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Nomos Tarentum


tarantine

Risposte migliori

Sfogliando un vecchio catalogo Asta 33 del 15 Marzo 1995 Clasic Numismatic Group, mi ha tanto incuriosito il lotto 81, l'unico riferimento bibliografico utile per la catalogazione sembra essere il M.Vlasto che lo classifica con il n.863, in tutti gli altri testi di riferimento sembra non essere mai più citato, cosa molto strana e curiosa, chiedo a tutti i luminari di questa monetazione il loro partecipazione ad esprimere i propri giudizi su questa moneta.

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Non comprendo la domanda.

Al tempo dell'asta CNG, nel 1995, come riferimento alla monetazione di Tarentum c'era praticamente solo il Vlasto.

E' corretta la classificazione con Vlasto 863.

E' interessante notare che secondo questo grande collezionista, il suo era l'unico esemplare noto con quei conii. 

Poi sono usciti altri esemplari, come questi, ma resta comunque una variante piuttosto rara:

 

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Rauch 89/2011, 1041 g. 6,12

 

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NAC O/2004, 1466 g. 6,54

 

Non ho controllato se questa combinazione di conii è riportato nel recente Corpus di Fischer-Bossert. Qualcuno può verificare?

 

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Da una rapida ricerca del volume non li ho trovati. Fischer-Bossert si è occupato dell'arco cronologico dalle origini al 280 a.C., (con un articolo di aggiornamento in EOS V).  

Direi che questi coni, essendo posteriori, non dovrebbero essere inclusi nel suo lavoro.

 

Saluti :)

Nico

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Io credo che considerato la vastità di emissioni della monetazione di Taranto si molto strano che questo conio compaia sollo nella collezione Vlasto ed e completamente assente in tutte le altre Pozzi, Webber, Cote ecc. ecc.inoltre risulta assente anche nei vari SNG di vari paesi !!! Un numero cosi ridotto di emissioni cosa potrebbe indicare secondo voi ?

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Concordo che per quella particolare tipologia esistano almeno due distinti conii del rovescio (mentre ritengo che il diritto provenha da un medesimo conio).

Infatti basta osservare la posizione dell'etnico, sotto il delfino, che è diversa nei due esemplari illustrati. Però il secondo sembra essere dello stesso conio di quello illustrato al primo post: basta confrontare i dettagli per rendersi conto.

Purtroppo manca ancora un vero Corpus per il periodo successivo a quello coperto da Fischer-Bossert. Il periodo di cui parliamo va dal 275 a prima del 212 a.C. e non è molto facile da riordinare in una logica sequenza.

Lo stesso Mangeri, illustrando il grande tesoretto rinvenuto a Taranto nel 1883 (volume EOS IV del 2012), ha identificato ben 44 gruppi per i nomoi (didrammi) e proprio la variante Vlasto 863 non era rappresentata nel tesoretto. Per una corertta collocazione di questa moneta bisognerebbe tenere conto che fu emessa da un NIKO KPATH :GreeK_Sigma: e monogramma AN e dovrebbe essere avvicinata a Vlasto 883, dove però Taras tiene un elmo crestato e sotto c'è un capitello ionico (anche questo molto raro, ma presente nel tesoretto, Gruppo XXIV).

Una grossa complicazione è data dalle difficoltà di sistemare le numerose frazioni all'interno delle singole serie di nomoi, anche se alcune hanno in comune delle sigle….

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G.L. Maugieri mel suo meticoloso articolo pubblicato su EOS inserisce per ogni moneta oltre al peso e al diametro anche il numero di inventario.

Modificato da tarantine
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Ok ho fatto un po di confusione ... L'esemplare a cui fa riferimento Acraf fa parte di quelle 300 monete acquisite a quei tempi da Evans e successivamente cedute al collezionista M. Vlasto pertanto non c'è nessun numero di inventario.

Modificato da tarantine
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Vero. In ogni caso è utile e anche comprensibile per una semplice classificazione, grazie anche alle numerose tavole fotografiche.

Purtroppo il tedesco è una delle lingue fondamentali per l'archeologia e quindi anche per la numismatica: potenza della cultura (e non solo dei soldi….).

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Concordo in pieno con te acraf. La parte relativa alla classificazione è abbastanza semplice, elenca per ogni esemplare almeno altre 5-6 monete con lo stesso conio e le relative provenienze d'asta. Ma per tutto il resto ci vorrebbe un traduttore, ho provato a studiare le monete suberate per intenderci quelle indicate nelle tavole illustrate con la N ma senza alcun successo. Avrei bisogno di un corso accelerato di Tedesco :) :) :)

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E' l'unico modo. Non sono sicuro, ma ad esempio per la specializzazione in archeologia bisogna dimostrare di possedere le basi di conoscenza di almeno due lingue straniere scelte fra il francese, inglese e tedesco (ma in genere è obbligatorio l'inglese e si raccomanda anche il tedesco).

Il buffo è che il tedesco usato in archeologia e numismatica, essendo farcito di termini tecnici e spesso abbinati nella stessa parola (difficilmente reperibile sul vocabolario), lo rende difficile da capire anche a un tedesco normale, digiuno della materia.  Ho provato a fare tradurre un paio di importanti lavori del prof. Boehringer sulla numismatica siceliota e la stessa traduttrice aveva difficoltà a capire e ho dovuto fare non poche correzioni, ovviamente soprattutto sui termini tecnici. 

L'importante è avere le basi grammaticali (si è più agevolati se si ha conoscenza del latino, viso che anche lì si usano le declinazioni) e avere poi confidenza col linguaggio tecnico proprio della numismatica. 

Si impara sempre qualcosa.

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E' l'unico modo. Non sono sicuro, ma ad esempio per la specializzazione in archeologia bisogna dimostrare di possedere le basi di conoscenza di almeno due lingue straniere scelte fra il francese, inglese e tedesco (ma in genere è obbligatorio l'inglese e si raccomanda anche il tedesco).

Il buffo è che il tedesco usato in archeologia e numismatica, essendo farcito di termini tecnici e spesso abbinati nella stessa parola (difficilmente reperibile sul vocabolario), lo rende difficile da capire anche a un tedesco normale, digiuno della materia.  Ho provato a fare tradurre un paio di importanti lavori del prof. Boehringer sulla numismatica siceliota e la stessa traduttrice aveva difficoltà a capire e ho dovuto fare non poche correzioni, ovviamente soprattutto sui termini tecnici. 

L'importante è avere le basi grammaticali (si è più agevolati se si ha conoscenza del latino, viso che anche lì si usano le declinazioni) e avere poi confidenza col linguaggio tecnico proprio della numismatica. 

Si impara sempre qualcosa.

 

 

Conosco bene la problematica, dato che non conosco il Tedesco e l'opera fondamentale sul tema di cui mi sto occupando attualmente è il lavoro di Isler su Acheloos, scritto in Tedesco e mai tradotto in altre lingue. Inizialmente ho provato ad assoldare insegnanti madrelingua Tedeschi per una traduzione del testo, ma mi è stato detto che era troppo tecnico per loro da tradurre in Italiano (proprio come accennava acraf!), e le cifre che mi chiedevano erano allucinanti.

Dopo uno scoraggiamento iniziale mi sono regolato nel modo seguente: ho cercato tra giovani Italiani, studiosi di Storia che conoscano bene il Tedesco ed abbiano fatto un anno di Erasmus in Germania, ed ho assoldato un laureando molto sveglio e brillante di nome Maurizio. Ci incontriamo due ore a settimana, lui legge il testo direttamente in Italiano mentre io lo registro col microfono. In seguito da solo trascrivo e raffino la sua traduzione in Italiano.

In questo modo spendo anche molto meno. Un traduttore professionista chiede cifre altissime per ogni pagina da tradurre. Con questo metodo io traduco circa 8 pagine a sessione, al prezzo che mi sarebbe costato una sola pagina se avessi affidato la traduzione ad un professionista (comunque dando a Maurizio una cifra di 15 euro ogni ora, che è il prezzo medio di una ripetizione privata di Tedesco).

Ho già in mente, una volta finito il mio lavoro su Acheloo, di tradurre il lavoro di Fischer-Bossert con lo stesso metodo.

 

Saluti :)

Nico

Modificato da TARAS
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