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Povera Roma


Ramossen

Risposte migliori

Una squadra che non si tiene in piedi e una sterilità offensiva patologica a questo punto diventa ridicolo il confronto con la Juventus che pur non brillando merita senz'altro il titolo, fuori dalla Coppa Italia, fuori dalla Champions, prossimamente fuori, dopo il pareggio con i barbari olandesi, anche dall'Europa League. Piena di sopravvalutati e iperpagati calciatori nonché di ex giocatori, primo fra tutti il Capitano che nonostante un passato glorioso è ormai ora per che pensi seriamente al ritiro prima di rovinare tutto quello che ha costruito in più di vent'anni di onoratissima carriera. Sono depresso, aspetto risposte che non arrivano.

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Ormai il calcio italiano deve adattarsi a una posizione di seconda, direi forse anche terza fascia, pensa al povero Milan e che cos'era un po' di anni fa, le società italiane diventano e diventeranno biglietti da visita di multinazionali straniere cinesi, indiane, thailandesi, indonesiane, arabe e difficilmente avranno una loro anima.

Cambia tutto, cambia il paese, cambia la società, cambia il lavoro dove e se c'è ancora, il calcio pure e per i nostalgici del calcio che fu, dei tanti giovani italiani in campo rimane poco o meglio al più vedere qualche partita della Primavera o meglio degli Allievi perché ormai i procuratori sono anche lì.....

 

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Ciao.

 

"...le società italiane diventano e diventeranno biglietti da visita di multinazionali straniere cinesi, indiane, thailandesi, indonesiane, arabe e difficilmente avranno una loro anima.....

 

Anzi, le società italiane in mano a gruppi stranieri sono ancora poche.

 

Se buttiamo un occhio in Europa, fatta eccezione per le tedesche, molte delle principali squadre europee sono di proprietà straniera. Riporto da:

 

https://it.eurosport.yahoo.com/blog/top-flop/le-21-squadre-europee-in-mano-a-proprietari-stranieri-091406658.html

 

UK:

 

ARSENAL – Lo statunitense Enos Stanley Kroenke controlla il 66.82% delle quote della società. È anche il proprietario dei Denver Nuggets, la franchigia NBA in cui milita il nostro Danilo Gallinari.

ASTON VILLA – Lo statunitense Randy Lerner, ex-proprietario della franchigia di NFL dei Cleveland Browns, ha rilevato il 59.69% delle quote della società nell’agosto del 2006.

CHELSEA – Il miliardario russo Roman Abramovich ha comprato la maggioranza delle quote del club nell’estate del 2003, sostituendosi a Ken Bates, che ha poi acquistato il Leeds United.

HULL CITY – Il club è nelle mani di Assem Allam, cittadino britannico ma originario dell’Egitto, che ha lasciato nel 1968 per fuggire dal regime di Gamel Abdel Nasser.

LEICESTER CITY – Il club è controllato dal King Power International Group, un operatore thailandese che gestisce diversi punti vendita duty-free aeroportuali: il CEO è il miliardario tahilandese Vichai Srivaddhanaprabha.

LIVERPOOL – Il club è in mano al Fenway Sports Group, una compagnia di investimenti sportivi statunitense. Il presidente è Tom Werner, che ricopre la stessa carica anche per la franchigia MLB dei Boston Red Sox.

MANCHESTER CITY – L’Abu Dhabi United Group ha preso il controllo del club nel 2008: il patron è Khladoon Al Mubarak, nato negli Emirati Arabi Uniti, e presente anche nel consiglio d’amministrazione della Ferrari.

MANCHESTER UNITED – Tra il 2003 e il 2005, la famiglia statunitense dei Glazer ha preso gradualmente il controllo del club acquisendo un numero sempre maggiore di quote. Lo United è gestito da Joel e Avram Glazer, proprietari anche della franchigia NFL dei Tampa Bay Buccaneers.

QPR – La maggioranza delle quote del club è in mano a Tony Fernandes, proprietario di Air Asia e originario di Kuala Lumpur, in Malesia.

SOUTHAMPTON – Il proprietario è Ralph Krueger, ex-giocatore e allenatore di hockey, nato in Canada ma di nazionalità tedesca.

 

Francia:

 

LENS – Nel 2013 è passato sotto il controllo dell’imprenditore azero Hafiz Mammadov, fondatore del Baghlan Group e proprietario anche dell’FC Baku in patria. Mammadov possiede anche alcune quote societarie dell’Atletico Madrid e del Porto.

OLYMPIQUE MARSIGLIA – La proprietaria del club è Margarita Louis-Dreyfus, di origini russe (Margarita Bogdanova al secolo), ma con cittadinanza svizzera. È stata la moglie dell’imprenditore svizzero Robert Louis-Dreyfus, e ha preso il controllo dell’impero del marito dopo la sua morte per leucemia nel 2009.

MONACO – Nel dicembre 2011, l’imprenditore russo Dmitry Yevgenyevich Rybolovlev ha acquisito il 66% delle quote del club. Il restante 33% è nelle mani dello stesso Principato di Monaco.

NANTES – Il club è in mano all’imprenditore polacco Waldermar Kita, fondatore di Cornéal, la più importante azienda francese (e quarta in Europa) di produzione di lenti intraoculari per il trattamento di cataratte e glaucomi.

PARIS SAINT-GERMAIN – Tra il 2011 e il 2012, la maggioranza delle quote del club è stata rilevata dalla Qatar Sports Investments: il patron è l’imprenditore qatariota Nasser Ghanim Al-Khelaifi.

 

Spagna:

 

GRANADA – Nel 2009, Vittorio Pozzo, proprietario dell’Udinese, ha rilevato la società espandendo i propri interessi anche nel campionato spagnolo. Nel 2012, la famiglia Pozzo ha acquisito anche il Watford FC, in Inghilterra.

MALAGA – Nel giugno 2010, lo sceicco qatariota Abdullah Al Thani ha acquistato la società dalla famiglia Sanz per 36 milioni di euro, una mossa per avvicinare l’Europa al Medio Oriente in vista dei Mondiali del 2022 in Qatar.

VALENCIA – L’imprenditore di Singapore Peter Lim ha preso il controllo del 70% delle quote del club nel maggio 2014. A settembre, ha acquisito anche il 50% del Salford City FC, squadra che milita nelle leghe minori inglesi.

 

Mi pare anzi che la globalizzazione "proprietaria" nel calcio italiano arrivi con grande ritardo ed in misura molto minore rispetto a quanto accaduto in altre nazioni europee.

 

Quanto invece alla globalizzazione delle squadre, è ormai da anni che si fa molta fatica a rintracciare nella rosa che schierata in campo, un giocatore che abbia il cognome della nazione cui la squadra appartiene.

 

Quindi il dscorso dell'identità nazionale delle squadre....è da anni ormai impraticabile per tutti i grandi teams europei, non certamente solo per quelli italiani.

 

La situazione italiana mi pare che dipenda non tanto dalla qualità dei giocatori (almeno nelle squadre più forti sono più o meno sempre i soliti nomi che girano per tutta l'Europa, di stagione in stagione...e non è che diventino "bidoni" sono quando gocano in Italia...) quanto piuttosto dalla presenza nell'ambiente di alcuni personaggi che a me parrebbero "impresentabili", ma che invece ricoprono cariche anche molto importanti.

 

E' vero che non sono loro a scendere in campo, ma è certo che gli esempi che offrono quasi quotidianamente non sono per nulla edificanti e possono contribuire a degradare lo spirito di chi gioca e di chi allena ma anche quello di chi va allo stadio.

 

Quanto ai teppisti olandesi a Roma.....direi che ogni nazione abbia i propri. Quindi è un problema generale di ordine pubblico, che per me andrebbe risolto con mezzi più "drastici"....(collaborazione di polizie con contingenti nazionali che seguono e controllano gli ospiti dalla loro partenza, inasprimento delle sanzioni per i violenti, divieto di assembramento delle "tifoserie" (ma stavo per scrivere.."delle teppaglie"..) nei centri storici delle città, divieto di portarsi al seguito casse di birra o di alcolici vari, divieto di vendita di alcoolici dal giorno precedente la partita e fino alla ripartenza degli "unni", ecc. ecc.

 

Ma questo cose si dicono da sempre....se non c'è la volontà politica di metterle realmente in campo, continueremo a vedere quelle scene indegne che si sono viste ieri a Roma....ma che si potrebbero vedere domani anche altrove.....sperando pure che oltre ai danni materiali, non ci scappi prima o poi anche il morto. 

 

M.

Modificato da bizerba62
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Ciao Mario,

 

pensa che nella stagione 1969/70, anno dello scudetto del Cagliari, frequentavo le scuole elementari in una località turistica a 40 Km da Cagliari (Santa Margherita di Pula).

 

Un piccolissimo plesso scolatico che aveva le pluriclassi ma con un campo sportivo da fare invidia ai centri più grandi. 

 

Per via di un grande albergo della zona che rimaneva aperto tutto l'anno e della tranquillità che regnava (d'inverno c'eravamo solo noi residenti) nonchè dell'eccellente campo sportivo, venivano in ritiro prepartita tutte le squadre di serie A che dovevano incontrarsi la domenica con il Cagliari.

 

La maestra ci concedeva quindi "lunghissime" ricreazioni per ammirare i calciatori durante l'allenamento mattutino del sabato e, immancabilmente, noi bambini recuperavamo gli autografi dei giocatori.

 

Ricordo ancora che una volta venne in ritiro e ad allenarsi, in vista dei mondiali di "Messico '70", la nostra mitica Nazionale (che poi arrivò seconda perdendo contro il Brasile ma superando la Germania nella famosa partita finita 4-3).

 

Dovrei avere ancora da qualche parte gli autografi di Facchetti (che mi sembrava un "gigante" da quanto era alto), di Burgnich, di "Picchio" De Sisti, di Mazzola, di Rivera, di tutto il gruppo di giocatori del Cagliari che vennero convocati in quella "gloriosa" squadra (Albertosi, Gori, Domenghini, Cera, e, ovviamente, Riva) e di altri ancora.

 

Mi rimane il ricordo della semplicità con la quale questi grandi gocatori si facevano avvicinare da noi bambini e della gioia....delle maestre.

 

Non ricordo di polizia, di guardie del corpo, di folle urlanti, ma solo di un gruppo di bambini con i grembiuli neri ed i fiocchi di vari colori che attorniavano i giocatori dopo gli allenamenti.

 

Bei tempi....anche se all'epoca ...non avevamo molte altre distrazioni, fatta eccezione per qualche film che ci veniva proiettato dal prete all'oratorio nel doposcuola.

 

Insomma...avrai capito che sono vissuto, fin quasi alla maggior età, di pane, calcio e...poco altro. :clapping:

 

Saluti.

M.

Modificato da bizerba62
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