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Ing. Lanfranco Mario


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MARIO LANFRANCO. Solerte funzionario; Direttore della R.Z. dal 1910 al 1929.

Nella Direzione della R. Zecca. - L’ing. Mario Lanfranco ha lasciato per motivi di salute,

nello scorso mese, la Direzione della R.Zecca. Il nome di Lanfranco rimane legato alla rinnovazione della nostra officina monetaria nazionale, ed al movimentato periodo di emissioni che hanno caratterizzato il regno attuale, anche a causa della grande guerra.

Nominato nel 1910 direttore della R.Zecca, si recò all’estero per studiare gli ordinamenti e gli impianti tecnici delle migliori zecche,organizzando rapidamente le installazioni nel nuovo palazzo di via Principe Umberto, tanto che nei primi mesi del 1911, ricorrendo il cinquantenario nazionale, si potevano all’augusta presenza del Re iniziare le lavorazioni monetarie. E’ da rilevare che, impiantandosi la Zecca del Regno, il Lanfranco ebbe cura di introdurvi tutti i migliori meccanismi ed i più rigorosi ed economici metodi di lavoro in modo che fu possibile affrontare il grande problema della rinnovazione dei tipi monetari.

Come è noto, i primi tipi rinnovati nel 1911 sono stati quelli dell’argento (modello I° e 2°, del Calandra) del bronzo (modello del Canonica) del nichel da 20 centesimi (modello del Bistolfi); i tipi invece dell’oro (modelli del Boninsegna) uscirono soltanto nel 1912.

Nel 1917 essendosi dovuto sospendere prima le monetazioni d’argento perché il valore

intrinseco di esso aveva raggiunto e superato il suo valore monetario, ed in seguito anche le altre monetazioni per la rarefazione dei metalli bronzo e nichel, occorrenti per usi bellici, la Zecca fece studi per una grande monetazione nel metallo ferro-nichel (lega di ferro col 25 per cento di nichel) che però non diede felice risultato. Questa monetazione era stata ordinata dal Ministro Nitti, mentre il Direttore della Zecca propendeva per una monetazione in nichel puro, della quale esponeva i vantaggi con una lunga relazione che non fu approvata.

Nei primi mesi del 1918 la minuta circolazione erasi ridotta in tristissime condizioni perché il bronzo monetario veniva in larga scala incettato per essere esportato o preso come già era successo nel 1917 con l’argento per la parte che non erasi fatto in tempo a ritirare dalla circolazione. In tali frangenti urgevano provvedimenti efficaci ed immediati ed il Lanfranco propose alla Direzione Generale del Tesoro di rimettere in circolazione con nuove impronte le vecchie monete di nichel misto (cupro nichel) coniate nel 1894 col tipo Speranza, e poi ritirate dalla circolazione per essere sostituite colle monete di nichel puro, tipo Bistolfi. Siccome però una parte di queste monete già era stata alienata, così per rimettere in circolazione quella ancora accantonata dovevansi prima cambiare le impronte. A tutta prima sembrava che fosse necessario rifondere le vecchie monete ed utilizzare le paste per fabbricare i nuovi tondelli da coniare. Ma invece si ristamparono le vecchie monete direttamente, senza preventiva rifusione, assogettandole ad un trattamento tecnico molto semplice ed economico. Con questa geniale innovazione non solo l’Erario potè risparmiare parecchi milioni di lire come costo di fabbricazione dei tondelli, ma si potè immettere subito nella stremata circolazione della piccola moneta un rinsanguamento di monete d’appunto che valse a superare felicemente la grave crisi che colpì nel 1918 tutti gli stati belligeranti.

Terminata la guerra, la Zecca era chiamata a provvedere al rinnovamento e alla sostituzione delle monete di bronzo con alzamento di valore cioè con variazione di peso, e di composizione chimica; ed alla sostituzione dei buoni di carta da 1 e 2 lire con valuta metallica. Qualche stato estero aveva adottato per la sostituzione dei suoi buoni di carta una lega di rame e alluminio di color giallo: da noi si prescelse il nichel puro utilizzando le forti scorte residuate dalla guerra. Però la lavorazione del nichel puro non era stata ancora trattata industrialmente su vasta scala in Italia e le difficoltà che si dovettero affrontare furono gravi, ma tenacemente e felicemente superate, ed ora la nostra grande industria metallurgica può contare al suo attivo anche la lavorazione in lastre e tondelli di nichel puro. Di questo torneremo a parlare prossimamente.

Con le nuove monete di 1 e 2 lire, e col nuovo tipo da 50 centesimi di nichel puro, e con la sostituzione dei nominali di bronzo il poderoso macchinario della Zecca lavorò in pieno, raggiungendo una produzione veramente enorme.

Infine, decisa dal Governo Nazionale la stabilizzazione della lira, dovendosi sostituire i

vecchi biglietti da 5 e 10 lire con monete d’argento veniva affidata alla Società Metallurgica Italiana la fabbricazione dei tondelli d’argento; la vigilanza tecnica di questa grandiosa lavorazione (quasi mille tonnellate) fu affidata al Lanfranco che organizzò le officine della Zecca in modo da poter coniare più di un miliardo di lire in meno di due anni, lavoro questo veramente ingente che in altri tempi avrebbe assorbito l’opera della Zecca per un periodo di almeno dieci anni.

Non vogliamo mancare, infine, di rilevare come il lavoro compiuto dal Lanfranco sia stato

giustamente valutato dalle superiori gerarchie, ed apprezzato all’estero, dove si seguirono con interessamento le coniazioni delle nostre monete di nichel puro che presentano, come è noto, non comuni difficoltà per la durezza del metallo e per i forti rilievi delle impronte.

Tutte le nuove monete coniate dal 1911 ad oggi sono state precedute da prove ed

esperimenti di coniazione che per i numismatici presentano molto interesse perché servono a segnare il cammino percorso nella creazione della moneta.

L’ing. Lanfranco ha raccolto i dati e gli elementi più interessanti sulla creazione di queste

prove in un suo importante lavoro, illustrando anche le prove e i progetti di monete coniate dai suoi predecessori a partire dalla proclamazione del Regno.

Siamo lieti di annunziare che la Rassegna Numismatica avrà il privilegio di pubblicare nei

suoi fascicoli, a cominciare fra qualche mese, tale importante lavoro che per la sua documentazione di primo ordine resterà assolutamente definitivo.

Il lavoro sarà pubblicato a puntate, nel 1929 e per alcuni mesi del 1930.

Nel rivolgere al benemerito funzionario, al valentissimo tecnico il nostro saluto cordiale,

esprimiamo il desiderio che, dopo un periodo di riposo necessario alla sua salute, egli possa, anche in un altro ramo della amministrazione, essere chiamato dal Governo fascista a rendere a lungo i suoi servigi al Paese.

(tratto da Rassegna Numismatica 1929 pp. 145-146-147 visibile on-line grazie a Rongom)

Saluti,

N.

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Grazie per averlo postato! Da appassionato numismatico, e da ingegnere industriale io stesso, ho letto con enorme interesse questo articolo :good:

Modificato da apulian
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Grazie per averlo postato! Da appassionato numismatico, e da ingegnere industriale io stesso, ho letto con enorme interesse questo articolo :good:

Ho pensato di segnalarlo a chi fosse sfuggito.

Attento però alle sviolinate.

Saluti,

N.

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  • 2 settimane dopo...
Guest utente3487

Attento però alle sviolinate.

Infatti...no è stato tutto oro quello che risplendeva....però un dato di fatto rimane: ha scritto un'opera fondamentale in materia di prove e progetti.

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  • 3 settimane dopo...
Guest utente3487

E proprio il Lanfranco, in merito al pezzo progetto da cenrtesimi 10 (Lanfranco nr.80. pagina 85.Pagani PP nr.338, pagina 56. Simonetti nr.225/1, pagina 184.Montenegro nr.552, pagina 293), scrive: "Sulla fine del Novembre 1914 la R.Zecca trasmetteva al Ministero, in diversi esemplari, i campioni di prova….l’ultimo campione, descritto col n.80, non essendo stato preso in considerazione, gli esemplari coniati sono statio tutti distrutti.”.

Quanti esemplari sono apparsi fino ad oggi sul mercato di questi pezzi evidentemente trafugati al destino della distruzione, e certamente fonte di lucro a partire dai primi, abusivi possessori?

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  • 2 anni dopo...
  • 2 settimane dopo...

Qualcuno sa se il Lanfranco è mai apparso in Asta? Intendo il volume intero....

LANFRANCO Mario, I PROGETTI E LE PROVE DI MONETE DEL REGNO D’ITALIA. In "Rassegna Numismatica". Roma 1929-33.

Se non ricordo male la mia copia era apparsa in vendita in una asta francese ed io poi l' avevo acquistata nel negozio della CGB

Mentre i fascicoli sfusi estratti dalla Rassegna Numismatica mi erano stati procurati dall' amico Giamba

Modificato da piergi00
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Guest utente3487

Fortunato te. Io sono riuscito a fare le fotocopie dal volume che aveva la facoltà di Giurisprudenza di Perugia. Aveva ancora le pagine attaccate. Mai letto da nessuno!!!!!!!!

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  • 7 mesi dopo...
Supporter

Riprendo questo interessante post per aggiungere un altro scritto, sempre visibile sul nostro sito grazie a Rongom.

L'autore di questo articolo del 1954 parla di aver visto di persona, mostrate direttamente dal Lanfranco, quando era ancora direttore della Regia Zecca, varie rarità numismatiche sparse sopra il proprio tavolo.

Ma non vi anticipo altro per non togliervi la suspanse.

Saluti Marfir.

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Supporter

.

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Pezzi di storia numismatica e non solo, riprendo un mio post di qualche giorno fa parlando di prove...ho sempre più l'idea che qualcuno si sia fatto prender la mano ai soli fini collezionistici personali o anche meramente economici.

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L' enorme quantita' di tipologie di prove e progetti uscite sotto Vittorio Emanuele III gia' fa venire qualche dubbio , per non parlare della mancanza di documentazione ufficiale a riguardo che lascia il campo aperto a speculazioni presenti e passate.

Modificato da piergi00
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Non so quanto valga discutere su un articolo che si basa su ricordi un po'sbiaditi e comunque non comprovati dell'autore (A. Patrignani).

Però colpisce, se vero, che l'allora Direttore della Zecca Lanfranco (definito dall'autore "persona onesta, sia pure "fondamentalmente", con una mal celata vena di ironia) possedesse monete strane come il 100 Lire fascione datato 1922, o con contorno liscio o, ancora, la Vetta d'Italia "senza fascio sotto la testa del re" (? senza corona ferrea o senza l'arbusto?).

Chissà se queste "varianti" sono ancora esistenti, sepolte nel tesoro di insospettabili numismatici, oppure siano state fuse secondo le parole del Lanfranco riportate nell'articolo.

Fatto sta che pensare di trovare una documentazione credibile sulle prove di VE III risulta sempre più irraggiungibile ...

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"per non parlare della mancanza di documentazione ufficiale a riguardo che lascia il campo aperto a speculazioni presenti e passate."

E future.... :pleasantry:

M.

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Speriamo di no

I collezionisti che seguono da tempo le discussioni aperte in questa sezione ormai hanno aperto gli occhi e si pongono domande.

Anche fuori del forum questo argomento viene discusso

"per non parlare della mancanza di documentazione ufficiale a riguardo che lascia il campo aperto a speculazioni presenti e passate."

E future.... :pleasantry:

M.

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Certi "giochetti" con le prove non sono stati prerogativa solo del Regno D'Italia ma sono proseguiti al tempo della Repubblica Italiana...........

Modificato da piergi00
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Ciao.

Confesso di aver trovato l'articolo del Patrignani alquanto sterile....quasi da giornaletto scandalistico.

Si adombrano gravi responsabilità sull'operato del Lanfranco ma, subito dopo, si usano per definirlo espressioni come "persona fondalmentalmente onesta".

Mi chiedo quale significato possa avere una simile definizione quando è accostata ad accuse, neanche troppo velate, ma sempre espresse con l'inconsistenza tipica del gossip, che attribuiscono al Direttore gravi responsabilità che vanno, se utlizziamo il metro del codice penale, dal peculato, all'abuso d'ufficio, all'interesse privato in atti d'ufficio.

Il tutto però sempre riferito "ammiccando" al personaggio e citando alcune volte in modo improprio le stesse produzioni monetali e alcuni fatti storici (come già ricordava Domenico).

Insomma, non saprei francamente che rilevanza storica assegnare a questo articolo, che mi lascia abbastanza perplesso.

M.

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Guest utente3487

Ciao.

Confesso di aver trovato l'articolo del Patrignani alquanto sterile....quasi da giornaletto scandalistico.

Si adombrano gravi responsabilità sull'operato del Lanfranco ma, subito dopo, si usano per definirlo espressioni come "persona fondalmentalmente onesta".

Mi chiedo quale significato possa avere una simile definizione quando è accostata ad accuse, neanche troppo velate, ma sempre espresse con l'inconsistenza tipica del gossip, che attribuiscono al Direttore gravi responsabilità che vanno, se utlizziamo il metro del codice penale, dal peculato, all'abuso d'ufficio, all'interesse privato in atti d'ufficio.

Il tutto però sempre riferito "ammiccando" al personaggio e citando alcune volte in modo improprio le stesse produzioni monetali e alcuni fatti storici (come già ricordava Domenico).

Insomma, non saprei francamente che rilevanza storica assegnare a questo articolo, che mi lascia abbastanza perplesso.

M.

Direi nessuna, anche se però Lanfranco passò guai molto molto seri e proprio per il suo operato, culminato con lo scandalo delle 20 lire anno V. E per questo venne trasferito a Lucca. Di certo di monete ne capiva e il suo prove e progetti lo testimonia.E ne capiva anche il valore.

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La storia potrebbe cominciare proprio da qui...aveva figli?sarebbe interessante nel caso poter parlare con loro, ricostruire alcuni aspetti, certo dal loro punto di vista o dal loro vissuto, e magari scoprire chissà dove possano esser andate a finire alcune monete in questione.

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Guest utente3487

La storia potrebbe cominciare proprio da qui...aveva figli?sarebbe interessante nel caso poter parlare con loro, ricostruire alcuni aspetti, certo dal loro punto di vista o dal loro vissuto, e magari scoprire chissà dove possano esser andate a finire alcune monete in questione.

Non porterebbe a nulla credo, anche perchè nel caso, avrebbero tutto l'interesse a non dire nulla su alcune vicende che presumbilmente hanno visto coinvolto Mario Lanfranco, MOLTO coinvolto.

Modificato da elledi
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