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IGNORED

Un quinario "tedesco".


g.aulisio

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Questa minuscola moneta, emessa in lande remote, alla periferia della periferia, da popoli di cui non si sa quasi nulla, eppure agganciata alla moneta romana sul piano ponderale (per quanto sul piano dei tipi con i quinari romani non abbia nulla a che fare) mi ha sempre affascinato, dalla prima volta che mi é capitata sotto gli occhi, molti anni fa.

 

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Al dritto mostra quello che é stato interpretato come un "personaggio danzante" (anche se di primo acchitto dà più l'idea di una formica...) con un torque in una mano ed un serpente nell'altra. Al rovescio un cavallo retrospicente, piuttosto bizzarro pure lui.

 

E' d'argento, ed il peso é di g. 1,62.

 

E' una moneta che si vede di rado, se non sui testi sulla monetazione celtica, riportata in tal caso probabilmente per lo più per le fattezze che appaiono "estreme" anche in tale ambito.

 

Pur essendo piuttosto rara qualche dato di rinvenimento é conosciuto, e sembra concentrarsi sulla riva destra del Reno, in Renania-Palatinato.

E' stata ipotizzata un'attribuzione agli Ubii, tribù di cui non si sa molto, con una datazione al I sec. a.C.

 

Qualche manciata d'anni prima del disastro di Varo.

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@g.aulisio

 

De bello Gallico

 

" IV, III Ad alteram partem succedunt Ubii, quorum fuit civitas ampla atque florens, ut est captus germanorum. Hi paulo, quam sunt eiusdem generis ceteri, humaniores sunt, propterea quod Rhenum attingunt multumque ad eos mercatores ventitam et ipsi propter propinquatem Gallicis sunt moribus assuefacti. Hos cum Suebi, multis saepe bellis experti, propter amplitudinem gravitatemque civitatis finibus expellere non potuissent, tamen vectigales sibi fecerunt ac multo humiliores infirmioresque redegerunt"

 

De origine et situ germanorum

 

" 5 ... quamquam proximi ob usum commerciorum aurum et argentum in pretio habent formasque quasdam nostrae pecuniae adgnoscunt atque eligunt; interiores simplicius et atiquius permutationem mercium utuntur. Pecuniam probant veterem et diu notam, serratos et bigatosque ..."

 

"28, 5 ... Ne Ubii quidem, quamquam Romana colonia esse meruerint ac libentius Agrippinenses conditoris sui nomine vocentur, origine erubescunt, transgressi olim et experimento fidei super ipsam Rheni ripam collocati, ut arcerent, non ut custodirentur.". 

 

G.Aulisio

 

"qualche dato di rinvenimento é conosciuto, e sembra concentrarsi sulla riva destra del Reno, in Renania-Palatinato.

E' stata ipotizzata un'attribuzione agli Ubii, tribù di cui non si sa molto, con una datazione al I sec. a.C."

 

Quindi la moneta dovrebbe precedere il passaggio sul lato sinistro (transgressi olim et experimento fidei super Rheni ripam collocati).

 

Considerato che Tacito scrive la Germania nel 98 d.c.(quando gli Ubi sono già transgressi "olim" sulla riva sinistra), la datazione del I sec. a.c. per i ritrovamenti sulla riva destra non è peregrina.

 

Sarebbe interessante verificare se in quell'epoca si riscontra una maggiore somiglianza alle monete romane per le popolazioni a cavallo del Reno (con particolare riferimento alle monete degli Svevi).

 

 

 

Polemarco

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DE GREGE EPICURI

Io trovo eccezionale l'aspetto iconografico di questa moneta. Molto bello sicuramente anche il cavallo, che nel muso ricorda un po' un cavalluccio marino. Ma assolutamente straordinario l'altro lato, ben poco paragonabile a qualunque altra rappresentazione umana dell'antichità. Certo vien da pensare un po' ad una formica, ma ancora di più ad un burattino moderno, molto stilizzato, con gli arti collegati ai fili che li tiran su o li mandan giù, nel teatro delle marionette. E' vero che le forme celtiche sono lontane dal realismo (come hanno discusso a fondo R.Bianchi Bandinelli ma anche Malraux), ma qui c'è qualcosa di più, quasi una trasformazione "studiata" e teorizzata della figura umana.

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@@gpittini Hai ragione Gianfranco, la composizione della figura del dritto é eccezionale, anche in ambito celtico o comunque non classico é difficile imbattersi in elaborazioni della figura umana tanto astratte. Ed in effetti credo che la similitudine al burattino sia del tutto azzeccata.

La presenza del torque e del serpente, così come il "movimento" richiamano alcune emissioni della Gallia Belgica, ma la resa della figura nel suo complesso appare del tutto originale. Per quel che mi riguarda questo rappresenta uno dei motivi per i quali questa moneta mi ha sempre affascinato.

 

@@Polemarco , hai centrato in pieno la questione, ed i passi citati sono quelli giusti. Ci sarebbe moltissimo da dire su queste monetazioni marginali, tarde, ed in relazione con la potenza romana. Cercherò di seguire il tuo invito, partendo da un ambito geografico circoscritto. Poi volendo il discorso si potrà ampliare, con la consapevolezza che lo scenario é estremamente complesso ed a volte contraddittorio.

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@g.aulisio
Il passo di Cesare (grondano un malcelato senso di superiorità  le parole "humaniores" anche se del medesimo "genus" dei germani) parla proprio della vicinanza degli Ubi ai costumi dei galli e delle frequentazioni commerciali. E normalmente chi inizia a commerciare e batte moneta cerca di batterla con coni graditi ai commercianti (vedi il successivo passo tacitiano "formasque quasdam nostrae pecuniae adgnoscunt atque eligunt".)
Sicchè il richiamo alla Gallia Belgica è un ottimo punto di partenza.

@@gpittini
Quello che mi fa pensare è la segmentazione delle figure (nota gli snodi delle gambe del cavallo, quelle del busto dell'uomo e delle sue gambe) che mi ricorda la grecia arcaica dove, sui vasi, le membra degli uomini sembravano incollate pezzo a pezzo perchè non si aveva precisa contezza del "soma" come unità ma lo si considerava il totale delle singole parti.

 

Polemarco

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  • 5 mesi dopo...

@g.aulisio

 

Ho visto questa moneta in asta da Lanz ebay e mi è tornata in mente questa discussione. Ho pensato di riportarla nella discussione come un ulteriore esempio di questa particolare emissione. http://www.ebay.it/itm/LANZ-Kelten-Quinar-Germania-Typ-Tanzendes-Mannlein-Celtic-Torques-Silber-BD656-/231595968632?pt=LH_DefaultDomain_77&hash=item35ec320878

 

1,41g

13 mm

 Slg. Flesche 408; Castelin 1118; Kellner 60; BMC 525

Ex Teutoburger Münzauktion 

$_12.JPG$_12.JPG

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Grazie Matteo. Sono pezzi che nella loro iconografia bizzarra e nella marginalità della loro produzione hanno un immenso fascino (almeno per me). Hai fatto bene a riportare su la discussione: c'erano parecchi punti interessanti che sarebbe stato bello approfondire. Purtroppo la disponibilità di tempo é quella che é...

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  • 2 settimane dopo...

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