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Tallero Italicum, spunti di discussione su una strana storia


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Buonasera a tutti,

oggi stavo riguardando un falso da studio del Tallero Italicum, che mi è capitato per le mani ad un mercatino e che ho comprato a pochi euro solo perché, pur piacendomi i talleri di Maria Teresa, i riconi romani d'epoca e le monete correlate, non ho i capitali per investirli in un pezzo costoso come questa tipologia. Mentre lo riguardavo, mi sono messo a cercare su internet immagini di talleri e, su un sito di un negozio numismatico online, ho visto le immagini di una bellissima moneta coniata da Venezia nel 1785, denominata Tallero per il Levante. Ora a me sembra immediata la somiglianza tra le donne nelle due monete, cosa che mi induce a pensare che il Tallero Italicum fu copiato quasi brutalmente dal Tallero per il Levante.

Non ho trovato però mai in tanti anni di letture informazioni in questo senso e la cosa mi sembra strana, in quanto dappertutto si trova scritto che si cercò di copiare il tallero di Maria Teresa. In realtà fu Venezia, a quanto pare, a voler copiare il tallero di Maria Teresa per i suoi commerci con il Levante e il Regno d'Italia cercò di copiare una moneta che era già servita allo scopo. 

A questo punto però non mi torna un'altra cosa, che già mi sembrava strana: su tutti i dizionari di numismatica si riporta che il Lanfranco spiega l'insuccesso del Tallero Italicum con l'assenza di un bottone nella moneta che veniva usato dagli indigeni per capire il livello di usura della moneta (e quindi di perdita di peso della moneta). A me sinceramente questa sembra una notizia infondata e assurda, per diversi motivi:

1. ho provato a toccare il bottone del tallero di Maria Teresa e sinceramente mi sembra molto difficile da percepire al tatto. Credo che, a meno che non fossero tutti ciechi come talpe, avevano sicuramente metodi visivi molto più rapidi per misurare il grado di usura della moneta.

2. allo stesso modo, non credo che il Lanfranco volesse dire che l'indigeno non riuscisse a distinguere una moneta dall'altra e che si affidasse al bottone per capire quali monete erano "austriache" e quali italiane. Una persona con un minimo di vista riesce a vedere bene quale delle due monete ha di fronte e, sicuramente, tali monete in argento non finivano nelle mani di persone povere, ma nelle mani di commercianti dell'area, che avevano sicuramente un minimo di istruzione e astuzia;

3. la terza cosa che non mi torna è che se Venezia ha coniato questi talleri dal 1781 al 1798, sicuramente non ha incontrato la stessa diffidenza da parte delle popolazioni con cui commerciava. Eppure le due monete sono pressoché identiche al dritto e questo mi fa presupporre che, diversamente da quanto raccontatoci dal Lanfranco, la diffidenza verso il Tallero Italicum non derivasse dal fatto che mancasse il bottone, ma dal fatto che l'Italia veniva vista come il popolo invasore ed oppressore e quindi si volle dimostrarlo rifiutandone la moneta. Diverso era l'approccio di Venezia, che si limitava a usarla per gli scambi commerciali. Il buon vecchio Lanfranco, direttore della Regia Zecca, non poteva però ammettere davanti a Mussolini e al popolo che doveva bere la storia dell'Italia civilizzatrice dell'Africa, che il motivo di tale rifiuto era semplicemente un atto di ribellione verso il nostro operato in Africa.

Voi cosa ne pensate?

Saluti,

Francesco C.

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Il 26/1/2024 alle 10:34, Saturno dice:

@francus, ti riporto un estratto dell'articolo "Talleri italiani per la Colonia Eritrea" di A.Santamaria

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Interessantissima pagina, grazie mille. Alla fine per quel che leggo, la scelta definitiva fu un po' a metà strada tra il voler riproporre il tallero veneziano e quello di riprodurre il tallero di maria teresa. Da un lato si copiò quasi perfettamente il tallero veneziano e dall'altro si sostituì il leone di venezia con lo scudo sabaudo, che doveva somigliare quanto più possibile all'aquila bicipite asburgica. Nonostante tutto, non fu apprezzato e, da quel che leggo, le motivazioni sono ben chiare e poco dipendenti dalla presenza del bottone o meno: le motivazioni saranno state più di avversione verso i nuovi conquistatori, che altro.

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