Vai al contenuto
IGNORED

La sottile seduzione della Romanitas e il contributo del fattore “moneta”.


Illyricum65

Risposte migliori

   Non ci trovate qualcosa di magico, di “scritto nel destino”, nel fatto che un villaggio di pastori sia divenuto nel tempo un impero egemone che dominò in pratica tutto il mondo classico antico? Ben presto i discendenti degli occupanti di un gruppo di capanne costruite su una serie di colli crearono un popolo che si trovò a scontrarsi con quelli vicini preoccupati dalla loro espansione. Popoli più numerosi o con tradizioni più antiche che nel tempo vennero da loro sconfitti, dimostrando in più di una occasione una costanza ed una irriducibilità incredibile. Magno Greci, Etruschi, popoli italici… tutti finirono sotto il controllo di Roma, fino ad espandere i suoi domini fuori dalla penisola italiana. “Sotto il controllo di Roma”… non da oppressi ma entrando essi stessi a farne  parte integrante, divenendo nel tempo pienamente “Romani” a tutti gli effetti pur non essendo nati nell’Urbe. Grazie alle gesta dei suoi generali l’esercito conquistò e sottomise gran parte dell’Europa, dell’Asia (quella allora conosciuta con tale nome) fino alla Mesopotamia e la parte costiera del Nord Africa. Ma se già la conquista militare di tali spazi è di per sé quasi incredibile, a mio avviso la cosa che ancor più desta stupore è come sia riuscita a controllare e ad amalgamare la gran messa di popoli con cui entrò in contatto. Si tratta di un fenomeno noto con il termine “romanizzazione” che intendeva diversi processi quali la acculturazione, l’integrazione e l’assimilazione delle popolazioni vinte dai Romani. Vi furono popoli che furono annessi in modo assolutamente pacifico e progressivo (vedasi il “caso Noricum” dove grazie a scambi commerciali la popolazione locale fu progressivamente infiltrata dall’arrivo di mercanti aquileiensi e in genere italici) e quelli che invece contrastarono il nemico romano (ad esempio i fieri Germani che rigettarono la romanizzazione). Di norma comunque l’appartenenza all’Impero fu accettata in modo più o meno veloce e radicale, salvo appunto le eccezioni Germania e Caledonia; le popolazioni venivano poi distinte in dediticie e foederate a seconda se fossero state conquistate in seguito di eventi bellici o se fossero entrate nella sfera di dominazione romana come alleate. Le prime dovevano accettare regole imposte dal Senato che si riservava la proprietà del territorio e della popolazione; le seconde conservavano una sorta di autonomia, dovevano fornire uomini all’esercito romano e in cambio ricevevano protezione militare dallo stesso. Entrate a far parte dell’Impero, quale fosse la loro condizione, conservavano la maggior parte degli usi: la romanizzazione era un fenomeno successivo di integrazione economica, politica e culturale che si esprimeva nel corso di più generazioni.

  Il tema è tuttora dibattuto. La teoria più comunemente accettata in principio era che la romanizzazione di un territorio conquistato avvenisse mediante la creazione di colonie abitate da cittadini romani (ex-militari) e quindi parlanti latino, assieme alla costruzione di opere pubbliche, che fungevano da promulgatrici dello stile di vita romano (p.e. Mommsen). L’Impero come “faro” della civiltà è stato uno stereotipo utilizzato dai regimi coloniali e in genere, totalitari. Successivamente questo impianto è stato ridiscusso e sono stati evidenziati altri punti e metodiche:

  •       incoraggiamento della elite indigena ad accrescere il prestigio sociale mediante l’adozione di abbigliamento, linguaggio, alimentazione e alloggio dei conquistatori e garantendone in cambio potere.

  •        la romanizzazione doveva tenere conto delle differenze presenti tra provincia e provincia. Ciascuna aveva economia, culti religiosi e una propria identità culturale e talvolta l’elite non era favorevole a Roma.

  •          spesso la romanizzazione comportava una assimilazione di fattori culturali tra vinti e vincitori. Una classica prova è costituita dall’inserimento nel tempo di divinità estranee a quelle del Pantheon classico (p.e. Iside, Giove Ammone, Sol, etc…)

  •         creazione di una società con diversi elementi provenienti da più culture a seconda di quante ne sono coinvolte (c.d. creolizzazione)  

Conseguenze della romanizzazione:

  • -          adozione di nomi romani

  • -          graduale adozione della lingua latina, favorita dal fatto che i documenti ufficiali e la burocrazia imponevano la conoscenza del latino (anche scritto). Tendenzialmente i greci mantennero la loro lingua e se il greco era la lingua franca della parte orientale dell’Impero (salvo alcune eccezioni tipo la colonia di Berytus), il latino fungeva da lingua comune in quella occidentale.

  • -          Sostituzione delle leggi tribali con il diritto romano

  • -          Diffusione di istituzioni tipicamente romane come terme, culto dell’Imperatore (in quanto massimo rappresentante dell’Impero) e giochi gladiatori
  •       Pragmaticamente, a Roma interessava, come riconoscimento del Potere dell'Imperatore, il pagamento dei tributi e delle tasse spettanti allo Stato.

 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


L’attecchimento della romanizzazione nella pars orientis dell’Impero fu in un certo senso minore (se preferiamo “più superficiale”) che non in quella occidentis (e il mantenimento della lingua greca può esser letto come una prova) in quanto il mondo ellenizzato, l’Egitto, la Mesopotamia e la Siria erano già in possesso di culture ben radicate e sviluppate che andavano sostituite; ciò non di meno i cittadini di queste aree si sentivano meno Romani se è vero che in un periodo più tardo gli stessi bizantini chiamavano sé stessi “Romaioi”(Ρωμαίοι) o “Romioi”(Ρωμιοί) ovvero “Romani”.  Attecchì invece meglio nella parte occidentale, salvo nella Britannia dove forse un clima meno favorevole e la relativa lontananza, oltre il “naturale” confine della Manica (l’isola era considerata “ai confini del mondo” dai latini, paragonabile quasi all’Oceania della Britannia vittoriana con i debiti rapporti) portò ad un minor afflusso di coloni, soldati e funzionari di origine latina e quindi ad un minore attecchimento della romanizzazione (che si limitava principalmente alle aree urbane e alle villae diffuse in ambito rurale e degradava verso nord). In merito alla romanizzazione della Britannia pre-neroniana Tacito riporta che “…venne ai Britanni l'abitudine alla nostra foggia di vestire e l'uso frequente della toga; a poco a poco essi si abbandonarono anche alla seduzione dei cibi, alle raffinatezze dei portici, dei bagni, dei conviti: ignari, essi chiamavano civiltà tutto questo, che null'altro era se non un aspetto della loro servitù” da cui si evince che essa fu tentata ma in modo fallimentare se è vero che vi fu la ribellione guidata da Boudicca degli Iceni. Laddove non esisteva una struttura urbana risultava più complesso far attecchire dello stile di vita romano a scapito di quello tradizionale locale: l’esempio paradigmico è la situazione della Germania a oriente del Reno, dove la distribuzione umana risultava contraddistinta dall’esistenza di piccoli villaggi distribuiti nella foresta. La struttura “città” era fondamentale nel promulgare la romanizzazione: nelle città si innalzavano statue e stele marmoree inneggianti all’Imperatore, mentre lungo le strade extraurbane il suo nome compariva scolpito sulle pietre miliari, a ricordare a tutti chi fosse la massima autorità.

immagine.png

RIB 2224, Britterne, Britannia. Pietra miliare riutilizzata. mp caes m | a[nt] gord… e sovrapposta ipm c ex|svvio | tetric|vs p f avg (si noti l’errore IPM anziché IMP). Gordiano III, 238-244 d.C., Tetrico I, 270-3 d.C.

 

La costruzione di un sistema stradale efficiente, di solito compiuto dai genieri dell’esercito quando non già presente all’atto della conquista del territorio, è un altro punto fondamentale al fine di permettere gli spostamenti in modo agevole e fa parte di quel complesso di opere pubbliche di cui si accennava prima.

In contrapposizione alla romanizzazione, ovvero allaRomanitasavevamo poi l’esatto contrario, il c.d. Barbaricum”, che contraddistingueva tutto ciò che stava oltre il Limes e che non era “romano”.

Modificato da Illyricum65
  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti


Alcuni contenuti mediatici sul tema:

https://www.youtube.com/watch?v=o3nPUI17SbY

https://www.youtube.com/watch?v=jJv994yvLOk

https://www.youtube.com/watch?v=9pTBSzyLAwM

A questo punto avrete già commentato tra voi “Beh, Illyricum, hai sbagliato sezione…”. Ma questo ampio preambolo mi serviva ad introdurre un altro concetto di propagazione della Romanitas. Quella che interessa a noi: lo strumento di propaganda “moneta” che viene considerato potente mezzo comunicativo e quindi possiamo considerare anch’esso “apportatore di romanità”, per quanto di solito non venga spesso  menzionato tra i fattori.

 

Link al commento
Condividi su altri siti


La moneta diffondeva nei territori imperiali l’effige dell’Imperatore e diffondeva i suoi titoli e i messaggi propagandistici destinati al popolo: la sua distribuzione era capillare e giungeva dappertutto, fino ai confini dell’Impero, destinata a tutti. Inoltre l’utilizzo di una moneta “universale” facilitava gli scambi commerciali su ampia scala facilitando l’integrazione dei nuovi territori. Per fare un esempio della funzione di massmedialità svolto dalla moneta abbiamo preso Traiano che regnò per un buon lasso temporale e che quindi emise un elevato volume di monete.

Nel 103 riporta il titolo di “migliore e più nobile dei Principi” . S•P•Q•R• OPTIMO PRINCIPI

traiano circo.jpg

Rome, AD 103-104. IMP CAES NERVAE TRAIANO AVG GER DAC P M TR P COS V P P, laureate bust to right, slight drapery on far shoulder / S•P•Q•R• OPTIMO PRINCIPI, a view of the Circus Maximus, displaying the outer colonnade with two arched gateways surmounted by facing quadriga on right and a further gateway surmounted by quadriga moving to right on left, and a partial view of interior with the central great obelisk, flanked by metae at either end of the spina with arches and statue between, being approached by two racing quadriga exiting the starting gates at right, with a sweep of colonnades behind and the pulvinar to the upper left; SC in exergue. RIC II -, cf. 571; C. -, cf. 545-6; Woytek 175b; BMCRE -, cf. 853-6. 26.95g, 35mm, 7h.

https://www.coinarchives.com/a/lotviewer.php?LotID=1798325&AucID=4153&Lot=578&Val=680c13bfb96a17bdd62f85196da0a877

 

Il rovescio mostra il Circo Massimo e ne celebra la ricostruzione, terminata da Traiano dopo un grave incendio avvenuto sotto il regno di Domiziano. La propaganda diffonde ovunque la munificenza e la grandezza dell’Imperatore e lo splendore di uno dei maggiori monumenti di Roma antica.

Nel 105 rimarca al Popolo che l’Arabia è acquisita (ARABIA ADQVISITA) e analoghe attestazioni valgono successivamente anche nei confronti di Mesopotamia e Armenia (ARMENIA ET MESOPOTAMIA IN POTESTATEM P R REDACTAE).

traiano ar.jpg

Æ Sestertius (33mm, 25.83 gm).

Rome mint. Struck 111 AD.

Rev. Arabia standing facing, head left, holding branch and bundle of sticks; camel at feet left.

RIC II 465Beautiful reddish-brown patina.

Nice VF+

Complete and rare coin.

https://www.vcoins.com/en/stores/marti_classical_numismatics/258/product/trajan_ae_sestertius__arabia_adq__rare/856125/Default.aspx

traiano arme.jpg

Æ Sestertius (33mm, 26.29 g, 6h). Rome mint. Struck AD 116-117.

IMP CAES NER TRAIANO OPTIMO AVG GER DAC PARTHICO P M TR P COS VI P P, laureate and draped bust right

ARMENIA ET MESOPOTAMIA IN POTESTATEM P R REDACTAE, Traianus standing facing, head right, holding parazonium and spear; at feet to left and right, seated figures of Armenia, Euphrates, and Tigris. RIC II 642; Banti 29.VF, dark brown surfaces, minor roughness. Unusually complete legends.

 

http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=136617

 

Link al commento
Condividi su altri siti


Abbiamo inoltre la celebrazione della vittoria sulla Dacia da parte dell’Ottimo Principe

traiano dac.jpg

Trajan Æ Sestertius. Rome, AD 109-10. IMP CAES NERVAE TRAIANO AVG GER DAC P M TR P P COS V P P, laureate bust right with slight drapery on left shoulder / SPQR OPTIMO PRINCIPI, Dacia seated left on shield and arms in attitude of mourning, trophy before her, SC in ex. RIC 564; Woytek 326. 26.89g, 34mm, 6h.
Near Extremely Fine.

 

https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=351&lot=545

 

e la pubblicizzazione delle opere pubbliche compiute in modo che tutto i cittadini romani, anche quelli dei luoghi più lontani ne potessero venire a conoscenza e celebrare quindi la Gloria dell’Imperatore.

traiano foro.jpg

RIC 1256, BMC 509, Vagi 1230, Cohen 168 Aureus Obv: IMPTRAIANVSAVGGERDACPMTRPCOSVIPP - Laureate, draped and cuirassed bust right.
Rev: No legend Exe: FORVMTRAIAN - Facade of Trajan's Forum; quadriga and statues atop. c.115 (Rome).

http://dirtyoldbooks.com/roman/id/Coins-of-Roman-Emperor-Trajan.htm

traiano col.jpg

RIC 292, BMC 449, Cohen 557 Aureus Obv: IMPTRAIANOAVGGERDACPMTRPCOSVIPP - Laureate, draped bust right.
Rev: SPQROPTIMOPRINCIPI - Trajan's Column; Trajan atop an eagle on either side. c.115 (Rome).

http://dirtyoldbooks.com/roman/id/Coins-of-Roman-Emperor-Trajan.htm

traiano via.jpg

 

RIC 266, BMC 484, Cohen 647 Aureus Obv: IMPTRAIANOAVGGERDACPMTRPCOSVIPP - Laureate, draped and cuirassed bust right.
Rev:  SPQROPTIMOPRINCIPI Exe: VIATRAIANA - Via Traiana lying left, holding wheel and branch.

http://dirtyoldbooks.com/roman/id/Coins-of-Roman-Emperor-Trajan.htm

La propaganda ribadiva anche iniziative legislative promulgate da un Imperatore in favore del popolo come ad esempio questa del “padre” Nerva:

nerva.jpg

 

RIC 93, BMC 19, BN 108, Cohen 143 Sestertius Obv: IMPNERVACAESAVGPMTRPCOSIIIPP - Laureate head right.
Rev: VEHICVLATIONEITALIAEREMISSA Exe: SC - Two mules grazing in opposite directions; behind, shafts and harness.
97 (Rome).

per interventi legislativi concernenti il cursus publicus e le tassazioni collegate, con remissione o sospensione delle spese postali che erano fino a quel momento a carica delle città, passandole a carico della cassa imperiale.

 

(per dettagli su questa serie ed altre a sfondo politico, vedasi https://www.lamoneta.it/topic/174039-le-monete-%E2%80%9Cpolitiche%E2%80%9D-di-nerva/ )

Link al commento
Condividi su altri siti


alex.jpg

Severus Alexander (222-235 AD.). AE Sestertius, 222-231 AD. Obv. IMP SEV ALEXANDER AVG. Laureate bust right, with drapery on far shoulder. Rev. IVSTITIA AVGVSTI SC. Iustitia seated left, holding patera and sceptre. RIC 563. AE. g. 21.49 mm. 30.00 Good VF. Light brown patina.

https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1388&lot=369

o in questo caso per interventi atti a migliorare il sistema giuridico romano mediante la creazione di futuri funzionari statali esperti nel Diritto Romano.

   L’utilizzo della moneta come forma propagandistica è una pratica iniziata nella Tarda Repubblica, dapprima con Giulio Cesare dopo concessione da parte del Senato al rientro dalla Spagna (45 d.C.) e quindi dopo le Idi di Marzo quando i princeps iniziano a comparire nei ritratti, siano essi Pompeo Magno, Emilio Lepido, Marco Antonio o lo stesso Ottaviano, al fine di trasmettere messaggi in un ambiente dove i sistemi di divulgazione non erano sviluppati come quelli attuali. La moneta diviene quindi lo strumento di più ampia e capillare distribuzione nell’Impero. Si dirà “ma parliamo di ritratti di sovrani, non di Romanitas ovvero di stile di vita romano” e ciò è corretto, bisogna comunque considerare che l’Imperatore rappresentava l’Impero e autocelebrando sé stesso celebrava indirettamente la grandezza di Roma stessa. Inoltre il cittadino romano guardava al Princeps come apice del sistema politico da cui dipendeva Pace e stabilità del mondo civilizzato.

   Abbiamo visto quindi come i destinatari dei messaggi delle legende monetali fossero i cittadini romani, talvolta nel Primo Impero quelli italici e in seguito nell’insieme. Nei periodi più tardi i vari slogan sono destinati a tutti gli abitanti dell’Impero (dopo Caracalla tutti gli abitanti dell’Impero sono cittadini romani) e magari anche a coloro che risiedono fuori dai limes, ovvero coloro che vivevano nel cosiddetto Barbaricum.

Mediante legende che alludono alla restaurazione di periodi felici, alla pacificazione (fase che spesso passa per una guerra), a vittorie contro popolazioni che mettono a repentaglio la sicurezza dell’Impero.

ftr.jpgprobus.jpgcosta.jpg

In questo caso però non parliamo ormai più di “sottile seduzione della Romanitas”… questa ormai è accettata più o meno profondamente in tutto l’Impero e i messaggi hanno finalità di tranquillizzare il cittadino romano e al caso, di intimorire il barbaro.

Quest’ultimo però non avrà letto probabilmente i messaggi che erano riportati sulle monete bronzee: i ripostigli monetali rinvenuti nel Barbaricum sono costituiti nella quasi nella totalità da monete in argento ( si veda in dettaglio ad esempio il deposito recentemente rinvenuto in Polonia:

 https://www.thefirstnews.com/article/crown-of-polish-archaeology-farmer-looking-for-abandoned-antlers-stumbles-upon-largest-ever-haul-of-roman-coins-11621  )

hoard.jpg

 Solo nelle fasi più tarde si nota la presenza di manufatti o monete in oro.

Le dinamiche che potevano portare moneta al di fuori del limes erano le seguenti:

  • commerci
  • sussidi tributi e doni
  • pagamenti di barbari arruolati tra gli ausiliari dell'esercito romano
  • riscatti di prigionieri
  • bottini di guerra

 Per cui il messaggio riportato sulle monete bronzee era verosimilmente ad uso e consumo del “mercato interno”, del cittadino romano. Viene utile come esempio della propaganda del Tardo Impero il video di Alessandro Barbero che allego, dal titolo “Propaganda di un imperatore: la monetazione di Costantino”.

https://www.youtube.com/watch?v=M9dq49YHGa0

Sitografia

https://blog.delcampe.net/it/quando-limperatore-traiano-utilizzava-le-monete-per-fare-propaganda/

https://www.ilfaroonline.it/2012/09/04/la-propaganda-politica-nelle-monete-dellantica-roma/72374/

https://www.onlinesim.it/blog/monete-politica-denaro-mezzo-comunicare-masse/

https://sites.unimi.it/latinoamilano/le-monete-di-cesare/

https://tuespetrus.wordpress.com/2009/02/24/potere-e-propaganda-nellantichita/

https://webmagazine.unitn.it/eventi/4313/guerra-e-memoria-nelle-monete-di-et-auguste

Saluti

Illyricum

;)

 

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti


Complimenti per questa discussione assai corposa e interessante che più che una discussione è un piccolo saggio divulgativo sul concetto di "romanitas" e sulla seduzione che quest'idea aveva nelle popolazioni limitrofe che vedevano in Roma un modello se non addirittura un "richiamo di legittimazione".

E proprio su quest'ultimo aspetto di ricerca di legittimazione si va a sovrapporre un altro punto focale citato in chiusura da @Illyricum65

1 ora fa, Illyricum65 dice:

Mediante legende che alludono alla restaurazione di periodi felici, alla pacificazione (fase che spesso passa per una guerra), a vittorie contro popolazioni che mettono a repentaglio la sicurezza dell’Impero.

L'idea di Romanitas che viene quindi chiamata in causa a legittimare un potere di per sé illegittimo che anziché porsi in antitesi al potere sovrano ufficiale (e quindi ROMANO per eccellenza) si pone non soltanto in piena continuità, ma addirittura soccombe al fascino più "puro" della Romanitas richiamando quell'idilliaca età dell'oro celebrata dal poeta per eccellenza dell'Impero: Virgilio.

Uno degli esempi più emblematici in tal senso ce l'abbiamo durante il III secolo, in Britannia, dove troviamo Carausio: un comandante militare romano ma originario della Gallia Belgica che si ribella, nel 286 d.C., contro l’Impero Centrale retto da Diocleziano.

Crausio, partito come generale rivoltoso nel nord della Francia, colse subito l'opportunità di oltrepassare il canale della Manica e creare in Britannia un nuovo regno indipendente da Roma.

Tra le innumerevoli emissioni di Carausio se ne distinguono alcune caratterizzate da legende emblematiche riprese su medaglioni (quindi di assoluto carattere celebrativo) e su emissioni d'argento (destinate a donativi) e in biglione (a uso e consumo del popolo).

I medaglioni succitati sono due e sono conservati al British Museum:

AN00543320_001_l.jpg

Il primo, acquistato nel 1967, porta al dritto la legenda “IMP C M CARAVSIVS P F AVG” e la raffigurazione del busto a sinistra dell’imperatore con corona laureata, abiti consolari e uno scettro sormontato da Vittoria alata. Al rovescio la raffigurazione della Vittoria su carro andante verso destra e la legenda “VICTORIA CARAVSI AVG” e all’esergo la sigla “INPCDA”.

AN00543333_001_l.jpg

Il secondo, acquistato nel 1971, vede una similare rappresentazione al dritto dell’imperatore, stavolta con scettro sormontato da un’aquila, con legenda IMP C [M A]VR CARAVSIVS AVG GER”. Al rovescio l’imperatore stante a sinistra in abiti militari con globo e lancia e a fianco la Vittoria con palma e corona. La legenda riporta “VICTOR CARAVSIVS AVG GERM MAX” e all’esergo la sigla “RSR” presente anche citate emissioni argentee e in biglione di cui parlavo prima.

La sorprendente similitudine dei due medaglioni è prova inconfutabile che queste due emissioni dovevano avere una matrice comune e di conseguenza anche le sigle all'esergo “INPCDA” e “RSR”.

 

petch%20carau%200509%20copy.jpg

Lo studioso Guy De La Bedoyere ha l’intuzione vincente mettendo in relazione le due sigle con la legenda “EXPECTATE VENI” presente in numerose emissioni di Carausio e abbinata anche alla sigla “RSR”: il tutto sembra portare senza ombra di dubbio alcuno a Virgilio e in particolar modo alla Egloga IV6-7 dove troviamo il passaggio “Redeunt Saturnia Regna, Iam Nova Progenies Caelo Dimittur Alto” in cui si palesa un ritorno all’età dell’oro e alla discesa di una nuova progenie celeste.

Il legame del messaggio politico di Carausio con i rimandi virgiliani messo in relazione con l'altra sua famosa serie “CARAVSIVS ET FRATRES SVI” porta a ipotizzare con una buona dose di certezza che l'identificazione di questa “stirpe celeste” non può trovare altra individuazione se non nei tre sovrani dell'epoca ovvero Carausio, Diocleziano e Massimiano portatori e diffusori della Romanitas più pura nonché quindi fautori del ritorno dell’età dell’oro.

http://www.kenelks.co.uk/coins/carausius/carausiusetfratres.jpg

E il Virgiliano "Regno di Saturno" quale doveva essere? In un pensiero romano-centrico non può che essere Roma, ma stiamo parlando di Carausio e quindi, mettendo a fuoco e calando in concreto il suo messaggio, il Regno di Saturno altro non può essere che la Britannia, neonato impero che il suo reggente pone con pari dignità e in perfetta continuità culturale con l’Impero Centrale.

Chiudo qui il mio intervento per non divagare ulteriormente su Carausio e andari fuori tema, ma mi premeva evidenziare un caso palese della qui discussa "sottile seduzione della romanitas".

Modificato da grigioviola
  • Mi piace 3
Link al commento
Condividi su altri siti

Awards

De Grege Epicuri.   Complimenti ad entrambi (ma anzitutto ad Andrea che ha iniziato) per questo splendido affresco della storia di Roma e anche del posto che vi ha la moneta. Personalmente trovo solo un po' edulcorata la descrizione dell' imperialismo romano. Certo, " parcere subiectis" ma " debellare superbos", e i superbi sono quelli che non cedono al fascino e alle armi. Coi Germani si rinuncio', ma con gli ebrei si decise per l' annientamento.

Link al commento
Condividi su altri siti


Ciao Gianfranco,

ho intenzionalmente evitato di far cenno alla Giudea perché il tema é un po' piú complesso in questa area e in genere si ritiene che sia collegato alla religione, cosa corretta solo in parte. Proprio recentemente ho letto un articolo (non ricordo quale) che ne parlava. L'autore riportava che la reazione romana fu motivata da un malinteso di fondo. Nella mentalità latina era inconcepibile che un re (il Re dei Giudei che doveva tornare in terra a guidare il suo popolo) esercitasse un potere che non fosse quello terreno e bensí solo spirituale: pertanto minacciava il Culto dell' Imperatore, ovvero la sua autorità e quindi la riscossione di dazi e tasse. Quindi gli ebrei erano visti come un pericoloso esempio da reprimere onde evitare effetti domino nelle altre provincie. Il fatto religioso in sé, come abbiamo visto, era secondario in quanto Roma lasciava una certa libertà di culto, infatti Ponzio Pilato cercò di non entrare in quella che ai suoi occhi di funzionario romano era una bega religiosa tra gli ebrei. A lui interessava ben altro...

Per cui i Germani furono emarginati, accantonati fuori dai confini dell'Impero (la romanizzazione era in una fase iniziale) mentre i Giudei furono colpiti pesantemente (vedasi Masada) in onore al detto "colpirne uno per educarne cento" ovvero per non destabilizzare un'area, quella mediorientale, ricca soprattutto nell'area siriana.

Ciao

Illyricum

;)

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.