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RIFORMA MONETARIA FEDERICO BARBAROSSA


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Buon pomeriggio,

in questo periodo sono affascianto dalle riforme monetarie, in particolare quelle medioevali. Durante la preparazione del mio primo studio, per il concorso Nino Rapetti, mi sono imbattuto in vari tentativi di riordinare il sistema monetario attuati nell'Italia settentrionale fra la metà del XII secolo e il principio del XIII. In questo intervento cercherò di mettere a disposizione quel poco che so degli altri utenti e di invogliare individui più esperti e capaci di me ad approfondire l'argomento. Premetto di non essere un esperto, ma un ragazzo che si è da poco avvicinato a queste monete, quindi spero mi perdonerete se dico delle castronerie :rolleyes:

Tanto per cominciare cosa bisognava migliorare? L'obiettivo era quello di risanare la circolazione monetaria, invasa da monete fragili e svilite (per le cause della svalutazione del denaro vedere questa discussione: ), assolutamente inadatte ai grandi scambi commerciali ai quali molti stati stavano prendendo parte. Il vecchio e logoro denaro era inappropriato in caso di notevoli transazioni a causa dello scarso contenuto d'argento; ciò diede il la alla lunga serie di riforme che si susseguirono tra il 1155 e il 1252.

Genova e Venezia introdussero una nuova moneta sul principio del XIII secolo, chiamata grosso (in virtù del largo modulo e dell'ottimo contenuto d'argento), che le facilitò nei commerci e piano piano si impose come una delle monete più accettate del mediterraneo orientale, fenomeno provato dai ritrovamenti e dalle imitazioni/contraffazioni in codesta area. Presto anche altre signorie (Pisa, Lucca,....) adottarono questo sistema sistema, creando quindi una pseudo-egemonia che condivideva le medesime valute (denaro e grosso) anche se con rapporti/valori diversi.

Ma la riforma monetaria di cui volevo parlare oggi è quella intrapresa dall'Imperatore Federico I, detto "Barbarossa", e solitamente datata tra il 1155 e il 1162 (anche se il Murari la data tra il 1159 e il 1162). Questa riforma può essere riassunta in due punti fondamentali:

- Ordine alla zecca di Milano di non battere più moneta

- Introduzione di un nuovo nominale, il "denaro imperiale"

Riguardo al primo punto so poco, ma penso che la manovra fosse finalizzata alla creazione di una supremazia del "denaro imperiale" in area lombarda, impedendo a una delle due principali zecche della regione (Milano e Pavia) di coniare moneta. Insomma, credo si tratti di un aiutino dell'Imperatore alla nuova moneta, per facilitarne la strada del successo.

Il secondo punto è quello più interessante. Federico Barbarossa ordinò la coniazione di questa nuova moneta, il "denaro imperiale", che però non sostituì i denari già correnti, ma li affiancò con un rapporto di un denaro nuovo per due denari vecchi (rapporto valido per i denari di Milano e Pavia). Non è chiaro se l'obiettivo dell'Imperatore fosse sostituire i vecchi denari con uno nuovo e rivalutato, o piuttosto affiancarlo pacificamente ai primi. Fatto sta che pochi anni dopo il denaro imperiale riscosse un tal successo, che anche Milano e Pavia iniziarono a imitarlo, e come loro tante altre officine monetarie della zona Lombardo-Piemontese.

Le mie conoscenze si fermano qui. Se qualcuno ha maggiori informazioni (e voglia di condividerle) non esiti a scrivere ! ;)

Sperando di non avervi annoiati,

Lorenzo

______________________________________________________________________________________________________

Posto la foto di un esemplare della collezione Carlo Verri, custodito nel museo civico di Biassono (http://www.museobiassono.it/Italiano/Mostre/MoneteDiLombarda/CatalogoOnLine/index.php).

Dritto:

post-19327-0-34979300-1302103566_thumb.p

La catalogazione proposta dal museo:

D/ ✠ fredericvs Nel campo le lettere i·p·r·t· disposte a croce attorno a globetto. C.perl.

R/ · ♣ · /✠ med / io ·la / nvm / · ♣ · (me in nesso) C.perl.

gr.0,81; ø mm.17

CNI V, p.52, n.12; CHIARAVALLE, p.97, n. 151 (attribuito a Federico II di Svevia).

Modificato da Ghera
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... ciò diede il la alla lunga serie di riforme che si susseguirono tra il 1155 e il 1252.

Lo ricordo per completezza, ma penso che la maggior parte di voi lo sappiano: ho considerato il 1252 come conclusione di questo periodo di riforme perchè in quell'anno fu interrotto il monometallismo argenteo, con la coniazione del fiorino d'oro, a Firenze.

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Inviato (modificato)

E' necessario, visto che l'abbiamo accennata, analizzare le differenze fra la soluzione veneziana (la chiamerei così visto che Venezia fu la prima a coniare il grosso, già dal 1194) e la soluzione imperiale. La prima introdusse una nuova moneta rappresentante un multiplo notevole del denaro (infatti fu inizialmente scambiata per 1:26) mentre la seconda si limitò a coniare un denaro rivalutato, variandone il nome per distinguerlo dai denari normali.

Interessante anche vedere la valenza territoriale di queste monete: mentre il denaro imperiale ebbe successo in un'area compresa fra la Lombardia e il Piemonte attuali (consiglio di leggere l'articolo di Lorenzo Bellesia sulle imitazioni e contraffazioni in quest'ultima regione, pubblicato sull'ultimo numero di Panorama Numismatico), il Matapan trovò estimatori dalle coste del mar Nero alla Liguria, imponendosi piano piano come una delle principali valute negli scambi internazionali, in virtù del suo ottimo contenuto di argento ;)

Modificato da Ghera
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Ciao, per la parte Milano ,se hai voglia di leggere tutta la discussione sui denari imperiali piani di Milano di Federico II ,troverari molte informazioni in merito ,in breve ti posso dire che Federico I quando decide di coniare una moneta nuova a suo nome ,moneta che chiama imperiale ,si basa sul valore della vecchia moneta in circolazione milanese ad un valore doppio della moneta nuova in corso da parte del Comune ,cioè non crea una moneta di nuovo valore ma decide per quella di maggior valore e prestigio in corso sul mercato ; l'imperiale si impone come moneta sovraregionale , ma col tempo diventa in realtà moneta di conto ,mentre il terzolo milanese sarà il vero circolante dell'epoca ,moneta base per il commercio minuto ; il rapporto di valore tra le due monete è di un milanese vecchio o imperiale per due denari nuovi o terzoli : nel tempo come dici giustamente il denaro piano imperiale verrà imitato in particolare dalle zecche piemontesi con un tipo svilito simile al denaro piano milanese con rosetta.

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Forse qualcosa che può interessarti penso tu lo possa trovare anche in

www.ermannoarslan.eu/Contributi/index.php

ad esempio: 1993-EAA-MilanoEtaComunale

In genere tratta monetazioni precedenti, ma qualcosa che possa esserti utile magari ce lo trovi (anche se penso che tu lo conoscessi; in questo caso come non detto :lol: ).

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x Dabbene: Ho letto velocemente la discussione di cui parli, dalla quale ho tratto spunto per questo breve intervento. Non ho ancora analizzato l'intoduzione del terzolo, ma sono d'accordo con te quando dici che si introduce il denaro imperiale sul piede del denaro normale, invece di creare una unità di misura a parte :)

x Giuseppe: Grazie per i consigli. Ho letto diverse cose di Arslan, ma non ero a conoscenza del suo sito internet oo)

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Molto interessante la discussione impostata da Ghera.

Le riforme monetarie dal 1150 al 1252 in Italia sono basilari per lo studio della numismatica medievale.

La Lombardia fu la prima area monetaria ad esserne interessata. La riforma di Federico Barbarossa ebbe una valenza prevalentemente politica . L'Impero era in piena crisi e una nuova moneta avrebbe simboleggiato una "restaurazione" dei poteri da parte dell'Autorità Imperiale verso i Comuni . Tuttavia denari pavesi e milanesi circolarono insieme al nuovo denaro imperiale che nonostante ciò ebbe un grande sucesso tanto che poco dopo tutte le zecche lombarde coniarono denari del tipo imperiale.

Dopo qualche decennio altre riforme presero forma , vedi Venezia e Genova, anche se le motivazioni di tali riforme sono diverse (rivalutazione del denaro).

A cosa portarono le riforme monetarie sino al 1252 ? Parliamone ;)

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Venezia fa la sua riforma monetaria ben prima dell'introduzione del grosso. Infatti introduce il suo nuovo denaro su piede veronese all'epoca di Sebastiano Ziani (1172 - 1178). Questo nuovo denaro valeva due denari vecchi e prese piede in tutta l'area monetaria di competenza. Tanto da costringere i veronesi a cambiare denaro pure loro. Cosa che fecero poco prima del 1185 coniando il nuovo denaro crociato.

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Cerco di circostanziare meglio quello che succede a Milano con Federico Barbarossa ; dice bene Adolfo quando parla di tentativo di restaurazione imperiale della moneta : è un periodo di lotte tra Federico e Milano , nel 1555 ,col bando di Milano , Federico toglie ai milanesi lo " ius faciende monete " e lo concede ai Cremonesi ,poi con un altro atto ,per eliminare dalla circolazione lombarda la moneta di Milano comunica a Mantova , Brescia e Bergamo di aver tolto a Milano lo " ius monete " e gli intima di rifiutare come falsa la "novam monetam a Mediolanensibus factam " ( che sarebbero i nuovi terzoli ); in realtà questi ordini non vennero eseguiti con facilità perchè la stessa Cremona usava la moneta milanese e non aveva una struttura adeguata per provvedere a queste nuove risorse monetarie richieste da Federico.

In questo contesto colla prevalenza ,nonostante i bandi e le nuove zecche ,della moneta milanese ,Federico doveva puntare a un progetto più grande e dopo la distruzion di Milano ,decide di coniare a Noxeda o Noseda il denaro imperiale ; Federico decide nel momento che conia l'imperiale di optare per la moneta vecchia ,di maggior valore , e non per quella nuova ,il terzolo.

E decide di mettere il suo nome accanto a quello di Milano ,come per dire ti obbligo a vedervi sulle monete insieme ,una piccola rivincita .

In realtà il progetto di Federico servi' a creare una moneta sovraregionale , che divenne di fatto la moneta di conto dell'Italia Settentrionale uniformando con questa moneta tutte le varie monete locali e territoriali ; l'imperiale riempiva il vuoto lasciato dal vecchio denaro pavese rimanendo moneta di conto fino al XIV secolo ,inoltre risulterà moneta imitata e contraffatta da varie zecche ,in particolare quelle piemontesi.

Modificato da dabbene
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Nell'area monetaria del Nord-est le monete lombarde non circolavano se non nelle zone di confine.

E la moneta di conto erano i denari veronesi e quelli veneziani.

Modificato da Arka
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La prima introdusse una nuova moneta rappresentante un multiplo notevole del denaro (infatti fu inizialmente scambiata per 1:26)

Attenzione, la correlazione è più apparente che reale e soprattutto non è affatto stabile. Moneta grossa e moneta piccola a Venezia servivano due spazi monetari, geografici e sociali distinti: la prima le grandi transazioni e il commercio estero, quindi l'aristocrazia mercantile; la seconda le esigenze quotidiane e i traffici locali, quindi il popolo, gli artigiani, il piccolo commercio. La storia della moneta veneziana medievale vede, come risposta standard ai problemi di governo della moneta, la ripetuta svalutazione della moneta piccola, il cui valore slitta costantemente rispetto alla moneta grossa per la quale si cerca invece in tutti i modi di mantenere invariato peso e titolo in modo da garantirne il prestigio commerciale (e quindi la potenza economica di Venezia) sui mercati di riferimento del Levante. Risulta evidente che il governo della Serenissima, essendo composto da rappresentanti di quella stessa aristocrazia commerciale citata sopra, non poteva che servirne gli interessi anche a danno di quelli di altre classi sociali.

Sarebbe interessante capire se questa distinzione tra moneta piccola e moneta grossa in epoca medievale era così netta anche in altre aree monetarie, e se è possibile trovare altre correlazioni evidenti tra forma di governo e politica monetaria. (e chi so', Marx? Non dico Groucho :P)

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A dimostrazione della vitalità nel tempo e dell'aspetto di imitazione da parte di altre zecche ,in particolare le piemontesi ,a questo punto calo una moneta importante che è organica a quanto detto ; le zecche piemontesi ,Chivasso , Cortemiglia ,Incisa , Dego si ispirano in modo evidente al denaro imperiale piano milanese di Federico II ; il risultato è una moneta molto simile al denaro piano con rosetta ,l'ultimo tipo per intendersi ,moneta che sarà sempre più svilita col passare del tempo.

La moneta è l'imperiale di Ottone III del Carretto (1284 - 1313 ) di Cortemiglia , D/ ODONUS MARCh su tre righe ,sopra e sotto rosetta , R/ DE CAR ,nel campo R E T O a croce entro rosetta .

Peso 0,51 gr. , diametro 14 mm., anche il peso e il diametro denotano lo svilimento di queste imitazioni piemontesi ,nel caso specifico dovuto anche alla non completezza del tondello .

Moneta non artistica , ma di importanza numismatica - storica , MIR 416 , Biaggi 664 ,per entrambi valutata R 3 .

Il Gamberini nel suo libro sulle imitazioni e contraffazioni la descrive come un tipo imitativo del denaro imperiale piano milanese di Federico II , al N°.220.

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Modificato da dabbene
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Nell'area monetaria del Nord-est le monete lombarde non circolavano se non nelle zone di confine.

E la moneta di conto erano i denari veronesi e quelli veneziani.

Buonasera a voi,

in realtà, anche se in quantità non particolarmente elevate, il territorio delle Venezie ha visto una certa permeabilità al numerario lombardo.

Ne fa fede il bel saggio del prof. Saccocci A., Presenza di monete lombarde nei ritrovamenti di età medievale dal territorio delle attuali venezie (secc. VII-XIV), in Martini R., Vismara N. (a cura di), Ermanno A. Arslan Studia Dicata, Milano 1991, pp. 657-666.

Cordiali saluti, Teofrasto

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Per correttezza di informazione , anche se contraria con la numerosa letteratura in materia, la Travaini negli ultimi anni , basando i suoi studi con revisioni delle fonti scritte e i ritrovamenti monetali in Levante presenti solo a partire dalla metà del duecento, non collega la nuova moneta forte veneziana con la quarta crociata ma la indica come moneta per il commercio interno e per gli scambi con le aree produttrici di argento a Nord dove sono stati trovati i più antichi ripostigli . Cipolla analizzava la creazione del grosso di Venezia e delle altre zecche come multiplo del denaro per un più razionale sistema di pagamento locale.

Solo per dovere di cronaca :D

Modificato da adolfos
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Inviato (modificato)

Ringrazio tutti per essere intervenuti e sopratutto coloro che hanno aggiunto informazioni e corretto quanto da me detto :)

In realtà in progetto di Federico servi' a creare una moneta sovraregionale , che divenne di fatto la moneta di conto dell'Italia Settentrionale uniformando con questa moneta tutte le varie monete locali e territoriali ; l'imperiale riempiva il vuoto lasciato dal vecchio denaro pavese rimanendo moneta di conto fino al XIV secolo ,inoltre risulterà moneta imitata e contraffatta da varie zecche ,in particolare quelle piemontesi.

Interessante. Sapevo che il denaro imperiale circolò molto in Lombardia e Piemonte, ma non che divenne una delle monete di conto principali nel nord-Italia. Qualcuno ha delle segnalazioni di rispostigli, per approfondire l'effettiva area di circolazione del denaro imperiale? oo)

Modificato da Ghera
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Essenzialmente più moneta di conto l'imperiale comunque ,il vero circolante ,il commercio minuto era del terzolo milanese ; infatti le zecche lombarde che coniano nella seconda metà del XII secolo lo fanno adottando per i loro denari il valore del terzolo e non quello dell'imperiale ; anche nei ripostigli ,anche se non numerosi, dislocati nell'Italia Settentrionale ,prevalgono nettamente i terzoli e anche questo riprova quale fosse il circolante vero e reale dell'epoca ; forse questa discussione ,anche se mi fa molto piacere che sia partecipata ,è abbinabile e sovrapponibile a quella che c'è già sui denari piani imperiali di Federico II di Milano ,lì c'è tutto dalla distruzione di Milano da parte del Barbarossa ,alla nascita dell'imperiale a Nosedo ,i terzoli ,e tanto altro fino alle imitazioni dell'imperiale.

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I ritrovamenti di monete lombarde nelle Venezie ci sono, così come ci sono ritrovamenti di monete venete in Lombardia...

Ma nelle Venezie la moneta di conto è il denaro veronese e quello veneziano valutato la metà del primo. Quindi parlare dell'Italia settentrionale per l'imperiale come moneta di conto è, a mio avviso, errato.

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I ritrovamenti di monete lombarde nelle Venezie ci sono, così come ci sono ritrovamenti di monete venete in Lombardia...

Ma nelle Venezie la moneta di conto è il denaro veronese e quello veneziano valutato la metà del primo. Quindi parlare dell'Italia settentrionale per l'imperiale come moneta di conto è, a mio avviso, errato.

Se intendi dire che l'area della Venezie è indipendente dal processo capisco ,penso volessi dire questo ; sul fatto dell'affermazione dell'imperiale credo non ci siano dubbi ,cito la Travaini : " il denaro imperiale restò fino al XIV secolo la principale moneta di conto dell'Italia Settentrionale " , " la nuova moneta sarebbe stata caput monete , ereditando la funzione che era stata propria del denaro pavese ", Arslan : " l'imperiale divenne moneta di riferimento , con alti volumi di emissione " ; sul fatto che l'imperiale circolasse più o meno nelle Venezie sono a conoscenza anch'io di quello che diceva prima Teofrasto : Arslan " La moneta lombarda penetra con difficoltà nello spazio occupato dalla moneta di Verona e Venezia come viene anche sottolineato dallo studio del Saccocci ".

Quindi sembrerebbe che circola ma con difficoltà ,se hai ulteriori riscontri in un senso o nell'altro , in particolare su quest'ultimo aspetto ,sarebbe interessante anche conoscerli ,perchè effettivamente non si finisce mai d'imparare e tutto porta a una migliore conoscenza dei processi.

Modificato da dabbene
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Le aree monetarie sono state ampiamente studiate e le mie informazioni sono basate su questi studi. L'area monetaria della X Regio si distingue molto presto (X sec.) da quella Lombarda, proprio perchè la zecca di Venezia comincia molto presto a svalutare il proprio denaro.

Arslan parla di penetrazione difficile nelle Venezie e non di uso dell'imperiale come moneta di conto. Nei documenti infatti si parla di denari veronesi o veneziani.

Quindi quando altri autori parlano di Italia settentrionale, a mio avviso, sono in errore, a meno di non intendere come ''principale'' l'estensione della zona di influenza.

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Buongiorno a voi,

conviene forse sbloccare la discussione perché credo si sia creato un equivoco di fondo tra Arka e Dabbene.

Arka ha senz'altro ragione e dire che l'imperiale non divenne mai moneta di riferimento dell'area veneta. Ciò non toglie che una certa penetrazione delle monete lombarde ci sia stata. Ma questo era praticamente naturale, dal momento che i confini tra le due zone d'influenza non erano sigillati e impermeabili. Così come non si può negare, tra XIII e XV secolo, una piccola penetrazione di numerario veneto (sia veronese che veneziano) in territorio Emiliano-lombardo. Credo che i dati offerti dal prof. Saccocci nel suo saggio siano da interpretare in questo senso e, leggendo i suoi ultimi interventi, mi sembra che nello stesso modo li abbai intesi Dabbene. Correggetemi se sbaglio.

Cordiali saluti, Teofrasto

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Sulla penetrazione di monete ''straniere'' in un'altra area monetaria siamo tutti d'accordo. Quello che contestavo (e confermo) è l'uso dell'imperiale come moneta di conto nell'Italia settentrionale. Nelle Venezie non è mai stato usato in tal senso. Quindi, o le Venezie non fanno parte dell'Italia settentrionale, o l'affermazione è errata.

Modificato da Arka
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Vediamo se riesco a fare la quadra : riparto dalla Travaini : moneta di conto principale nell'Italia Settentrionale e aggiungerei esclusa l'area indipendente delle Venezie ; d'altronde fare l'elenco di tutte le regioni ( Piemonte ;Lombardia , Emilia ...) mi sembra più complesso ; spero di aver raggiunto una dichiarazione abbastanza condivisibile a tutti.

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