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Querelle archeologica tra Italia e Danimarca


cancun175

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(ANSA) - ROMA, 14 GEN - L'ambasciatore danese a Roma Gunnar Ortman ''ha offerto i suoi buoni uffici per aiutare la ripresa del

dialogo'' tra l'Italia e il museo Carlsberg di Copenaghen per la vicenda dei reperti archeologici di cui il governo italiano chiede la

restituzione. Lo rende noto il ministero dei beni culturali al termine dell'incontro, questa sera nella capitale, tra il ministro dei beni

culturali Sandro Bondi e il diplomatico danese.

''E' stato un incontro di grande cordialita''', ha commentato il presidente del comitato per la restituzione dei beni culturali Mario

Torsello , anche lui presente al colloquio.

All'ambasciatore danese, Bondi ha ribadito l'intenzione di riprendere il confronto con la direzione del Museo danese e auspicato che

questa possa diventare un'occasione di maggiore collaborazione culturale. Intanto, ha spiegato Torsello, il comitato per la restituzione

si riunira' nei prossimi giorni per fare il punto sulla situazione.

Iniziata mesi fa, la trattativa con il Carlsberg (che solo nel 2007 ha acconsentito a inviare la documentazione delle cose acquistate

dagli inquisiti Robert Echt e Giacomo Medici, chiesta nel 2001 dal sostituto procuratore romano Paolo Ferri) si e' di fatto interrotta

nell'autunno scorso con il no dei responsabili del museo di fronte al corposo dossier consegnato dalla commissione.

Quasi tutti gli oggetti contestati dall'Italia (molte cose etrusche, statuette, bassorilievi, vasi oltre ad un prezioso corredo sabino con un

carro del VII secolo avanti Cristo) sono stati comprati dal museo danese, negli anni '70, da Hecht, il mercante d'arte americano, sotto

processo per traffico illecito di opere d'arte o da Giacomo Medici (condannato in primo grado a 10 anni ora e' in corso l'appello).

Come e' gia' successo con tutte le altre trattative avviate negli ultimi anni con musei soprattutto americani, in cambio della

restituzione vengono offerti rapporti di collaborazione scientifica anche con prestiti a lungo termine.(ANSA).

LB 14-GEN-09 20:26 NNNN

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certamente, le opere italiane stanno meglio in Italia che all'estero, su questo sono d'accordo, però mi chiedo: che trattamento riceverebbero in Italia? verranno dimenticate poi in qualche scantinato nei sotterranei di qualche banca all'oscuro dei più e visibili solo dai pochi eletti? Bè, a questo punto preferisco rimirarmeli in Danimarca!!!

saluti,

N.

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certamente, le opere italiane stanno meglio in Italia che all'estero, su questo sono d'accordo, però mi chiedo: che trattamento riceverebbero in Italia? verranno dimenticate poi in qualche scantinato nei sotterranei di qualche banca all'oscuro dei più e visibili solo dai pochi eletti? Bè, a questo punto preferisco rimirarmeli in Danimarca!!!

saluti,

N.

Il commento di Niko potrebbe sembrare eccessivo, ma non possiamo nasconderci che in Italia troppe cose non funzionano: al punto che...ormai niente funziona come dovrebbe. In effetti queste operazioni servono ai funzionari del competente ministero e dei competenti organi di investigazione, per fare carriera e bella figura. Nell'occasione del rientro vedremo il relativo servizio della televisione con alcuni personaggi in primo piano. In effetti avranno solamente fatto il loro lavoro.

Certamente si pone l'interrogativo dell'esposizione degli oggetti recuperati, considerata la mole dei reperti, anche importanti o godibili, che giaccioni da qualche parte a prendere polvere negi depositi delle soprintendenze.

Ciao a tutti.

Piakos

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Finiranno negli scantinati, allora io dico, lasciamoli lì, che fanno pubblicità alla nostra penisola e alla cultura di cui siamo latori. Di beni archeologici siamo pieni zeppi, i musei non possono esporne più di tanti, per cui, a meno si tratti di cose di eccezionale valore, tipo bronzi di Riace, è meglio restino dove sono ove tra l'altro sono adeguatamente sistemate. Piuttosto in Italia cerchiamo di valorizzare le collezioni private (invece di avere un preconcetto atteggiamento persecutorio da parte delle autorità) in modo che siano fruibili a tutti e che affianchino quelle pubbliche, il privato ha sicuramente più fondi per tutelare e gestire il proprio patrimonio.

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buongiorno, resta il fatto che è stato commesso un reato sia da chi ha venduto, che da chi ha comprato.

Lasciare i reperti nei musei può essere positivo, ma se non si mette rimedio, si incentiva tacitamente il traffico illecito.

I Danesi come la prenderebbero se qualcuno vendesse i loro reperti all'americano di turno? :unsure:

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DE GREGE EPICURI

Il problema è far funzionare in modo del tutto diverso i nostri musei e, in genere, l'offerta del nostro patrimonio artistico. L'Italia dovrebbe e potrebbe puntare su tutto questo anche per un interesse strettamente economico (turismo, specie di qualità e di buon livello socio-culturale); se i musei sono troppo piccoli per ospitare tutto il materiale, si ingrandiscono, o se ne aprono altri.

Oggi sono molto pochi i grandi musei che funzionano in modo davvero adeguato, cioè con note illustrative e didascalie complete (possibilmente non solo in italiano!), personale adeguato e capace di dare informazioni, illuminazione adatta, orari ampi e garantiti. E i piccoli musei sono di solito anche peggio, per non parlare della sicurezza (furti di materiale). Ma questo settore non è affatto considerato "strategico", e infatti pur con sporadici miglioramenti i visitatori dei musei aumentano relativamente poco, ed i turisti diminuiscono. Siamo scesi, mi pare, di 2 o 3 posti almeno nella graduatoria europea dei paesi più visitati; mentra questo settore potrebbe diventare trainante nella nostra economia.

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bhe che dire allora di noi che abbiamo a torino un museo di opere egizie???? non credo proprio che agli egiziani le opere siano state pagate realmente per quello che valevano?? ed i musei inglesi???? o parigi????

Io le lascrei la, ed eviterei polemiche internazionali........(caius la penso come te!!!)

sku

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bhe che dire allora di noi che abbiamo a torino un museo di opere egizie???? non credo proprio che agli egiziani le opere siano state pagate realmente per quello che valevano?? ed i musei inglesi???? o parigi????

Io le lascrei la, ed eviterei polemiche internazionali........(caius la penso come te!!!)

sku

In Egitto, però, vigeva una legge, secondo la quale chiunque trovasse un reperto archeologico "asportabile" (salve poche importaniti eccezioni) diveniva, a tutti gli effetti, proprietario dell'oggetto stesso. Ho, però, dei dubbi sul fatto che tutti i reperti "in giro per il mondo" siano stati legittimamente asportati e che tale pratica sia terminata, in seguito alle modifiche legislative egiziane.

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Mah, io eviterei di ripararmi dietro legislazioni coloniali o paracoloniali (cioè di Paesi a loro tempo formalmente indipendenti ma pesantemente in mano a Paesi colonizzatori). parliamoci chiaro, le opere d'arte in giro per il mondo (in Italia non solo a Torino, ma per esempio, anche a Roma o Bologna), sono oggetti di predazione legale. Come le opere italiane portate via da Napoleone. Rimangono quasi sempre dove sono (anche se ci sono stati casi di rivendicazione) per non riaprire questioni a partire da Adamo ed Eva. Pro bono pacis ci siamo dati dei tempi e in base alle leggi, bisogna farle rispettare. Ma ci possono anche essere accordi e compromessi. per esempio: le opere sono italiane e cedute in prestito trentennale a questo o quel Paese

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Mah, io eviterei di ripararmi dietro legislazioni coloniali o paracoloniali (cioè di Paesi a loro tempo formalmente indipendenti ma pesantemente in mano a Paesi colonizzatori). parliamoci chiaro, le opere d'arte in giro per il mondo (in Italia non solo a Torino, ma per esempio, anche a Roma o Bologna), sono oggetti di predazione legale. Come le opere italiane portate via da Napoleone. Rimangono quasi sempre dove sono (anche se ci sono stati casi di rivendicazione) per non riaprire questioni a partire da Adamo ed Eva. Pro bono pacis ci siamo dati dei tempi e in base alle leggi, bisogna farle rispettare. Ma ci possono anche essere accordi e compromessi. per esempio: le opere sono italiane e cedute in prestito trentennale a questo o quel Paese

Eera solo una precisazione, mica sono d'accordo ;) . Comunque, su Napoleone, si potrebbe allargare il dicscorso acneh a palesi violazioni di accordi internazionali, firmati liberamente da lui stesso (un po' meno dagli altri) tipo il "riscatto" pagato dalla Repubblica di Genova, per evitare l'invasione... sappiamo tutti come andò a finire. Ovviamente, nessuno potè farsi portatore di certe istanze, al Congresso di Vienna, dato che Genova fu regalata ai Savoia.

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  • 2 settimane dopo...

Sono d'accordo con Niko.

Certo farebbe molto piacere riaverli in Italia, ma solo se ci sarà con una degna valorizzazione ed un'altrettanto attenta sistemazione per la fruizione al grande pubblico.

Troppe volte ho sentito di reperti chiusi a prendere polvere e difficilmente accessibili al pubblico.

Staremo a vedere...

Saluti.

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Sono d'accordo con Nko, si lascino a disposizione dell'umanità, fosse pure in Danimarca.

Quanto alle prede d guerra diciamo che in larga percentuale le opere furono restituite idem per quelle del III Reich, poi non vorrei che pure qua si facesse la solita querelle sulla Gioconda.

Leonardo da Vinci, esso stesso, vendette il quadro al re di Francia...quindi regolarmente pagato dai francesi, altro che "Aridatece la Ggioconda" :P

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  • 4 settimane dopo...

Credo che ogni paese debba preservare la SUA storia e portarla ai posteri. Non bisogna fare lo sciacallaggio di Paesi che nel momento di difficoltà invece di dare una mano li si affossa estirpandola della memoria. Nel museo di bagdad è accaduto uno scempio americano. Con la scusa che erano stati chissà quali ribelli o commandos sono stati gli stessi soldati americani che come 'esercito' di pace si sono voluti portar via con la forza ciò che apparteneva da millenni in quella regione. Purtroppo il discorso dei musei finisce ad un certo punto e bisogna capire come ci siano arrivate e la maggior parte c'è arrivata col sangue, dai romani che si portavano via le divinità delle città ai tempi dei Re e repubblica per abbellire ed avere così un'attrazione, fino ai giorni nostri.

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Credo che ogni paese debba preservare la SUA storia e portarla ai posteri. Non bisogna fare lo sciacallaggio di Paesi che nel momento di difficoltà invece di dare una mano li si affossa estirpandola della memoria. Nel museo di bagdad è accaduto uno scempio americano. Con la scusa che erano stati chissà quali ribelli o commandos sono stati gli stessi soldati americani che come 'esercito' di pace si sono voluti portar via con la forza ciò che apparteneva da millenni in quella regione. Purtroppo il discorso dei musei finisce ad un certo punto e bisogna capire come ci siano arrivate e la maggior parte c'è arrivata col sangue, dai romani che si portavano via le divinità delle città ai tempi dei Re e repubblica per abbellire ed avere così un'attrazione, fino ai giorni nostri.

I millenni passano, le cose non cambiano <_<

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