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Quatrino della Repubblica Romana


picchio

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Durante la Repubblica Romana furono battuti quattrini in alcune zecche: Ascoli, Fermo, Foligno, Macerata. Ascoli un pezzo forse unico ed al momento l’unico che si conosce è quello presente nella collezione reale (CNI 11, Pagani 23, Muntoni 35, Bruni 20), che non ho mai visto e non riporta il valore a differenza degli altri esemplari battuti nel periodo. Qualche anno fa a Vicenza fu esposta una collezione di monete della Repubblica Romana assai completa (Neri Scerni ?) ed anche in quell’occasione non era presente.

Foligno è il pomo della discordia tra i vari studiosi di questa monetazione. La moneta non è certo un prototipo della nuova egemonia repubblicana nel territorio, anzi pare confermare il culto cattolico ed è l’unica moneta del periodo coniata ex novo con un santo, quindi comprensibile il pensiero di Neri Scerni di includerla nella monetazione di Pio VI che produce ricca documentazione in merito, (I Quattrini di Foligno etc. – Italia Numismatica 9, 1970 pag 5 e seg). Secondo Bruni, la documentazione a sostegno, del 20 febbrajo 1798 è inerente solo al corso della moneta e non all’attività di zecca. Certo è che manca sia per l’una sia perl’atra tesi la certezza di quando i quattrini di Foligno furono effettivamente rullati. Personalmente protendo per l’ipotesi di Scerni per una questione meramente stilistica, ma è una sensazione supportata dal nulla. Si conoscono due conii per il quattrino che la letteratura condensa in uno solo, con ordine: CNI 2, non è poi l’esemplare ripreso dal Pagani 24 e dal Muntoni 59; Bruni infatti evidenzia l differenza dei due coni con i numeri 2 (CNI 2) e 3 (Pagani 24 e dal Muntoni 59), si distinguono per una diversa disposizione delle lettere, ed il punto centrale non è sempre ben visibile tanto da far nascere l’equivoco di altre classificazioni (CNI 3 e Pagani 24/a).

Si tratta certamente di due conii differenti e non dello stesso conio modificato; l'occhio cade subito al diritto, sulla figura del santo che nel primo tipo ha un basamento sottile, mentre nel secondo è più marcato ed ha sotto al mantello la linea dell'orizzonte, è diversa la mano benedicente; diverda è la corona di raggi del Santo, e piccole differenze anche nel mantello.

Bruni 2 - CNI 2

Bruni 3 - Pagani 24, Muntoni 59

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Ciao, una fonte interessante per notizie sulle emissioni di Foligno è il volume di B. Lattanzi "Le monete di Foligno" (1977), esso riprende con numerose citazioni archivistiche, tutta la trafila della zecca umbra, a partire dal medioevo fino all'ultimo pontefice Pio VI e successiva Repubblica Romana.

In particolare per quel che riguarda le monete di papa Pio VI, dal testo del chirografo del 5 luglio 1794 che autorizzava le coniazioni, si apprende che per tutti i nominali dovevano essere presenti "l'armi del Pontefice, e dall'altra parte debba esservi la iscrizione, la quale esprima due bajocchi, un bajocco, mezzo bajocco, e quattrino di Foligno".

La prima estrazione di monete dalla Zecca avvenne già il 25 ottobre 1794, ma è presente solo il fatto che furono estratte tutte le 4 tipologie monetali, non la loro descrizione o quantità singola.

Negli anni a seguire la coniazione si orienta sempre più sui tagli maggiori, baiocco, due baiocchi, sampietrino (dal 1796) e madonnina (dal 1797), per via della progressiva svalutazione con conseguente minore convenienza a coniare quattrini e mezzi baiocchi.

Il Lattanzi elenca per il quattrino due tipi, riprendendo quelli elencati dal CNI ai numeri 38-39 (A.XX) entrambi con S. Feliciano al rovescio, senza fare notare la discrepanza con quanto stabilito dal chirografo giunto da Roma, che tra le altre cose stabiliva che i coni fossero eseguiti proprio a Roma dagli incisori della Reverenda Camera Apostolica, ma non è da escludersi che anche Foligno, come altre zecche provinciali si sia avvalsa di un incisore locale per questo rovescio con il santo. Questo l'esemplare della ex Collezione Muntoni, passato all'asta Centauro 1 (2006):

post-35-0-88867700-1329036418_thumb.jpg

A seguito dell'ordine di chiusura di tutte le zecche (29 settembre 1797), avviene l'ultima estrazione di monete dalla zecca folignate, il 15 dicembre 1797, ed anche in questa sono presenti quattrini, "pochi" stando al verbale di estrazione.

Dal medesimo verbale "di chiusura" si evince che sono presenti in zecca "due conj nuovi da Quattrinelli" oltre che "due altri conj da quattrinelli andati in opera" il verbale tratta di "paja" di coni, per cui in pratica abbiamo due rulli per il diritto e due per il rovescio dei quattrini.

Dato che per gli altri nominali il millesimo e l'anno di pontificato sono stati modificati con il tempo, è strano che la stessa cosa non sia avvenuta per il quattrino, di cui è noto solo il tipo A.XX (1794-1795) ma non è escluso che questo dipenda semplicemente dalle scarse quantità coniate.

In teoria i suddetti coni nuovi ed usati dovevano tornare a Roma, e non è escluso che ciò sia effettivamente accaduto, ma risulta poi che alla riapertura della zecca repubblicana (del 6 agosto 1798 l'autorizzazione) furono coniati ancora quattrini e Lattanzi precisa che, così come Pergola ottenne di raffigurare S.Pietro sulle proprie monete (non giunte fino a noi ?), la medesima "deroga" fu concessa a Foligno, per rappresentare S.Feliciano al posto dei simboli repubblicani, senza citare però le fonti.

In mancanza di ulteriori documentazioni a supporto si entra nel campo delle ipotesi, potrebbe essere che le tipologie da te presentate siano effettivamente coniazioni ascrivibili alla Repubblica Romana, ottenute semplicemente accoppiando i due rovesci, quello con scritta previsto dal chirografo 1794 e quello con S.Feliciano, creati precedentemente per le monete di papa Pio VI, utilizzando i coni presenti in zecca alla fine del 1797.

Ciao, RCAMIL.

Modificato da rcamil
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Rcamil ... mi hai corretto il titolo, ma era Quatrino perchè è ciò che si legge sulle monete della Repubblica Romana ed era una peculiarità che volevo evidenziare, si differenzia dalle coniazioni successive; ma dal maestro accetto tutto :).

Altro QUATRINO battuto è per Fermo con i prototipi della Repubblica, al diritto il fascio con la scure volta a destra ed al rovescio il valore su tre righe tra rosette. (CNI 24, Pagani 63, Muntoni 57, Bruni 40), nell’opera di Bruni è data per rarissimo, ed osserva che ci sono alcune piccole varietà di conio del tutto marginali classificando la moneta come unica referenza, personalmente trovo che le varianti tra queste due monete siano tali da meritare due classificazioni differenti, in vitrù del fatto che sovente vengono evidenziate delle varianti da lente a 30x e questa appare evidente nella disposizione delle lettere al diritto.

Tipo con le cifre spaziate al diritto.

Tipo con cifre ravvicinate, ribattuto o mosso.

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Rcamil ... mi hai corretto il titolo, ma era Quatrino perchè è ciò che si legge sulle monete della Repubblica Romana ed era una peculiarità che volevo evidenziare, si differenzia dalle coniazioni successive; ma dal maestro accetto tutto :).

Ripristinato, la volontà dell'autore è sempre primaria ;)

Ciao, RCAMIL.

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