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Panorama Numismatico aprile 2020


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Segnalo l'uscita del n. 360 di Panorama Numismatico

(come annunciato in altro post, per le ragioni che tutti sappiamo, è stato spedito in questi giorni e quindi arriverà in ritardo)

Questo il sommario

  • Curiosità numismatiche – Pag. 3
  • Roberto Diegi, I tetradrammi alessandrini, terza parte – Pag. 11
  • Lorenzo Bellesia, Il denaro di Ancona dal Duecento al Quattrocento – Pag. 23
  • Enrico Rinaldi, Quattro medaglie uniche. Lo Stabat Mater sconosciuto – Pag. 38 
  • Alberto Castellotti, Appunti di numismatica dantesca – Pag. 41
  • Giuseppe Gasbarro, Ipotesi di attribuzione di uno scudo araldico su un cavallo di Federico III d’Aragona ribattuto (1495-1501) – Pag. 45
  • Giuseppe Carucci, Le avventure del collezionista – Pag. 47
  • Chris Rudd, Trovato cucciolo smarrito – Pag. 51 
  • Notizie dal mondo numismatico – Pag. 56
  • Eros Marchetti, 5 lire o scudo 1873 Roma – Pag. 57
  • Recensioni – Pag. 59
  • Emissioni numismatiche – Pag. 60
  • Mostre e Convegni – Pag. 62 
  • Aste in agenda – Pag. 63

Copertina-n.360.jpg

Modificato da Liutprand
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Ricevuto oggi il numero di aprile e con l’occasione ringrazio Nomisma per averlo ricevuto in un periodo molto difficile anche per la produzione e spedizione.

Molto interessante, in particolare per i cultori di questa monetazione, l’articolo sui denari di Ancona tra tante varianti e variantine legate a segni identificativi di zecca.

Ho trovato poi interessante  tra le curiosità numismatiche l’articolo sui contenitori portamonete, una forma di collezionismo con oggettistica molto particolare.

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Su Ancona, speravo di leggere qualche novità. Molte foto (fatto positivo), ma anche molta confusione su una possibile datazione delle varie emissione. Unica certezza che vorrei evidenziare è che il denaro con in legenda SCS QVIRIA/CVS non è assolutamente il capostipite dei denari di Ancona.

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Il 28/4/2020 alle 16:14, dabbene dice:

Ho trovato poi interessante  tra le curiosità numismatiche l’articolo sui contenitori portamonete, una forma di collezionismo con oggettistica molto particolare.

fra l'altro è molto bello il particolare del dipinto di Cranach il Vecchio pubblicato sulla parte superiore della prima pagina dell'articolo.

Salutoni

odjob

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Supporter
Il 28/4/2020 alle 16:14, dabbene dice:

Ricevuto oggi il numero di aprile e con l’occasione ringrazio Nomisma per averlo ricevuto in un periodo molto difficile anche per la produzione e spedizione.

Molto interessante, in particolare per i cultori di questa monetazione, l’articolo sui denari di Ancona tra tante varianti e variantine legate a segni identificativi di zecca.

Ho trovato poi interessante  tra le curiosità numismatiche l’articolo sui contenitori portamonete, una forma di collezionismo con oggettistica molto particolare.

Ricordo che anni fa si è parlato di un portamonete del genere in

https://www.lamoneta.it/topic/58047-curioso-oggetto-numismatico-coloniale-indiano/?tab=comments#comment-605637

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Continuando nella lettura del numero ho trovato molto personale e anche coinvolgente l’articolo di Giuseppe Carucci “ Le avventure del collezionista” che già incuriosisce come titolo e che poi ci accompagna nella storia di  un 10 rubli d’oro del 1906 ma anche in altre vicende collezionistiche interessanti.

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Il 29/4/2020 alle 13:20, miroita dice:

Su Ancona, speravo di leggere qualche novità. Molte foto (fatto positivo), ma anche molta confusione su una possibile datazione delle varie emissione. Unica certezza che vorrei evidenziare è che il denaro con in legenda SCS QVIRIA/CVS non è assolutamente il capostipite dei denari di Ancona.

L'autore sostiene che il lato dove vi è la scritta "DE ANCONA"sia il Rovescio,mentre io sostengo che sia il Dritto poichè,secondo me,tale scritta si riferisce al Denaro

Salutoni

odjob

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16 minuti fa, odjob dice:

L'autore sostiene che il lato dove vi è la scritta "DE ANCONA"sia il Rovescio,mentre io sostengo che sia il Dritto poichè,secondo me,tale scritta si riferisce al Denaro

Salutoni

odjob

La pensiamo allo stesso modo. Il D/ è il lato con la croce patente nel campo e la scritta DE ANCONA in legenda. L'emittente è Ancona e non San Ciriaco. Ci sono diversi motivi che lo confermano. Ma alcuni, compreso l'autore dell'articolo, si rifanno a dichiarazioni fatte da alcuni studiosi come W.Day Jr. e la Travaini. 

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1 ora fa, miroita dice:

La pensiamo allo stesso modo. Il D/ è il lato con la croce patente nel campo e la scritta DE ANCONA in legenda. L'emittente è Ancona e non San Ciriaco. Ci sono diversi motivi che lo confermano. Ma alcuni, compreso l'autore dell'articolo, si rifanno a dichiarazioni fatte da alcuni studiosi come W.Day Jr. e la Travaini. 

Documentazione d'epoca che stabiliva il D/ed il R/della moneta non c'è e quindi siamo nell'ambito delle interpretazioni di pensiero.Il ragionamento si dovrebbe estendere anche a tutte le altre monetazioni che citano un santo

Salutoni

odjob

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16 ore fa, odjob dice:

L'autore sostiene che il lato dove vi è la scritta "DE ANCONA"sia il Rovescio,mentre io sostengo che sia il Dritto poichè,secondo me,tale scritta si riferisce al Denaro

Salutoni

odjob

 

16 ore fa, miroita dice:

La pensiamo allo stesso modo. Il D/ è il lato con la croce patente nel campo e la scritta DE ANCONA in legenda. L'emittente è Ancona e non San Ciriaco. Ci sono diversi motivi che lo confermano. Ma alcuni, compreso l'autore dell'articolo, si rifanno a dichiarazioni fatte da alcuni studiosi come W.Day Jr. e la Travaini. 

Questo è il pensiero della Travaini in Massa di Maremma e la Toscana nel basso Medioevo.

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Il tema del diritto e rovescio è molto complesso e meriterebbe studi approfonditi. Qual è il discriminante? In base a cosa decidere? Lato incudine e lato martello? Autorità emittente? Corso della legenda? Raffigurazione più complessa?

A seconda del criterio le cose possono cambiare. Emblematico è il caso di Verona nel XII secolo: conia monetine con il nome della città su un lato e dell'imperatore sull'altro. Fino ad un certo periodo la scritta VERONA viene incisa sul lato di martello e poi passa su quello di incudine.

Alla fine del Trecento poi si coniano i quattrini dei fratelli Antonio e Bartolomeo della Scala che hanno un nome da una parte e uno dall'altra!

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Faccio solo questo ragionamento, forse sbagliato, specificatamente per la moneta dell'articolo e su quantodetto nel convegno del 1967.

Nei coni del D e del R non sono presenti raffigurazioni di stemmi o Santi, nei secoli dal XIII al XIV penso che la percentuale di persone istruite e che sapessero leggere fosse molto bassa e quindi sicuramente non potevano identificare la provenienza della moneta leggendone le legende.

Le autorità emittenti, sicuramente istruite, se avessero voluto far associare la moneta alla città usando il Santo ci avrebbero messo un busto.

Per come è stata coniata la moneta, non prendendo in considerazione i coni di incudine/martello, per me il D è dove si legge il nome della città.

 

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Tema dibattito da più autori, importante il contributo postato della Travaini, qui posto invece cosa dice sul tema in “ Numismatica e tecnologia “ Angelo Finetti, ma qua sullo stesso forum ricordo negli anni più discussioni interessanti che meritano una lettura  ...

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Tralasciando un attimo il conio di incudine e il conio di martello, la preposizione DE che precede il nome della città in molte zecche medioevali può essere considerato a sè stante oppure indica una continuazione della legenda, in questo caso del rovescio rispetto al dritto?

Facendo qualche esempio con la zecca di Ascoli (:)), nel primo caso avremmo DE ESCVLO (al D/) - PP.S.EMIDIVS (al R/), nel secondo caso PP.S.EMIDIVS (al D/) - DE ESCVLO (al R/).

Però con i piccioli di Ladislao di Durazzo, di Conte da Carrara e di Francesco Sforza (monete dove l'autorità che governa la città viene posta indiscutibilmente al dritto) non abbiamo dubbi a collocare al rovescio il nome della città nonostante che anche qui sia presente la preposizione DE

Abbiamo infatti REX LADIS LAVS (al D/) - DE ESCVLO (al R/);   CONNES D CAR ARIA (al D/) - DE ESCVLO (al R/);   F.SFORTIA (al D/) - DE ESCVLO (al R/).

Se in questi casi DE ESCVLO va al rovescio (inteso quindi come continuazione della legenda che inizia dal dritto), allo stesso modo, proprio per la preposizione DE, deve esserlo anche per la monetazione autonoma anche se abbiamo il nome del Santo anzichè quello del "regnante/signore della città": PP.S.EMIDIVS (al D/) - DE ESCVLO (al R/).

Sempre in riferimento alla zecca di Ascoli, gli autori del '700 e dell' 800 hanno collocato al dritto il nome del Santo (considerando l'alto valore simbolico del Santo nel periodo medioevale) e messo al rovescio il nome della città (così il Bellini, lo Zanetti, il Cinagli, il De Minicis).

Il Corpus Nummorum (di riflesso con il periodo storico in cui l'opera venne pubblicata) ha dato invece più importanza al nome della città che viene messa al dritto della moneta.

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Io sono dell'idea che Dritto e Rovescio siano un problema solo nostro.

In zecca si lavorava cercando di tenere bassi i costi. Quindi sapendo che la pila durava più del torsello nel conio di incudine veniva incisa l'impronta più laboriosa da realizzare. In epoca angioina il rapporto era di uno a tre: redacti sunt ducena una ad rat[ionem] de tursellis tribus pro qualibet pila.

Oggi ci si interroga su quale sia il dritto di una moneta ma a mio avviso all'epoca non vi era interesse a riguardo.

Potremmo a questo punto definire almeno tre diverse tipologie di D e R.

La prima tipologia la definirei "tecnica" ed è quella seguita in zecca per battere la moneta, attribuendo al conio di pila il lato più difficile da realizzare.

La seconda tipologia si potrebbe definire "iconografica". Considerando come D il lato della moneta dove vi è il busto del sovrano (o chi per esso) mentre l'autorità emittente si trova al R (per esempio i coronati napoletani).

Infine la terza tipologia che definirei "convenzionale". Considerare come D il lato della moneta dove si trova l'autorità emittente.

Spesso le tre tipologie coincidono ma nei casi in cui ciò non avviene è mia opinione che indicare come D il lato con l'autorità emittente sia la soluzione migliore.

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10 ore fa, fedafa dice:

Io sono dell'idea che Dritto e Rovescio siano un problema solo nostro.

In zecca si lavorava cercando di tenere bassi i costi. Quindi sapendo che la pila durava più del torsello nel conio di incudine veniva incisa l'impronta più laboriosa da realizzare. In epoca angioina il rapporto era di uno a tre: redacti sunt ducena una ad rat[ionem] de tursellis tribus pro qualibet pila.

Oggi ci si interroga su quale sia il dritto di una moneta ma a mio avviso all'epoca non vi era interesse a riguardo.

Potremmo a questo punto definire almeno tre diverse tipologie di D e R.

La prima tipologia la definirei "tecnica" ed è quella seguita in zecca per battere la moneta, attribuendo al conio di pila il lato più difficile da realizzare.

La seconda tipologia si potrebbe definire "iconografica". Considerando come D il lato della moneta dove vi è il busto del sovrano (o chi per esso) mentre l'autorità emittente si trova al R (per esempio i coronati napoletani).

Infine la terza tipologia che definirei "convenzionale". Considerare come D il lato della moneta dove si trova l'autorità emittente.

Spesso le tre tipologie coincidono ma nei casi in cui ciò non avviene è mia opinione che indicare come D il lato con l'autorità emittente sia la soluzione migliore.

Appunto...

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Secondo me la moneta,per la sua iconografia,non è per il volgo(non vi sono immagini di santi o insegne civiche ) ma per i commercianti,per i borghesi,per i commerci.La scritta DE ANCONA ha un significato di appartenenza,quindi fa riferimento alla città e non al santo .Il Denaro di Ancona veniva scambiato,per i commerci,fuori dalle mura della città,con altre realtà commerciali civiche.

Salutoni

odjob

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Mi è piaciuto l'articolo dei porta monete, molto belle le immagini. Se non ricordo male anche su Lamoneta un utente aveva postato molti di questi oggetti.

Uno strumento che nel passato accompagnò molte persone.

 

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Mi piace anche l'articolo di Castellotti che ci riporta nel medioevo con la letteratura dantesca,con la geografia parlandoci dell'ubicazione del castello di Romena,con la storia parlando di roghi ad eretici ma anche a falsari ed alla numismatica citando le vicende del falsario mastro Adamo.

Salutoni

odjob  

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Nell'articolo di Castellotti(quello sugli appunti di numismatica dantesca),inoltre,ho trovato interessante ed istruttiva anche la spiegazione del metodo della "coppellazione"

Salutoni

odjob 

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