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La mano sulle monete longobarde


Arka

Risposte migliori

In un'asta ho visto una moneta di Benevento con al rovescio una mano aperta ben evidente. Anche sulle monete longobarde coniate nel nord Italia la mano compare spesso davanti al ritratto del re. So che ci sono varie interpretazioni di questo simbolo... Mi piacerebbe sapere quale è secondo Voi l'interpretazione più veritiera.

Arka

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Ciao Arka :)

Premetto che non conosco questo tipo di monete e la mia idea, quindi, potrebbe essere completamente sbagliata. Mi limito quindi a quanto so dell'arte del periodo in genere quando la mano esprimeva la regalità. Troviamo esempi, nell'arte figurativa, in cui appaiono soggetti che coprono le proprie mani con le maniche del vestito e questo come segno di reverenza nei confronti del sovrano. I sovrani, invece, mostravano le loro mani che la credenza del tempo considerava taumaturgiche. Il sovrano investiva di autorità un fedele e valoroso suddito mediante l'imposizione delle mani (simbolo che vediamo ancora oggi espresso nelle liturgie dell'ordinazione ecclesiastica) o la elevava in gesto rituale in un atteggiamento proprio degli imperatori bizantini e che si trasmetterà, in seguito, nel gesto della Benedizione Cristiana.

Enrico :)

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Molto interessante il discorso di Minerva. Quindi un'ipotesi è che la mano sia quella del re.

Altra ipotesi è legata all'aspetto giuridico, ovvero dovrebbe ricordare al falsario che la pena che lo aspetta è il taglio della mano... :unsure:

Voi che dite?

Arka

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Supporter

Buona serata,

e' un argomento tutt'altro che semplice, soprattutto per me che non conosco questa monetazione.

Ora ho poco tempo, ma credo che il simbolo della mano vada ben oltre il concetto di regalita'.

La mano ha molti significati e credo che da sempre l'uomo abbia identificato con questa pregi e virtu'.... tantissimi significati, sia reali, sia fantastici o semplicemente stati d'animo.

La mano destra e' la mano ''bella''; oggi non si usa piu', ma noi, bambini di cinquant'anni fa, ce lo ricordiamo cosa ci dicevano i nostri genitori.

E che dire della mano che spesso era rappresentata su taluni scettri regali.

Ancora...l'accessorio a forma di mano che serviva a contare le ''ballotte'' poste nell'urna che determinavano l'accettazione o meno di una legge nel governo veneziano; oppure l'usanza per le nobili coppie appena sposate, di andare a ''toccare'' la mano del doge.

Voglio anche ricordare il saluto romano, praticamente un augurio a palmo aperto.

Qualche spunto per continuare....io non posso ora, ma domani questa discussione la riprendo di certo.....

Saluti

luciano

e

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Supporter

Buon pomeriggio

....pensavo che qualche intervento - nel frattempo - si fosse accumulato :unsure:

Ad ogni modo, dicevo, ...la mano ha interpretato, nel tempo ed anche in maniera differente tra varie popolazioni e culture, stati d'animo differenti. Possibile che taluni di questi siano ancestrali e già riconosciuti anche dai longobardi.

Non si tratta di richiamare il "dammi il cinque", ma l'uso della mano aperta e col palmo verso l'interlocutore, da secoli sta a simboleggiare la pace, la tregua, l'accordo, ecc. e non solo nella nostra cultura.

Come dicevo ieri penso al saluto che i romani praticavano, ma lo stesso valeva anche nelle tribù indiane d'america (almeno così ci è stato da sempre detto).

Penso anche alla mano di Fatima o di Miryam; la mano aperta che rappresenta per l'una la fede musulmana e per l'altra la fede ebraica.

post-21005-0-32052800-1319806623_thumb.j

La mano della giustizia (citata ieri)

La mano, soprattutto se stretta ad un'altra, indica il saluto, ma anche l'accordo, l'impegno, la certezza della buona fede nel contratto.....tant'è che ci sono state anche compagnie di assicurazioni che l'hanno presa, nel secolo scorso, quale loro "logo":

post-21005-0-30502800-1319806812_thumb.j

Quindi, per i nostri progenitori longobardi, penso che l'immagine possa aver avuto, oltre al significato regale già avanzato, magari anche altri significati.

Forse la giustizia? Forse la pace e la concordia?

Saluti

Luciano

Modificato da 417sonia
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La formula che apre il prologo delle leggi di Liutprando " cor regis in mano Dei est "ci porta a considerarlo come a un simbolo che ricorda che il potere del re deriva direttamente da Dio , quindi simbolo regale che diventa in questo caso sacro,la mano di Dio sopra tutto e sopra tutti,affascinante ipotesi, a cui è anche bello credere.

Nel contempo capisco forse anche a cosa voleva riferirsi Arka, in particolare a un simbolo giuridico,in particolare dobbiamo riferirci e partire dall'Editto di Rotari al 643, al capitolo dedicato alla moneta.

Lo stesso dice : " si quis sine iussionem regis aurum figuraverit aut moneta confinxerit, manus ei incidatur " ; il tutto potrebbe essere tradotto così : " se qualcuno senza ordine del re marcherà l'oro con figure, oppure lo simulerà con moneta, gli venga tagliata la mano ".

In parole povere possiamo dire che la norma di Rotari enunciava che il re era l'unico avente diritto al conio,che il sistema monetario era basato sull'oro, che altre monete potevano solo far finta di sostituirlo come nominali.

Quindi simbolo sacro,religioso o simbolo punitivo giuridico ? Entrambi credo possano essere plausibili e possibili, entrambi comunque affascinanti come lo era d'altronde tutto quel periodo storico.

Modificato da dabbene
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Supporter

La formula che apre il prologo delle leggi di Liutprando " cor regis in mano Dei est "ci porta a considerarlo come a un simbolo che ricorda che il potere del re deriva direttamente da Dio , quindi simbolo regale che diventa in questo caso sacro,la mano di Dio sopra tutto e sopra tutti,affascinante ipotesi, a cui è anche bello credere.

Nel contempo capisco forse anche a cosa voleva riferirsi Arka, in particolare a un simbolo giuridico,in particolare dobbiamo riferirci e partire dall'Editto di Rotari al 643, al capitolo dedicato alla moneta.

Lo stesso dice : " si quis sine iussionem regis aurum figuraverit aut moneta confinxerit, manus ei incidatur " ; il tutto potrebbe essere tradotto così : " se qualcuno senza ordine del re marcherà l'oro con figure, oppure lo simulerà con moneta, gli venga tagliata la mano ".

In parole povere possiamo dire che la norma di Rotari enunciava che il re era l'unico avente diritto al conio,che il sistema monetario era basato sull'oro, che altre monete potevano solo far finta di sostituirlo come nominali.

Quindi simbolo sacro,religioso o simbolo punitivo giuridico ? Entrambi credo possano essere plausibili e possibili, entrambi comunque affascinanti come lo era d'altronde tutto quel periodo storico.

Ciao

.....quindi non solo rappresentazione in positivo, ma anche in negativo!

Un monito a coloro che avrebbero potuto battere moneta in maniera fraudolenta. Invece di scivere: La Legge punisce ecc. ecc. ecco che l'immagine, capibile da tutti in un'epoca di pressochè totale analfabetismo, sopperisce egregiamente. ;)

Saluti

Luciano

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Io credo che la raffigurazione della mano sul Dritto degli aurei longobardi - che mi sembra inizi intorno al 690 con l'ascesa al trono di Cuniperto - sia senz'altro un richiamo all'editto di Rotari, come dice Dabbene, ma credo sia anche un simbolo divino che comincia a palesare quella che in futuro verrà l'alleanza tra Trono e Altare, non a caso quel simbolo viene chiamato manus dei.

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Io concordo sulla Manus Dei. Sulle monete appare spesso (anche su monete romane) come simbolo.

Qui una vecchia discussione in proposito.

Cmq credo sia il caso di vederla questa mano.

Asta CNG 61 lotto 2190

A me da proprio l'impressione della Mano di Dio che benedice il Re.

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Però normalmente sulle monete romane (e anche su quelle bizantine) la ''Manus Dei'' si trova sopra la testa dell'imperatore (o del basileus). La mano davanti al volto presuppone un'altezza pari a quella del re. Mi riesce, quindi, difficile pensare che sia la mano di Dio.

Arka

P.S. Grazie Fedafa per l'immagine, così tutti possono vedere di cosa stiamo parlando.

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Grazie Dareios, è proprio la ''mano'' di cui parlavo nel primo post. Tra l'altro, il fatto che sia aperta e inserita nel rovescio non fa che confermarmi l'idea che non sia la Manus Dei. E trovo interessante pure il fatto che sia al nord che al sud venga adottato questo simbolo. Il suo significato doveva essere ben chiaro ai contemporanei.

Un mio amico mi ha proposto una nuova ipotesi. Ritiene che possa trattarsi di un guanto, del tipo guanto della sfida, per intenderci. Che ne pensate?

Arka

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Supporter

Buona giornata

Ipotesi suggestiva, leggo infatti che i guanti erano già in uso ai tempi dei faraoni. Simbolo esteriore del potere del faraone; accessorio che si è poi tramandato di secolo in secolo, sempre però ad uso esclusivo dei nobili, dei cavalieri e del clero ed è in epoca medioevale (epoca appunto dei cavalieri) che il lancio del guanto diventa sinonimo di sfida....siamo però in epoca più tarda rispetto a quella dei longobardi.

Certo è che anche il guanto, evidentemente, come la mano è un simbolo.

Riguardo alla moneta postata da fedafa (che saluto!) l'impressione che mi da quella mano è che stia portando alla bocca qualche alimento.....iconografia ben diversa da quella postata da dareios.

La prima mi sembra svolga una funzione tutto sommato "normale" rispetto alla seconda, che invece mi appare decisamente statica.

Saluti

Luciano

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C'è da dire che la mano davanti al ritratto di Cuniperto ha due dita alzate come nel gesto della benedizione e ricorda in questo la Manus Dei. Mah, ho sempre più dubbi sul suo significato.... :unsure:

Arka

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Supporter

Mah, anch'io non so che dire

iconograficamente parlando quella mano davanti a Cuniperto leggo il pollice e l'indice ravvicinati, come se stessero tenendo un boccone da portare alla bocca...le altre dita erette.....ma all'epoca era questo il simbolo benedicente?

Molto diverso dalla "mano della giustizia" sullo scettro che ho postato ieri; li riconosco la postura della mano in atto benedicente, o richiamante la Trinità....

Luciano

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La mano benedicente si trova ad esempio sui grossi di Trento... Pollice, indice e medio alzati, le altre due dita ripiegate. Molto simile a quella longobarda...

Arka

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Gli aurei anonimi dal segno della mano aperta, comunamente chiamati "mancusi" (signo manus cusi). Alcuni vogliono sia un guanto, altri una mano guantata, alcuni il simbolo della pena che la legge longobarda comminava ai falsi monetari, altri un segno di feudalità dei papi al riguardo degli imperatori, noi vediamo semplicemente la palma di una mano ornata al polso di bracciale, che ci ricorda quello longobardo, parte dell'armatura antica ornante il braccio dei guerrieri.

Tratto dal libro di Memmo Cagiati "La zecca di Benevento". Certo guardando il solido con quella specie di braccialetto, avevo pensato pure alla possibilità di una mano "cestata", ma sui tremissi invece si presenta nuda.

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Mancuso è un termine generico. Deriva dall'arabo ﻣﻨﻘﻮﺵ ossia coniato. Quindi non ha nulla a che vedere con il simbolo della mano questa terminologia, e ancora meno con la monetazione beneventana relativa. In Italia questo concetto è giunto per la prima volta nel 1919.

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In Italia questo concetto è giunto per la prima volta nel 1919.

Ciao Gionata, quindi se ho capito bene, questo termine lo hanno cominciato ad usare in tempi recenti. Io avevo pensato che era un termine usato allora dai longobardi, per questo tipo di moneta :)

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In Italia questo concetto è giunto per la prima volta nel 1919.

Ciao Gionata, quindi se ho capito bene, questo termine lo hanno cominciato ad usare in tempi recenti. Io avevo pensato che era un termine usato allora dai longobardi, per questo tipo di moneta :)

No, mi spiego meglio.

Mancuso o mancoso o manchoso è un termine generico per indicare alcune monete auree ed argentee di varia area geografica: mediterraneo islamico, area catalana, franca ed italica, area anglosassone. La tipologia certamente più famosa denominata mancuso è il dinar di area iberica.

Nel 1919 nella RIN giungeva per la prima volta un concetto innovativo per l'epoca ossia che mancuso deriva dall'arabo ﻣﻨﻘﻮﺵ tradotto come coniato. Mancuso quindi è un termine dell'epoca ma non adatto ad indicare gli aurei beneventani con la mano, ossia la mano presente su quelle monete non ha nulla a che vedere con la parola mancuso.

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Bene...

Adesso rendiamo il discorso più scientifico.

Le ipotesi sono varie, come abbiamo visto, e sembrano tutte valide.

Ma ora vorrei farVi notare una cosa (non valida per la moneta di Benevento). La mano è posizionata al posto delle solite lettere. Quindi è un simbolo di zecca o dello zecchiere.

Tenuto conto di questo, cambia qualcosa nell'interpretazione del segno ''mano'' ?

Arka

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Ma ora vorrei farVi notare una cosa (non valida per la moneta di Benevento). La mano è posizionata al posto delle solite lettere. Quindi è un simbolo di zecca o dello zecchiere.

Arka

Mi permetto di dissentire, caro Arka. Il fatto che la mano sia al posto della sigla che riteniamo identificativa della zecca o, più probabilmente, dello zecchiere, non vuol dire necessariamente che la stessa ne riprenda il significato e sia quindi a sua volta simbolo di zecchiere.

Esistono dei tremissi di Liutprando che, al posto della mano, hanno una croce cristiana. Nel caso della mano o della croce si tratta, a mio avviso, di emissioni speciali.

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Anche secondo me la mano é un simbolo religioso al pari della croce e non ha nulla a che vedere con la pena che veniva comminata ai falsari.

A proposito di questi ultimi: avete mai visto un tremisse longobardo falso d'epoca ? O i falsari si sono presi tutti paura ed hanno desistito o....nessuno se li filava

Modificato da Alberto Varesi
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