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Inviato (modificato)

L’imperium è, in età repubblicana, il massimo potere civile. L’imperium è il potere dei magistrati curuli, e sta alla radice di tutte e tre le componenti che oggi individuiamo nel potere statale: l’imperium è infatti potere esecutivo (perché tramite esso i consoli reggevano la cosa pubblica), giudiziario (perché grazie all’imperium il pretore decideva delle liti) e persino legislativo (infatti, seppur i magistrati non potessero cambiare il ius consuetudinario né le leges, sappiamo che il pretore era uso disapplicare alcune di queste disposizioni e dettarne di proprie, dando così origine al cosiddetto ius honorarium).

Ma cosa è, nella sua sostanza, l'imperium? La risposta è nella sua stessa coreografia : i littori con i fasci di verghe e (fuori dal suolo sacro di Roma) la scure. L’imperium è, nella sua origine storica, il potere di applicare, ai cittadini, la fustigazione e la pena di morte. Perché chi può punire i cittadini, può dar loro ordini, dirimerne le liti e persino generare norme astratte.

L’imperium è, nella sua sostanza profonda, la potestà di applicare ai cittadini la violenza legittima, il cui monopolio spetta allo Stato. I Romani, fini giuristi sin dalle origini, riconoscevano anche d’istinto un principio cui la scienza giuridica è formalmente approdata solo secoli dopo: i precetti normativi si identificano nelle sanzioni previste per la loro disapplicazione; infatti, si dice che una regola è “giuridica” solo se è coercibile (dire “il comportamento x è obbligatorio” equivale a dire “sarà punito chiunque non tenga il comportamento x”). Quindi chi ha la facoltà di esercitare la violenza legittima nei confronti dei cittadini (= imperium) può reggere lo Stato.

In figura: sedia curule e fasci, sul retro del denario http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G73/3


Fonte Cataloghi Online

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Inviato

Eppure, per antica tradizione, le truppe romane, al termine di una battaglia difficile e vittoriosa, acclamavano spontaneamente il loro condottiero con il titolo di imperator. Era un onore molto ambito.Ora, poiché il sostantivo imperator individua chiaramente colui che esercita l’imperium, ci si può chiedere che connessio ci sia fra i due termini.

Certo, nella fisiologia del diritto pubblico romano, il condottiero avrebbe dovuto essere un magistratro curule, quindi un magistrato dotato di imperium. Ma questo non basta a spiegare perché, all'esito di una battaglia particolarmente brillante, il condottiero veniva appellato imperator. Primo, perché venivano acclamati come imperator anche condottieri formalmente privi di imperium (come nel caso di Silla, di cui dirò oltre). Secondo, perchè comunque il titolo di imperator veniva riconosciuto per il fatto della vittoria, non per il fatto di eserciater l'imperium.

E allora?

Qui la risposta sta nella genesi del diritto pubblico romano, che alle sue origini è un diritto bellico. Così come populus in origine significava "esercito" (e poi diviene un sostantivo "civile"), similmente l'imperium era in origine la potestà di guidare il populus/esercito in guerra (e poi diviene la potestà di governare il populus/cittadinanza in tempo di pace). Per questo l'imperium è, come ho scritto, la potestà di applicare la violenza legittima, monopolio dello Stato: perchè nelle sue origini più antiche, esso è il potere di comandare l'esercito (quale espressione più piena della violenza legittima esiste, se non l'esercito in combattimento?)

Dunque, il condottiero vittorioso viene acclamato "imperator" per dirgli che ha saputo ben esercitare il comando militare, che in origine coincideva appunto con l'imperium.

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Inviato

Ma, è bene sottolineare, la coincidenza fra comando militare e potere statuale appartiene alla memoria. In epoca storica, essere imperator è cosa diversa dall’avere l’imperium: il primo è un titolo pressoché onorifico, il secondo una potestà giuridica; il primo è il riconoscimento di una situazione di fatto, il secondo l’attribuzione di un potere; banalizzando, il primo è la lode per un lavoro ben fatto, il secondo è la facoltà giuridica di compiere quel lavoro (oltre ad altri).


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Eppure, nell’84 succede un piccolo sovvertimento. Silla si trova in Grecia, ove conduce la prima campagna contro Mitridate. A Roma però, su pressione della fazione mariana, è stato privato del comando, quindi ha perso sia i finanziamenti per la guerra, che la titolarità dell’imperium. Deve autofinanziarsi; fa saccheggiare i templi di Olimpia e Delfi e batte moneta in proprio.

Ma come firmare queste monete? Con quale carica, lui che non ne ha più?

Silla, spregiudicato e dissacratore a un tempo, ha un lampo di genio. Le truppe lo hanno acclamato imperator, per di più due volte? Bene. Firma le monete L. SVLLA, IMPER[ATOR] ITERVM.

http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G212/9 , http://www.lamoneta.it/topic/99795-emissione-itinerante-di-silla/


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Modificato da L. Licinio Lucullo
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Inviato

Le implicazioni di questo picolo gesto sono incredibili.


Silla sta affermando che un potere tipicamente civile (battere moneta), proprio di chi ha l'imperium, spetta anche al comandante militare, per il solo fatto di essere stato vittorioso (=imperator).


Silla sta affermando che l'imperium deve essere riconosciuto all'imperator.


Silla sta affermando, in definitiva, che la facoltà di governare spetta di diritto a chi ha dimostrato di saper ben combattere.



Con grande sarcasmo, Silla sta dicendo ai suoi contemporanei: "è inutile che vi sbattiate tanto con le forme del potere civile - senatoconsulti, leges curiatae de imperio, concilia plebis e quant'altro. Il potere è un dato di fatto: ce l'ha chi può disporre dell'esercito".


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L'idea di Silla piace e, due anni dopo, un altro comandante, Valerio Flacco, militare vanta l'acclamazione imperatoria sulla sua moneta, avente iconografia spiccatamente militare.

Flacco non ha però la forza e lo spirito eversivo di Silla. Ci tiene a precisare che non è per il solo fatto di essere un imperator, che si ritiene legittimato a battere moneta: l'emissione è autorizzata EX S.C., ovvero mediante senatoconsulto.

http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G319/1, http://www.lamoneta.it/topic/99554-denario-con-laquila-legionaria/


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Quello stesso anno, Silla conferma di non farsi di questi scrupoli.

Lui firma le monete in quanto imperator, e basta.

http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G256/1 , http://www.lamoneta.it/topic/102161-denari-di-silla-con-manlio-torquato/


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Dopo di questi due grandi, Silla e Metello, tanti "piccoli imperatori", come li ha definiti Amisano, provano a vantare sulla proprie monete l'acclamazione imperatoria

http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G270/1


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http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G219/1 , http://www.lamoneta.it/topic/103417-denario-con-la-villa-publica/


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L'ultima apparizione repubblicana è su un denario di Pinario Scarpo, generale al servizio di Ottaviano.

http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I17/10


Fonte Cataloghi Online

Dopo la trasformazine della Repubblica in Principato, lo scaltro Augusto avocherà a sè e alla propria famiglia il diritto a ricevere l'acclamazione imperatoria, snaturando così e privando della grande importanza che aveva avuto il titolo di imperator

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Inviato

bellissimo argomento, peccato che sono poco preparato.

In compenso:

Bella moneta. E' stato il mio secondo acquisto di sempre, subito dopo il denario anonimo.


Inviato

Bella moneta. E' stato il mio secondo acquisto di sempre, subito dopo il denario anonimo.

Non dimenticherei le monete di Bruto

1452926.s.jpg

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Inviato

Verissimo.

In effetti, fra Metello e Scarpo ce ne furono moltissimi altri. Bruto pèerò è un caso emblematico


Inviato

Complimenti, molto interessante. Consiglio a tutti il testo di Giancarlo Altieri sulle monete imperatoriali, purtroppo ora non ricordo il nome.

Ciao


Inviato

Non lo conosco! Puoi farmi sapere il titolo, per cortesia?


Inviato

Certo, venerdi ritorno da un viaggio e ti faccio sapere il titolo. Comunque proverò a cercarlo online..........


Inviato

@L. Licinio Lucullo

DI ALCUNE EMISSIONI STRAORDINARIE CONIATE DURANTE LA REPUBBLICA ROMANA
di G. C. ALTERI

ciao!


Inviato

Grazie


Guest Tugay Emin
Inviato

Ciao L. Licinio Lucullo , incantato come da ragazzo seguivo l'insegnante che spiegava sulla storia Romana , anche oggi rinfresco la memoria con questa lezione. Spero con calma di rileggere di nuovo questa interessante lezione Romana. Grazie....... Ora so a chi rivolgermi a quesiti che non sono mia materia. Con stima Gionnisicily.

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Inviato

Troppo buono! Le mie sono solo chiacchiere a vuoto.


  • 7 mesi dopo...
Inviato

Ciao,

scopro oggi questa interssantissima discussione che non avevo mai letto. Mea culpa!

 

I miei complimenti!

Illyricum

:)


Inviato

DE GREGE EPICURI

Anch'io la scopro solo ora; complimenti e grazie! Devo dire che, di un corso abbastanza noioso di Istituzioni Politiche Romane, ricordavo abbastanza poco, in sostanza che c'erano le magistrature "cum imperio" e quelle "sine imperio". La tua discussione mi ha fatto apprezzare invece l'argomento!


Inviato

La teorizzazione dell'imperium ha un suo fascino: denota con chiarezza lo sforzo teorico per dare veste giurica alla forza bruta e al potere assoluto del primordiale modello di monarca/guerriero.

Le monete ci aprono uno scorcio su questo processo

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