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Aequitas, Moneta e bilancia.


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Le due personificazioni "Aequitas" e "Moneta" (quest'ultima in realtà era una dea, almeno all'origine) sono accomunate dal simbolo della bilancia. Per l'Aequitas, essa sta ad indicare l'equanimità, la giustizia nel trattamento da parte dell'imperatore (Aequitas Augusti), insomma l'imparzialità, il non aver preferenze preconcette. Certo, stando alle fonti di cui disponiamo (gli Annali e le Storie di Tacito, le Vite dei Dodici Cesari, la Historia Augusta, ecc.) non sono moltissimi gli imperatori degni di questo riconoscimento.

Eccovi una AEQUITAS di Tito (9,0 g. e 26 mm): AEQUITAS AUGUST SC, C 4 e RIC 121a.

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Modificato da gpittini
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Per quanto riguarda "Moneta", è da credere che la bilancia rappresenti proprio l'affidabilità della zecca e della monetazione dello stato: "ti dò tanto argento e tanto oro quanto garantisco che ce ne sia". La Moneta era a tutti gli effetti la dea della zecca.Domiziano coniò per primo questo rovescio, forse quando accettò di alloggiare la zecca senatoria sotto lo stesso tetto di quella imperiale per oro e argento.

A volte, le Monete rappresentate sono tre (come in Settimio Severo): forse una per ciascun metallo? Ricordiamoci le tre A dei monetieri di Augusto (Auro, Argento, Aere). A differenza dall'Aequitas, che la porta raramente, la Moneta regge sempre anche una cornucopia: come dire che la giustizia non è sempre generosa, mentre la zecca di stato sì!!!

Moneta viene da "moneo"(ammonisco o rammento, avverto), ed il fatto che in latino e in italiano indichi il denaro è del tutto casuale. Semplicemente, la prima zecca di Roma era posta dentro il (o in contiguità col) tempio di Giunone Moneta: che era detta così perchè aveva "avvertito" i romani di un imminente terremoto (altro che i sismologi della protezione civile!).

Mentre esistono Aequitas da Galba a Decenzio, Moneta compare durante le guerre civili (68-69 d.C.) e dura almeno fino ai tetrarchi. Per questi ultimi, il tipo non è molto diverso, mentre la legenda parla di SACRA MONETA.

Ed eccovi la Moneta di Domiziano: 10,9 g. e 28 mm, asse; al D: IMP CAES DOMITIAN AUG GERM COS X. Al R : MONETA AUGUST SC.

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La bilancia è lo strumento concreto e il segno metaforico degli scambi umani: sta ad indicare che nessuno dei due ci perde. La bilancia da sola, con la mano che la regge, compare sui quadranti di Claudio (C71 e 73, RIC 74, nuova ediz. 85), e poi su alcuni della dinastia flavia. Eccovi la moneta di Claudio. Fra i piatti della bilancia la scritta PNR, che è discussa, ma significherebbe: PONDUS NUMMI RESTITUTUM; allude al breve e lieve aumento di peso di aurei e denari, all'inizio del regno claudiano.

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La moneta pesa 2,3 g. e reca al R: IMP PP COS II PONM TRP intorno ad SC. Al D invece: CAESAR AUG TI CLAUDIUS. Fra i piatti della bilancia: PNR.

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Modificato da gpittini
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Curioso come la S sia ben incorniciata dalla bilancia, sembra quasi un "messaggio tra le righe" dove l'imparzialità appartiene al Senato più che all'imperatore... certamente sarà casuale, però come colpo d'occhio...

Moneta è a volte raffigurata con gli stessi attributi di Aequitas, tanto che su alcune monete non si ha la certezza di quale delle due si tratti, se non sbaglio, Moneta era Giunone Moneta (l'avvertitrice, l'ammonitrice) e prese questo nome dall'episodio delle oche del Campidoglio, animali a lei sacri, che con le loro grida avvertirono i romani assediati dell'approssimarsi delle truppe di Brenno, che stavano entrando da un passaggio segreto.

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Caro Gianfranco,

innanzitutto ammetto che entrambe le monete che hai postato mi mancano, ancorché entrambe considerate comuni secondo la nuova edizione del R.I.C..

Per Tito la cosa è scontata, per Domiziano meno (mi sembra che il X consolato sia l'unico che mi manchi con questo rovescio). Giusto ieri ne avevo puntato un esemplare davvero bello in vendita da un commerciante francese, che mi è stato però soffiato sul filo di lana. :angry: Sarà per un'altra volta.

Va detto che la Moneta è un rovescio esclusivo di Domiziano, la cui serie inizia proprio con il X consolato e prosegue fino al XVII e ultimo, ed è presente solo sugli assi, a differenza di Fortuna e Virtus che sono replicate anche nella serie dei dupondi.

L'Aequitas invece è stata abbondantemente battuta sotto Vespasiano (anche per Tito e Domiziano) e più limitatamente sotto Tito. Domiziano in proprio non l'ha mai utilizzata.

Aderendo volentieri alla tua sollecitazione posto un paio di monete, entrambe di Domiziano.

La prima è un Aequitas coniata sotto Vespasiano (RIC 929 di Vespasiano della nuova edizione, classificata R, manca nella vecchia edizione e nel Cohen).

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La seconda è una Moneta di Domiziano, esemplare raro con questa legenda (RIC 301b della vecchia edizione, 417 della nuova classificato R2).

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Entrambe le monete sono state trattate con benzotriazolo e cera microcristallina.

Modificato da FlaviusDomitianus
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  • 2 mesi dopo...

DE GREGE EPICURI

Riprendo questa vecchia discussione per mostrarvi un denario di Lucio Vero, acquistato recentemente (g. 3,2 e 18 mm) che al R riporta chiaramente una AEQUITAS, benchè non ne compaia il nome. Ho notato che questo è frequente nei denari, dove quasi sempre hanno la prevalenza le titolature; qui al diritto L VERUS AUG ARP- PARTH MAX, ed al rovescio: TRP VII IMP IIII COS III. Mi pare sia la C318, ma non ho controllato.

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Salve. Bella discussione, molto interessante. Moneta non è una divinità in senso proprio, ma piuttosto un appellativo che deriva dal verbo latino "monere", ovvero "ammonire". Il termine è strettamente collegato ad un avvenimento molto famoso della storia di Roma: l'assedio della città nel 396 a.C. da parte dei Galli di Brenno. Infatti, durante l'assedio, la resistenza romana si era concentrata sulla roccaforte del Campidoglio, dove era situata un'antica ara di epoca arcaica dedicata a Giunone e presso cui si allevavano delle oche sacre alla dea. Furono proprio queste oche, con il loro starnazzare, ad avvisare gli assediati dell'arrivo dei nemici che stavano sferrando un nuovo attacco. Quindi, i Romani ebbero il tempo di prepararsi e respingere gli avversari, ottenendo la salvezza dell'Urbe. Così, l'illustre Camillo decise di dedicare a Giunone, che li aveva, appunto, "ammoniti" riguardo l'arrivo dei Galli, un tempio vero e proprio al posto della precedente ara. Solamente più tardi, verso il 269 a.C., presso questa costruzione religiosa venne stabilita la zecca della città, sottoposta alla protezione di Giunone Moneta, cioè "Ammonitrice". A questo punto fu il linguaggio popolare a trasmettere l'appellativo della dea dapprima alla zecca e poi a ciò che lì si produceva, la moneta.

Modificato da Caio Ottavio
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  • 3 anni dopo...

Ciao, chi potrebbe darmi delucidazioni su questa moneta?

Grazie mille

E' un asse di Tito da Augusto coniato negli anni 80-81.

La legenda completa del diritto (solo parzialmente leggibile nell'esemplare) è IMP T CAES VESP AVG P M TR P COS VIII.

Al rovescio la Aequitas con legenda AEQVITAS AVGVST / S C.

Moneta non comunissima, ma neppure particolarmente rara; è classificabile come RIC 215, BMCRE 204-205, BNF 209.

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