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IGNORED

Domanda su metalli e colore delle monete


Graccanvs

Risposte migliori

Vi volevo chiedere una cosa che non mi è chiara. Mi è capitato di vedere sesterzi, apparentemente buoni, completamente spatinati. I più erano color ottone, ma altri erano color rame, rossicci. E parliamo di sesterzi quasi contemporanei... come mai sta diffeenza? Non dovevano essere tutti di oricalco? Perchè allora alcuni sono rosso-rame?

Poi, passiamo alle monete fuse arcaiche. Ne ho viste alcune spatinate ed erano color rame, rossicce. Altre erano giallastre, vicine al color ottone. Inoltre alcuni presentavano i segni della fusione in maniera diversa: ora tipo buchetti (bolle d'aria scoppiate), ora tipo goccette escrescenti (pezzettini di metallo di fusione sporgenti). Come mai queste differenze?

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Il colore del metallo dipende dalla miscelazione della lega durante la fase di preparazione del tondello.

Con la riforma di Augusto nasce la monetazione in oricalco (rame + zinco) di colore simile al nostro ottone, con il passare dei secoli, la forte svalutazione portò anche ad un peggioramento della lega dell'oricalco con la parziale sostituzione della componente di zinco (più difficilmente reperibile) con del piombo e anche l aclassica colorazione dorata del metallo divenne più vicina al rame.

Ciò non toglie che le monete in circolazione abbiano una colorazione dipendente anche da sottilissime patine sebbene apparentemente spatinate ( a meno di monete spatinate chimicamente o meccanicamente).

Le bolle di fuzione possono essere sia in rilievo che incave e dipendono da micro bolle d'aria rimaste all'interno del metallo (bolle incave) oppure fra il metallo e la matrice refrattaria (bolle in rilievo)

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Si...e' possibile...anche probabile...

Una volta ho visto uno che si spacciava come perito vendere un fuso di Pertinace grande come un pugno come Padovavino autentico ed era giallo come lo zabaglione....

Potenza della tecnica e della truffa... :P

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Sono molto interessato alla composizione delle monete ed in questo caso dei Sesterzi.

Da un analisi spettrografica degli (ELEMENTI IN TRACCE) si potrebbe trarre una specie di carta di identità della provenienza dei metalli. Infatti ogni giacimento minerario presenta delle peculiarità sue tipiche sia per abbondanza e tipo di minerali ma sopratutto per la presenza di questi elementi rintracciabili come picchi in un' analisi spettrografica ai raggi x.

Certamente poteva accadere che il minerale provenisse da piu miniere dislocate in zone diverse, ma visto la difficoltà ed i costi dei trasporti , all'epoca è più probabile che la provenienza in una certa zona (Zecca) fosse legata alle miniere più vicine. Solo in caso di esaurimento della miniera più vicina, si faceva obbligatoriamente ricorso a minerali o lingotti di lontana provenienza. Fra l'altro, da un esame di questi elementi si potrebbero agevolmente scoprire i falsi senza un attacco chimico che porti al deterioramento della moneta.

Per quanto riguarda l'abbondanza di minerale devo dire che solitamente i minerali più abbondanti sono quelli di Zinco, poi quelli di piombo e di gran lunga meno abbondanti quelli di rame.

Vorrei chiedere ai cortesi utenti se sono a conoscenza di studi e pubblicazioni che riguardino la metallografia delle monete Romane perchè mi piacerebbe approfondire l'argomento.

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Non è una monetazione che seguo ma avevo l'appunto di un paio di vecchi articoli sul tema della composizione ed analisi:

Bartuli Cecilia, Botrè Claudio, Campana Alberto, Fabrizi Enrico - Panorama Numismatico 97 (5/1996) - Valutazioni comparate di tipo chimico-fisico su gruppi analoghi di denari repubblicani coniati nel 1° secolo A.C.: Papia e Roscia.

Russo Gianluigi - Dalla pietra di paragone al microscopio elettronico. - Cronaca Numismatica 49 (1/1994) - Dalla pietra di paragone al microscopio elettronico.

Qualcosa sull'argomento mi sembra sia stato detto anche in precedenti discussioni.

E' poca cosa ma se ti interessano gli articoli di cui sopra e non li trovi mandami una mail personale.

Ciao,

Giuseppe

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