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IGNORED

Spiccioli... romani


Illyricum65

Risposte migliori

Ciao,

oltre al sesterzio imitativo inserito nella discussione

http://www.lamoneta.it/topic/116496-regalo-di-natale-sesterzio-di-claudio/

da Tom Vossen ho trovato un’altra moneta interessante.

Di minor valore, diametro e peso, ma non meno intrigante. O forse anche di più, rispetto alla prima.

Si tratta di questo quadrans attribuito ad Augusto.

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Augustus. 27 BC-AD 14. AE Quadrans (2.81 gm, 19mm). Mint in Gaul (auxiliary mint of Lugdunum?). Struck circa 10 BC. Obv.: laureate head right. Rev.: eagle standing facing, head left, with wings spread. RIC I 227; RPC I 508. F.

http://www.vcoins.com/en/stores/tom_vossen/165/product/augustus_27_bcad_14_ae_quadrans_281_gm_19mm_mint_in_gaul_auxiliary_mint_of_lugdunum_struck_circa_10_bc_ric_i_227_rpc_i_508/490135/Default.aspx

Sul RIC la troviamo qui:

post-3754-0-13309400-1389043372_thumb.jp

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Assieme alla moneta precedente, è stata emessa pure questa:

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Augustus 27 B.C. - 14 A.D.
AE quadrans, auxiliary mint of Lugdunum, Autun (?), circa 10 B.C.
[iMP] - CAESAR Bare head right.
AVGVSTVS / DIVI F Bull butting right.
2,34 g. RIC (Lyon) 57,228 ; RPC 150,509 . Nice green patina.

http://www.thirion-ancient-art.com/coins/rome/augustus-ae-quadrans-auxiliary-mint-of-lugdunum-autun--503.html

Perché la ritengo una moneta interessante? Perché è uno dei rari (e ultimi) quadrans emessi da Augusto. E perché Lugdunum emetterà fino alla riforma neroniana quasi esclusivamente monete d’argento per ovviare al pagamento delle truppe impegnate nell’area renana e per il fabbisogno dellla provincia gallica, delegando le emissioni bronzee alla zecca di Roma (senatoriale).

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Tutto ciò comportò delle strategie di “sopravvivenza” finanziaria, a seconda dell’area interessata:

  1. Utilizzo di monete provinciali o di piccolo calibro e di peso compatibile (tipo quelle da Massalia, Ebusus, Paestum, Panormos…)
  2. Utilizzo di monete tardorepubblicane anche nel primo periodo imperiale
  3. Instaurazione dell’uso di tagliare assi e bronzi a metà o in quarti per ottenerne frazioni (ne abbiamo parlato qui: http://www.lamoneta.it/topic/113730-un-interessante-caso-di-dimezzamento/?hl=nimes#entry1290770 )
  4. Nelle aree nei pressi dei Limes, emissione di monete equivalenti da parte di zecche… ausiliarie? locali? militari?

    - Nell’area renana per questa classe si faccia riferimento alle moneta tipo AVAUCIA post-3754-0-59140000-1389043712_thumb.jp http://cgb.fr/monnaies/vso/v15/gb/monna ... nbfic=1515 sulla quale ho trovato questa esplicativa nota: The most recent, comprehensive and widely distributed Lower Rhine coin group is that of bronze ‘AVAVCIA’ coins, the obverse of which shows a swastika and the reverse a horse. Because the coins occur on such a vast scale in the earliest Roman camps and civil centres), it is widely assumed that they were fully integrated into the Roman monetary system. It has been suggested that they were minted to make up for a shortage of small-denomination Roman coins. This raises the fundamental question of whether it is still possible to speak of a tribal issue, or whether they are better regarded as provincial Roman coins.

    http://dpc.uba.uva.nl/cgi/t/text/text-idx?c=jalc;sid=0ce3bffe06336b94d79e7ab221ab2604;idno=m0101a02;view=text;rgn=div1;cc=jalc;node=m0101a02%3A4#FIG11

Modificato da Illyricum65
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La circolazione nell’area gallica-renana era contraddistinta nel Primo Impero da un’ estrema carenza di moneta spicciola per i piccoli scambi quotidianii (small change in inglese) specie tra i militari di stanza (infatti nei campi si rinvengono spesso le frazioni di assi/dupondi) e si ovviò alla scarsità principalmente… con le soluzioni 3 e 4. Ma la mancanza di numerario minuto era diffusa in tutto l’Impero e questo deficit, che sembra di minor gravità, in realtà portò dei problemi.

Direte… “Va beh, che ci facevi con un quadrans?” Ad esempio pagavi l’entrata alle Terme!

Per fare un esempio pratico ai nostri giorni provate a pensare di uscire domani mattina e pagare un caffè con 5€ senza poter ricevere resto, passare dal giornalaio, acquistare il quotidiano, pagare con altri 5€ senza ricevere di nuovo il resto… o meno del dovuto: in pratica l’elogio all’utilità degli spiccioli (tralasciando gli €cents) salvo…ricorrere ai miniassegni!

Ricordiamo quali erano i bronzi che circolavano tra le mani dei soldati romani impegnati nell’area gallica:

… sicuramente nei primi anni del regno augusteo tra i soldati circolavano i bronzi di Nimes(Nemausus) e Lyons(Lugdunum) (circa 16/15 – 8 a.C.), succeduti verso la fine del periodo dagli assi tipo “Altare di Lugdunum” di Augusto (circa 7 - 3 a.C.). Alla conclusione del regno di Augusto compare un tipo più tardo della tipologia “Altare di Lugdunum” (circa 9-14 d.C.) emessi da Tiberio cui fa seguito il tipo “PROVIDENTIA” in nome del Divo Augusto la cui data di emissione non è stata appurata con certezza…

(tratto da alcuni miei appunti personali)

Per cui i mezzi PROVIDENTIA esposti a Berlino

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sono un buon emblema della… fame di spiccioli delle truppe del Primo Impero.

Ciao

Illyricum

:)

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Davvero interessante Illyricum :) Non è facile ricostruire gli aspetti strettamente monetari del mondo antico. Fa sempre piacere leggere di questo tema sul forum.

Grazie per averlo condiviso.

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articolo interessantissimo... come sempre... Illyricum colpisce nel segno! :)

il problema della circolazione monetaria nell'area gallica-renana si è riproposto più volte nei secoli e ha sempre dato vita a scenari numismatici appassionanti!

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DE GREGE EPICURI

Molto interessante. Ma i due quadranti postati come li giudichi? Il secondo (toro)sembra poco ufficiale, io al D leggo CAESAR con la S invertita, e anche la E non è molto ortodossa, per non dire del ritratto! Insomma, erano degli incisori più celtici che romani. Anche il quadrante con l'aquila è lievemente strano. Io ne ho uno molto malconcio, ma nell'insieme più ufficiale:

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Modificato da gpittini
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Trovo singolare anche la presenza di monete celtiche con la svastica negli insediamenti romani, ma sicuramente verosimile. Però sono comunque monete abbastanza rare, a differenza dell' enorme quantità di monete di Nemausus tagliate a metà, che invadono tutti i mercatini francesi. Posto questa che è davvero bellissima.

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Come sempre leggo volentieri Illyricum (oltre a tanti altri), dal quale si riesce sempre ad imparare qualcosa :)

Grazie per la condivisione.

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Ciao,

per prima cosa ringrazio per gli apprezzamenti espressi su questa piccola ricerca, parte di un discorso di più ampio che proporrò più avanti. Chiaramente non posso bruciarmi gran parte di quanto raccolto altrimenti a suo tempo… chi leggerà il mio scritto? :D

Volevo integrare quanto scritto ieri con alcune annotazioni.

Personalmente non ritengo che il buon Augusto, buon politico e abile manipolatore di consensi pubblici, fosse all’oscuro della carenza di monete di piccolo valore e che non avesse cercato di ovviare al problema. Infatti abbiamo una produzione di quadrans attorno al 5 a.C.:

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Augustus AE Quadrans. 5 BC. Apronius, Galus and Messalla. SISENNA APRONIVS AAAFF around flat-shaped altar / GALVS MESSALLA IIIVIR around SC. RIC I 450.
3.47g
16mm
SCARCE

http://www.vcoins.com/en/stores/roma_numismatics/139/product/augustus_ae_quadrans__apronius_galus_and_messalla/238369/Default.aspx

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Augusto. P Betilienus Bassus. 43 a.C.-17 d.C. Quadrante. BB/BB+.

http://www.deamoneta.com/en/auctions/view/88/2005

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Semplicemente le emissioni furono scarse in rapporto ad un Impero che aumentava a dismisura nella popolazione, nell’economia e nelle dimensioni spaziali e quindi necessitava di implementare proporzionalmente il volume monetale circolante; lo sforzo delle zecche puntò alla produzione di moneta aurea ed argentea (Lugdunum) mentre quella di bronzi rimase a Roma e cercò di colmare il fabbisogno di assi, dupondi e sesterzi, trascurando quello di semiassi e quadrans che potevano esser surrogati da altre monete presenti nel flusso monetale circolante (n.d.r. - come dimostrato nell’Urbe e in genere in Italia (vedasi i già espressi punti 1, 2 e l’utilizzo di frazioni di monete- nr. 4)). In area gallica, come già visto, ci furono emissioni straordinarie di bronzi da parte di Lugdunum (Altare di Lugdunum) per ovviare allo scarso numero di monete giunte da Roma e da affiancare a quelle di Nemausus/Nimes ancora circolanti.

Tutto questo panegirico, che alla fin fine riprende quanto già detto, per segnalare un altro caso interessante presentato recentemente nella Sezione Provinciali: le monete GERMANVS INDVTILLI

http://www.lamoneta.it/topic/103763-germanus-indutilli/

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NORTHERN GAUL, under the Romans, (AUGUSTUS) AE quadrans. Temporary coinage issued prior to the arrival of coinage from Lugdunum. Struck circa issued 10 BC, under the authority of legate/magistrate Germanus Indutilli. Diademed female head right. Reverse -GERMANVS above, INDVTILLI L in exergue, bull butting left. TNC 809, 216. BN/LT 9245. RARE. 17mm, 2.1g.

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Presentate nel RIC volume I, (pag. 29) come probabile emissione di Treveri e con tale termine indicando non precisamente la città omonima ma il territorio circostante, non si sa bene con certezza chi fu l’emittente.

Una proposta che mi pare sensata è quella che si tratti di una produzione locale, verosimilmente da una tribù celtica locale. Questo si ricollega alla domanda di Gianfranco

Ma i due quadranti postati come li giudichi? Il secondo (toro)sembra poco ufficiale, io al D leggo CAESAR con la S invertita, e anche la E non è molto ortodossa, per non dire del ritratto! Insomma, erano degli incisori più celtici che romani.

Indubbiamente mi pare che le similitudini tra il quadrans RIC 228 Treveri

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e le GERMANVS INDVTILLI

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siano innegabili ed entrambe abbiano dei tratti “celtici”.

Inoltre navigando sul web ho trovato questo denario da Ludgunum, leggermente più datato:

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Augustus Denarius. Lugdunum mint, struck 15-13 BC. AVGVSTVS DIVI F, bare head right / Bull butting left, IMP X in exergue. RIC 169, RSC 141.

Notate l'orientamento del dritto, la posa delle zampe del toro e la sua direzione (esiste anche la versione verso destra) specie rispetto al RIC 228.

Nel mio piccolo, direi che il denario è il modello preso da campione da maestranze tribali celtiche che lo hanno replicato in bronzo dapprima per il RIC 228, quindi da questo per il GERMANVS INDVTILLI, variandone la legenda. Non posso esprimermi se questa operazione sia stata mediata dall'esercito (che magari utilizzò maestranze locali per produrre degli "spiccioli") o se sia partita spontaneamente (in pratica una specie di "imitativa barbarica") tra le popolazioni autoctone. Ma mi pare palese l'estrema somiglianza.

Meno chiari a mio avviso i confronti stilistiici per il primo quadrans, anche se lo stile non è proprio quello canonico.

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Ciao

Illyricum

:)

PS: trovo estremamente interessante il dato riportato da G. Aulisio sui tenori di zinco in un esemplare GERMANVS INDVTILLI:

Rame 81,68%
Zinco 16,46%
Piombo 1,25%
Nickel 0,24%
Ferro 0,22%
Stagno 0,10%
Argento 0,05%

Ben 16% di Zinco nella lega... in pratica oricalco... è ottenuto da uno o più sesterzi? ;)

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Chiedo venia se nel post, assieme ai dati di composizione, non avevo riportato la fonte.

Si tratta del risultato delle analisi effettuate dal Virchow e pubblicate dal Forrer (Analysen Keltischer Münzen, in Zeitschrift für Ethnologie, 49) nel 1909.

Per quanto datate le analisi del Virchow sono universalmente riconosciute come estremamente affidabili.

Esistono comunque analisi più recenti, quali quelle effettuate dallo Zwicker (due pezzi) e pubblicate dallo stesso nel 1984 che confermano il dato: l'alto tenore di zinco e l'assenza totale (almeno in uno dei due casi) di stagno.

Il fatto che si tratti di oricalco aveva già fatto ipotizzare al Caley (Orichalcum and related ancient alloys, Numismatics notes and monographs, 151, New York 1964) che per la produzione dei "Germanus" fosse utilizzato metallo ricavato dalla fusione di sesterzi o dupondi.

Tale possibilità mi lascia un po' perplesso. Il termine ante quem dell'inizio della produzione della BN 9248 é abbastanza certo, e si situa all'8 a.C. Quindi se ne ricaverebbe che per produrre moneta frazionaria (secondo alcune ipotesi recenti si tratterebbe di semissi e non di quadranti) in epoca augustea si sarebbero fuse monete... augustee.

Un'alternativa costosa alla pratica del frazionamento degli assi, al di là di tutte le implicazioni derivanti dal fatto che quelle che venivano distrutte fossero in tale caso monete correnti emesse a nome dell'imperatore regnante.

Un ulteriore elemento di dubbio deriva dall'effettiva diffusione in Gallia Belgica, tra il 10 e l'8 aC, di circolante ufficiale in oricalco, in quantità tale da permetterne la sottrazione alla circolazione e la rifusione.

Con questo non voglio ovviamente negare l'ipotesi. Solo porre qualche elemento problematico che andrebbe risolto.

Credo che comunque al di là della Germanus Indutilli (o BN 9248 che dir si voglia) il quadro andrebbe forse ampliato, dato che sono numerosissime le emissioni locali ormai agganciate in qualche modo al sistema ponderale (ma non solo) romano in epoca augustea, ed il fenomeno appare estremamente complesso, dato che si innesta su una modalità "locale" di emettere moneta.

A titolo esemplificativo, ma assolutamente non esaustivo, una tavola tratta da un recentissimo lavoro sulle emissioni dell'Alta Normandia tra il III ed il I sec. (di cui consiglio vivamente la lettura a tutti coloro che leggono il francese, anche se non sono interessati alle monetazioni celtiche, dato il contenuto estremamente innovativo anche a livello metodologico), tavola che si riferisce ad alcune emissioni "celtiche" del periodo augusteo.

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Tutti i pezzi sono interessanti, e, indubitabilmente, celtici, ma non mancherà di attirare l'attenzione il semisse, a mio avviso emblematico data l'esplicita commistione degli elementi, caratterizzato dalla legenda "SIMISSOS PUBLICOS LIXOVIO";

Di seguito un'immagine della moneta in questione.

bga_241487.jpg

Non é certo la più interessante tra quelle proposte nella tavola (che come ho gia' detto rappresentano un sottoinsieme, ben localizzato geograficamente), ma cio' che in qualche modo "stuzzica" il ragionamento é la qualificazione esplicita di "semisse pubblico": esistevano emissioni "private"? Questa é l'ipotesi della Fischer.

Aggiungiamoci la presenza dell'etnico (LIXOVIO) e addirittura dell'emittente (Vergobreto).

Non male, no?

Il riferimento bibliografico della tavola postata sopra:

Pierre-Marie Guihard, Monnaie et société chez les peuples gaulois de la basse vallée de la Seine. Recherches sur les usages monétaires d'une région entre le début du IIIe et la fin du Ier siècle avant J.-C., Protohistoire Eropéenne 14, Montagnac 2012.

Per un primo (sintetico e parziale) approccio alla problematica consiglio inoltre la lettura dell'articolo di Daphne Nash Plus ça change...: currency in Central Gaul from Julius Caesar to Nero, in Scripta Nummaria Romana, London 1978.

Modificato da g.aulisio
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Ciao G.Aulisio,

mi scuso se ti rispondo solo oggi ma vari impegni mi hanno impedito di farlo prima.

Inoltre volevo ponderare un po' sul contenuto dell'interessante post di cui sopra.

Il fatto che si tratti di oricalco aveva già fatto ipotizzare al Caley ... che per la produzione dei "Germanus" fosse utilizzato metallo ricavato dalla fusione di sesterzi o dupondi.

Tale possibilità mi lascia un po' perplesso. Il termine ante quem dell'inizio della produzione della BN 9248 é abbastanza certo, e si situa all'8 a.C. Quindi se ne ricaverebbe che per produrre moneta frazionaria (secondo alcune ipotesi recenti si tratterebbe di semissi e non di quadranti) in epoca augustea si sarebbero fuse monete... auguste

  • Magari avrebbero rifuso monete in oricalco consunte. A seconda della fonte considerata la Riforma monetaria augustea ricade in un range temporale tra il 24 e il 19 a.C. Quindi nella più ampia delle ipotesi, monete che avevano 16 anni. La domanda è la seguente: in 16 anni sussisteva la possibilità che un sesterzio fosse così "circolato" da risultare consunto ed illeggibile?
  • Un'altra ipotesi è che la necessità di avere monete frazionate fosse così sentita da ritenere "sacrificabili" alcuni sesterzi. Mi spiego: se non riesco ad effettuare acquisti se non in maniera antieconomica in quanto non sussiste la possibilità di ottenere un resto (monete frazionate o anche assi), non può essere più pratico ed economico sacrificare un po' di sesterzi per ottenere i "miniassegni" di cui sopra e mantenere il grosso delle mie monete in oricalco? Gli assi infatti erano probabilmente anch'essi scarsi, se è vero che furono poi emessi da Lugdunum (altare) nonostante questa zecca fosse dedicata alla produzione imperiale di aurei e denari.

Inoltre mi risulta molto strana la coincidenza dei valori di contenuto di zinco tra GERMANUS e sesterzi. Le monete repubblicane si attestano su valori massimi al 4%. In epoca augustea lo zinco proveniva dalle miniere della Spagna ("stranamente" provincia imperiale) ed Etruria; in realtà tra il 74 e il 77 d.C. a Stolberg, presso Aquisgrana furono scoperti dei depositi la cui estrazione prosperò tra il 150 e il 300 dC. per poi avere un declino. Forse le tribù locali conoscevano i giacimenti ben prima del loro sfruttamento intensivo? O in subordine: dove avrebbero ricavato lo zinco? Sul perchè... si potrebbe ipotizzare un'attrattività dovuta alla lucentezza quasi aurea della moneta. O forse perchè si era evidenziata una miglior conservazione della lega rame-zinco (così come in realtà è) rispetto alla lega bronzea o al rame stesso...

... il quadro andrebbe forse ampliato, dato che sono numerosissime le emissioni locali ormai agganciate in qualche modo al sistema ponderale (ma non solo) romano in epoca augustea, ed il fenomeno appare estremamente complesso, dato che si innesta su una modalità "locale" di emettere moneta.

E forse ha fatto da "base" per il fenomeno delle imitative così frequente nell'area gallica e renana (e britannica) dei secoli successivi.

Ciao

Illyricum

:)

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