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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/22/15 in tutte le aree

  1. Salve amici del forum!!! Ecco il cinquantasettesimo pezzo, della monetazione di Ferdinando II, appena entrato in collezione. Cosa ve ne pare? Aspetto i vostri commenti. Saluti a tutti!
    6 punti
  2. Nuovamente un 5 lei del 1881, ma differente da quello postato da @@nando12. Infatti, Carlo I°, eletto Signore di Romania nell'aprile 1866, fu proclamato Re di Romania il 26 marzo 1881. Quindi il suo titolo cambiò da "Domnul" a "Rege".
    4 punti
  3. La risposta alla Vostra intelligente e plausibile domanda e' una sola. Io sono figlio d'arte, nel senso che i 2/3 della mia collezione sono un'eredita' del mio babbo che prima di andarsene prematuramente trent'anni fa mi ha chiesto di promettergli di completare quanto da lui iniziato nel lontano 1959 ossia gli aurei sabaudi da Carlo Felice in avanti. E cosi ho fatto, con due sole eccezioni, di cui una irraggiungibile (almeno per me). Poi ci sono aurei precedenti, ma questo e' un discorso diverso
    4 punti
  4. Già da qualche tempo studiacchiavo prevalentemente in rete la monetazione viscontea, perché sono stato educato da numismatici della scuola "prima i libri (o surrogati), poi le monete". Ed ecco che oggi, quasi a sorpresa, è arrivato il gran giorno. Sono pienamente consapevole che non si tratta di pezzi straordinari per conservazione e rarità, ma si tratta pur sempre dei capostipiti di quella che penso sarà una lunga divagazione che farà concorrenza alle mie amate emissioni coeve dei dominii pontifici. La fase sentimentale è durata abbastanza, quindi passo alle monete, che alla fine sono la parte che interessa di più :D Si tratta di due pegioni (o grossi da un soldo e mezzo, ma il primo termine mi piace di più) emessi da Galeazzo II Visconti a Pavia. Il primo l'ho classificato come CNI 1, mentre il secondo credo sia una variante non censita dal Re in quanto assomiglia molto al 12 ma la legenda del dritto termina con C (al posto di 3C) e agli angoli vi sono fiori a cinque petali e non stellette a sei punte...magari qualche anima pia MIR-dotata potrebbe dirmi se la variante è censita?? Buona serata a tutti, Antonio PS scusate se le immagini sono staccate dal testo ma ho il pc che fa le bizze e non riesco più ad usare la funzione aggiungi al messaggio
    3 punti
  5. Questa già l'avevo :) Si ritrovano da quegli eventi dopo 70 anni... La zecca di Philadelphia coniò anche una moneta da 2 Franchi per il Belgio. (liberato nel settembre del 1944 dalle truppe Anglo-Canadesi) Coniata in acciaio zincato in 25 milioni di pezzi, è più piccola di diametro rispetto a quella francese. (belga Ø 19 mm - francese Ø 27 mm.) Francia e Belgio, legate nell’occupazione e nella liberazione dal Nazismo, sono le uniche nazioni ad avere monete metalliche emesse dalle Forze Alleate circolanti nei rispettivi territori.
    3 punti
  6. 1881 Impero Austro-Ungarico Austria Francesco Giuseppe 1 Kreuzer Rame Zecca ?? KM# 2186
    3 punti
  7. Mah, il mio pensiero penso farà incazzare un pò tutti, ma lo esporrò comunque a me sembra normale che se durante un'asta si pone in dubbio l'autenticità di una moneta importante, del valore di qualche centinaio di euro, la moneta oggetto dell'asta rischi di essere venduta a meno se non svenduta. Molti dei potenziali acquirenti leggono il forum, e un'indicazione di possibile falsità non fa altro che allontanarli dall'acquisto. Ora detto questo, mentre noi (inteso come partecipanti del forum) chiacchieriamo amabilmente online su quanto è falsa o vera la moneta, un commerciante perde soldi veri, ed in virtù di questo è normale che si incazzi. D'altro canto questo modo di fare, per quanto estremamente fastidioso per chi vende, ha già svelato diversi falsi insidiosi nel passato, se ricordo bene vi fu anche qualche caso di moneta sostituita nella perizia. E' una sorta di grande fratello numismatico che però in non pochi casi a salvato il popò a tanti potenziali acquirenti. Il commerciante da ora in poi saprà che la prossima volta che vende una moneta deve sforzarsi di mettere le migliori foto possibili, poiché i suoi oggetti saranno giudicati anche e indipendentemente dalla perizia. Sarà certamente antipatico, ma sarà anche e soprattutto uno stimolo a migliorarsi. non entro nel merito della falsità o meno della moneta, poiché non mi reputo all'altezza di giudicarla consciamente (ho le mie impressioni al riguardo ma le lascio mie), mi limito a dire che dalle foto la moneta mi pare lavata :blum: .
    3 punti
  8. Un 1881 1-rupia dell'India portoghese ha colpito in 11,66 grammi d'argento.917, primo di nuovo tipo e l'alto valore in una nuova serie di 6-membro introdotto per l'India portoghese, tutti datata 1881. Il peso e l'argento sono identiche a quella di una contemporanea 1-rupee dell'India britannica, che ovviamente non è un caso. Gli inglesi e i portoghesi—ai sensi di un trattato precedente—aveva accosentito su quello che era essenzialmente un'Unione monetaria tra loro colonie in India. Il documento, che ha avuto efficacia 1° novembre 1880, ha incaricato una monetazione d'argento e rame per l'India portoghese sarebbe conforme a quella dell'India britannica in peso, di metallo, e di valore equivalente. Queste nuove monete d'argento e di rame dell'India portoghese sarebbe corso legale in tutta l'India britannica alle stesse condizioni delle monete dell'India britannica, e vice-versa, naturalmente. Questo portoghese 1-rupia era suddiviso in 16 tanga (come la rupee britannica è stata divisa in 16 Anna), e la recoinage—di cui questo 1881 1-rupia era una parte—è stata compiuta dagli inglesi, a nome del portoghese. :) v. ------------------------------------------------------------- An 1881 1-rupia of Portuguese India struck in 11.66 grams of .917 silver, first of the new type, and the high-value in a new 6-member series introduced for Portuguese India, all dated 1881. The weight and silver are identical to that of a contemporary 1-rupee of British India, which of course is no accident. The British and the Portuguese—pursuant to an earlier Treaty—had agreed on what was essentially a monetary union between their colonies in India. The document, which took effect on 1 November 1880, mandated a silver and copper coinage for Portuguese India that would conform to that of British India in weight, metal, and equivalent value. These new silver and copper coins of Portuguese India would be legal tender throughout British India on the same terms as the coins of British India, and vice-versa, of course. This Portuguese 1-rupia was divided into 16 tangas (as the British rupee was divided into 16 annas), and the recoinage—of which this 1881 1-rupia was a part—was accomplished by the British, on behalf of the Portuguese. :) v.
    3 punti
  9. Questo è vero, ma secondo me solo in parte. Nel passato credo che il collezionista dava un'enorme importanza ad assicurare alla sua collezione una presentazione artisticamente importante, mentre il collezionista moderna è molto più incentrato sull'acquisto delle monete che dei suoi complementi, quali sono i libri numismatici e, per l'appunto, i monetieri. Non è da dimenticare che tutti i grandi collezionisti del passato ci hanno lasciato delle meravigliose biblioteche, non di rado addirittura più importanti delle stesse loro collezioni: il collezionista moderno generalmente dedica una frazioni infitesimale delle sue risorse alla biblioteca numismatica: certamente non gli verrebbe mai in mente di rinunciare a un prezioso e bellissimo sesterzio, per esempio il Porto di Ostia, per utilizzare quella stessa cifra per far realizzare da un bravo artigiano un bel mobile monetiere davvero di pregio. Oggi la sperequazione tra ricchi e poveri non è minore di quella che c'era due o tre secoli fa. La differenza, sostanziale, è che allora le classi "alte" erano anche colte e spendevano tantissimo in cultura e praticavano il mecenatismo. Le classi "alte" attuali sono costituite, con poche eccezzioni, da cafoni arricchiti che si distinguono per la loro ignoranza e grettezza. Quando vedo assistere ad una prima della Scala le madame ingioiellate e i loro coniugi vestiti come pinguini, provo un senso di profondo disagio pensando a quanti appassionati restano fuori dal Teatro perché non possono permettersi di pagare il biglietto d'ingresso: quando poi questi cafoni vengono intervistati, tutta la loro crassa ignoranza viene alla luce. Quanto differenza rispetto, per esempio, all'imperatore Leopoldo II, grande appassionato di musica, che nel 1792 apprezzò talmente tanto l'estreno dell'opera di Cimarosa "Il matrimonio segreto", che invitò a Corte tutti gli artisti, cantanti e orchestrali, per offrire loro una cena suntuosa e poi chiese che fosse bissata l'Opera intera. Gli imperatorucoli di oggi preferiscono le escort ai grandi artisti!
    3 punti
  10. https://elmaravedi.wordpress.com/2015/02/16/monetarios-historicos/
    2 punti
  11. Concordo quasi pienamente con entrambi i vostri discordanti ma interessanti pareri: ammetto che,talvolta, una monetina usurata comunichi più emozioni di un sesterzio in una conservazione quasi surreale per l'età che ha, ma una moneta dev'essere almeno parzialmente leggibile per apparire interessante numismatica mente(:.
    2 punti
  12. In questi casi il valore economico non assume un grande peso... Mi limito a crogiolarmi nell'emozione di possedere un esemplare di un così alto grado di rarità, mai avuti prima:)!.
    2 punti
  13. Sear 3652 Divus Maximianus AE3. Minted under Constantine I. DIVO MAXIMIANO SEN FORT IMP, veiled head right / REQVIES OPTIMOR MERIT, Maximianus seated left on curule chair.
    2 punti
  14. 2 punti
  15. Quindi devi tornare sui libri....
    2 punti
  16. Il mercato siete (anche) VOI... Cosa che ci si dimentica spesso. Se non vi dispiacciono poi così tanto le monete con i colpi, piccoli o grandi che siano, COMPRATELE! :)
    2 punti
  17. @@monbalda accennava a un brainstorming e quindi forza, diamoci dentro. :D @@avgvstvs mi ha messo sul chi va là. E se invece la presunta C indicasse il denarius lucensis communis menzionato nei documenti d'epoca? In questo caso però dovrebbero essere tutti esemplari di Tipo H4b. Insomma dobbiamo controllare anche il dritto delle monete per avere una conferma. Intanto voglio congratularmi con tutti gli amici che partecipano attivamente alla discussione e scrivono le loro considerazioni senza timore di sbagliare. Dagli errori (tutti sbagliamo, siatene certi) spesso in seguito nascono riflessioni che aiutano a risolvere le problematiche. E' già accaduto molte volte. Saluti a tutti
    2 punti
  18. 5 Para turchi-ottomani del Sultano Muhammad V coniati a Istambul. AH 1327/7 (1915) Ni KM# 767 A differenza delle altre date alcuni pezzi del 1327/7 presentano il titolo onorifico (Thougra) "Il Vittorioso" (El-Ghazi). (si tratta del ghirigoro in alto a dx nel campo del D/)
    2 punti
  19. Moneta davvero bella. Avercela in collezione. Colpi e colpetti: un "monetone" da 25 grammi che cade, dopo la coniatura, nel contenitore, hai voglia se non riceve qualche colpo. E poi è una moneta che ha 101 anni; volete dirmi che in tutti questi anni qualche bottarella non l'ha ricevuta? Se vogliamo la perfezione per questo tipo di moneta,credo che non l'avremo mai. Qualche piccola magagna salta sempre fuori. Se qualcuno ha una quadriga del 14 (buona) con qualche colpo che lo disturba, in privato gli mando l'indirizzo così se ne libera e me la regala, almeno dopo non vede più la moneta con i colpi.
    2 punti
  20. Come ha detto @@eliodoro, è un'imitativa di una FEL TEMP REPARATIO tipo cavaliere abbattuto. Visto che il ritratto è diademato dovrebbe essere ispirata a Costanzo II.
    2 punti
  21. Il grosso veneziano è di Jacopo Tiepolo, non Lorenzo. Lo si riconosce dallo stile. Per rispondere a @@PaTLaBoR, ogni epoca ha il proprio stile di espressione. Il medioevo è diverso dall'antichità. E diverso non significa necessariamente inferiore. Consiglio la lettura di qualche testo di storia dell'arte medievale. Arka
    2 punti
  22. ______________ 1881 Bulgaria Alessandro I° (1857-1893) 10 Stotinki - Rame
    2 punti
  23. Nel volume della Morrisson il rapporto è 5 a 1, quindi molto vicino ai tuoi dati. A guardare meglio nel DOC il rapporto non è così sbilanciato, sono stato precipitoso, anche se non è facile capire bene la distinzione fatta da Grierson in quanto si basa sulle iscrizioni e non sulle diverse dimensioni dei personaggi, aspetto ancor più sfuggente in quanto non tutti gli esemplari della collezione sono illustrati. Ho notato però una cosa molto molto interessante: tra queste coniazioni è riportato anche un follis definito "mule", versione "Costantino grande" al dritto e legenda che comprende il nome di Leone al rovescio. Direi quindi che la moneta presentata nella discussione non è inedita.
    2 punti
  24. volevo condividere con voi il sistema che ho ideato una quindicina di anni fa per conservare le mie monete. In pratica utilizzo dei normali fogli d'album, come base ho usato un cartoncino colorato sul quale ho applicato dei fogli descrittivi stampati a pc. Mi permette di personalizzare al massimo la disposizione e la raccolta e la scelta dei pezzi, quindi posso inserire varianti desiderate. Le descrizioni sono scopiazzate un po' dal catalogo Gigante 2000 e un po' da un vecchio Bobba del 1970. Adesso con le nuove tecnologie informatiche e stampanti a colori il tutto si può senz'altro migliorare, inserendo nuove grafiche o fotografie. Non è un vassoio in velluto, è un po' grezzo, contiene errori, ma può essere da spunto per collezioni non troppo impegnative per chi non vuole legarsi a quanto imposto dai fogli prestampati tipo masterphil, abafil e simili. Spero vi piaccia. ciao!
    1 punto
  25. Dopo anni di ricerche e studi, è finalmente nato e pubblicato: “Tecniche ed errori di coniazione”. Al momento in versione e-book (su amazon.it, hoepli.it, google play store, rizzoli, etc.) a EUR 14,99 e presto in versione cartacea a EUR 35,00. Circa 250 pagine (formato A4) e riccamente illustrato (più di 300 immagini a colori). https://play.google.com/store/books/details?id=FzJiBgAAQBAJ Pur essendo stati pubblicati altri libri sul tema in Italia, il mio si sviluppa in un modo totalmente differente. Infatti, i libri ad oggi disponibili affrontano l’argomento come un ordinario catalogo numismatico, vale a dire elencando le varie monete che presentano un errore di coniazione attraverso un metodo di classificazione basato sull’autorità emittente, il valore facciale, il tipo e, quindi, il millesimo. Tuttavia, a mio parere, nel caso degli errori di coniazione ha poco senso seguire questo classico metodo di classificazione; infatti, per definizione, si tratterebbe innanzitutto di un’opera incompleta visto che molte tipologie di errore sono “non ripetitive”, vale a dire si manifestano in modo sempre differente da moneta a moneta. Si pensi ad una moneta con battitura decentrata o doppia battitura. Inoltre, l’attributo essenziale che caratterizza gli errori di coniazione è la tipologia di errore (es. brockage, coni collisi, etc.) e le altre caratteristiche sopra descritte assumono un’importanza secondaria. In aggiunta, i testi oggi disponibili non illustrano la dinamica e le cause di formazione dei singoli errori se non in modo sommario. Questo aspetto è tuttavia essenziale per poter essere in grado di distinguere gli errori “artefatti” dagli errori “genuini”. Infatti, la più importante domanda a cui ogni collezionista di errori di coniazione deve saper rispondere per essere in grado di distinguere gli errori genuini da quelli artefatti è come gli stessi si formano. Una risposta a tale domanda richiede evidentemente una profonda conoscenza delle varie fasi del processo di coniazione e la loro evoluzione nel tempo. Infatti, per saper identificare un errore di un determinato processo è quantomeno indispensabile conoscere come avrebbe dovuto funzionare quel processo in modo corretto. Per tutti questi motivi, la prima parte del mio libro è dedicata ad un’esposizione dettagliata della storia delle tecniche e delle tecnologie di coniazione, con una descrizione dettagliata del moderno processo di coniazione delle monete destinate alla circolazione. Solo dopo aver appreso i concetti base di tale processo ho ritenuto opportuno analizzare nella seconda parte del libro i singoli errori, illustrandone le varie cause ed effetti. Inoltre, in questa seconda parte del libro ho analizzato gli errori di coniazione più celebri della monetazione italiana illustrando l’origine del relativo errore (es. 100 lire 1972/, 200 lire mezza luna, 2 centesimi 1915 quattro mani, etc.). Prima di investire in errori di coniazione è fondamentale investire in conoscenza per cercare di trovare le risposte ai numerosi dubbi che possono sorgere. Solo una volta appresi i concetti base che consentano di riconoscere gli errori autentici da quelli artefatti e di distinguere un errore raro da uno comune, sarà possibile avviare una collezione che potenzialmente non ha limiti! Per qualsiasi informazione non esitate a contattarmi. Allego indice del libro per avere un’idea dei contenuti. Andrea Del Pup Indice libro.pdf
    1 punto
  26. Fare la tipologica è dura per chi possiede già moltissime monete... ma questa, pur essendo "comune" , mi mancava ancora :D L'unico ritrovamento in ciotola di questa mattina tra migliaia di monetine estere a 3 pezzi un euro, io cliente affezionato... e quindi gratis :) Avrei potuto prenderla in altre occasioni in altri banchetti, ma venduta in oblò a 5/6 euro (a volte anche 10) non mi andava, stornavo gli stessi soldini su altre monete. 2 franchi in ottone dell'occupazione alleata durante la seconda Guerra Mondiale (sbarco in Provenza), è stata coniata dalla zecca di Philadelphia ed era destinata per la circolazione nel sud della Francia, in Algeria ed in Tunisia. Nonostante la sua tiratura di 50 milioni di pezzi stranamente ha un buon valore anche in mb/bb, questa mi sembra in buono stato (non che ci tenga molto...). Sembra un gettone, ed in effetti, in qualche occasione, l'ho vista su ebay descritta come Token.
    1 punto
  27. Beh cavolo, è molto più intrigante cercare di identificare una moneta mal messa che una in cui leggo chiaramente ogni lettera della legenda no..? ;) Scherzi a parte, capisco il tuo punto, ma ci possono essere varie vicissitudini che portano ad acquistare una moneta come questa..io se la trovassi ad una bancarella a 2 € la prenderei volentieri per poi scoprire cos'ho comprato, come aprire un ovetto kinder! :)
    1 punto
  28. @@rommel88 hai perfettamente ragione, è una RIC 219 con Vesta stante... Avevo confuso il palladio, con la cornucopia.
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  29. Il primo imperatore del IV secolo, padre di uno dei più grandi imperatori dell'Impero,il cui figlio fu artefice delle più grandi opere sociali,culturali ed architettoniche. Cos'altro aggiungere, per descrivere questa gloriosa moneta?(:.
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  30. @@Alex0901 concordo pienamente! E pensa che a farla coniare fu Costanzo Cloro, il papà di Costantino, mica uno qualsiasi!
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  31. ...che sia vera....falsa....indipendentemente da tutto questo: ricordati di non lucidare mai nessuna moneta!!...Lucidare vuol dire rovinare irrimediabilmente. E neanche pulire..a meno che non sia strettamente necessario (per sporco evidente tipo terra, grasso o altro...)...
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  32. @@nando12 e per essere un MB/BB , dov'è che sarebbe quasi partito ? , beh certo non può essere un bordo da fdc , ma questo era , a dir poco ovvio .
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  33. Arles RIC 29a Magnus Maximus, AE4. Arles as Constantina, August 25, 383 - August 28, 388. D N MAG MAXI_MVS P F AVG, pearl-diademed, draped & cuirassed bust right / SPES RO_MA_NORVM, campgate with four rows, two turrets, no doors, star above, top and bottom rows empty blocks, [?]CON in ex. Text
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  34. È comunemente noto qui sul forum, ma per chi è nuovo a queste monete 2-franco belga 1944, essi furono colpite i tondelli stessi come 1-cent acciaio americano del 1943—un espediente di guerra che era stati sospesi perché erano stati confusi con dimes (10 cents). Interessanti monete, nikita_; Troppo ho trovato 44 2-franco sorprendentemente difficile da trovare, specialmente in condizioni più bello (così molti di loro sono scolorite — ma credo che non sorprende, dato che sono in ottone.) :) v. ---------------------------------------------------------- It is commonly known here on the forum, but for anyone new to these 1944 Belgian 2-franc coins, they were struck on the same planchets as the American steel cent of 1943—a wartime expedient that had been discontinued because they had been confused with dimes (10-cent pieces). Interesting coins, nikita_ ; I too have found the ’44 French 2-franc surprisingly tough to find, especially in nicer condition (so many of them are discolored—but I guess that isn’t surprising, since they’re brass.) :) v.
    1 punto
  35. Quoto in particolare questo pezzo! Tevere si iscrisse, fece qualche post e poi si eclisso' (chissa' perche'...)
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  36. Buonasera Anto R, complimenti per i suoi bei pezzi. Il suo post mi permette di lanciare la classica pietra nello stagno... Faccio quindi a lei una domanda che vale anche per TUTTI gli amici milanesi: lei dice, riferendosi alle sue monete di Galeazzo II (scomparso nel 1378), di preferire il termine Pegione a quello di grosso. Si è però mai chiesto se a quel tempo, cioè prima del 1378 intendo, quella denominazione fosse effettivamente in uso? In altre parole, mi sa indicare un documento antecedente il 1390/91 dove compaia il nome "Pegione"? Buona serata, Teofrasto :)
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  37. Moneta rara e difficile da trovarsi in buona conservazione. Usura regolare e nessun difetto particolare, nel complesso qBB.
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  38. L'istinto mi pare che ti abbia guidato nella direzione corretta, solo che e' un denaro completo.
    1 punto
  39. Ciao @@interamnia23, un mera ipotesi una Kharruba normanna di Ruggero II°, anche se il peso e il diametro della tua moneta è maggiore.. Prendila, chiaramente, con le molle.. Ti saluto
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  40. un bel servizio fotografico ? ... così, anche tenendole al sicuro in altro luogo, te le puoi gustare "quasi" dal vivo e quando vuoi ... e poi così completi al meglio l'impresa paterna... ;)
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  41. @@ferdinandoII per me è: D/ Bb-qSpl; R/ Spl con riserva per la macchia.
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  42. Se volete vi mostro la mia... è abbastanza malandata, ma comunque sono soddisfazioni
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  43. Sono d'accordo con @@eliodoro sulle emozioni che devono darti le monete.... soprattutto le antiche. Però non si può passar sopra al fatto che chi dovrebbe garantire qualità, periti numismatici o case d'asta (soprattutto se si fregiano dei sigilli NIP), abbandoni la Numismatica (con la N maiuscola intesa come studio delle monete e della storia che queste si portano dentro) per scivolare grossolanamente sulla speculazione. Se una moneta ha un difetto (appicagnoli, colpi, graffi o addirittura è rifatta come questa), questo DEVE essere evidenziato nella descrizione del catalogo d'asta o nel tagliandino della moneta sigillata. Ne va della serietà di chi propone la moneta.... a mio parere senza possibilità di appello!!! A costruire una reputazione ci vogliono anni ma a distruggerla anche pochi istanti. Ci sono periti che non sigillerebbero mai una moneta così senza segnalare in rosso che è completamente rifatta (che cosa avrebbe scritto il compianto Tevere di una moneta così?) ed altri, o alcune case d'asta, che, guarda caso, se ne dimenticano. E se glielo segnali, o gli restituisci la moneta dopo che l'hai vita dal vivo, ti dicono con la faccia di bronzo (o di oricalco...? :rolleyes: ) che non se ne erano accorti... Sono d'accordo, infatti, con chi giudica questo sesterzio come un falso: che differenza c'è tra un falso e questa schifezza completamente rifatta?? Almeno dal punto di vista di chi la propone e di chi, ingenuo o inesperto, dovesse comprarla.... Così si allontanano le persone dalla numismatica per colpa di chi per pochi spiccioli è disposto a vendere fregature. E questa tendenza a proporre monete completamente artefatte se non addirittura false, incapaci di suscitare emozioni o di raccontare la storia, prima o poi prosciugherà il bacino dei veri collezionisti di monete antiche o lo ridurrà ad una cerchia ristrettissima. Spero che il forum contribuisca sempre più ad evidenziare i comportamenti di chi cerca di fare guadagni speculativi con poca trasparenza, se non peggio, in modo da mettere in guardia da certi soggetti chi ha meno esperienza e potrebbe cadere nella trappola....
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  44. L'annuncio, metti l'annuncio che poi lo trovi............ :lol:
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  45. Si che poi nella stessa Francia ricordo la guerra d'Algeria,e non ultimi gli attentati di Parigi. Tanta pace non mi sembra. Sono sincero @@cig : Per una serie di cose comincio a essermi veramente stancato di questa collezione. Se continuo a scoraggiarmi in questo modo penso che anche io vendero' baracca e burattini e la smettero' di buttarci via soldi e tempo. Per avere in cambio stupide monete che,ormai,commemorano cose senza nessun senso logico. La stessa Italia,lo ribadisco,non poteva coniare un bel 2 Euro sulle regione d'Italia?! No,deve cadere nella mediocrita' in cui cadono piccoli paeselli o presunti tali che vanno a commemorare cose del tutto insensate. Quindi sono daccordo con te:se continuano cosi',possono anche cominciare a tenersele. Siamo partiti da uno splendido Discobolo,simbolo dei millenni che passano e siamo arrivati a faccioni Granducali o a aniversari di personaggi semi-sconosciuti. Dalle stelle alle stalle...
    1 punto
  46. Ringrazio di cuore per l’attenzione riservata al mio recedente intervento. Vorrei ora sottoporre all'attenzione dei partecipanti al forum un'ipotesi per una possibile localizzazione di Velecha , già proposta in passato e oggi rafforzata sulla base di recenti ritrovamenti archeologici. Riporto di seguito la prima parte di un articolo pubblicato a mia firma sul Quotidiano del Sud. “ Fra le monete campane risalenti alla fine del III secolo a.C. è ben nota in ambiente numismatico una serie in bronzo che reca l’epigrafe VELECHA, a volte abbreviata in VE. Queste monete hanno al dritto una testa raggiante, simbolo del Sole, e al verso il busto di un cavallo o un piccolo elefante. I caratteri utilizzati appartengono a un alfabeto osco encorio derivato dall’alfabeto greco. Alcune monete sono ribattute su monete mamertine. È opinione prevalente degli studiosi che questa serie sia da collocare cronologicamente nell’ambito delle monete emesse dai popoli italici nel corso della seconda guerra punica (vedi sull’argomento Le monete della Campania antica di Renata Cantilena, Napoli 1987, da pag. 175 in avanti). La provenienza delle monete di Velecha è assegnata in genere alla Campania interna (Friedlander); i più riconducono le monete alla città di Volcei (odierna Buccino), basandosi però solo su una certa assonanza del nome e sulla vicinanza del luogo a Poseidonia. Velecha fino ad oggi resta in definitiva niente più che una città perduta, dove operava una zecca misteriosa. Proviamo a cercarla, questa misteriosa città sannita, nelle pieghe della Storia, utilizzando le preziose informazioni trasmesseci dalla nostra moneta, che si rivelerà essere una vera e propria capsula del tempo. Riviviamo gli anni tumultuosi della seconda guerra punica. Nella fase iniziale Annibale, dopo l’improvvisa apparizione in Italia e le folgoranti vittorie del Ticino, della Trebbia e del Trasimeno, resta comunque ben consapevole di non poter condurre un attacco diretto a Roma, imprendibile per gli illimitati mezzi a sua disposizione. Il suo progetto strategico diventa quindi quello di indurre i popoli italici a rinunciare all’alleanza con Roma e quindi di indebolirla per poi concludere la pace alle proprie condizioni. Annibale si dirige verso le zone della penisola dove ci sono più speranze di far nascere un'opposizione contro Roma, ovvero i territori di lingua osca. Il suo itinerario lo porta dal lago Trasimeno alla Via Flaminia, e di là attraverso gli Appennini alla costa adriatica. Dopo aver lasciato riposare i suoi uomini nel Piceno, raggiunge 1'Apulia settentrionale. Nei popoli italici tuttavia sul rancore verso Roma prevale la diffidenza verso un invasore straniero, e non una sola comunità si unisce ai Cartaginesi. Sarà la disfatta romana di Canne a portare molti fra Sanniti, Lucani, Bruzi, Apuli e Italioti dalla parte di Annibale, anche se non simultaneamente. Le città campane (Capua, Nocera, Nola e altre), da tempo entrate stabilmente nell’orbita di Roma, si trovano in una situazione particolarmente delicata, divise fra il dovere di restare fedeli e sottomesse e la suggestione di ritrovare le antiche autonomie. Tuttavia la presenza sul territorio campano degli eserciti punici reduci da Canne non poco favorisce la scelta di passare, più o meno spontaneamente, nel campo annibalico. Gli storici antichi non tramandano un quadro preciso e completo delle città che defezionano ad Annibale, né di quelle conquistate con le armi dall’uno o dall’altro esercito. Alcuni utili riferimenti si ritrovano comunque in Silio Italico e Tito Livio. Quest’ultimo, quando anticipa i tragici eventi di Canne, elenca i popoli che passeranno in seguito ai Punici: fra questi, in ordine di citazione, i Campani, gli Atellani, i Calatini, gli Irpini, parte degli Apuli, i Sanniti tranne i Pentri, tutti i Bruzi, i Lucani (Libro XXII, cap. LXI). Silio Italico, quando elenca i popoli che dopo la disfatta di Canne passeranno nel campo punico, elenca i Sanniti, i Bruzii, gli Apuli, gli Irpini, Atella e Calatia, seguiti da numerosi altri (Guerre Puniche, libro XI), mentre per Capua fa un discorso a parte. Notiamo che entrambi gli autori distinguono i Sanniti dagli Irpini, mentre la tribù dei Pentri è annoverata fra i Sanniti, ancorché restata fedele a Roma. Seguendo il racconto di Tito Livio, apprendiamo che la prima città a passare nel campo punico dopo la disfatta di Canne è Conza (Libro XXIII, cap. I). Lo storico parla poi delle operazione belliche portate da Magone in Campania per obbligare con la forza i più riluttanti a defezionare, quindi espone dettagliatamente le manovre condotte da Annibale nel tentativo di conquistare i principali centri della regione, da Napoli a Nola, e le contromosse romane. Roma ha perso numerose battaglie, ma non ha ancora perso la guerra: ha il controllo dei mari e nessun flusso di rifornimenti e rinforzi giunge ad Annibale con regolarità. Il Cartaginese non può essere ovunque nello stesso tempo, difficilmente può chiedere aiuti militari ai nuovi alleati e spesso è lui a doverli proteggere dalle rappresaglie. Nel 215 il pretore Marco Valerio Levino riconquista agli Irpini i tre piccoli centri di Vercellium, Vescellium e Sicilinum, non ancora localizzati, ma secondo un’interessante ipotesi (articolo a firma di Mario Izzo pubblicato su Airone 113)) ubicati sulle alture della Daunia (Monte Castiglione, Monte Felice e Monte San Chirico), nell’alta valle del fiume Celone (antico Aquilo). Anche il proconsole Marco Claudio Marcello nel 215 compie stragi e distruzioni sui ribelli, punendo severamente le città riconquistate. L'anno successivo, consoli Marcello e Fabio, il dominio cartaginese sulla Campania è definitivamente spezzato. Nel 213 viene portato a termine con successo il rastrellamento delle città caudine e l'anno seguente i Romani serrano le linee d'assedio su Capua, senza che Annibale possa intervenire efficacemente. Nel 211 Capua si arrende ai romani, seguita dai Calatini, dagli Atellani e dai Sabatini. A questi quattro popoli Roma riserva l’identica sorte della deportazione in massa e della limitazione dei diritti civili, e alle loro classi dirigenti quella della confisca dei beni e della riduzione in schiavitù (Tito Livio, libro XXVI cap. XXXIII e libro XXVI cap. XXXIV). Qui fa il suo ingresso sulla ribalta della Storia la misteriosa Velecha . Edward Togo Salmon, padre dei moderni studi sui Sanniti, ha fatto piena luce sulla questione, ma la cosa è stata inspiegabilmente sottovalutata, se non deliberatamente ignorata, in ambito scientifico. Salmon parte dall’osservazione che le monete emesse da Velecha sono del tutto simili a quelle emesse da Capua, Atella e Calatia nello stesso periodo (E.T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1985, pag.98), al punto che il retro di alcune monete presenta l’identica immagine di un piccolo elefante da combattimento, circostanza questa unica nel pur vasto scenario della monetazione greco-romana in Italia. Le caratteristiche morfologiche dell’animale raffigurato avevano portato in un primo tempo gli studiosi a identificarlo con l’odierno elefante indiano, la specie portata in Italia da Pirro, e di conseguenza ad abbassare l’orizzonte cronologico delle serie monetali. Successivamente l’elefante delle monete è stato correttamente identificato in una specie oggi estinta di elefante africano, molto più piccolo della specie attualmente diffusa nel continente. Ed è proprio questa specie di elefante quella che veniva utilizzata negli eserciti di Annibale. Nella realtà storica essi, guidati da un solo uomo in sella e non già muniti di torretta, hanno avuto un peso quasi insignificante nei combattimenti in Italia. Si ritiene che a Canne ne fosse in campo uno solo, essendo tutti gli altri deceduti nell’attraversamento delle Alpi e nelle precedenti battaglie alla Trebbia e al Trasimeno. Le monete di Velecha ci tramandano in definitiva l’immagine di un animale che già non era più presente nelle file di Annibale, e che oggi è addirittura sparito dal pianeta, ma è proprio l’immagine di questo piccolo elefante impressa sulle monete il filo rosso che ci porta finalmente sulle tracce di Velecha , la città perduta con la sua zecca misteriosa. Tornando a Salmon, partendo proprio dall’osservazione che Capua, Atella, Calatia e il popolo dei Sabatini si fossero uniti in una sorta di lega contro Roma, tanto da subire tutte insieme la stessa triste sorte, e che Capua, Atella e Calatia e Velecha battessero monete dello stesso tipo, quasi facessero tutte parte di uno stesso piccolo stato cartaginese, lo studioso perviene alla conclusione che Velecha fosse all’epoca la capitale, ovvero la poleis, dei Sabatini (Salmon, op. cit. pag. 347), popolo da identificare con gli abitanti del territorio della valle del Sabato a Sud di Benevento (Salmon, op. cit. pag. 316). E al centro della valle del Sabato, ovvero del territorio dei Sabatini, è situata la collina della Civita di Atripalda, ove è concordemente localizzata la colonia romana di Abellinum. Come non concludere che proprio qui, e non altrove, sia da localizzare anche l’antica città di Velecha , da riconoscere quale nobilissima antenata dell’antica città romana e della moderna Avellino? “ Ammettendo che questa ipotesi sia fondata, si porrebbero altri interrogativi, ognuno dei quali meritevole di specifico approfondimento: quale relazione c’è fra gli abitanti di Velecha (i Sabatini) e i Mamertini, sulle monete dei quali sono ribattute alcune delle monete “velechiane”? sono originari di Velecha alcuni dei mercenari campani reduci dalla Sicilia ai tempi della prima guerra punica? si spiega così l’uso, relativamente insolito, dell’alfabeto greco anziché di quello etrusco, più usuale? in che orizzonte cronologico si colloca l’ampia serie di monete fuse riconducibili a Velecha (come indicate nella catalogazione del Garrucci)? la presenza di questa serie di monete fuse potrebbe sancire in qualche modo l’esistenza di una zecca a Velecha più antica delle altre (Capua, Calatia e Atella)? Come mai su gran parte delle monete fuse ricorrono insieme i simboli del Sole e della Luna? è ipotizzabile per Velecha il ruolo di zecca unica utilizzata per le emissioni “annibaliche”, in aggiunta se non in alternativa a Capua? è possibile, sulla base delle monete greco-romane analoghe a quelle di Capua. Atella, Calatia e Velecha , ampliare lo scenario delle emissioni riconducibili allo “stato” annibalico? rientrano in questo contesto le monete di IRNTI, MELES, COMPSA, AKUDUNNIAD, ecc.? Grazie per l'attenzione e a risentirci.
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  47. Fare un bon post..cu il smartphone e una guerra.. Éco questo scopetto oggi in orto di babu. Peso. 0'48g.....a presto?
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  48. A questi aggiungo 5 bustine omaggio Calciatori 2014-15, non so se c'è pure il buono per l'album perchè sono nel cellophane e non vorrei romperlo.
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