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IGNORED

I nomi delle monete .


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Vi sarete sicuramente chiesti da dove vengono i nomi dati alle monete.

Inizio questa discussione dal nome di "moneta"

Curiosa è l’origine del nome moneta .

Nel 396 a.c. Roma era assediata dai Galli di Brenno.

Sul Campidoglio c’era il Tempio di Giunone e un allevamento di oche sacre alla Dea. Quando i Galli nottetempo cercarono di entrare nella città, le oche si misero a starnazzare e svegliarono i difensori che, guidati da Marco Manlio respinsero gli invasori.

Il merito venne attribuito alla Dea e alle sue oche che avevano avvertito (dal latino:Monere che significa Avvertire) e Giunone divenne la Dea Moneta . Successivamente sul colle venne edificata la zecca che fu posta sotto la protezione proprio di Giunone Moneta ed il popolo chiamò moneta ciò che sul Campidoglio veniva fabbricato.

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Due monete piemontesi:

Rolabasso(o Rollobasso) è la corruzione italiana di Rollbatzen, una moneta Svizzera del XV secolo che è stata adottata per un certo tempo anche nei Paesi confinanti come, Germania, Italia e Savoia.

Cornabò (in piemontese corna di bue; detto anche Cornuto ) : nome popolare del mezzo-testone d'argento emesso in Piemonte tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI con il ritratto di San Costanzo a cavallo. Fu coniato a Torino e Vercelli (dai Savoia), e a Casale dai marchesi di Monferrato, a Carmagnola dai marchesi di Saluzzo, a Messerano e Crevacuore dai Fieschi, a Montanaro dai Ferrero, etc. Al diritto recava uno scudo sormontato da un elmo con il cimiero a forma di aquila con le ali aperte. Le ali dell'aquila erano popolarmente dette corna, da cui il soprannome.

(Promis)

Batzen era la moneta da 4 kreuzer. Roll deriva dal tipo di coniazione " al molinetto" fatta facendo scorrere il tondello tra due cilindri contrapposti ( come si fa con la macchinetta per fare la sfoglia per la pasta)

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Il Franco francese:

Nel Dicembre 1360 Jean II le Bon ( Giovanni II il Buono, re di Francia 1350/1364) fece coniare una nuova moneta, il franco d’oro a cavallo ,il cui nome e disegno avevano un contenuto propagandistico. In francese Franc significa “libero” e fa riferimento al ritorno in patria del Re, dopo la prigionia in Inghilterra ( guerra dei cent'anni) . Il Re con la scelta del disegno dichiarò la sua determinazione a rinnovare la lotta contro l’Inghilterra . Perciò ha la visiera abbassata,brandisce la spada e sprona la cavalcatura al galoppo. Il Franco d’oro è la prima moneta che presenta il Re a cavallo ed è la prima moneta chiamata "Franco".

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Perchè molte monete dei paesi americani si chiamano " Peso "

Le monete coniate nelle americhe dette "macuquinas" erano irregolari sia nel tondello che nell'impessione. Si prestavano così a essere facilmente tosate. Così quelle che circolavano nelle colonie spagnole anzichè essere accettate per il loro valore impresso, e spesso illeggibile, venivano pesate .

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Bella e interessante discussione alla quale mi piace dare il mio contributo copiando dal post che ho scritto nel gruppo di "Quelli del Cordusio" circa i nomi delle monete genovesi che qualcuno avrà già letto ma, credo, possa essere interessante:

La moneta di Genova era chiamata monæa :

c’era la palànca (soldo), la mótta (muta= 40 centesimi), lo scûo (scudo), la parpagêua (parpagliola) e il cavalòtto (4 soldi detto cavallotto, dall’impronta di S. Giorgio a cavallo, diversa dal “cavallotto” del XVI secolo). Le monete che venivano da altre zecche erano chiamate: il carlìn (carlino) da Napoli, da Firenze il fiorìn (fiorino), da Venezia lo sechìn (zecchino), dalla Toscana il giùlio (giulio), testón (testone) che era moneta toscana, romana e piemontese.

Dalla Spagna c’erano il pesétto d’öo (pezzetto d’oro) e il reâ (reale), dall’Austria c’era il croxàsso (crocione, che diede il nome allo scudo largo della serie con la S. Vergine: crosazzo) dalla Germania il talòu (tallero, pl. tàlai) e dall’Inghilterra lo scilìn (scellino), dall’America viene invece il patacón (pataccone).

Altri nomi generici, usati da più stati, erano la dópia (doppia) e la roscìnn-a (doppia, doblone per il colore giallo o rosso che avevano le monete di questo tipo).

Esistono poi nomi furbeschi per l’insieme dei denari. Oltre a dinæ (denari) si segnala la voce ciò: o l’é ’na persónn-a ch’o l’à do ciò (è persona che ha soldi). Ma chi soldi non ha allora o l’è pròpio bèllo mìscio!

Per venire ai tempi più recenti Moneta continuava a chiamarsi monæa, ma anche palànca, dinâ (denaro) e södo (soldo). Prima della guerra c’erano ancora i cìtti (centesimi), oggi ritornati con l’euro, e sebbene esista la parola lîa (lira), i genovesi preferivano chiamarla frànco: un frànco era composto di çénto cìtti. Cominciando dai tagli più piccoli si aveva la palànca che valeva çìnque cìtti, quindi doê palànche erano dêxe cìtti. Poi c’era la mêza mótta che valeva vìnti cìtti e la mótta che ne valeva quarànta. A crescere si aveva il cavorìn (cavurrino, da Cavour), che valeva doî frànchi (due lire), seguito dallo scûo (scudo) del valore di çinque frànchi e dai doî scûi che, ovviamente, ne valevano dieci. Gli spiccioli si dicono menuàggia e i rotti della moneta, quello che non arriva a fare un intero, si chiamano biscæso o, più comunemente, bischèrso. Nel dopo guerra alcuni nomi sono sopravvissuti per denotare le monete della Repubblica italiana; in particolare frànco è rimasto per indicare la lîa, parola usata raramente, e mandato in pensione con l’euro. Si diceva ancora un scûo per le cinque lire e doî scûi per le dieci lire. Gli altri erano ovvi: çinquanta frànchi, çento frànchi, mìlle frànchi; poi çinquemìlla frànchi e, per i puristi, anche çinque miâ lîe e via a crescere. Per i ragazzi, che parlavano italiano, ci fu l’abitudine di chiamare le cento lire “fetta” (cinque fette cioè cinquecento lire) e le mille lire “sacco” (dieci sacchi erano diecimila lire), nomi che potevano variare da quartiere a quartiere.

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Interessante il contributo di Dizzeta ma perchè Palanca, Parpagliola ecc?

Parpagliola in francese (parpaiolle) significò farfalla, si diceva così anche in dialetto piemontese.

Forse la prima moneta con quel nome raffigurava qualcosa che somigliava ad una farfalla.

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Le più semplici (e celebri):

lira da libbra d'argento, base del sistema monetario carolingio (non moneta coniata);

lira sterlina = libbra di argento sterling (lega formata dal 92,5% di argento e dal 7,5% di rame), anche in questo caso, non coniata sino al 1983;

denario da deni (decimo) = 10 assi;

Penny ( e le relative versioni tedesche pfennig; pfenning) è di origine incerta, anche se si ipotizza che possa derivare da pand, pfand, pawn, che in diverse lingue germaniche sono equivalenti al latino "pignus".

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grivnija è la versione ucraina della parola russa, che indica un pezzo d'argento

l'etimologia di rublo non è certa, ma si pensa derivi dal verbo rubit' = tagliare (pezzo tagliato da una grivnija)

copeco dal russo kop'jo = lancia (nelle monete era raffigurato S. Giorgio, che trafiggeva il drago)

marco = unità di misura di peso, equivalente a 1/2 libbra

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La moneta veneziana detta " Mocenigo" si chiama così perchè fu coniata per la prima volta dal Doge Pietro Mocenigo tra il 1474 ed il 1476. ( Valeva una Lira)

il " Marcello" ( mezza lira) fu coniato per la priima volta dal Doge Nicolò Marcello 1473/1474.

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Piccola curiosità. Sinoa qualche anno fa, in alcune zone dell'Emilia-Romagna, i soldi venivano chiamati anche "bessi". Forse dalla moneta romana "bes"?

Più probabilmente derivava da " Batzen"

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Piccola curiosità. Sinoa qualche anno fa, in alcune zone dell'Emilia-Romagna, i soldi venivano chiamati anche "bessi". Forse dalla moneta romana "bes"?

Più probabilmente derivava da " Batzen"

Grazie.

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C'era a Venezia l'abitudine che il Doge regalasse a fine anno ai nobili del Maggior Consiglio delle anatre selvatiche.

( Osei in dialetto = Uccelli) ma questa usanza cessò verso il 1520 e si stabilì che invece degli osei si donasse una " osella"

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Interessante il contributo di Dizzeta ma perchè Palanca, Parpagliola ecc?

Parpagliola in francese (parpaiolle) significò farfalla, si diceva così anche in dialetto piemontese.

Forse la prima moneta con quel nome raffigurava qualcosa che somigliava ad una farfalla.

Eh, chiedi un po troppo da uno come me....

Posso però fare qualche ipotesi ma non considerate assolutamente siano corrette:

Palanca: Passerella mobile che si appoggia tra il bordo di un galleggiante e la banchina o tra due galleggianti ....ma come si possa poi "trasmettere" alle monete ...boh?

Parpagliola: questo sì, dal francese, indicava monete a bassa lega d'argento, il nome viene utilizzato per la prima volta nella seconda metà del Quattrocento in Provenza.

Mutta: si usava la mutta piemontese per misurare i quaranta centesimi, e venti erano mezza mutta.

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denga e tenge vengono dal ceppo delle lingue turco-tatare e significa bilancia (dal cinese tengse)

som (sempre nelle lingue turco-tatare) significa puro

manat deriva proprio da moneta, mentre il dram dovrebbe derivare da dracma (un po' come le varie versioni del denario: denaro, denier, dinaro, denar, etc).

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Ops ....leggo adesso che Parpagliola deriverebbe dal nome di un certo Parpaille, falsario francese, che falsificava le monete in corso abbassandone la lega ...etimologicamente tuttavia il nome è di derivazione latina (e non francese) da papilio=farfalla ....tutto ciò l'ha scritto Giovanni Pesce.

Sempre il Pesce ci dice che la petachina (detta anche sesino perché valeva 6 denari), che era una monetina dapprima d'argento poi di mistura, ha questo strano nome di derivazione araba (abutaca) e compare all'epoca di Carlo VI per indicare la moneta da 6 denari di Genova e Savona.

Modificato da dizzeta
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Buongiorno, sollecitato da un “Maestro” del forum, voglio ancora tediarvi con i miei “dubbi genovesi” con un altro nome particolare …e, già che ci sono, anche avere una consulenza gratuita …(qualche elemento di genovesità non guasta):

Su Wikipedia leggo: Pistola (moneta) - In Italia il nome fu dato ad una moneta d'oro coniata a Genova dal valore di 50 lire genovesi. Questa moneta circolava a Roma per un valore di 8 scudi romani e 6 baiocchi : http://numismatica-i...oneta/W-GE31/13 .

Ora questa definizione mi ha sempre lasciato perplesso, ma come, il 50 lire è una moneta rarissima, che ha circolato pochissimo e probabilmente pochissimi genovesi lo videro (all’asta Kunker un esemplare è stato aggiudicato a 13000 euro mentre quattro anni fa per un altro ce ne vollero 23000, se non ricordo male).

Poi leggo nel libro del Pesce che recita:

"Viene particolarmente citata la quadrupla genovese d'oro da lire 96, del peso di gr. 25,214 al titolo del 909,50, detta anche Genovina o Pistola" : http://numismatica-i...oneta/W-GE31/46

Ecco questo, secondo me, è più convincente, le 96 lire sono una moneta conosciutissima, con larghissima tiratura e un notevole corso legale ...circolava anche durante il Regno dei Savoia.

Ecco la richiesta: qualcuno mi dice se il valore degli otto scudi romani e 6 baiocchi corrisponde alle 50 o alle 96 lire?

Grazie mille ...anzi una "pistola" di grazie! :D

Modificato da dizzeta
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Ciao,

da quel che leggo il nome di Pistola fu dato a un gran numero di doppie d'oro che pesavano all'incirca tra 6 e 7 grammi.

Scorrendo le varie aste noto che monete cosi' chiamate sono solo tedesche e svizzere.

Wikipedia non lo prendo mai come oro colato ( Pistola pure lui? :yahoo: ).

Penso piuttosto che il nome nel resto d'Europa sia stato dato dal popolino, che di pistole non ne aveva forse mai possedute nè viste.

post-8209-0-16637100-1350287342_thumb.jp

Hannover. Georg III 1760/1820

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Non dimentichiamo che prima di chiamarsi Moneta, si chiamava pecunia, ricordiamo, infatti, il detto pecunia non olet.

Pecunia oltre ad esse la Dea della ricchezza e dell'abbondanza ha anche un significato etimologico: pecuniam che deriva da pecus, ossia, bestiame, il denaro prima della moneta. :)

A riguardo del significato del nome Moneta, vi segnalo questa discussione intrapresa da me e il buon Rapax, con l'aiuto di altri utenti: Moneta, Giunone e Memoria.

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Piccola curiosità. Sinoa qualche anno fa, in alcune zone dell'Emilia-Romagna, i soldi venivano chiamati anche "bessi". Forse dalla moneta romana "bes"?

Più probabilmente derivava da " Batzen"

Esatto, e Batzen deriva da Bär -> Bätz=orso, simbolo di Berna e raffigurato sulle sue monete.

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