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  1. Quattrino 1581 Zecca di Desana Mir Piemonte 483 Vi domando se e' una variante nota , in quanto al D/ le letttere DMM sono sormontate non da una corona ma da una stella
  2. Ieri mattina alla consueta riunione del Circolo Numismatico Taurinense un amico collezionista mi ha regalato questo esemplare :
  3. Pur non essendo una moneta sabauda questa moneta e' entrata nella mia collezione essendo stata battuta a Torino Chiedo conferma dell'identificazione e della sua rarita' , grazie Francesco I Re di Francia (1538-1542) - Liard "à la salamandre" databile al 1538 (sigle MV in monogramma) Fronte: salamandra coronata a destra fra le fiamme, con la testa rivolta a sinistra - Retro: croce accantonata da due gigli e due lettere F Zecca Torino , MV Marc Varemberg 1538 Boudeau 136 Ciani 1180
  4. BUONASERA A TUTTI VORREI, SE POSSIBILE DELECIDAZIONI CIRCA LA MONETA IN ALLEGATO ; CIRCA LA CONSERVAZIONE, LA VALUTAZIONE ECONOMICA E SE E' PRESENTE LA VARIANTE CON IL NOME DELL'INCISORE DATO CHE NEL CATALOGO NON E' MOLTO CHIARO E SEMRA ESSERCI UNA A IN ESERGO RINGRAZIO QUANTI INTERVERRANNO
  5. Apro questa discussione per avere in vostri pareri su questa moneta che mi ha fatto vedere un socio del Circolo Numismatico Torinese Nel MIR Piemonte e' solo segnalato il doppio Tornese di Francesco I per Torino al N.1001 Questo esemplare presenta invece al D/ solo due gigli peso 0,86 gr. , diametro 13/14 mm. Legende identiche al Doppio Tornese Tornese inedito di Francesco I di Francia zecca di Torino
  6. Buonasera a tutti, vorrei tornare su un grosso della zecca di Asti già apparso sul forum, ma che continua a lasciarmi dei dubbi. La moneta è la seguente "dichiarata" come grosso, ma la casa d'asta purtroppo non fornisce ne il peso ne il diametro. Ci sono diversi particolari che mi lasciano dei dubbi. In primis il non allineamento delle due croci patenti, nel campo e in legenda (in tutte le monete dela zecca di Asti che ho potuto vedere le ho sempre trovate allineate). Secondo, le S coricate... nemmeno nei denari primitivi sono fatte così male. Terzo, i caratteri della C e della E, chiuse sarebbero tipiche dei doppi grossi, ma in genere in questo tipo di moneta sono molto più curate di queste, e questa in ogni caso è dichiarata come grosso. Idem la R di REX nel campo mi sembra troppo rozza e i globetti troppo grandi confrontati con quelli di altri grossi astigiani... insomma, potrebbe trattarsi di un falso d'epoca? INASTA 23 del 10.11.2007 lotto 971 ASTI - Comune (1140-1336) - Grosso - CVNRADUS II; nel campo REX - R/ ASTENSIS; Croce patente - AG RR CNI 1/2 e 11/15; MIR 33, BB+
  7. Cercando di approfondire lo studio dei grossi astigiani, ho ampliato verso le altre zecche limitrofe ed ho rilevato una incongruenza. Mi spiego meglio. Luca Gianazza in: La circolazione monetaria nel basso Piemonte tra Due e Trecento: percorsi di ricerca, parlando del grosso tornese francese, della sua entrata e circolazione in Piemonte e di come le zecche locali abbiano coniato moneta simile, scrive: pag. 120: Asti, Chivasso, Cortemilia, Cuneo e Torino coniano a loro volta una moneta con caratteristiche non dissimili da quelle del gros tournois, percepibili non solo in un peso perfettamente in linea con quello della moneta francese, ma anche nella tipologia, con la ripresa del doppio giro di legende e della croce patente. Non mancano tuttavia elementi di originalità. Le monete di Asti, Chivasso e Cortemilia sostituiscono l’immagine del castello con la scritta REX in cerchio che già caratterizzava i denari astesi. Il dscorso viene ripreso qualche pagina dopo... pag. 123: La zecca di Asti avrebbe sfruttato la diffusione del gros tournois - a sua volta, come è stato mostrato, potenzialmente "moneta cattiva" nei confronti del grosso di Venezia, e forse dello stesso imperiale milanese - per produrre una moneta in quantità che dovettero essere consistenti, come porta a pensare l'elevato numero di gros tournois di Asti sopravvissuti fino ad oggi. Le zecche di Cortemilia e Chivasso avrebbero a loro volta fatto leva su questa situazione per produrre un grosso tornese ad imitazione di quello di Asti, come suggerisce la scritta REX nel campo comune alle tre monete. Non è a questo punto un azzardo ritenere anche le monete di Cortemilia e Chivasso di valore inferiore al nominale francese. La produzione di queste zecche rimase comunque più contenuta rispetto a quella di Asti: di Chivasso conosciamo oggi un solo esemplare, emerso nel ritrovamento di Lurate Abbate, mentre per Cortemilia il numero dei pezzi resta più incerto, in ogni caso dell'ordine dei tre-cinque esemplari 11. Nota 11: Nel CNI sono segnalati tre esemplari, dei quali due conservati a Torino e uno a Venezia. Mi è stata data segnalazione di due ulteriori esemplari, dei quali tuttavia non ho al momento ancora avuto modo di comprovare l'attendibilità. Andando a vedere il CNI ecco che trovo l'incongruenza che dicevo all'inizio. Secondo il CNI non ci sarebbe la scritta REX ne nel grosso tornese di Cortemilia (dove sarebbe PEX per APEX) ne in quello di Chivasso (dove sarebbe FER)... quindi?!
  8. Riporto un paragrafo dell'articolo di Lorenzo Bellesia, La produzione di alcune zecche piemontesi nei primi anni del Trecento. Una visione d'insieme: Asti18 Il CNI descrive un grosso tornese (CNI 39-46) collocandolo nel terzo periodo di attività della zecca con datazione forse dal 1270. E’ molto più opportuno spostarne in avanti la datazione, almeno alla fi ne del Duecento. Nota 18: E. Biaggi, 2004, pp. 743-764. Quello che il CNI elenca ai numeri 47-53 dopo il tornese definendolo doppio grosso sembra essere in realtà un mezzo tornese. Il peso massimo indicato nello stesso CNI è di 2,00 grammi per poi scendere a 1,95 e 1,94. Raddoppiando questi valori si arriva all’incirca ai 4,18 4,06 e 3,88 dei tornesi descritti nel CNI. Vorrei dunque capire se ad esempio la seguente moneta presente nell'Asta Varesi 65, a mio avviso classificabile come CNI 49, è da considerare un doppio grosso come riportato (e secondo CNI), oppure come mezzo tornese? Riporto per comodità anche tavola dei Doppi grossi del CNI 47-53. Grazie! Luca
  9. Prima di iniziare, una premessa doverosa, l'argomento era stato trattato in un'altra sezione, il post come vedremo adesso, pur avendo valenza scientifica, mi era stato totalmente oscurato, nel contempo poi una volta ripristinato aveva mostrato interesse e curiosità in alcuni utenti, quindi mi sembra sempre giusto nel segno della divulgazione, ma anche del confronto reciproco, riproporlo però qui. La domanda che ci si poneva nell'altra discussione era è possibile che un conio possa uscire dalla propria zecca ? La risposta sembrava essere no, ricordai giustamente questo caso per far capire che poi in numismatica tutto è possibile e in questo caso reale. Diamo subito a Cesare quel che è di Cesare, io sono qui solo come figura di narratore, gli attori sono Luca Gianazza e Franco Fornacca che hanno pubblicato sulla RIN 2014 " Conii e punzoni nelle Raccolte del Comune di Masserano e degli Archivi Alberti La Marmora ". Il contributo però lo potrete trovare agevolmente su Academia. edu e cliccando questo titolo lo troverete e lo potrete leggere, altro segno di divulgazione che dobbiamo a questi due autori perché hanno permesso a tutti di poterlo facilmente e gratuitamente leggere. Tra l'altro il contributo scritto è l'atto finale di due giornate di studio in quel di Biella su argomenti vari tra cui anche questo ; l'evento fu uno di quelli che ebbe un grande successo, anche qui sul forum, molti di noi parteciparono e sentirono in anteprima tutto questo ed ebbero la fortuna tra l'altro di vedere i conii e punzoni di cui parliamo. Ma incominciamo a spiegare qualcosa, spero che Luca e Franco se dirò inesattezze mi perdoneranno, e magari se vorranno potranno integrare e specificare meglio. Siamo a Messerano ( anche io preferisco con la e come era al tempo di cui stiamo parlando ), Messerano l'anno prima ebbe tra l'altro un altro Convegno sempre a cura di Luca Gianazza dal titolo " Tra falsi miti e scomode verità ", non so chi scelse questo titolo ma di certo rappresenta bene cosa sia stato e cosa è Messerano. Messerano era in una posizione fortunata, strategica, era sulle principali direttrici europee sia per l'Italia che per la Svizzera e per l'Europa Settentrionale ; per parlare di Messerano non ci possiamo fermare ad esso bisogna guardare oltre, anche molto, a tutto quello che c'era intorno, a Messerano si coniavano monete qualcuna di ostentazione, ma la maggior parte erano contraffazioni. Messerano va inquadrato in un contesto non solo geografico, ma anche economico, sociale, politico dell'epoca. Ma veniamo all'argomento, nel corso delle ricognizioni emersero 32 oggetti di questi 24 conii e 7 punzoni, questi oggetti provenivano dall'originario nucleo di proprietà dei Marchesi Alberti La Marmora. Di questi conii alcuni avevano una provenienza dalle zecche di Messerano e Crevacuore, ma la cosa interessante, forse unica, e direi anche sbalorditiva è che sono stati trovati conii di Milano per contraffazioni insieme a quelli originali della zecca di Milano. Quindi abbiamo conii di soldi milanesi di Carlo II d'Asburgo originali insieme alle sue contraffazioni. Sono tutti molto usurati, con lunghezze molto ridotte, la scoperta di conii è già eccezionale, di questo tipo pone poi mille interrogativi. Come ci erano arrivati lì da Milano a Messerano e quale era il motivo ? Le ipotesi possono essere tante, magari utilizzati dall'incisore per preparare quelli per le contraffazioni, o venivano usati qui in parallelo a Milano . Se fosse buona la seconda ipotesi dovremmo ripensare molti aspetti anche sulle contraffazioni, il fenomeno sarebbe stato più largo con monete contraffatte e anche originali battute nella zecca non sua, ma in altre. E poi ci possiamo porre altri interrogativi, come mai ? Furto ? Incisori infedeli e corrotti ? Domande, ipotesi, tutte suggestive, di certo i conii e i punzoni quel giorno a Biella molti di noi del forum li videro di persona......
  10. dux-sab

    ASTI mezzo testone

    anche se non di grande conservazione è una moneta che mi ha sempre affascinato per cui ho voluto accontentarmi di questo mezzo testone di Ludovico XII signore di Asti, con al rov. il ritratto di s.Secondo. per voi arriva al BB ? mi sembra che un utente di Vienna ,un paio di anni fa, postò una foto di un suo esemplare. qualcuno riesce a ritrovare quella discussione? se avete foto di altri esemplari mi farebbe piacere vederli.
  11. Ciao a tutti, ho comprato questa moneta ma non riesco a classificarla con certezza. Dovrebbe essere un denaro per Federico II coniato nella zecca di Busca. (Cuneo) sapete aiutarmi a classificarla con certezza? (riferimenti e rarità) legenda fronte: MLACEA retro: IMPATOR con in mezzo FR sotto l' omega diametro 15 mm. vi ringrazio anticipatamente
  12. Cari Collezionisti e numismatici! Qualcuno ha notato negli ultimi tempi un passagio die sopranominata moneta e potrebbe farmelo sapere? saluti dall`austria
  13. Questa domenica mattina ho messo in collezione questo esemplare di zecca piemontese Curiosa la mancanza della lettera V nella legenda del D/ Soldino o 1/4 di Grosso di Ludovico II di Saluzzo (1475-1504) - Zecca di Carmagnola D/ LVDOVICVS M.SALTIAR . Stemma coronato con cimiero R/ SANCTVS CONSTANTIVS - Croce fiorata Mir Piemonte 130
  14. Ho aperto la discussione per condividere con voi il mio ultimo acquisto..........da devoto di V.E.III mi sono trovato ad appassionarmi delle zecche piemontesi. Decisamente non è una passeggiata iniziare a capirci qualche cosa........però alle volte l'inesperienza porta a buoni frutti(sopratutto di chi vende nel mio caso) infatti l'ho comprata e pagata per un denaro tipo imperiale di Teodoro zecca di Chivasso....poi, praticamente per caso, ho capito che non era lei bensì un denaro di Manfredo II° del Carretto della zecca di Cortemilia........e la cosa non mi è dispiaciuta per nulla. Siccome è una moneta parecchio rara vorrei condividere con voi, che sicuramente saprete apprezzare, il mio gioiellino. Perdonate le foto leggermente sfuocate e i colori penosi però prima o poi mi devo decidere di comprare l'obbiettivo macro.
  15. giancarlone

    DEVOZIONALI DI SANTUARI PIEMONTESI

    Inizio questa discussione tematica con medaglie di Chiese o Santuari del Piemonte. Invito gli amici a postare medaglie in TEMA. Parto con il Santuario di OROPA (Biella), sorge a 1200 metri s. l. m., ed è il più importante Santuario Mariano delle Alpi. Nel Santuario si Venera una antichissima statua lignea della Vergine portata da Gerusalemme e presunta opera di S. LUCA evangelista, collocata in una cavità da S. Eusebio Vescovo di Vercelli nel 369. Nel sacello di S. Eusebio antichissime lapidi ricordano i miracoli ottenuti per intercessione della Madonna di Oropa. Nel tempo è stato costruito un complesso monumentale con doppia fila di fabbricati che racchiudono quattro successivi piazzali. Per dare il senso della monumentalità possono essere ospitate in comode camere oltre trecento pellegrini. Il complesso del Sacro Monte è stato recentemente inserito nel PATRIMONIO MONDIALE DELL'UNESCO. Stampina da un volume del 1864
  16. Ieri sera al Circolo Numismatico di Beinasco (TO) , mi hanno portato questo esemplare che ho classificato come Liard 1585 Delfino Tizzone Dovrebbe corrispondere al tipo del Mir 510
  17. Vorrei parlare della zecca di Alessandria e di una sua moneta , il denaro imperiale piccolo, moneta che poi vi farò vedere. Alessandria è una di quelle zecche di cui si hanno poche notizie, risultano solo tre monete in epoca medievale,tutte estremamente rare,per i mezzi grossi del secolo XIII abbiamo per Varesi una rarità R5, per l'imperiale piccolo (secolo XIV) abbiamo un R2 , per Biaggi per i mezzi grossi R5 e R4, per il denaro imperiale piccolo R3. Partirei con qualche osservazione riportate dal nuovo libro sulle zecche della Travaini di Luca Gianazza sull'argomento per inquadrare di cosa stiamo parlando. Attualmente non si hanno notizie di un diploma di concessione del privilegio di zecca ; Gianazza ritiene che l'ipotesi più probabile di autorizzazione ad emettere monete è che sia stata data da Federico I , anche se non viene esclusa anche la possibilità di una iniziativa autonoma comunale durante i periodi di lotta con l'Imperatore. Della zecca di Alessandria si sa e non si sa, anzi da quello che leggo sono più i dubbi e i punti interrogativi che le certezze. Di certo furono coniati due rarissimi mezzi grossi in argento riportanti al diritto in leggenda FREDERICVS IPRT ( imperator ) e al rovescio quello della città ALEXANDRIA. Per il fatto che in questi esemplari è riportato il nome della città, molti hanno ritenuto un'emissione dopo il 1197. Alessandria che con Federico I aveva il nome di Cesarea , prende il suo nome attuale solo alla morte di Enrico VI nel 1197 con la conseguenza di riportarlo anche sulla moneta. E' interessante , e questo sarà motivo di riflessione, che nel XIII-XIV secolo in Alessandria la moneta di conto era il denaro tortonese e negli atti pubblici è nominata di solito la moneta pavese, mai quella di Alessandria. Una fase successiva di coniazione l'abbiamo tra il XIII e il XIV secolo : venne emesso un denaro piccolo imperiale e di questo vorrei spero anche insieme ad altri occuparmi. Per il momento mi fermerei qui, di certo di Alessandria non si sono occupati in molti, ma qualche importante contributo c'è , del Promis, per esempio e di Cunietti-Cunietti A. in RIN 21,1908 : loro cercheranno o proveranno di capire cosa c'è dietro a questa coniazione di breve durata e pare non molto numerosa ; parleremo di loro,vedremo ovviamente il denaro imperiale piccolo e qui mi aspetto la collaborazione di un amico, cercheremo se riusciremo di fare qualche congettura in più insieme.
  18. Dovrebbe trattarsi di un quarto di soldo di Besso Ferrero Fieschi (1559-1584) per Messerano Mir Piemonte 751/1 D/ MAR MESSERANI Iniziali B F coronate R/ DEO GLORIA 1571 Croce Ornata
  19. Come per le zecche di Milano e Pavia, l'imperatore Corrado II concesse il diritto di battere monete alo comune di Asti intorno al 1140, anche se la città non iniziò a godere subito di tale privilegio. Quindi nella zona compresa fra le Alpi e il Po, la lira Imperiale fu presto sostituita dalle monete coniate da queste zecche, sempre riportanti il nome dell'Imperatore. Precedentemente alla battitura della monete comunali, la valuta più usata era il denaro di Pavia. Le prime notizie riguardanti le monete Astigiane riguardano alcune trasnazioni, databili al 1162 1. Le monete coniate dal comune sono tutte abbastanza simili, anche se quelle più recenti hanno dei caratteri (forma delle lettere) diversi e qualche piccola rosetta o trifoglio, aggiunta "per vezzo del conio" 2. Inizialmente le monete coniate furono il denaro e l'obolo. Il denaro era detto anche "Minuto" o "Imperiale", valeva 1/12 di soldo (moneta di conto !). L'obolo invece valeva 1/24 di soldo, corrispondendo alla metà del denaro. Entrambi recano il nome dell'Imperatore CVNRADVS II e nel campo REX, con lettere disposte a triangolo. Queste monete godettero di un discreto successo, ma ben presto ne furono alterate le caratteristiche. Di fatti iniziò ad essere specificato nei documenti "denari buoni" (bonorum astensium minutorum). La svalutazione procedette incessabile, forse a causa delle guerre che Asti dovette sostenere contro quasi tutti i suoi vicini; guerre che costarono enormi cifre alla città. Come spesso si fa in tempi di crisi si cercò di trovare un guadagno diminuendo il fino della moneta. Tornata la pace la città potè contare su un periodo di prosperità che la indusse ad attuare alcune riforme in campo monetario. Fra il 1270 e il 1280 il comune di Asti intraprendeva numerosi scambi commerciali con la Francia, decise di imitare le zecche Lombarde, coniando il grosso ad imitazione di quello Francese. Questo grosso valeva 1/3 di soldo (che rimaneva una moneta di conto), e fu per questo che venne soprannominato "Terzarolo". ____________________________________ 1 Domenico Promis, Monete della zecca di Asti 2 Domenico Promis, Monete della zecca di Asti ____________________________________________________________________________________________________________ Le mie conoscenze si fermano purtroppo qui. Devo dire che sull'argomento ho letto solo il Promis e non possiedo nessuna moneta di questa zecca, anche se è in lista ;)
  20. piergi00

    Un Salone d' Argento

    Si tratta di un Gettone in argento coniato nel 1972 in occasione del cinquantaquattresimo salone dell' Auto di Torino . Oltre che a scopo pubblicitario circolava all' interno del' esposizione piemontese e veniva accettato come buono(2000 Lire) nei ristoranti e bar della fiera convenzionati. E' abbastanza ricercato dai collezionisti
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