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A volte possono anche tornare a casa


ARES III

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Nell'ultimo periodo si sta verificando uno strano fenomeno: gente che di è impossessata (in modo illegale) di monete nell'area di Paestum ha deciso di consegnarle ai responsabili del Parco Archeologico di Paestum.

Iniziamo con questa notizia di alcuni mesi fa:

Archeologia: restituite 3 monete antiche di bronzo trovate circa 30 anni fa a Paestum

Erano state trovate circa 30 anni fa nell’area archeologica di Paestum (Salerno), tre monete antiche di bronzo.

Ed oggi sono state consegnate, in forma anonima, al direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel.

I funzionari del Parco già stanno provvedendo al restauro e all’inventariazione degli oggetti tra i quali spicca quello che secondo una prima analisi sembra essere un Quadrante di II secolo a.C. con testa barbata del dio Nettuno su un lato e l’immagine di un delfino sull’altro.

Sotto la rappresentazione del delfino si leggono le lettere PAIS, abbreviazione del nome romano Paistom/Paestum dell’antica colonia ellenica fondata intorno al 600 a.C. sulla costa tirrenica dell’Italia meridionale e chiamata Poseidonia dai Greci.

Si tratta dell’ultima in una serie di restituzioni da parte di persone “pentite” che hanno deciso di consegnare al Parco archeologico materiali custoditi a casa propria per renderli fruibili al pubblico e alla comunità scientifica, spesso dopo molti anni.

“Ringraziamo chi ha fatto un gesto del genere – dichiara il direttore Gabriel Zuchtriegel – anche se ricordiamo che è preferibile segnalare subito ogni ritrovamento di carattere archeologico perché solo in questa maniera possiamo risalire al contesto originario degli oggetti che è fondamentale per la conoscenza e per l’inquadramento scientifico dei materiali”.

Intanto continuano gli scavi stratigrafici nei pressi del cosiddetto Tempio di Nettuno, il più grande e meglio conservato dei tre templi pestani ancora visibili sul sito.

Il progetto di scavo, che si inserisce in un più ampio intervento volto a implementare un sistema di monitoraggio sismico sul tempio, potrebbe gettare luce su alcuni degli aspetti ancora poco chiari, quali per esempio la cronologia precisa e il culto connesso all’edificio.

https://www.reportdifesa.it/archeologia-restituite-3-monete-antiche-di-bronzo-trovate-circa-30-anni-fa-a-paestum/

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Modificato da ARES III
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Quest'altra restituzione riguarda un bel gruzzoletto di poco più di 200 pezzi, tra cui aimé qualche falso, per la serie a caval donato non si guarda in bocca e le patacche sono ovunque:

ARCHEOLOGIA | SI CONFESSA DAL PRETE: RESTITUITE PIÙ DI 200 ANTICHE MONETE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM

Sotto il manto del segreto confessionale, una persona anonima ha fatto recapitare, tramite il sacerdote confessore di una parrocchia del territorio, una busta con più di 200 monete antiche al Parco Archeologico di Paestum, chiedendo di consegnarle personalmente al direttore Gabriel Zuchtriegel.
È l’ultima di una serie di restituzioni da parte di persone che, mosse dal rimorso di aver commesso un atto dannoso per il patrimonio, hanno deciso di riconsegnare quanto sottratto in maniera illegittima alla conoscenza e alla fruizione pubblica.

(TurismoItaliaNews) Come ha rivelato una prima analisi dei materiali da parte del professor Federico Carbone, numismatico dell’università di Salerno, in questo caso, però, tra originali antichi si nascondevano anche una serie di falsi realizzati in maniera più o meno professionale: “Di 208 reperti numismatici – osserva Carbone – 7 sono falsi, mentre dei 201 originali 5 sono in argento, una medaglietta è in alluminio e tutti gli altri sono in lega di rame. Inoltre, sono presenti 7 altri oggetti di vario materiale. Tra le monete si distinguono due insiemi piuttosto omogenei: il primo è rappresentato dai bronzi della zecca di Paestum (soprattutto esemplari dal III secolo a.C. e fino all'età augustea), il secondo è composto da follis e frazioni di follis compresi tra la metà e la fine del IV secolo a.C. Non mancano alcuni bronzetti di Poseidonia, di Velia e di media età imperiale. Soltanto un paio sono moderne. Un buon numero - sempre riferibili a queste stesse serie - risulta illeggibile a causa dello scarso grado di conservazione. Inoltre, 45 esemplari potrebbero restituire maggiori informazioni a seguito di interventi di pulizia. La composizione del nucleo, quindi, rispecchia grosso modo quanto generalmente si rinviene nel territorio pestano”.

Secondo il direttore del Parco, “si tratta di una restituzione importante di materiali originali, misti con falsi, sottratti indebitamente e che ora vengono reinseriti in un contesto di legalità, ricerca e musealizzazione. Il nostro appello a chi dovesse nascondere reperti archeologici a casa è di seguire l’esempio e restituire, oltre agli oggetti, la storia che essi raccontano al nostro territorio.”

http://www.turismoitalianews.it/ultime/17488-archeologia-si-confessa-dal-prete-restituite-piu-di-antiche-200-monete-al-parco-archeologico-di-paestum

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Trovo che dietro questa "ondata" di restituzioni ci sia più che altro superstizione, infatti la motivazione dei primi resi era che portassero sfortuna, il che sommato ad un certo senso di colpa instillato dalle istituzioni ( financo riguardo il possedere una collezione di monete legalmente acquisita) spinge determinati individui a disfarsi dei manufatti antichi che possiede. 

Vogliamo incrementare questa pratica? Basta spingere sul tasto della jella e vedrete quanti ritorni, in fondo basti pensare che la stragrande maggioranza dei reperti antichi sono di origine funeraria ☠️

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  • 2 anni dopo...

 

 

Londra restituisce a Roma antichi reperti per 12 milioni di euro, frutto di scavi clandestini

Azione congiunta di ministero della Cultura e carabinieri. I ritrovamenti confluiti in una società riconducibile a un trafficante di beni

 

 

Londra restituisce a Roma antichi reperti per 12 milioni di euro, frutto di scavi clandestini

 

Sono rientrati a Roma, grazie a un'azione congiunta tra Mic e Carabinieri Tpc, ben 750 reperti archeologici del valore stimato in 12 milioni di euro, frutto di scavi clandestini sul territorio italiano e confluiti in una società inglese in liquidazione. I reperti, rimpatriati lo scorso 19 maggio da Londra, sono stati presentati oggi a Roma, al Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Le indagini sono state fatte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, mirate a contrastare il traffico internazionale di beni culturali, sfociate anche in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della cultura attraverso l'Avvocatura Generale dello Stato.

I ritrovamenti, erano confluiti nella Symes Ltd, riconducibile a Robin Symes, importante trafficante di beni culturali. La società, che si era sempre opposta ai reiterati tentativi di recupero da parte dell'Autorità Giudiziaria italiana, sottoposta a procedura fallimentare nel Regno Unito, è stata citata in giudizio anche in Italia, tramite l'Avvocatura Generale dello Stato, per la restituzione dei beni o il risarcimento civile del danno. La consegna è stata possibile grazie alle complesse trattative seguite dal Ministero della cultura (Ufficio III del Segretariato Generale, Ufficio Legislativo e Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio), in sinergia e stretta collaborazione con i Carabinieri dell'Arte che, con la fattiva collaborazione dell'Ambasciata d'Italia a Londra, li hanno scortati in Italia. L'accordo per la restituzione è stato siglato l'11 maggio scorso. L'insieme dei reperti, databili complessivamente tra l'VIII secolo a.C. e l'epoca medievale, il cui valore è stimato in 12 milioni di euro, offre uno spaccato delle molteplici produzioni dell'Italia antica e delle isole. Tra i pezzi più pregiati esposti a Castel Sant'Angelo figurano: un tavolo tripode in bronzo proveniente da un contesto aristocratico dell'orientalizzante etrusco, due testiere equine da parata di ambito appulo-lucano, due pitture funerarie di area meridionale; per l'epoca romana, alcune teste virili in marmo di età imperiale, varie porzioni di statue e gruppi bronzei, o, ancora, il dipinto parietale con la raffigurazione di un tempietto strappato con ogni probabilità da una residenza vesuviana.

 

I materiali riacquisiti comprendono vasi fittili, sia di produzione locale che di fabbrica attica e corinzia, in bronzo e in pasta vitrea, elementi del vestiario e monili in oro, argento, bronzo, osso e ambra, tra cui 26 collane ricomposte nella prospettiva dell'immissione sul mercato, armi, utensili e suppellettili, elementi della bardatura equina, coroplastica votiva e architettonica, sarcofagi, di cui uno in piombo con decorazione a rilievo, e urne funerarie, oggetti votivi e rituali, elementi di statuaria in bronzo, in marmo e in calcare, elementi architettonici e arredi in bronzo e marmo, decorazioni musive e dipinte. ''Il recupero del patrimonio culturale illecitamente sottratto è una delle priorità del mio programma, tutelare significa anche evitare che il nostro patrimonio sia depredato da trafficanti senza scrupoli. L'azione congiunta tra Ministero e Carabinieri Tpc è un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale da preservare e consolidare anche con iniziative come questa, nella quale abbiamo lavorato fianco a fianco con la Grecia. Ringrazio l'Arma per il prezioso lavoro quotidiano, svolto in ogni parte del mondo'', ha dichiarato il ministro Sangiuliano. '«Il rimpatrio di questi preziosi reperti dal Regno Unito è l'ulteriore conferma della consolidata sinergia nell'azione di recupero tra il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e il Ministero della cultura. Il caso specifico ha visto inoltre il coinvolgimento fondamentale dell'Avvocatura Generale dello Stato e dell'Ambasciata d'Italia a Londra. Anche oggi celebriamo il costante impegno dei Carabinieri dell'Arte rivolto alla tutela del patrimonio culturale italiano», ha affermato il Generale di Brigata Vincenzo Molinese, Comandante del nucleo Tpc dei Carabinieri.

É anche stato sottoscritto dal Ministero della cultura della Grecia con la Symes Ltd per il recupero di altri reperti illecitamente esportati dalla Grecia. Un ulteriore gruppo di frammenti sarà oggetto di studio degli archeologici italiani e greci per risalire alla loro provenienza e procedere quindi alla restituzione ai rispettivi Stati. Altri 71 reperti, attualmente negli Stati Uniti, verranno recuperati nei prossimi giorni dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

Archeologia, presentati 750 reperti rientrati da Londra per il valore di 12 milioni di euro: ecco il tesoro riconquistato

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https://www.lastampa.it/cultura/2023/05/31/news/londra_restituisce_a_roma_antichi_reperti_per_12_milioni_di_euro_frutto_di_scavi_clandestini-12834038/

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L'Italia si riprende il tesoro di Symes, rientrano 750 reperti

Valgono 12 milioni. Sangiuliano, stroncare il mercato illegale.

 
© ANSA

Hanno fatto rientro in Italia da pochissimi giorni 750 reperti archeologici, rimpatriati a seguito della conclusione di un lungo negoziato con i liquidatori della Symes Ltd, la società di diritto inglese in liquidazione che era appartenuta al mercante d’arte, rivelatosi poi un trafficante di beni culturali, Robin Symes, lo stesso che aveva venduto al Getty Museum la Venere di Morgantina.

 

 

    

   Il rientro è il frutto di un lungo e meticoloso lavoro, durato quasi 17 anni, culminato con un accordo transattivo con i liquidatori della Symes, ultimo atto di complesse procedure che hanno visto coinvolti più organi dello Stato e una fattiva collaborazione con la Repubblica Ellenica, anch'essa interessata a rientrare in possesso di altre centinaia di reperti trafugati in Grecia.

 

 

Nel complesso è rientrata in Italia la quasi totalità del nucleo di oltre 800 reperti, databili tra l'ottavo secolo avanti Cristo e il medioevo: statue, utensili, vasi fittili, suppellettili, sarcofagi, gioielli, addirittura 26 collane ricomposte per essere vendute, o elementi di decoro di bardature equine, con un grosso spaccato di elementi di provenienza etrusca o dalla Magna Grecia, il cui valore è stimato in 12 milioni di euro. Altri 71 reperti, attualmente negli Stati Uniti, verranno recuperati nei prossimi giorni dai carabinieri della Tutela del Patrimonio Culturale mentre è oggetto ancora di studio degli archeologi italiani e greci un ulteriore gruppo di frammenti per i quali va stabilita la provenienza per assegnarne la restituzione ai rispettivi stati.    

   "Le opere d'arte non possono diventare oggetto di attività illecite o peggio delle archeo-mafie: il mercato illegale deve essere stroncato" ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha voluto partecipare alla presentazione delle opere recuperate.  La "circolazione" delle opere d'arte, ha sottolineato, "è favorita dalle grandi mostre e dagli scambi che stiamo perseguendo" con un sistema ormai collaudato che consente ai cittadini di poter apprezzare un'offerta sempre più variegata". Sangiuliano, che ha ringraziato il nucleo dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e tutti i dirigenti e gli archeologi che hanno preseduto alle complesse operazioni di recupero dei reperti e curato l’esposizione a Castel Sant’Angelo, ha la quindi lanciato un monito: "Quello che viene recuperato non dovrà mai finire nei depositi, ma deve essere museizzato o comunque esposto in altre iniziative per diventare immediatamente fruibile" dal pubblico.   

   In questa occasione, l'esposizione dei reperti a Castel Sant'Angelo mostra, tra i pezzi più pregiati, un tavolo tripode in bronzo proveniente da un contesto aristocratico dell’orientalizzante etrusco, due testiere equine da parata di ambito appulo-lucano, due pitture funerarie di area meridionale e poi oggetti di epoca romana, tra cui alcune teste virili in marmo di età imperiale. Interessata dalla complessa procedura di recupero dei beni, coordinata dalla Procura e sfociata in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Mic e con l'Avvocatura Generale dello Stato, anche la Grecia, l'altro paese insieme all'Italia saccheggiato dai trafficanti. "Oggi l'Italia e la Grecia, due paesi di antica civiltà gravemente colpiti da ogni tipo di traffico di beni culturali, celebrano una vittoria in una lotta difficile, complessa e di lunga durata contro coloro che cercano di appropriarsi della loro storia e del loro patrimonio" ha detto l'ambasciatrice greca Eleni Sourani che in materia di "restituzioni" ha dato atto all'Italia di avere dato l'esempio "restituendo il frammento Fagan".    

   “Il recupero del patrimonio culturale illecitamente sottratto è una delle priorità del mio programma, tutelare significa anche evitare che il nostro patrimonio sia depredato da trafficanti senza scrupoli” ha dichiarato ancora Sangiuliano che ha lodato il costante impegno dei Carabinieri dell’Arte "rivolto alla tutela del patrimonio culturale italiano", come ha notato il generale di brigata Vincenzo Molinese, comandante del TPC.

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/arte/2023/05/31/litalia-si-riprende-il-tesoro-di-symes-rientrano-750-reperti_1d576ecb-5997-4153-bde6-6678e726d627.html

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 Beni che tornano a casa

 

Anche Taranto ritrova i suoi tesori
 

Erano stati sottratti anche dall'area di Taranto alcuni dei tesori archeologici che la Germania ha restituito all'Italia.

Il 5 giugno a Roma nella sede del Reparto Operativo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, alla presenza di Viktor Elbling, Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia, sono stati restituiti al nostro Paese, rappresentato dal Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Generale di Brigata Vincenzo Molinese, 14 beni culturali di notevole valore economico e culturale, provento di diverse attività di reato.

 

I reperti tarantini sono un elmo corinzio in bronzo risalente al IV secolo a.C., 3 monete romane in bronzo (epoca da 68 a.C. – III sec. A.C.) e antefissa tarantina, IV secolo a.C. Nel 2020, dopo  una specifica attività tecnica svolta sul territorio italiano dai Carabinieri della Sezione Archeologia del dipendente Reparto Operativo, poi proseguita in territorio austriaco e tedesco dalla Polizia bavarese, i beni sono stati bloccati a Monaco di Baviera nella disponibilità di un pluripregiudicato cittadino italiano. I cinque reperti, provento di recenti attività di scavo clandestino avvenute in Puglia ed esportati illecitamente, sono stati oggetto di rivendica penale dell’Autorita giudiziaria di Taranto.

Per la Polizia Criminale del Lander Bavarese (Bayerisches Landeskriminalamt – BLKA) sono intervenuti a Roma il Dott. Guido Limmer (Vice Comandante), il Commissario Capo Christian Klein (responsabile della Sezione opere d’arte) e l’Ispettrice Barbara Sperr (investigatore della Sezione opere d’arte). Inoltre, la Dott.ssa Florentine Kutscher, in rappresentanza del Ministero Federale per la Cultura e Media di Berlino (Germania), il Consigliere Clemente Contestabile, Consigliere Diplomatico del Ministro della cultura, la Dott.ssa Julia Külb, Esperto Nazionale per la Germania a Eurojust (l’Aia, Paesi Bassi) e il Dott. Aldo Ingangi, Magistrato e Assistente al Membro Nazionale Italiano a Eurojust.

Il sequestro e la consegna definitiva dei 14 beni culturali è frutto della collaborazione intercorsa tra il personale addetto alla Cooperazione Internazionale del Comando Carabinieri TPC e il BLKA di Monaco di Baviera nonché del coordinamento intercorso tra i rispettivi Ministeri della Cultura.

https://www.tarantobuonasera.it/news/home/800789/la-germania-restituisce-a-taranto-alcuni-tesori-del-passato.html

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Soddisfazione per il ritorno in Italia, da Londra,  dei 750 reperti del 'tesoro di Symes' .

Completerebbe l' informazione, conoscere anche i termini dell' " accordo transattivo " citato nel post 8 .

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  • 2 mesi dopo...

Sono stati riportati in Italia centinaia di reperti archeologici trafugati negli Stati uniti

Le opere hanno un valore di diverse decine di milioni di euro. Oltre a statue e vasi e che vanno dall'epoca etrusca a quella romana imperiale, è stato recuperato anche un antico testo di Cristoforo Colombo
 

Alcuni dei reperti archeologici recuperati dagli Stati Uniti

Alcuni dei reperti archeologici recuperati dagli Stati Uniti(FOTO: MINISTERO DELLA CULTURA)
 
 
 

I carabinieri del Comando tutela del patrimonio culturale hanno riportato in Italia 266 reperti archeologici risalenti all’epoca Etrusca, della Magna Grecia e della Roma imperiale, per un valore di decine di milioni di euro. I reperti erano stati trafugati durante gli anni Novanta e venduti poi illegalmente negli Stati Uniti. Recuperato anche un testo scritto da Cristoforo Colombo e stampato a caratteri mobili nel 1493, trafugato nel 1988 dalla Biblioteca nazionale Marciana di Venezia.

Il successo dell’operazione è frutto della collaborazione tra le autorità italiane e quelle statunitensi. In tutto sono stati recuperati 145 pezzi nell’ambito di una procedura di bancarotta contro il commerciante e trafficante di antichità britannico Robin Symes e gli altri direttamente da un museo statunitense, il Menil collection di Huston, dopo che la polizia ha accertato la loro provenienza da scavi illegali effettuati in siti archeologici italiani, si legge sul sito del ministero della Cultura.

Tra le opere trafugate vasi e anfore decorate, teste, busti, monete e intere lastre di marmo affrescate. Un patrimonio inestimabile risalente a un arco temporale che va dall’età Villanoviana (IX/VIII sec a.C.), alla civiltà etrusca (VII/IV sec. a.C.), alla Magna Grecia (V/III sec. a.C.) fino all’età romana imperiale (I-II sec d.C.).

 

Il testo di Colombo, invece, era finito nelle mani di un collezionista di Dallas, sempre negli Stati Uniti, che non si è opposto alla confisca posta in essere dalla procura di Philadelphia, dopo aver accertato la natura illegale dell’esportazione del testo. Il documento, chiamato in termini tecnici incunabolo, è composto da 8 pagine scritte in latino e riporta l’annuncio di Colombo ai reali di Spagna del suo arrivo nelle Americhe.

 

Il titolo della lettera è de Insulis Indiae supera Gangem nuper inventis, che denota il celebre errore geografico di Colombo, ed è stata stampata a Roma da Stephan Plannck nel 1493 con la tecnica dei caratteri mobili. Oltre ad avere un elevatissimo valore commerciale, inestimabile è la sua importanza storico bibliografica.

https://www.wired.it/article/riportati-in-italia-reperti-archeologici-trafugati-negli-stati-uniti-cristoforo-colombo/

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I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale riportano in Italia dagli Stati Uniti d’America 266 reperti archeologici di pregevole valore, stimati approssimativamente sul mercato mondiale dei beni culturali in svariate decine di milioni di euro.
 
L’inestimabile patrimonio, risalente a un arco temporale che va dall’età Villanoviana (IX/VIII sec a.C.), alla civiltà etrusca (VII/IV sec. a.C.), alla Magna Grecia (V/III sec. a.C.) fino all’età romana imperiale (I-II sec d.C.), era giunto oltreoceano negli ultimi decenni del secolo scorso per essere smerciato da trafficanti internazionali senza scrupoli.

L’eccezionale risultato è stato ottenuto in seguito a indagini capillari coordinate dalla magistratura italiana e dalla Procura Distrettuale di Manhattan (DAO - District Attorney’s Office di New York), con l’Assistant District Attorney NY, Colonnello Matthew Bogdanos e i colleghi di Homeland Security Investigations (HSI), consolidando una cooperazione di impareggiabile efficacia nel mondo, anche grazie alla costante sinergia tra i Carabinieri dell’Arte e il Dicastero della Cultura, guidato dal Ministro Gennaro Sangiuliano.

La cerimonia di restituzione si è tenuta l’8 agosto 2023 a New York, nella sede della Procura, alla presenza del Procuratore Alvin L. Bragg, il Console Aggiunto d’Italia a New York, Cesare Bieller, il Comandante dei Carabinieri TPC, Generale di Brigata Vincenzo Molinese, il Vice Procuratore del DAO di Manhattan, Colonnello Matthew Bogdanos, e lo Special Agent in Charge di HSI, Ivan J. Arvelo.
 
Tra le opere recuperate figurano, in particolare:

- 70 lotti (che constano complessivamente di 145 pezzi) facenti parte della procedura fallimentare a carico del cittadino inglese Robin Symes, localizzati grazie alle indagini condotte dal Comando TPC, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, mirate a contrastare il traffico internazionale di beni culturali. Le attività sono poi sfociate anche in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato, finalizzata alla restituzione dei beni al patrimonio indisponibile dello Stato italiano;

- 65 manufatti, già in collezione alla “Menil Collection Museum” di Houston (USA), in restituzione spontanea da parte dell’ente proprietario al Ministero della Cultura, essendo stata accertata dai Carabinieri TPC la provenienza da scavi clandestini in aree archeologiche del territorio italiano e l’esportazione illecita.

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https://www.beniculturali.it/comunicato/25068

 

È tornato in Italia un incunabolo del 1493 con cui Cristoforo Colombo, al rientro dalle Americhe, annuncia ai Reali di Spagna la scoperta del Nuovo Mondo.

L’epistola “de Insulis Indiae supera Gangem nuper inventis”, stampata a Roma da Stephan Plannck dopo il 29 aprile 1493, era stata trafugata, in epoca antecedente al 1988, dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.

Il documento è composto da 8 pagine scritte in latino ed è di elevatissima importanza storico-bibliografica e di considerevole valore commerciale. La lettera di Colombo era nelle mani di un facoltoso collezionista di Dallas, risultato, poi, essere detentore in buona fede. Quest’ultimo, informato della provenienza illecita del bene, sulla base di evidenze e riscontri raccolti dal Comando Carabinieri del TPC, non si è opposto alla confisca posta in essere dalla Procura di Philadelphia e alla definitiva restituzione allo Stato italiano.

Nel mercato statunitense erano confluiti alcuni rari incunaboli di Cristoforo Colombo, oggetto di monitoraggio da parte degli investigatori americani per la presunta presenza di falsi e di altri documenti evidentemente trafugati da biblioteche italiane ed europee.

Le verifiche sono state condotte dai Carabinieri dell’arte e dagli investigatori americani di H.S.I. (Homeland Security Investigation), con il fondamentale contributo del Prof. Paul Swope Needham, curatore della sezione libri antichi della Biblioteca Universitaria di Princeton (USA), esperto di riconosciuta competenza e collaboratore della polizia americana.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, è nata dalla prosecuzione delle attività che nel 2016 hanno consentito il recupero di un altro esemplare della lettera di Colombo trafugata dalla Biblioteca Riccardiana di Firenze e sostituita con un falso.

I Carabinieri, d’intesa con la magistratura, ne cureranno la riconsegna alla Biblioteca Marciana. 

Alla cerimonia di restituzione dell’incunabolo che si è tenuta oggi a Roma, al Ministero della Cultura, sono intervenuti: il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Generale di Brigata Vincenzo Molinese; il Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Angelantonio Racanelli; Acting Director, Immigration and Customs Enforcement (ICE), Patrick J. Lechleitner; l’Incaricato d’affari a.i. dell’Ambasciata USA, Shawn Crowley.

 

Le opere d’arte esprimono tutte un valore, ciascuna con le proprie caratteristiche, ma questo incunabolo è legato ad un nome fondamentale della nostra geografia identitaria quello di Cristoforo Colombo. Questo bene, recuperato grazie al prezioso lavoro dei carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale e alla fondamentale cooperazione con le autorità statunitensi, verrà restituito alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e in questa occasione, insieme con il Presidente della Regione Luca Zaia, si sta pensando di realizzare una mostra itinerante dedicata a Colombo nelle città del Veneto”, ha detto il Ministro Sangiuliano.

"L'Italia e gli Stati Uniti mantengono una solida partnership, in particolare sulle questioni relative all'applicazione della legge, dalle indagini sul traffico di stupefacenti e dall'interruzione delle reti di riciclaggio di denaro alla lotta alla criminalità informatica, allo smantellamento della criminalità organizzata, alla tutela del patrimonio culturale. Siamo partner a pieno titolo nella lotta contro la criminalità", ha osservato l'Acting Director dell'ICE Patrick J. Lechleitner.

Il recupero della lettera rappresenta una testimonianza non solo dell’efficace collaborazione tra Italia e Stati Uniti, ma anche del lavoro di squadra e della perseveranza degli italiani e degli americani che lo hanno reso possibile”, ha dichiarato l’Incaricato d’affari dell’Ambasciata statunitense, Shawn Crowley.

La restituzione della lettera di Cristoforo Colombo testimonia ancora una volta la preziosa collaborazione italo-americana nel campo della cooperazione giudiziaria e di polizia, in particolare, tra i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e l’Homeland Security Investigations. Con il coordinamento delle magistrature dei due Paesi, questo lavoro ha permesso di riconsegnare al patrimonio italiano una importante testimonianza storico-culturale. I Carabinieri dell'Arte, con immutata passione, proseguono nell’infaticabile impegno nella tutela del patrimonio culturale, tra l’altro, grazie alla costante sinergia con il Ministero della Cultura. Le vestigia della storia e dell’arte sono patrimonio dell’intera umanità e vanno preservate. Ne è esempio il documento oggi restituito, laddove Cristoforo Colombo descrive il suo viaggio verso il nuovo mondo”, ha affermato il Generale Molinese.

https://cultura.gov.it/comunicato/24963

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  • 4 mesi dopo...
Supporter

 

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al minuto 1,36 mi sembra di vedere delle monete false, forse per questo restituite?

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