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Britain Hoard - addenda


Illyricum65

Risposte migliori

Ciao,

è uscito recentemente pubblicato su www.academia.edu un interessante articolo di R. Bland sugli hoard britannici: “Hoarding in Britain: an overview”. Edito nel 2012, è una sorta di breve compendio sul tema.

Per chi non lo conoscesse, Roger Bland

http://www.britishmuseum.org/about_us/departments/staff/portable_antiquities_treasure/roger_bland.aspx

è stato Curatore del Department of coins and medals del British Museum, ha diretto il Department for Culture, Media and Sports, è responsabile per il Portable Antiquies Scheme (PAS) e dal 2012 dirige il Department of Prehistory and Europe dello stesso British Museum.

Per cui uno studioso molto qualificato sul tema: di seguito vi riporto degli abbondanti riassunti stralci del lavoro, con particolare attenzione al periodo romano in Britannia, per renderne fruibile la lettura anche a chi non avesse familiarità con la lingua inglese. Il fatto che l’autore lo abbia reso disponibile sulla piattaforma mi fa ritenere che possa tranquillamente trattarlo in Sezione senza incorrere in problemi di copyright. Ove possibile ho integrato il testo con immagini, grafici e links di riferimento.

Infine pongo alla Vs. attenzione il testo con il fine di stimolare eventuali discussioni, considerazioni ed osservazioni.

Partiamo affermando che questo articolo completa ed aggiorna quanto scrissi nel 2011 nella discussione http://www.lamoneta.it/topic/72935-britain-hoards/

MI pare innanzitutto interessante iniziare segnalando che nell’estate 2013 è iniziato un programma di ricerca intitolato “Crisis or continuity? The deposition of metalwork in the Roman world: what do coin hoards tell us about Roman Britain in the third century AD?” in collaborazione tra il BM e l’Università di Leicester.

Modificato da Illyricum65
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Significato del termine anglosassone "hoard" in ambito archeologico.

Per prima cosa specifichiamo cosa lo studioso inglese intende con il termine “hoard”; Bland segnala la sua interpretazione: “… intendo ogni gruppo di oggetti che sono stati raccolti assieme ma non necessariamente deposti nel terreno – pertanto anche il contenuto di un borsello disperso accidentalmente può venir considerato tale.”

Già Grieson nel 1975 aveva studiato e suddiviso gli hoard in 4 categorie:

  • Accidental losses - perdite accidentali (es. borselli dispersi accidentalmente)
  • Emergency hoards - Hoard di emergenza (gruppi di monete tratte dal circolante in una singola occasione, sepolti in presenza di un’emergenza con l’intenzione di recuperarle in un secondo momento)
  • Saving Hoards - Hoard di occultamento (gruppi di monete tratte dal flusso monetale circolante in un certo periodo di tempo, con l’intenzione di recuperarli in un secondo momento)
  • Abandoned Hoards - Hoard abbandonati senza intenzione di recupero secondario (es. corredo funerario, deposito di fondazione, monete deposte ad esempio attorno a fonti/fontane, etc…)

In seguito la distinzione tra “emergency” e “saving” hoards è decaduto, per fondersi in un’unica categoria. Spesso però non è facile attribuire chiaramente i depositi monetali ad una specifica categoria e nel caso di cui sopra è comune l’intenzione del proprietario di recuperare il bene in un secondo tempo. Anche il periodo storico in cui sono stati celati può modificare le motivazioni della deposizione.

Pertanto è stato deciso che esistono tre categorie fondamentali:

  • Accidental losses - perdite accidentali
  • Hoard deposti con intenzione di recupero in un secondo momento
  • Hoard abbandonati per varie ragioni, anche votive

Possiamo pertanto riassumere le categorie degli hoard con questo schema:

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E’ chiaro che l’utilizzo dell’MD ha portato ad un impulso nella scoperta di hoard, come testimoniato dal seguente grafico.

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Intendo ricordare ancora una volta che queste considerazioni sui metal detector e il risultato del loro impiego in Gran Bretagna non vuole costituire un impulso al loro utilizzo e tantomeno portare paragoni sulle diverse legislazioni vigenti nel Regno Unito e in Italia. In merito si rimanda alla discussione del Forum:

http://www.lamoneta.it/topic/30762-lamoneta-it-e-metaldetector/

Sono così suddivisi cronologicamente

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e va ricordato che il grafico di cui sopra è basato sul numero dei rinvenimenti i e non al valore dei depositi scoperti.

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Se andiamo ad analizzare con particolare attenzione i vari periodi sin possono trarre alcune considerazioni:

  • nel periodo età del ferro-romana ( 120 a.C. – 410 d.C.) nell'area britannica si notano alcuni picchi principali

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A ) attorno al 160 d.C. si hanno dei tumulti da parte dei Briganti che portarono instabilità nella Provincia ; non è casuale il fatto che nel 175 siano stati inviati dei Sarmati Iazigi a rinforzare le frontiere britanniche e che le azioni militari si siano prolungate sino al 184 (sotto Commodo).

B ) attorno al periodo 268-296

C ) non descritto da Bland, ma mi permetto di segnalarla, una terza concentrazione si riscontra attorno al IV – V secolo … dovuta forse ai raid barbarici marini che lievi non dovettero essere, se è vero che si procedette alla creazione del Litum Saxonicum?

Nella tabella successiva si nota che dopo il 410 (abbandono della Britannia al suo destino da parte di Honorius) la deposizione di monete è pressochè assente e viene motivata a testimonianza del fatto che nel V e VI secolo la coniazione è estremamente ridotta come volume. La ripresa della produzione di monete avviene sotto il dominio sassone (600-800) e infatti si nota un aumento del numero degli hoard ( D ).

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Una ripresa notevole del fenomeno dell'hoarding avviene attorno alla fine del 800 - inizio 900, probabilmente per la ripresa di un buon volume monetale e della spinta all’occultamento di averi data dai raid vichinghi ( E ).

NB: la scala va da 0 a 3,5 non da 0 a 35 come quella per il periodo romano!

Successivamente si ha un unico picco che emerge nettamente. È quello corrispondente al periodo 1639-1649 ovvero della Guerra Civile ( http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_inglese ). Tralascio la grafica, essendo un periodo estraneo alla presente Sezione.

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Il fenomeno dell’hoarding nella preistoria

Esistono ritrovamenti votivi dell’Età del Bronzo, perloppiù localizzati in aree fluviali e nei pressi di sorgenti. Alcuni depositi dell’Età del Ferro presentano analoghe caratteristiche votive ed un esempio palese è dato dal Snettisham Hoard (Norfolk), costituito dalla deposizione in un pozzetto di torques celtici in oro e argento.

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Altri presentano caratteristiche più complesse, come il Hallaton Hoard (Leicestershire). Individuato ne 2000, l’area circostante fu oggetto di scavo tra il 2001 e il 2003.

Furono rinvenute 5.292 monete totali in ben 16 gruppi distinti.

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La natura del sito è complessa: sul pendio di una collina è stata individuata una struttura munita di fossato che sembrerebbe esser stata usata dalla popolazione locale per feste rituali, stando ai numerosi resti ossei animali rinvenuti. Nei pressi di quella che doveva essere l’entrata sono stati individuati ben 14 depositi di monete mentre poco più lontano era stato deposto un elmo romano contenente ben 1.170 monete celtiche locali;

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poco disgiunto, nel fossato, era celato un altro deposito di 142 monete ed alcuni oggetti in argento.

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Le monete sono celtiche del I secolo d.C., così come l’elmo mentre la datazione C14 segnala circa 50 d.C., ovvero il periodo della prima romanizzazione britannica.

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http://www.britishmuseum.org/research/research_projects/all_current_projects/the_east_leicestershire_hoards.aspx

http://www.britishmuseum.org/research/research_projects/all_current_projects/the_east_leicestershire_hoards/the_coins.aspx

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E perché come a Sedgeford (Norfolk, 2003), in areale con presenze preistoriche e più tarde

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furono rinvenuti 39 stateri d’oro dell’Età del Ferro conficcati all’interno di un osso di bovide?

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Si tratta di monete definite “gallo belgiche” risalenti al I secolo a.C., abbastanza comuni nella Britannia meridionale.

Viceversa proprio all’intento di recuperare il tesoretto in un momento più tranquillo si può attribuire la causa della deposizione del Dallinghoo Hoard (Suffolk, 2008), costituito da 840 stateri aurei deposti attorno al 15 a.C. è il ritrovamento più cospicuo datato all’Età del Ferro britannica.

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La venuta di Roma: la scomparsa dell’oro

Le deposizioni a scopo votivo non terminano con l’arrivo dei Romani e ne fa fede l’ampia raccolta monetale a Bath o gli hoard costituiti da oggetti aurei religiosi come quello di Ashwell che vedremo in seguito. La differenza è nell’uso della deposizione di monete d’oro, comune nell’Età del ferro britannica e infrequente in quella romana.

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Il perché non è ben chiaro e Creighton (2005) ha ipotizzato l’uso della coniazione aurea da parte dei regnanti celtici per segnalare il loro potere e che le monete stesse fossero usate in transazioni coinvolgenti “cavalieri e carri” (ovvero per pagare i servigi di guerrieri “mercenari”); con l’arrivo dei Romani la situazione cambiò e l’uso della moneta aurea fu abbandonata.

La tendenza al calo delle deposizioni di oggetti/monete in oro rispetto al I secolo d.C. con ripresa nel periodo tardoromano rispecchia comunque una tendenza generalmente diffusa in Europa, come emerse già nel 1997 nel testo dello stesso Bland “The changing patterns of hoard of precious-metal coins in the Late Empire” e dal quale traggo lo schema che segue (basato sul numero di ritrovamenti, non sul valore).

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Il Terzo Secolo d.C.

Se prendiamo in considerazione gli hoard datati tra il 253 e il 296 ci rendiamo conto che quelli più numerosi rinvenuti in Britannia sono proprio di questo periodo:

  • Cunetio Hoard (1978) 54.951 monete fino al 275 d.C.
  • Frome Hoard (2010) 52.503 monete fino al 291 d.C.
  • Normanby Hoard (1985) 47.912 monete fino al 290 d.C.
  • Blackmoor Hoard (1873) 29.788 monete fino al 296 d.C.

La quantità media di monete presenti tra 96 hoards analizzati dalla Robertson è di circa 1.1.24 monete e ciò indica il loro basso valore intrinseco. Come interpretare questa excalation delle deposizioni monetali? Come detto, l’interpretazione comune è che siano stati deposti dai proprietari in risposta a disordini dovuti ad invasioni o disordini civili, con l’intenzione di recuperare il tesoretto in un secondo tempo.

Nel 1988 uno studioso francese, Gricout, aveva cercato di interpretare il rinvenimento nella Gallia settentrionale di hoard databili circa al 268 d.C. come logico risultato dei raid barbarici. Esistono chiare evidenze archeologiche degli effetti distruttivi di queste invasioni nella Gallia, specie in quella Belgica, nella seconda metà del III secolo d.C. Le fonti storiche attestano raid nel 250, 259-60 e 275/76 con il terzo di maggior impatto distruttivo e dal quale si ebbero distruzioni di molte ville in seguito non più rioccupate. Lavori più recenti hanno modificato questa interpretazione: sono state individuate ville che sopravvissero intatte alle scorrerie mentre la scarsità della presenza di monete del 275-296 è stata interpretata come l’abbandono transitorio dell’economia monetale (in favore di quella di scambio, verosimilmente) più che un abbandono del sito stesso. Anche le città mostrano molti danni in questo periodo, alcuni mai ripristinati se non nel IV secolo, con la ricostruzione in scala minore del centro urbano.

Andò così anche in Britannia? Se la Britannia ha una concentrazione di hoard superiore alla Gallia nel periodo allora dobbiamo assumere che i raid barbarici causarono grandi devastazioni anche oltremanica? L’archeologia non sembra testimoniare ciò. Nel 1981 Salway scrisse: “l’evidenza suggerisce che … la vita civile … continuò con buona prosperità” e “sembra sia stabilibile … che la Britannia fu toccata marginalmente dalle convulsioni che colpirono un po’ ovunque l’Impero nel III secolo d.C.” L’ultimo quarto del Terzo Secolo mostra la nascita di ville che trovano il loro massimo sviluppo nella prima metà del IV secolo e in questo periodo la Britannia sembra essere una delle aree più ricche a nord delle Alpi – così come l’Aquitania nel sud-ovest francese e nell’area attorno alla capitale imperiale Treveri.

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E’ interessante comparare la situazione dei rinvenimenti inglesi con quelli del resto dell’Impero. Questa mappa dimostra i rinvenimenti non solo monetali ma anche di oggettistica preziosa (oro e argento) nel periodo 238-260 (sec. Hobbs).

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La grande concentrazione è nell’area danubiana, specie nell’attuale Bulgaria e in Britannia e Gallia i rinvenimenti risultano relativamente pochi. E’ difficile non ricollegarsi alle vicende belliche che interessarono il Basso Danubio, culminate con la sconfitta di Traiano Decio nel 251 d.C.

Lo schema seguente indaga il periodo 260-274. Il punto focale si concentra in Gallia e Britannia e questa volta sembra essere riflesso della pressione esercitata sul Limes germanico nel periodo

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In ultimo, la mappa riguardante il periodo 274-296 presenta una concentrazione molto forte in Britannia e una distribuzione molto scarsa altrove. Ciò dimostra che la Britannia fu oggetto di pressioni senza precedenti in questo periodo? Ciò che possiamo affermare è che questa volta le evidenze archeologiche non sembrano supportare questa affermazione.

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Prove contestuali dagli hoard romani.

Alcuni hoard di età romana danno contesti che possono provare perché furono sotterrati? Uno dei più interessanti è il Frome Hoard. Per una sintesi:

http://www.lamoneta.it/topic/72935-british-hoards/page-2

Aggiungiamo che nell’area interessata dal rinvenimento non venivano prove archeologiche di frequentazione in età romana. Lo scopritore rinvenne una moneta di Adriano e alcuni cocci romani. Quindi scoprì 73 siliquae del tardo IV secolo e ricerche seguenti portarono alla scoperta del rinvenimento di un deposito di 111 monete dello stesso tipo nel 1867 (per cui si pensò che le 73 rinvenute fossero parte dello stesso). Crisp continuò le ricerche e a circa 100 mt dal primo rinvenimento il Metal detector cominciò a segnalare una presenza metallica. Scavando, venne alla luce un largo vaso in terracotta pieno di monete. Si bloccò lo scavo e si allertò l’Ufficiale del PAS locale, l’archeologo A. Graham. In considerazione del peso delle monete e della misura del vaso le monete furono rimosse strato per strato, in una sorta di mini-scavo stratigrafico. 80 sacchi furono riempiti da 52.503 monete di bronzo. A parte 5 denarii di Carausio le monete erano antoniani del periodo 253-291.

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Lo scavo ci ha dato evidenze di vitale importanza su come l’hoard fu deposto. Risulta evidente che dapprima fu deposto il vaso che non avrebbe potuto contenere 160 kg di monete – sarebbe immediatamente collassato. Quindi fu deposto il vaso e quindi iniziato il riempimento. Dal momento che il riempimento fu attentamente scavato in livelli sappiamo che le monete di Carausio (il regnante più recente) sono disposte maggiormente nella parte inferiore del recipiente.

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Inoltre le 43 monete di Carausio dei livelli superiori risultano essere anteriori come data di emisssione rispetto ad altre sottostanti: quindi il riempimento fu effettuato in un’unica occasione. Questo chiama in causa l’interpretazione tradizionale degli hoard del periodo. Se il proprietario di questo deposito voleva ritornare a recuperarlo più tardi perché non deporlo in vasi più piccoli e più facilmente recuperabili? L’unica maniera di recuperarlo era quella di rompere il vaso ed estrarre le monete, il che sarebbe stato scomodo. Inoltre nell’area è segnalata la presenza di siliquae di cent’anni più recenti. Poteva trattarsi di un’area utilizzata a fini sacri? Infine è interessante notare che il l’hoard fu deposto in un rilievo, altrimenti sarebbe stato infradiciato d’acqua.

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Un altro deposito interessante è quello di Corbridge, di 162 aurei, deposto attorno al 160 d.C., trovato durante scavi archeologici nel 1911. Era raccolto in una brocca sotto il pavimento di una costruzione della base romana di Crobridge, a sud del Vallo Adrianeo.

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E’ noto che questo periodo fu molto travagliato nella Britannia del Nord ed è verosimile che sia stato celato da una guarnigione prima di un raid delle tribù del Nord.

Gli hoard possono essere associati a resti umani come nel caso del Cotswold Hoard a nord di Bath. C’erano due vasi: il più piccolo conteneva 1.435 monete (antoniniani radiati del III secolo fino al 282 d.C.) mentre il più grande conteneva 9 monete ed i le ceneri di una cremazione umana.

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In certi casi sembra che gli hoard siano deliberatamente gettati via (thrown away). Un hoard di 622 copie di piccolo modulo di radiati (minimi?), datati al 274, fu scavato nel forte romano di Cardiff Castle.

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A Bland pare sorprendente che siano stati gettati via ma così interpreta il deposito; io ho un’idea differente ovvero che si sia in presenza di un piccolo deposito analogo come scopo a quello di Autun (FRA)

http://notizie.antika.it/007817_francia-autun-scoperto-un-tesoro-di-monete-clandestine/

che è stato interpretato come una raccolta destinata alla rifusione.

Gli hoard possono essere anche deposti in più vasi, come a Chalfont St. Peter (Buckinghamshire)

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dove i recipienti erano tre (contenenti 6628 radiati del III secolo): in due erano deposti quelli più antichi, di migliore qualità, mentre nel terzo erano contenuti quelli più recenti e meno “pregiati”.

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E’ facile ritenere che la data di deposizione di un hoard sia prossimo a quello della data dell’ultima emissione della moneta più recente e ciò vale per molti depositi del II e III secolo. Un rinvenimento confuta questa interpretazione:

http://www.lamoneta.it/topic/104916-bredon-hill-hoard/

Il Bredon Hill Hoard fu indagato archeologicamente; conteneva 3847 monete e terminava con Probus ma la buca contenente il recipiente fu ricavata incidendo uno strato datato al 350 d.C. !

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(d'altra parte a voler fare l'avvocato del diavolo, si potrebbe formulare l'ipotesi che si tratti di una deposizione secondaria del IV secolo da parte di qualcuno che aveva rinvenuto il vaso e lo aveva nascosto nuovamente - nota personale)

Un altro possibile esempio in merito viene dal sito Romano-Britannico di Lilleshall (Shropshire). Durante gli scavi del 1973 per la costruzione di una strada vennero alla luce 69 radiati terminanti con monete di Tetricus I deposti in un fossato (Ditch VII) che conteneva anche una moneta di Honorius, quindi del 395 d.C. Detto fossato circondava una struttura di incerta funzione; si tratta comunque di un esempio meno evidente di quello di Bredon Hill.

Chiaramente hoard enormi per numero di monete contenute non possono esser confrontati con quelli di dimensioni contenute nella ricerca di una motivazione comune o con quelli particolarmente ricchi di oggetto di pregio (vedi la già citata discussione http://www.lamoneta.it/topic/72935-british-hoards/page-2?hl=hoxne#entry777712 – l’ho visto esposto al British Museum… una favola!).

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La Anglo-Saxon Chronicle, sotto l’anno 418 (?!), riporta: “In quest’anno i romani raccolsero tutti i tesori di oro che erano in Britannia e li nascosero nella terra così che nessuno li potesse trovare e alcuni di essi li portarono con loro in Gallia”. Anche se è vero che il testo fu scritto 450 anni dopo, sembra preservare il ricordo di un avvenimento che accadde alla fine del dominio romano in Britannia.

Alcuni hoard presentano caratteristiche votive. L’Ashwell Hoard conteneva 27 oggetti in oro e argento, includendo gioielli dorati, una statuetta d’argento e placche votive di metalli nobili. Si tratta di un deposito del tardo III – inizio IV secolo d.C. e sembra essere connesso ad un tempio o sacello dedicato alla divinità sconosciuta Senuna, della quale è rappresentato il nome su cinque delle placche auree. E’ stato interpretato come un hoard interrato per la salvaguarda delle reliquie.

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E’ ragionabile credere che le 12.595 monete romane trovate nelle Sacred Spring di Bath non rappresentino un deposito votivo bensì la testimonianza dell’uso beneaugurale di gettare delle monete nelle fontane, così come accade tuttora.

Altri ritrovamenti sono quelli di Coventina’s Well, nel tamigi a London Bridge e Piercebridge a Durham.

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Con questo ho concluso la presentazione ... a voi la parola!

Ciao

Illyricum

:)

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Illirico grazie per questo riassunto, l'ho letto tutto d'un fiato, proprio ieri pomeriggio ero su academia a cercare nuove letture.

Direi che le supposizioni avanzate siano piuttosto evidenti ed anche le zone dei ritrovamenti nei diversi periodi mostrano come i confini o le aree in quei periodi insicuri abbiano necessitato di riporre i propri beni al sicuro.

Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum

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Spettacolare come sempre!

Grande divulgatore britannico e soprattutto... interventi precisi, approfonditi, appassionati e "contagiosi"!

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Awards

Grazie a tutti per i complimenti che però vanno in gran parte fatti a R. Bland che ha scritto questo articolo abbastanza breve ma interessante e che condensa bene il quadro alla luce anche di ritrovamenti recenti.

Personalmente ritengo che comunque ci siano dei dubbi che permangono:

Se la Britannia ha una concentrazione di hoard superiore alla Gallia nel periodo allora dobbiamo assumere che i raid barbarici causarono grandi devastazioni anche oltremanica? L’archeologia non sembra testimoniare ciò. Nel 1981 Salway scrisse: “l’evidenza suggerisce che … la vita civile … continuò con buona prosperità” e “sembra sia stabilibile … che la Britannia fu toccata marginalmente dalle convulsioni che colpirono un po’ ovunque l’Impero nel III secolo d.C.” L’ultimo quarto del Terzo Secolo mostra la nascita di ville che trovano il loro massimo sviluppo nella prima metà del IV secolo e in questo periodo la Britannia sembra essere una delle aree più ricche a nord delle Alpi – così come l’Aquitania nel sud-ovest francese e nell’area attorno alla capitale imperiale Treveri.

il fatto che la Britannia prosperi a partire dalla seconda metà del III secolo è evidente. Ma se fiorisce l'hoarding qual'è la causa dell'instabilità?

  • I raid barbarici? Perchè non ci sono evidenze archeologiche in tal senso?
  • Una sorta di abbandono da parte anche dei Gallici che creò instabilità sociale?
  • Forse il passaggio tra amministratori centrali e gallici creò un periodo di instabilità?
  • Altre cause possibili?

Questi sono quesiti che permangono...

E se il quadro da Bredon Hill (un unicum!) è generalizzato allora nel IV secolo circolava di tutto, antoniniani di 80 anni prima, imitative, minimi ... insomma un caos. E infatti Costantino, che aveva avuto visione diretta della situazione, apre la zecca ufficiale di Londinium, mi verrebbe da dire.

Che ne pensate?

Ciao

Illyricum

:)

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Non ci furono raid barbarici nella Britannia durante l'occupazione romana fino allla prima meta' del V secolo , fu minacciata solo da popolazioni stanziali dell' Isola , i Pitti , cosi' chiamati perché usi a dipingersi o tatuarsi i corpi , oppure nome derivante da una parola locale che voleva dire "combattente" , fino a quella data non vi furono mai invasioni esterne via mare da altre popolazioni ; a partire dal 449 d.C. avvenne la prima invasione via mare da parte degli Angli e dei Sassoni , popolazioni di ceppo germanico residenti all' epoca nell' attuale Sassonia / Paesi Bassi , che insieme a minoranze di Juti e Frisoni , occuparono la parte Sud e Orientale dell'Isola , successivamente nel VII secolo la Britannia fu invasa dagli Scoti di origine Celtica , popolazione dell'Irlanda , che occuparono l'attuale Scozia e tutta la parte Occidentale dell'Isola . Insomma la Britannia come estremo confine settentrionale dell' Impero , visse fino alla prima meta' del V secolo un clima sociale complessivamente tranquillo , intendendo tranquillo rispetto ai confini orientali dell' Europa , dell' Asia ed in parte a quelli meridionali dell' Africa , al contrario di questi confini che subirono invasioni piu' o meno profonde , ripetutesi e mai terminate fin dalla fine del II secolo , questo clima relativamente tranquillo e l' isolazionismo territoriale consenti alla Britannia di progredire socialmente e di gettare le basi della sua futura prosperita' .

Modificato da Legio II Italica
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DE GREGE EPICURI

Davvero complimenti Illyricum per questa fenomenale esposizione, e grazie. Fra l'altro, è una delle prime volte che leggo in modo dettagliato di tesoretti occultati in epoca celtica e con monete celtiche (prevalentemente d'oro e d'argento, a quanto ho letto), questo mi ha stuzzicato e cercherò anche altrove.

Una sola riflessione: nel tuo post n.9 vengono confrontate delle carte geografiche, con ritrovamenti nei vari periodi. Ora, io credo che i confronti possano essere fatti fra diversi periodi, ma solo rispetto alla STESSA area geografica. Dalle cartine risulta (guarda un po' che strano!) che in Italia, ma in parte anche in Francia, i ritrovamenti sono sempre pochi. Ora, questo può aver a che fare con l'effettivo numero di occultamenti compiuti in epoca romana; ma probabilmente ha a che fare molto di più con le attuali (intendo, degli ultimi 100 anni) segnalazioni dei ritrovamenti, e conseguente studio dei tesoretti; segnalazioni che, come si sa, in Italia sono pochissime, per una serie di ragioni legate certo alla "cultura civica" ma anche alla vigente legislazione.

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Non ci furono raid barbarici nella Britannia durante l'occupazione romana fino allla prima meta' del V secolo , fu minacciata solo da popolazioni stanziali dell' Isola , i Pitti , cosi' chiamati perché usi a dipingersi o tatuarsi i corpi , oppure nome derivante da una parola locale che voleva dire "combattente" , fino a quella data non vi furono mai invasioni esterne via mare da altre popolazioni ; a partire dal 449 d.C. avvenne la prima invasione via mare da parte degli Angli e dei Sassoni , popolazioni di ceppo germanico residenti all' epoca nell' attuale Sassonia / Paesi Bassi , che insieme a minoranze di Juti e Frisoni , occuparono la parte Sud e Orientale dell'Isola , successivamente nel VII secolo la Britannia fu invasa dagli Scoti di origine Celtica , popolazione dell'Irlanda , che occuparono l'attuale Scozia e tutta la parte Occidentale dell'Isola . Insomma la Britannia come estremo confine settentrionale dell' Impero , visse fino alla prima meta' del V secolo un clima sociale complessivamente tranquillo , intendendo tranquillo rispetto ai confini orientali dell' Europa , dell' Asia ed in parte a quelli meridionali dell' Africa , al contrario di questi confini che subirono invasioni piu' o meno profonde , ripetutesi e mai terminate fin dalla fine del II secolo , questo clima relativamente tranquillo e l' isolazionismo territoriale consenti alla Britannia di progredire socialmente e di gettare le basi della sua futura prosperita' .

Ciao,

quello che giustamente riporti è ciò che normalmente si trova scritto sul tema "Britannia Romana". Ma gratta gratta, qualche dato salta fuori.

Il buon Claudio, desideroso di gloria militare, decide di invadere la Britannia, terra che tutto sommato non offre granchè (schiavi, pelli, qualche metallo - argento, mentre l'oro proviene dall'Irlanda - perle ... cani). Ma è una regione che molti hanno pensato di conquistare ma nessuno c'è riuscito. Giulio Cesare (sortita intimidatoria), Augusto, Caligola ... tutti la vogliono ma nessuno la piglia. Lui lo fa, invia Aulo Plazio (che poi raggiunge) e Vespasiano con delle legioni e conquista il sud dell'isola. Chi trova sull'isola? Tribù di origine celtica che vengono sbaragliate. Nel tempo il dominio si espande verso nord e ovest, occupando il Galles ed arrivando in pratica ai confini dell'attuale Scozia. Non entro nei dettagli ma nel 60-61 c'è la ribellione di Boudicca.

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Chi è 'sta tale? La regina degli Iceni, una tribù ostile che guida la rivolta. Ma attenzione, non è l'unico gruppo autoctono ostile. Ugualmente ostili, o forse anche maggiormente, lo sono i Briganti. Occupano la Britannia del Nord in un'area detta Brigandia, sono bellicosi, orgogliosi delle loro tradizioni e del loro status, non accettano l'arrivo di questi invasori che si vogliono insediare nelle loro terre.

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Nel 69 proprio il loro re fa scoppiare un'altra rivolta, sedata da Quinto Petillio Ceriale in nome di Vespasiano, che nel frattempo ha indossato la porpora imperiale.

Tralasciamo la parentesi di Agricola che inizia una campagna che lo porta nelle terre del nord, giungendo fino all'estremo nord dell'isola, con l'appoggio della marina. Ma i locali, divisi anch'essi in tribù, riparano sulle highlands. Tra questi i Caledoni che nel tempo daranno il nome alla federazione delle tribù del Nord. E quando i romani si ritirano, riprendono il loro posto.

Attorno al 105 ci sono altre sommosse non ben documentate che portano all'invio di ausiliari inviati dalla Germania e al ritiro su una frontiera più meridionale.

117: altra rivolta repressa e cinque anni dopo Adriano ordina la costruzione del Vallo. Vallo che, ricordiamolo, taglia la Brigandia trasversalmente e difatti il vallum è dotato di un fossato verso Nord ma anche di uno verso Sud, a proteggere le spalle dei difensori da eventuali attacchi su due fronti.

In seguito Antonio Pio fa costruire un vallo più avanzato.

155-157: i Briganti si ribellano di nuovo, costringono all'abbandono del Vallum Antonino con ritiro su quello Adrianeo ma vengono poi sconfitti.

175: Marco Aurelio, probabilmente per presidiare meglio il Vallo durante qualche periodo di tensione, invia 5.500 Iagizi Sarmati.

181: i Pitti attaccano il Vallo, sconfiggono e probabilmente uccidono il Governatore romano e scendono verso sud. Non sono ben documentati gli eventi ma Cassio Dione lo segnala come il fatto bellico più pesante di tutto il regno di Commodo. Alla fine i tumulti vengono sedati (NB: 184, ben tre anni!) e Commodo si fregia anch'egli del cognomina ex virtute BRITANNICVS.

208: campagne britanniche di Settimio Severo, Caracalla e Geta. Dopo la morte di Settimio a Eburacum Caracalla offre una pace, abbandona i territori conquistati a nord del vallo e rientra a Roma per occuparsi della successione al trono.

Parentesi dell'Impero Gallico, con una certa reticenza di notizie.

284: campagna di Carino contro le tribù del Nord, non ben documentata dalle fonti storiche. Ma già prima qualche problema dev'esserci stato, se è vero che Probo invia dei Burgundi sull'isola. secondo alcune recenti ipotesi, al periodo di Probo vengono attribuiti gli inizi di alcune fortificazioni del Litus Saxonicum.

286: Impero Britannico di Carausio.

306: Costanzo Cloro cerca di invadere il Nord, vince una battaglia ma poi rientra a Eburacum dove muore.

369: le tribù del Nord (Attacotti), coinvolte in un attacco congiunto con Sassoni e Irlandesi, sfondano il Vallo ed arrivano fino all'attuale Kent Il Conte Teodosio riporta l'ordine.

Ed ora alcune domande e considerazioni.

  • Vi pare una situazione di tranquillità? Personalmente mi pare una Provincia tribolata, dove le tribù locali prima e del Nord dopo (ed in seguito dai raid di Sassoni da Est e Irlandesi da Ovest) hanno sempre dato filo da torcere. Non tanto nella Britannia meridionale, più romanizzata ma molto turbolenta verso nord. Infatti più a nord andiamo, più emerge il substrato celtico locale, con la romanizzazione limitata ai centri urbani (o quasi).
  • Perchè sottacere tali difficoltà da parte di Roma? Da un punto di vista propagandistico non era tanto comodo dire che c'era dei problemi nella Provincia dei "Britannucoli", come li chiamavano dispregiativamente.
  • Come già detto perchè il Vallo Adrianeo era dotato di un fossato a nord e pure a sud, dove si estendeva la maggior parte della Brigandia?
  • Se la situazione era tranquilla perchè vi soggiornarono sempre ben 3 legioni, oltre alle truppe ausiliari lungo il Vallo? Con la fame di truppe per problemi in altri settori dell'Impero, queste tre rimasero sempre lì e quando "scomparve" la IX Hispanica la si rimpiazzò con la VI Victrix. Anzi, periodicamente vennero inviate truppe di ausiliari o federati.
  • Giova notare che dopo la rivolta di Clodio Albino Settimio non ridusse la concentrazione militare bensì divise la provincia in due regioni "per evitare che un uomo solo potesse comandare tre legioni" anzichè ridurne il numero.

Tutto ciò però mi porta ad affermare che c'erano delle tensioni sull'isola che consigliavano lo stazionamento di ben tre legioni. Che se superflue e non produttive sarebbero state spostate.

E se grandi linee sappiamo cosa accade durante il periodo di dominio di Roma, le informazioni sul periodo gallico sono pressochè nulle. Lo jatus cognitivo sul III secolo esiste ed è importante. Ci furono rivolte? Non saprei, ma ritengo che a chi pagare le tasse fosse ininfluente ai più. Ci furono tumulti da parte delle tribù locali? O di quelle oltre vallo?

Ci sono inoltre altre ipotesi. Ad esempio aumento della tassazione e tentativo di celare il proprio "tesoretto". O semplicemente di nascondere i propri averi in attesa di tempi migliori (restaurazione del governo centrale?)?

Ciao

Illyricum

:)

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DE GREGE EPICURI

Davvero complimenti Illyricum per questa fenomenale esposizione, e grazie. Fra l'altro, è una delle prime volte che leggo in modo dettagliato di tesoretti occultati in epoca celtica e con monete celtiche (prevalentemente d'oro e d'argento, a quanto ho letto), questo mi ha stuzzicato e cercherò anche altrove.

Una sola riflessione: nel tuo post n.9 vengono confrontate delle carte geografiche, con ritrovamenti nei vari periodi. Ora, io credo che i confronti possano essere fatti fra diversi periodi, ma solo rispetto alla STESSA area geografica. Dalle cartine risulta (guarda un po' che strano!) che in Italia, ma in parte anche in Francia, i ritrovamenti sono sempre pochi. Ora, questo può aver a che fare con l'effettivo numero di occultamenti compiuti in epoca romana; ma probabilmente ha a che fare molto di più con le attuali (intendo, degli ultimi 100 anni) segnalazioni dei ritrovamenti, e conseguente studio dei tesoretti; segnalazioni che, come si sa, in Italia sono pochissime, per una serie di ragioni legate certo alla "cultura civica" ma anche alla vigente legislazione.

Grazie Gianfranco,

la tua considerazione è corretta. Sicuramente la legislazione mutua le segnalazioni di rinvenimenti. Ma la cartina va letta in altra maniera: ovvero che i tesoretti sono in aumento nei periodi e nelle aree soggette a fenomeni di invasioni. Bland segnala che lo jato nell'area medio-orientale è da imputarsi probabilmente a lacune di ricerche in un'area vasta e tutto sommato non troppo ospitale.

Certo che se il principio espresso è quello di cui sopra, qualcosa dovremmo trovare pure in Italia Settentrionale e nella Narbonense:

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Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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Ciao Illyricum , nella mia breve esposizione facevo riferimento ai soli eventi di "raid" , come li chiami tu , esterni , di proposito non mi sono addentrato nella complessa storia interna dell' Isola in epoca romana , per altro ben conosciuta ; il perpetuarsi della resistenza delle popolazioni stanziali dell' Isola verso l' invasore era e direi e' , un fatto del tutto normale , basta ricordare la feroce e lunga resistenza delle popolazioni iberiche alla conquista romana che termino' solo all' epoca di Augusto , il quale dovette intervenire personalmente per quietare definitivamente tutta la provincia , dopo oltre 2 secoli di durissime e sanguinose lotte , fatto che si e' ripetuto poi in Britannia , qui aggravato da eventi di usurpazioni ; nonostante queste guerre interne , entrambe le provincie godettero successivamente di grande prosperita' economica .

Modificato da Legio II Italica
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Ciao,

sono generalmente d'accordo con te.

Va però detto che nella seconda metà del III secolo in Britannia si assiste al proliferare del fenomeno "hoarding". Bland lo collega, facendo un paragone con il resto dell'Impero, alla possibilità di instabilità dovuta a invasioni/raids barbarici. Dei quali non ci sono evidenze, questo è il punto.

Nel periodo considerato tranne verso il 280 non si hanno notizie storiche in merito, specie durante l'Impero Gallico o quello Britannico di Carausio. Quale poteva esser stata la causa di instabilità? Agitazioni ed infiltrazioni verso sud da parte delle tribù del Nord (le chiamo così per non perdermi nel dedalo tribale tra Caledoni, Picti, Meati etc...)? Instabilità dovuta ai cambi di governo? L'inizio di incursioni costiere da parte dei Sassoni? Questi, come i Franchi, li troviamo alleati di Carausio contro l'Impero Centrale, ma qualche anno prima qual'è stato il loro impatto? Ti riporto parte del testo di M. Rocco "L'esercito romano tardoantico", pagina 95:


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Ma a questo punto sorge un altro dubbio: che entità avevano queste incursioni se è vero che si rendono necessarie nuove difese? E se erano di un certo peso, perchè non sono registrate nelle fonti e nelle evidenze archeologiche? E se l'impatto è stato vicerversa minore, perchè la presenza di hoards non riveste solo l'areale sud-orientale ma tutto il territorio?

Oppure in Britannia il motivo dell'hoarding è quello "interno" cui accennavo nella frase

Ad esempio aumento della tassazione (cosa tutt'altro che difficile nel tentativo di Carausio di recepire finanziamenti) e tentativo di celare il proprio "tesoretto". O semplicemente di nascondere i propri averi in attesa di tempi migliori (restaurazione del governo centrale?)?

Per cui molti depositi tipo "saving hoard" ma senza avere la percezione di un univoco e chiaro motivo scatenante il fenomeno.

Come vedi, a ben grattare la superficie, ci son molti nodi irrisolti. Che forse resteranno tali ...

Ciao

Illyricum

:)

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Ciao , interessanti problematiche , ma penso difficilmente risolvibili per i motivi che correttamente citavi ; posso consigliarti per ulteriori informazioni due libri , ma credo che sicuramente gia' avrai in biblioteca : Archeologia delle Provincie Romane , di S.R. Tufi , edito da Carocci e Le Provincie Romane da Cesare a Diocleziano di Theodor Mommsen , edito da Sansoni , libri con ampie sezioni dedicate alla Britannia .

Ciao

Legio II Italica

Modificato da Legio II Italica
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