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IGNORED

I SANTI NELLE MONETE MEDIEVALI


Risposte migliori

Mentre nella monetazione bizantina il volto e la raffigurazione di Cristo è ricorrente nell'iconografia,nella monetazione di Carlo Magno entra prepotentemente il simbolo cristiano del tempietto con la croce nel suo interno con la legenda XPISTIANA RELIGIO,nella monetazione medievale i santi diventano protagonisti con l'effigie dei vari S.Ambrogio a Milano,S.Giovanni Battista a Firenze,anche santi "minori" come Donato ad Arezzo o Ciriaco ad Ancona e tanti altri;la prima riflessione che mi viene è di attribuire questa parcellizzazione dei simboli religiosi a una chiara e precisa volontà di identificazione da parte delle varie città presenti nel periodo comunale;il potere centrale della Chiesa come si rapporta in questo contesto?Ci sono altre motivazioni,secondo voi a questi cambiamenti di simboli religiosi?Magari riuscite ad ampliare questa riflessione,grazie,

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Ogni città ha un Santo protettore.Evidentemente nelle monete,specie quelle coniate da città repubblica,oppure da città rette da vescovi -conti la raffigurazione del Santo patrono era d'obbligo,anche perchè la moneta circolava tra tutta la gente del luogo ed anche nelle città vicine.

Guarda le monete di Salisburgo. Praticamente dal 1500 al 1750 tutte hanno su un lato San Roberto e alcune anche il co-patrono San Virgilio.

Tra le monete medioevali tedesche ho visto San Michele,Sant'Ulrico, e anche santi dai nomi impossibili( almeno per noi) .Inoltre anche alcune monete che riportano il ritratto del regnante , hanno al rovescio un Santo, o più spesso la Madonna. Come per dire : Sono in buona compagnia.

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Mi piace la discussione che hai impostato . A mio parere il "campanilismo" è un sentimento insito nell'uomo , probabilmente retaggio del nostro antenato preistorico . Il Clan era di vitale importanza : un numero sufficiente di persone era l'ideale per lo svolgimento della vita , un numero troppo grande recava problemi a tutta la comunità e un numero troppo piccolo non consetiva determinate mansioni . Perchè dico questo ? Il Santo patrono identifica le radici di ogni comunità , senza per altro uscire dai canoni della Cristianità , per altro ben rappresentata dal simbolo della croce . Non è campanilismo , questo? Oltretutto la moneta era veicolo di propaganda : cos'altro meglio per dire " questo è il nostro Santo e noi siamo sotto la sua tutela morale e religiosa . Che nessono osi toccarci! ".

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L'iconografia del Santo locale nelle monete è anche una chiara affermazione di autonomia politica (dato che battere moneta in proprio è una delle prerogative della sovranità) e va di pari passo con lo sviluppo delle altre istituzioni comunali. Infatti, in genere sulle monete comunali del periodo "maturo" (XIII-XIV secolo) l'utilizzo della figura del Santo, con la legenda a suo nome, si accoppia con la pura e semplice enunciazione del nome della città, senza alcun riferimento ad autorità superiori (imperatori vescovi ecc.) da cui derivare la concessione del privilegio di zecca: S. QUIRIACUS - DE ANCONA ; S. PETRONIUS BONONIAE PROTECTOR - BONONIA MATER STUDIORUM ; S. IOHANNES BAPTISTA - FLORENTIA e così via.

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salve :hi:

segnalo quelle relative ai Sacri Vasi contenenti la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo, conservati nella Cattedrale di Sant’Andrea a Mantova (vero e proprio elemento di continuità nella monetazione gonzaghesca ).

http://img805.imageshack.us/img805/3743/aaa1.jpg

e uno scritto che riguarda alcune zecche del nod-est

http://www.zrs.upr.si/SL/zaloznistvo/annales/Annales_Sociologia_18-2/stekar.pdf

Modificato da scacchi
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Awards

Allora vi propongo questa stupenda medaglia di grande modulo (diametro 13 cm e 950 gr di peso in puro argento), autentica opera d’arte, che fu realizzata in unico esemplare e murata alla Porta della Lanterna per la costruzione delle cinta muraria di Genova del 1626. In questo medaglione fu intagliata la figura della Madonna con i 4 Santi Protettori della Repubblica di Genova: San Bernardo, San Giovanni Battista, San Lorenzo e San Giorgio.

La storia del medaglione è questa: fu ritrovato nel 1861 durante i lavori di ingrandimento del porto, fu smurato e fu acquistato dal noto collezionista di monete genovesi Luigi Franchini che ne aveva compreso la straordinaria importanza e lo conservò gelosamente tra i pezzi più importanti della sua collezione dopodiché fu dispersa nell’asta tenutasi a Roma nel 1879 (ma credo che oggi sia a Genova in collezione privata).

Circa le monete, invece, la Repubblica di Genova ne coniò con la raffigurazione di San Giovanni Battista (5 e 10 soldi, 1-2-4-8 lire, ½ e 1 zecchino del 1724 + il rarissimo zecchino cinquecentesco http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GE2P/1 ), San Giorgio (4-5-12 e 24 soldi, la stupenda serie dei Reali: 1-2-4 e 8, ½ e 1 zecchino del 1718 e, per il levante, il “giorgino”) e una sola con San Bernardo ( cavallotto) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GE2P/9 dimenticandosi di San Lorenzo.

post-9750-1281018375,88_thumb.jpg

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Awards

Pezzo splendido !!!! Veramente. Per quanto riguarda San Lorenzo , egli è stato sin dal medioevo ed è tuttora il protettore di Viterbo . Forse questo il motivo dell'abbandono della sua iconografia in quel di Genova??

Ciao

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Ciao, intanto sulle monete di Genova le immagini di santi arrivano molto dopo il Medioevo.

Genova sulle monete ha quattro santi protettori:

san Giorgio, san Giovanni Battista, san Bernardo e Maria santissima.

San Lorenzo, pur essendo venerato, non è sulle monete, ma è titolare della cattedrale.

Tutti personaggi foresti, a differenza di altre città che hanno come protettori personaggi locali. Eppure di santi locali non ne mancano. Ad esempio san Siro, al quale era dedicata la prima cattedrale. In seguito la sede vescovile è stata trasferita alla chiesa di san Lorenzo, divenuta la chiesa più grande e importante. Nel frattempo sono passati alcuni secoli e il culto per san Lorenzo è stato superato da quello per san Giovanni Battista, le cui ceneri sono custodite appunto nella cattedrale di san Lorenzo.

Modificato da bavastro
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Nel volume Monete e storia nell'Italia medievale scrive la professoressa Lucia Travaini a pagina 250:

"Nel 692 il re Longobardo Cuniperto introdusse la prima moneta nazionale identificata dal santo protettore dei Longobardi, l'arcangelo Michele, che fu anche il primo santo raffigurato su moneta. Dopo san Michele furono raffigurati tra l'VIII e il IX secolo san Pietro a Roma e san Gennaro a Napoli. I santi rappresentarono per le città italiane un forte elemento di identità e nella monetazione comunale italiana i santi vescovi ebbero un ruolo rilevante (Ambrogio a Milano, Donato ad Arezzo, Ciriaco ad Ancona e tanti altri)... "

Sul San Michele nella monetazione di Cuniperto è disponibile online sul sito del prof. Arslan un contributo specifico.

Ecco il link diretto:

http://www.ermannoarslan.eu/Contributi/2001-EAA-SMichele.pdf

E' da un po' che si parla della imminente pubblicazione di un libro di cui si conoscono autore e argomento ma che, a quanto ne so, ancora non vede la luce:

Valerio Moneta

Santi e sante su monete italiane. Repertorio iconografico

(collana della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano)

Speriamo che esca presto e se qualcuno ne sa di più ce lo faccia sapere!

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Salute

a talproposito vi segnalo l'asta n°54 del 18 novembre 2009 riguardante la Collezione Este Milani in cui sono state vendute monete coniate dalla Zecca di Pavia di Cuniperto,Ariperto II,e Liutprando,presenti ai lotti n°656,657,658 e 659,con ,appunto,la raffigurazione dell'arcangelo Michele;belle ed affascinanti monete.

--Salutoni

-odjob

Modificato da odjob
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Ciao, intanto sulle monete di Genova le immagini di santi arrivano molto dopo il Medioevo.

Genova sulle monete ha quattro santi protettori:

san Giorgio, san Giovanni Battista, san Bernardo e Maria santissima.

San Lorenzo, pur essendo venerato, non è sulle monete, ma è titolare della cattedrale.

Tutti personaggi foresti, a differenza di altre città che hanno come protettori personaggi locali. Eppure di santi locali non ne mancano. Ad esempio san Siro, al quale era dedicata la prima cattedrale. In seguito la sede vescovile è stata trasferita alla chiesa di san Lorenzo, divenuta la chiesa più grande e importante. Nel frattempo sono passati alcuni secoli e il culto per san Lorenzo è stato superato da quello per san Giovanni Battista, le cui ceneri sono custodite appunto nella cattedrale di san Lorenzo.

Scusate, sono andato fuori tema, allora per rientrare nel modioevo posso aggiungere che la Repubblica di Genova coniò monete con l'immagine di Santi per le proprie colonie, esattamente a Chio un San Giovanni "il Teologo" (che così era consacrato nel santuario di Patmos dall'imperatore bizantino http://numismatica-i...neta/W-GECOL7/8 ed anche un San Giorgio in un Aspro di Caffa di cui aspettiamo la pubblicazione dello studio di questo inedito (è già uscito un articolo in anteprima su CN).

Saluti

Modificato da dizzeta
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Intanto ringrazio bavastro e dizzeta per la delucidazione su S.Lorenzo . I Viterbesi già si stavano preoccupando :D Per quanto riguarda San Michele Arcangelo penso all'antico culto della Nike poi ripreso nel VII sec. , appunto A dimostrazione che le origini dell'iconografia cristiana provengono da molto lontano nel tempo . Non posso , ad esempio , non ricollegare Dio a Giove ( non voglio essere blasfemo , ma.......) i Santi agli Dei e forse , addirittura la Madonna alla Dea Madre neolitica !! Sono uscito fuori tema anche io . Perdono!

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La questione dei santi patroni è collegata alla religione, ma in maniera diversa da quella che viviamo noi oggi. Il culto delle reliquie durante il medioevo era un mercato pazzesco: quante più ne possedeva una città o un nobile, tanto più prestigio e lustro anche politico poteva vantare. I santi poi avevano un loro preciso ordine gerarchico. Gli apostoli erano particolarmente importanti, e fra loro ancor di più gli evangelisti. San Pietro era un asso importante da mettere sul piatto, ma San Giovanni o Marco erano decisamente potenti pure loro... vedi non a caso Firenze e Venezia, che dei loro patroni fece ampio uso sulle monete. Venezia poi creò un vero e proprio mito di San Marco, trasformandolo in talismano invincibile, che sulle sue monete è espresso in una presenza costante, quasi un "logo" quando trasformato in leone alato.

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La questione dei santi patroni è collegata alla religione, ma in maniera diversa da quella che viviamo noi oggi. Il culto delle reliquie durante il medioevo era un mercato pazzesco: quante più ne possedeva una città o un nobile, tanto più prestigio e lustro anche politico poteva vantare. I santi poi avevano un loro preciso ordine gerarchico. Gli apostoli erano particolarmente importanti, e fra loro ancor di più gli evangelisti. San Pietro era un asso importante da mettere sul piatto, ma San Giovanni o Marco erano decisamente potenti pure loro... vedi non a caso Firenze e Venezia, che dei loro patroni fece ampio uso sulle monete. Venezia poi creò un vero e proprio mito di San Marco, trasformandolo in talismano invincibile, che sulle sue monete è espresso in una presenza costante, quasi un "logo" quando trasformato in leone alato.

Io questo fenomeno lo chiamerei "sfruttamento" e "propaganda" :) . Comunque se ciò è servito in qualche maniera ad alimentare in positivo quelli che dovevano essere gli avvenimenti a venire , ben fatto! Le capacità intellettuali dell'uomo medievale , considerate sino a poco tempo fa non all'altezza di altri periodi storici , sono forse ineguagliabili , considerando anche le condizioni di vita che doveva affrontare . Tornando alle monete , voglio segnalare il samperino del Senato Romano : S.Paolo al dritto e S.Pietro al rovescio : esagerati!!!!

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Interessante è pure l'iconografia bizantina: l'imperatore, idealizzato e deificato, era accostato al Cristo e alla Madonna, ma solo raramente a un santo. Evidentemente non voleva frequentare la truppa! :)

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Interessante è pure l'iconografia bizantina: l'imperatore, idealizzato e deificato, era accostato al Cristo e alla Madonna, ma solo raramente a un santo. Evidentemente non voleva frequentare la truppa! :)

Hai ragione rob , i mitomani sono sempre esistiti :D Del tipo : il santino me lo scelgo io!!

ciao

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C'era però anche chi andava controcorrente: per tutto il periodo medioevale sulle monete battute a Mantova non appare mai l'iconografia di un santo, ma al suo posto viene rappresentato l'onnipresente Virgilio:

QuattrinoconscudoGonzagaeVirgilio__6325.jpg

L'unica moneta sulla quale appare un Santo è la rarissima imitazione del grosso Matapane veneziano, ma anche qui sul rovescio appare Virgilio in cattedra: Grossomatapane__7019.jpg

Solo a partire dal Rinascimento inizierà la serie delle rappresentazioni della Sacra Pisside, e da qui in poi i Santi appariranno in grande quantità su monete e monetine sia di Mantova che Casale (cito alla rinfusa:

Santa Barbara, Santa Caterina, San Longino, Sant'Evasio, Sant'Anselmo, Sant'Andrea, Sant'Adriano e altri ancora).

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Tornando al discorso dei santi raffigurati nelle monete medievali , non dobbiamo dimenticare che questo fenomeno , specialmente riguardante i Santi minori , preoccupava non poco le alte sfere clericali che vedevano il proliferare dei culti come un pericolo per l'unità della comunità cristiana . Effettivamente l'iconografia dei santi protettori assunse per i Comuni una valenza politica , come già detto da rob , che va oltre quelli che sono i significati religiosi . Uno stratagemma , quindi , per aggirare in qualche modo la Teocrazia papale .

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Grazie Paolino, illuminante: infatti sto iniziando a pensare che la religiosità esteriore pervasiva e onnipresente sia figlia della controriforma, e che il medioevo vivesse piuttosto la religione come qualcosa di magico/trascendente.

Mi riallaccio alla reliquia/talismano, al pellegrinaggio come viaggio purificatore (un po' se vogliamo come il viaggio alla Mecca dei musulmani anche di oggi).

Rimango nella mia amata Venezia e vedo la differenza fra il San Marco "capo di stato" virtuale, da cui il doge riceve la bandiera, fiero simbolo dell'autorità statale, che si vede sul grosso:

image00740.jpg

(che splendore questo raro Enrico Dandolo)

e la Santa Giustina del XVII sec., bella ma ormai "commemorativa" di una battaglia vinta, ma pur sempre uno sguardo rivolto al passato:

image00733.jpg

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Interessanti e lucidi interventi,grazie dei contributi,anche quello sul potere centrale della Chiesa di Adolfos che mi sembra centrato,abbiamo parlato di Cristo,del tempietto,della croce,di Santi in particolare simboli di identità e abbiamo visto di potere,vorrei ampliare il discorso sui simboli religiosi alla rappresentazione della Vergine che nelle monete medievali mi risulta apparire poco,io ricordo solo monete di Pisa e un trifollaro di Mileto con Maria e il bambino,forse penso la Vergine non era sufficiente simbolo per quel periodo di potere e identità,non vedo altre motivazioni oltre al fatto che era donna.

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vorrei ampliare il discorso sui simboli religiosi alla rappresentazione della Vergine che nelle monete medievali mi risulta apparire poco,io ricordo solo monete di Pisa e un trifollaro di Mileto con Maria e il bambino,forse penso la Vergine non era sufficiente simbolo per quel periodo di potere e identità,non vedo altre motivazioni oltre al fatto che era donna.

Sempre dal volume Monete e storia nell'Italia medievale della professoressa Travaini (pagine 250 e 251) si apprendono molte notizie.

L'immagine di Maria fu raffigurata sulle monete bizantine in vario modo:

orante su monete di Leone VI; nikopoios (ossia portatrice di vittoria) su monete di Costantino VII e poi Basilio II; busto di Maria accanto a quello dell'imperatore (Niceforo II e Giovanni).

Sulle monete italiane Maria appare orante su un follaro di Roberto il Guiscardo per Salerno ma anche seduta di profilo col Bambino in braccio su un trifolaro di Ruggero I per Mileto. Maria col bambino è sulle monete pisane del XIII secolo, sia in busto che a figura intera seduta in trono e in forme gotiche (ultimi due tipi imitati anche nella zecca di Aquileia).

nel 1278 fu introdotta la scena dell'Annunciazione sui carlini d'oro e d'argento da Carlo d'Angiò nella zecca di Napoli.

Oltre che nel volume citato, preziose informazioni anche sull'Enciclopedia dell'Arte medievale, volume VIII (Roma, istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997), alla voce Maria. Numismatica (pp. 235-236), curata dalla stessa Lucia Travaini.

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il Leone di San Marco ha rappresentato anche un simbolo di "unione" tra tutti i popoli e città che appartenevano alla Serenissima.

il popolo si identificava nel Leone e quando i napoleonici hanno invaso lo "Stato da Tera" chi si ribellava lo faceva al grido di: "Viva San Marco, viva el Leon!"

:)

I santi sulle monete venivano anche usati per propaganda politica.

esempio di Verona, patrono San Zeno, il vescovo moro.

Gli scaligeri lo hanno messo sulle loro monete ma la sua raffigurazione era sporadica. Veniva preferita la Scala, simbolo della signoria.

Quando torna sulle monete San Zeno?

in due occasioni particolari: durante il breve dominio milanese (fine '300) e durante il dominio imperiale di Massimiliano I (inziio '500).

In entrambe le occasioni gli "invasori" (i milanesi sostituiscono gli amati Scaligeri e gli imperiali l'amata Serenissima) per far accettare la loro nuova moneta mettono al rovescio l'immagine di San Zeno.

bella furbata eh?

in effetti se ci pensiamo ad un milanese o ad un austriaco cosa poteva interessare del patrono di una città occupata?

propaganda.

Modificato da scheo
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