta, quanto direi… in flusso … ;)

Un caro saluto a tutti

Valeria

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Ed ora una nuova storia... :rolleyes:

La storia che desidero raccontarVi parte dalla patria di Saffo, Mytilene, nell'isola di Lesbos… e precisamente da questo raro oboletto …

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Siamo alla metà del V secolo a.C. Notate la testina diademata effigiata al D/, su cui spicca la famosa protuberanza fogliforme/cornetto di cui abbiamo già ampiamente dibattuto. Come già evidenziato da Stephane Blum in STEPHANE, questo ornamento comparirebbe intorno alla metà del V secolo anche sulla pittura vascolare, sempre portato da efebi ….

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lekythos attica del 460 a.C. " Joueur de lyre. - éphèbe assis jouant de la lyre devant un homme debout " (© Musée du Louvre)

... Talvolta portato anche da uomini fatti ma comunque connessi all'efebia o a ginnasi e palestre.

Non a caso quindi comparirebbe sulla testa di Hermes, protettore dell'efebia e, come ricorda l'epiteto Enagonios, anche dei giochi ginnici.

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Cratere apulo della "Nascita di Dioniso da Zeus" di fine V sec. a.C. (Taranto, Museo Nazionale).

Stavolta però non vorrei soffermarmi sulla testina diademata al D/ … :P

... quanto piuttosto sulla protome di vitello effigiata sul rovescio!

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La testa di vitello del tipo "a pieghe giugulari" - molto più rara rispetto alla protome di toro con lungo corno e zampa anteriore - parrebbe limitata alle emissioni di Lesbos e ad una breve comparsa sulle monete di Focea.

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Lesbos, Mytilene El Hekte. ca 515 aC. Cortesia: wildwinds

Secondo M.Caccamo Caltabiano ("La monetazione di Messana: con le emissioni di Rhegion dell'età della tirannide" Pag 21-22, Googlebooks) questo consentirebbe di tracciare un chiaro percorso che a partire dall'isola di Lesbos, precisamente da Mytilene, tocca Focea, sua dirimpettaia e interlocutrice economica e monetaria (tra i due centri, infatti, fin dal 521aC. intercorreva un trattato monetario; vedi nota 79, pag 21), per proseguire verso Occidente seguendo le rotte commerciali dei Focesi. Conclude infatti il suo viaggio esprimendosi nelle emissioni di tipo Auriol, i cui rapporti con la monetazione focese son stati adeguatamente chiariti, non senza aver prima esercitato la sua influenza pure sulle emissione di Anaxilas….

[Per un interessante excursus sui tipi testa di leone/protome di vitello presenti nella monetazione di Anaxilas a Messana rimando al post del nostro ottimo Acraf #846 , del 26 marzo 2011, pag 57]

A riprova dell'esplicita influenza dell'immaginario focese sulle prime emissione di Massalia riporto un frammento della Fig.1 da "Le trésor d'Auriol et les types monétaires phocéens" - Andreas FURTWANGLER.

Fig 1 – 3 : Focea; Fig. 2 -4 Massalia.

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La comparsa del tipo della testa di vitello sulla monetazione di tipo Auriol richiama inoltre la nostra attenzione sull'intera estensione di un percorso commerciale marittimo che muoveva dalle colonie ioniche dell'Asia Minore fino a giungere ai territori etruschi proseguendo oltre verso le zone di Massalia o di Emporiae, fornitrici di metalli.

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Un altro interessante articolo online sull'iconografia delle monete del cosiddetto "trésor d'Auriol":

"Iconographie des monnaies du trésor d'Auriol acquises par le cabinet des médailles de Marseille" par M. Blancard, dans "Mémoires de l'Académie des Sciences, Belles-Lettres et Arts de Marseille", années 1870-1871, page 17 à 33. [ article en format PDF ]

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Ad un tipo Auriol il Manganaro avvicina, in un primo tempo, anche questo misterioso "obolo" anepigrafe con al D/ una protome di toro a sn., con corno, entro un cerchio perlinato; sul R/ un incuso uniforme :

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Es Tav.3, n. 35 in J 1984 - "Dai mikrà kermata di argento al chalkokratos kassiteros in Sicilia nel V se. A.C."

Manganaro lo attribuisce infatti all'area magno-greca o messinese e ne richiama generici confronti con qualche tipo Auriol o con la testa del toro sibaritico.

In un secondo tempo, in "Dall'obolo alla litra e il problema del 'Damareteion" – 1999 (pag 253; tav 24, esemplari n.50, 51), il Manganaro attribuisce il misterioso oboletto, seppur ancora in forma dubitativa, a Selinunte... L'attribuzione è su base esclusivamente iconografica. La frazione argentea presenta infatti al D/ una protome di torello che ricorda il toro cretese effigiato in lotta con Heracles al D/ dei didrammi selinuntini della metà del V sec.aC; anche il quadrato incuso al R/, diviso da raggi, è presente sulle frazioni arcaiche della città.

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La testa di toro col corno sul D/ costituirebbe una prefigurazione del toro che Eracle doma afferrandolo per il corno sul D/ dei didrammi con legenda Hypsas.

Continua.....(a Selinunte ! :P)

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Che belli gli hekte di Mytilene... e i loro fratelli di Phocea... Sono dei piccoli capolavori con tematiche davvero interessanti e originali. Però divago, qui siamo in Sicilia...

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Molti complimenti alla grande Medusa!

La sua può sembrare una divagazione fuori tema, ossia fuori Sicilia.

In realtà, se è vero che è partita da Lesbos, ha mostrato comunque una interessante traccia che poi arriva alla nostra Sicilia.

Purtroppo spesso non basta esaminare le monete della sola Sicilia e per una loro migliore comprensione è spesso necessario "uscire dai confini", non dimenticando mai che comunque i Greci della Sicilia erano discendenti di coloni della Grecia continentale e insulare e spesso manenevano stretti legami con la madrepatria.

Un esempio è fornito proprio dall'evoluzione del tipo "testa di toro", specie nei suoi connotati di protome con "pieghe giugulari", che poi compare su alcuni misteriosi oboli anepigrafi, solo di recente attribuiti a Selinunte.

Attendo con impazienza lo sviluppo del ragionamento di Medusa, per un migliore inquadramento di questi misteriosi oboli con protome di vitello......

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Che belli gli hekte di Mytilene... e i loro fratelli di Phocea... Sono dei piccoli capolavori con tematiche davvero interessanti e originali. Però divago, qui siamo in Sicilia...

Gentilissimo Arka, hai proprio ragione sull'ammaliante bellezza di questi gioiellini in elettro… (per cui non mi lascio mai sfuggire l'occasione di mostrarne qualcuno :P ), la cui iconografia non risulta poi così lontana da quella espressa sulle monete sicelioti dall'immaginario dei colonizzatori greci....

Molti complimenti alla grande Medusa!

La sua può sembrare una divagazione fuori tema, ossia fuori Sicilia.

In realtà, se è vero che è partita da Lesbos, ha mostrato comunque una interessante traccia che poi arriva alla nostra Sicilia.

Purtroppo spesso non basta esaminare le monete della sola Sicilia e per una loro migliore comprensione è spesso necessario "uscire dai confini", non dimenticando mai che comunque i Greci della Sicilia erano discendenti di coloni della Grecia continentale e insulare e spesso manenevano stretti legami con la madrepatria.

Un esempio è fornito proprio dall'evoluzione del tipo "testa di toro", specie nei suoi connotati di protome con "pieghe giugulari", che poi compare su alcuni misteriosi oboli anepigrafi, solo di recente attribuiti a Selinunte.

Attendo con impazienza lo sviluppo del ragionamento di Medusa, per un migliore inquadramento di questi misteriosi oboli con protome di vitello......

Grazie anche al gentilissimo Acraf per il tuo intervento e per l'anticipazione di quanto seguirà a breve ...

La mia lunga premessa, lunga quasi quanto le antiche rotte che dall'Egeo raggiungevano la Sicilia... :) :D, mirava proprio a delineare lo scenario nel quale si inserirebbero i deliziosi oboletti arcaici di cui desideravo parlare….

Tornando alle influenze di Lesbos, Focea e delle altre colonie greche dell'Egeo, vorrei qui proporvi alcune riflessioni da Anna Carbè che in "Note sulla monetazione di Selinunte. Contributo della numismatica alla storia e al patrimonio religioso della città", sottolineando appunto le estese relazioni tra Selinunte e il mondo greco d'oriente, cita a questo proposito V. Tusa, il quale evidenza una presenza orientale a Selinunte anche in epoca anteriore alla colonizzazione greca (Selinunte Punica, "Riasa" 18, 1971).

Propone inoltre come emblematico il confronto con la prima emissione di Kamiros, nell'isola di Rodi, che presenta caratteri tipologici molto simili a quelli di Selinunte: un didramma con al D/ una foglia di fico a cinque lobi e al R/ un quadrato incuso. Solo a Kamiros e a Selinunte comparirebbe infatti, nella prima metà del VI secolo, una foglia come tipo monetale, oltre che l'utilizzo di due globetti. Per cui la studiosa ipotizza un possibile contatto diretto dei Selinuntini col centro rodiota.

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Rhodes, Kamiros Didramma 12.02 g, c. 510, ex A.Moretti collection, Bank Leu 28, 5 Maggio 1981, 166.

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Didramma di Selinunte. Entrambi gli esemplarisono Cortesia acsearch.info.

Interessantissime sarebbero le riflessioni sulle due foglie di fico e di selinos (appio) quali possibili epifanie rispettivamente di Apollo a Kamiros e di Zeus Meilichios a Selinunte… Ma questa è un'altra storia su cui ritorneremo….

Alcune scoperte archeologiche avrebbero inoltre dimostrato che all'origine delle molteplici leggende sulla colonizzazione greca in Sicilia potevano essere stati remoti contatti e scambi tra il mondo egeo e la Sicilia. Riguardo a presenze in Sicilia micenee, euboiche, ecc…, abbiamo parlato anche diffusamente in precedenza in questa discussione.

Presenze focesi sono inoltre ipotizzate da L.Antonelli in "Traffici focei di età arcaica" – Hesperìa 23. Google books, pag 92, 93 – lungo una rotta che transiterebbe per il canale di Sicilia: elementi in tal senso verrebbero da evidenze archeologiche in siti quali Megara, madrepatria di Selinunte, Selinunte stessa oltre che Gela, Siracusa e Mozia. Si aggiunga a questo anche la testimonianza di Tucidide (V4, 4) che ricorda l'esistenza di una Phokaiai nel territorio di Leontini, da porre forse in relazione con il ritrovamento di alcune terracotte architettoniche a Morgantina della metà del VI secolo, di probabile produzione nord-ionica, che suggerirebbero l'ipotesi di un profondo interesse foceo per il mondo siculo nonché di una probabile frequentazione dell'area a scopo commerciale. La presenza di diversi siti emporici sulle coste meridionali della Sicilia, alle foci di fiumi quali confini tra i territori delle varie città greche, sembra indicare che la rotta fosse effettivamente praticata, date anche le possibilità di scambio con l'elemento punico. Seguivano certo questa rotta le navi naufragate a Gela e nei pressi di Kamarina tra la fine del VI e l'inizio del V secolo (vedi nota 7 pag 93)....

Per ulteriori particolari e per una ricca bibliografia rimando all'opera citata su Google books. In particolare si veda nella nota 6 pag 92-93, le interessanti analogie citate dall'autore tra rilievi di Morgantina e le emissioni in elettro di Mytilene e focea e in argento da Messalia ed Elea, nonché da Zankle e Rhegion durante la tirannide di Anaxilas.

(continua)

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I Primi Oboli di Selinunte arcaica: Incipit

La comparsa di diverse varianti rispetto all'unico tipo descritto dal Manganaro (vedi mio post sopra) ha offerto occasione a Lorenzo Lazzarini (Università IUAV Venezia, Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi), profondo e sensibile conoscitore di Selinunte, di pubblicare un interessantissimo saggio su "I Primi Oboli di Selinunte arcaica - Tavola 4" dove conferma l'intuizione e le argomentazioni del Manganaro, alla luce anche del ritrovamento di due ripostigli di questo tipo di oboli nella Sicilia occidentale (di cui uno proprio nella chora di Selinunte), smembrati e dispersi nel mercato antiquario.

Questi rinvenimenti parrebbero dunque confermare l'emissione da parte di Selinunte di frazioni di piccolo valore per le transazioni quotidiane dei suoi cittadini.

Basandosi sul parallelo con Himera, la città che seguì immediatamente Selinunte nell'emissione di moneta e si dotò quasi subito di frazioni (515 a.C.), lo studioso si domanda perché mai ciò non dovette avvenire anche a Selinunte…, dato che proprio Selinous fu la prima polis ad introdurre in Sicilia la moneta verso la metà del VI secolo, sottoforma di didrammi del peso di circa 8 g. che servirono a finanziare le opere pubbliche di ricostruzione resesi necessarie dopo un evento catastrofico (un sisma??) avvenuto verso il 560aC. Essa probabilmente dovette essere anche la prima a riscontrare la necessità di disporre di frazioni del didramma stesso per far fronte agli scambi della vita quotidiana…

Ricordiamo che oltre ad Himera, anche a Naxos compaiono parallelamente alle dracme arcaiche abbondanti frazioni. Rimando a questo proposito all'interessantissima ed esaustiva monografia "Naxos 530-403 a.C." in CNAI di Alberto Campana, oltre che agli innumerevoli post su Himera e Naxos presenti su questa discussione… Eh…., i cuori di Piakos, Numa numa e Medusa hanno palpitato a lungo tra Naxos ed Himera… :P e ancora non è stata neanche lontanamente esaurita la trattazione!! Probabilmente altre novità seguiranno presto…, grazie anche all'ingresso di Acraf nella discussione!! :rolleyes:

Iniziamo ora ad analizzare le quattro serie di oboletti identificate da Lazzarini con al D/, appunto, la protome di torello ….

(continua)

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I Primi Oboli di Selinunte arcaica: Oboli della 1° serie

L'inizio della monetazione a Selinunte appare incerto in quanto le prime emissioni sembrano agganciarsi al sistema metrologico di tipo corinzio. Il primo statere del peso circa di 8,7 g equivalente ad uno statere corinzio di tre dramme. Di questo comunque viene imitata la struttura slargata del tondello e il quadrato incuso con al centro una testina di Athena che a Selinunte (dopo una primissima fase caratterizzata dal solo quadrato incuso) viene sostituita da una fogliolina di selinon. Si tratterebbe di una fase sperimentale che evidenzia la mancanza di un riferimento e di un modello di monetazione di cui non disponeva né la madrepatria lontana, Megara Nisea, né la più vicina Megara siceliota. Le primissime emissioni portano comunque al R/ semplicemente il quadrato incuso. (Fonti: A.Cutroni Tusa, "La monetazione di Selinunte"; F.Panvini Rosati,H.A.Cahn "La moneta greca e romana")

Secondo Lorenzo Lazzarini "se si assume 8,70 g il peso medio dei didrammi selinuntini arcaici, si può calcolare che l'obolo teorico corrisponde a 0,72 g, valore bene in accordo con i pesi delle frazioni della seconda e terza serie, mentre il peso della prima e dell'ultima, per quanto ora note da pochi esemplari, è rispettivamente maggiore e minore, obbedendo alla regola del progressivo indebolimento ponderario dei nominali delle serie greche più antiche."

I nuovi oboli individuati sarebbero tutti riferibili al I° gruppo di didrammi individuato dalla Arnold-Biucchi. Finora in letteratura a questo gruppo non risultavano assegnate frazioni. (Vedi C. Arnold-Biucchi, "The Beginnings of Coinage in the West: Archaic Selinus," in Florilegium Numismaticum. Studia in Honorem U. Westermark Edita)

La datazione viene posta tra il 530-510aC, cioè tra l'inizio della seconda serie di foglia di selinon/quadrato incuso (con le foglie più naturalistiche) e quello della prima serie foglia/foglia.

Obolo della 1° serie: l'obolo più pesante e più antico. Il tondello è mediamente spesso e leggermente scodellato.

D/: protome di torello a destra entro cerchio perlinato; mostra un corno e orecchio evidenti, occhio marcato e raffigurato come un globetto al centro di un piccolo incavo; la troncatura del collo è netta e dritta e sono evidenti tre pieghe ondulate sul collo stesso.

R/: quadrato incuso suddiviso in 8 settori da altrettanti raggi.

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SN: Obolo della 1° serie, 1.14 g. circa 530-510. NAC AG Auction 46 (02.04.2008) lotto 206 circa 2758 USD… Ex A.D.M. collection

DS: Esemplare riportato da Lazzarini, Tav. 4, 1., 0.98 g., da Collezione privata

(continua....)

Modificato da medusa
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Ottimo!

Al momento di più non posso dire e nemmeno scrivere per assorbenti incombenti sopraggiunti e che mi impegnano già da un paio di mesi.

Mi conforta leggerVi, cari amici e con Voi ritrovarmi.

Tornerò a far sentire la mia modesta voce in questa infinita discussione...prima o dopo.

In gamba!

:)

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Mi conforta leggerVi, cari amici e con Voi ritrovarmi.

Tornerò a far sentire la mia modesta voce in questa infinita discussione...prima o dopo.

In gamba!

:)

Il conforto e il piacere sono reciproci, carissimo... :rolleyes:, per cui ...

a rileggerTi presto!!!

Valeria

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Waiting for ... Piakos, continuo a presentarvi le altre tre serie di oboli di Selinunte arcaica.... sempre by Lorenzo Lazzarini "I Primi Oboli di Selinunte arcaica - Tavola 4"

I Primi Oboli di Selinunte arcaica: Oboli della 2a serie (530-525 a.C.)

Probabilmente contemporanei o di poco posteriori agli oboli della 1a serie (530-525 a.C.), sembrano essere più comuni e meno pesanti. Il peso medio su quattro esemplari noti è infatti di 0,71gr. Presentano uno stile molto simile:

D/: una protome di torello a sinistra entro cerchio perlinato; occhio un po' meno marcato e spostato in avanti, all'esterno del muso un po' appuntito; le pieghe sul collo sono tre e dritte.

R/: quadrato incuso più piccolo con dieci raggi. Il tondello è leggermente più scodellato rispetto a quello della 1° serie.

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Es: da Lazzarini op. cit., tav.4, 2, Astarte XIV, 2004, 163 – 0,75 gr

THE NEW YORK SALE lotto 62 Auction XIV 10.01.2007 AR 0.73 g - Ex Dr. A. Moretti coll. Cortesia acsearch.info.

Il peso di un quinto esemplare noto, riportato dal Manganaro ("Dall'obolo alla litra e il problema del 'Damareteion") nella tav. 24 al n° 50 è di 0,58gr: parrebbe quindi essere, per peso e stile (testa più arrotondata e occhio più tondo, pronunciato e arretrato) di raccordo con la 3a serie di oboli, relativamente più tarda.

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(continua)

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